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Vulcani e terremoti

Le forze che hanno origine all' interno della terra sono dette endogene, quelle che hanno origine all' esterno sono dette esogene. Le forze endogene sono responsabili della formazione delle catene montuose e dei coni vulcanici; perciò sono dette  forze costruttive.

Le forze esogene sono responsabili della distruzione delle montagne e dei vulcani; perciò sono dette forza distruttive.

Le eruzioni vulcaniche sono fenomeni frequenti sulla superficie terrestre. I fenomeni pseudovulcanici consistono nell' emissione di gas a temperature elevatissime. Sono anche fomose in Italia le solfatare di Pozzuoli, che emettono, oltre al vapore acqueo e all' anidride carbonica, sostanze contenenti zolfo.

Le mofete sono emisioni continue di anidride carbonica, mentre i geyser sono emissioni intermittenti di vapore acqueo.

                           Manifestazioni vulcaniche violente e non violente.

L' eruzione vulcanica avviene quando materiali liquidi, solidi e gassosi vengono emesi da spaccature della crosa terrestre. Le rocce allo stato fuso prendono il nome di magma, mentre quando fuoriescono prendono il nome di lava. Il magma viene spinto verso la superficie della Terra da una forte pressione. Se è abbastanza fluido, fuoriesce tranquillamente; si parla di eruzione effusiva.

Il magma può anche solidificarsi, occludendo l' apertura. La pressione che agisce su di esso aumenta sempre di più, fino a raggiungere un' intensità sufficiente a far saltare il "tappo"; a questo punto il magma viene espulso con grandissima violenza; in questo caso si parla di eruzione esplosiva.

                             Come è fatto un vulcano.

I vulcani sono montagne coniche dette coni vulcanici, con più crateri. Dal cratere parte un camino vulcanico che "pesca" nel serbatoio magmatico.

Il serbatoio magmatico si trova a 6/60 km dalla superficie terrestre.

I vulcani a scudo sono caratterizzati da coni poco elevati e pendii moldo dolci.

Gli stratovulcani hanno un cono con strati alternati di lava e ceneri. I vulcani di ceneri presentano escusivamente un' attività esplosiva; il loro cono è formato daceneri e lapilli.

Esistono i vulcani lineari, formati da una frattura della superficie terrestre, dalla quale fuoriescono grandi quantità di lava fluida. 

Non tutti i vulcani sono attivi. I vulcani che hanno avuto molte eruzione possono aver esaurito il loro serbatoio e il magma può essersi solidificato; essi si dicono vulcani spenti.

I vulcani come il Vesuvio hanno avuto molte eruzioni e adesso non presentano attività eruttive; si dicono quiescenti.

Molti vulcani si trovano su isole che formano arcipelaghi, essi sono detti archi insulari. Gli archi insulari si trovano in prossimità delle zone più profonde dei fondali oceanici; queste zone prendono il nome di fosse oceaniche.

                              Che cos' è un terremoto.

Un terremoto o sisma è uno scuotimento improvviso della crosta terrestre.

Durante un' eruzione vulcanica può accadere che il movimento del magma causi la frattura delle rocce circostanti, provocando un terremoto. Questi sono i terremoti vulcanici.

Molti terremoti sono invece dovuti a deformazioni della crosta terrestre e perciò vengono chiamati  terremoti tettonici. L' energia accumulata durante la deformazione (frattura) si libera sotto forma di vibrazioni che producono onde sismiche. Il punto in cui si verifica la frattura della roccia e si originano le vibrazioni viene detto ipocentro. Il punto della superficie terrestre più vicino all' ipocentro si chiama epicentro.

Ci sono due tipi di onde che si propagano dall' ipocentro:

- onde longitudinali (che vibrano perpendicolarmente alla loro direzione di propagazione);

- onde trasversali (che vibrano perpendicolarmente alla loro direzione di propagazione);

Ci sono anche le onde superficiali che si generano dalla zona dell' epicentro.

                             Come si individua un terremoto.

Il sismografo è uno strumento che registra i terremoti. Il grafico tracciato dal pennino si chiama sismogramma, dove si riconoscono sempre tre tipi di onde.

- onde primarie (p) longitudinali, le più veloci;

- onde secondarie (s) trasversali, veloci ma più lente delle onde primarie;

- onde superficiali (l) relativamente lente che giungono ultime ai sismografi.

Per classificare i terremoti viene usata la scala Mercalli, divisa in 12 gradi di intensità.

Charles Richter propose la scala Richter, che si basa sulla magnitudo del sisma, per misurare la quantità di energia che si libera nell' ipocentro del terremoto.