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 LA    GUERRA MONDIALE

 

Ricerca di Andrea Malosetti

 

Classe V^ B

 

 

SARAJEVO

 

La rivalità tra le grandi potenze, la corsa al riarmo, il militarismo ed il nazionalismo avevano creato in Europa una situazione molto pericolosa: il minimo incidente poteva infatti far scoppiare una guerra che avrebbe coinvolto tutti gli Stati europei.

La “polveriera dell’Europa” era la regione balcanica, dove il militarismo Austriaco, il nazionalismo Slavo e l’imperialismo Russo avevano creato un groviglio di interessi e di odi violenti.

Qui si accese la miccia che provocò la deflagrazione.

Il 28 giugno 1914 l’erede al trono austriaco l’arciduca Francesco Ferdinando, in visita a Sarajevo, fu assassinato da un giovane terrorista, suddito austriaco, ma di nazionalità serba.

Da questo evento i militari austriaci trassero il pretesto per far prevalere la loro politica intransigente, ponendo alla Serbia delle condizioni durissime.

Accettarle voleva dire riconoscere all’Austria il diritto di interferire nell’istruzione, nell’esercito e nell’amministrazione serba, limitando la sovranità della piccola nazione balcanica.

Ciò nonostante la Serbia rispose in termini concilianti, mostrandosi disposta a molte concessioni, pur di evitare la guerra con la potente vicina.

Ma gli Austriaci, forti anche dell’appoggio tedesco, respinsero le proposte serbe ed il 28 luglio 1914 dichiararono guerra alla Serbia.

 

LE ALLEANZE

 

La dichiarazione di guerra mise in movimento il meccanismo delle alleanze militari: la Germania entrò in campo con l’Austria mentre Russia e Francia si schierarono al fianco della Serbia.

I piani strategici tedeschi prevedevano una rapida disfatta francese; le armate germaniche avrebbero dovuto penetrare in Francia, attraverso il Belgio, ed avanzare rapidamente verso Parigi.

Secondo i piani l’attacco doveva essere molto rapido, in modo da rendere impossibile l'intervento inglese in Europa, e potersi poi rivolgere con tutte le forze contro la Russia. La violazione della neutralità del Belgio ebbe come conseguenza l’intervento immediato dell’Inghilterra.

 

LA GUERRA DI POSIZIONE

 

I capi militari e politici della Germania prevedevano una rapida conclusione del conflitto, ma la resistenza belga fece fallire l’invasione della Francia; nel contempo i Russi si mobilitarono in fretta, obbligando i tedeschi ad allontanare truppe dal fronte occidentale per trasportarle su quello orientale.

I Francesi contrattaccarono violentemente (battaglia della Marna - Settembre 1914) senza però riuscire a respingere il nemico.

Iniziò quindi una guerra di posizione nelle trincee che durò in pratica fino alla fine del conflitto; ambedue gli eserciti si fronteggiarono dagli opposti trinceramenti, con scontri violenti e sanguinosi senza che nessuna delle due parti riuscisse a prevalere.

 

OFFENSIVA CONTRO VERDUN E BATTAGLIA DELLA SOMME

 

Vari furono i tentativi da ambedue le parti di sfondare il fronte.

I Tedeschi nel 1916 si concentrarono contro la fortezza di Verdun, d’importanza fondamentale nelle linea difensiva francese. La battaglia durò circa sei mesi (febbraio/luglio 1916) senza che le truppe tedesche riuscissero a raggiungere l’obiettivo.

Al termine della battaglia di Verdun le truppe franco-inglesi passarono all’offensiva sul fiume Somme, ma le posizioni fortificate tedesche resistettero e l’offensiva, dopo sanguinosi combattimenti durati quattro mesi, si esaurì.


IL FRONTE ORIENTALE

 

Anche sul fronte orientale, dopo una vittoriosa offensiva russa contro gli austriaci ed un tentativo di invasione della Prussia orientale, stroncato dai tedeschi, le operazioni ristagnarono.

Nel 1915 un’offensiva tedesca costrinse i Russi al ritiro da Varsavia e dalla Polonia, permettendo agli Austriaci l’occupazione completa della Serbia.

 

LA GUERRA SUL MARE

 

Fin dall’inizio del conflitto l’Inghilterra approfittò della sua potente flotta per imporre un rigoroso blocco alla Germania. Lo scopo era quello di bloccare l’afflusso di viveri per affamare la popolazione.

A questa situazione i Tedeschi reagirono sia seminando mine nei mari solcati dagli Alleati, sia usando una arma micidiale: il sommergibile.

Nel maggio del 1916 un sommergibile tedesco silurò il transatlantico inglese Lusitania. Nell’affondamento perirono 1.400 persone, fra le quali 124 cittadini americani.

Il Presidente americano Wilson avvertì il governo tedesco che la ripetizione di un simile atto sarebbe stata considerato “ un segno di deliberata ostilità “ contro gli Stati Uniti.

I Tedeschi, temendo l’entrata in guerra degli americani a fianco di Francia ed Inghilterra, per un certo periodo si astennero da usare la guerra sottomarina.


L’ITALIA E’ IN GUERRA

 

L’Italia nel 1915 poteva liberamente scegliere tra la neutralità e l’intervento, sia a fianco dell’una o dell’altra parte.

Per la neutralità erano Giolitti e la maggioranza del Parlamento, per l’intervento a favore dell’intesa erano invece il Re ed il Capo del Governo.

Gli interventisti, pur in minoranza, ebbero la meglio, grazie anche all’intransigenza degli Austriaci a fare delle concessioni territoriali in cambio della neutralità italiana.

Le potenze dell’intesa promisero invece all’Italia, in caso di vittoria, il Trentino, l’Alto Adige, la Venezia Giulia con Trieste e l’Istria, oltre ad un ampliamento dei possedimenti coloniali.

A fronte di queste concessioni il Re Vittorio Emanuele ed il Capo del Governo stipularono con l’intesa il Patto di Londra (aprile 1915), che impegnava l’Italia ad entrare in guerra entro un mese. Il 23 maggio fu dichiarata guerra all’Austria ed il 24 l’esercito italiano era già in marcia.

 

IL  FRONTE  ITALIANO 1915-1917

 

L’offensiva del 1915 lungo il fiume Isonzo portò diversi successi all’esercito italiano, ma le grotte dell’Altipiano Carsico, assieme ai trinceramenti in cui gli austriaci si annidavano, impedirono ai soldati italiani di conseguire successi decisivi. Nel 1916 un’offensiva nel Trentino, portò l’esercito austriaco fino ad Asiago e nella pianura veneta. La controffensiva italiana fu immediata con il risultato di occupare Gorizia.

 

GLI STATI UNITI ENTRANO IN GUERRA

 

La decisione tedesca di riprendere la guerra sottomarina contro qualunque mercantile fosse transitato attorno alle isole britanniche portò alla violazione dell’impegno a rispettare i diritti dei Paesi neutrali assunto dall’Imperatore della Germania dopo l’affondamento del Lusitania. Tale decisione provocò il risentimento degli Stati Uniti che nell’aprile del 1917 entrarono in guerra.

 

CAPORETTO

 

Nell’ottobre del 1917 gli Austriaci sferrarono sul fronte italiano una potente offensiva. L’esercito austriaco ruppe le linee italiane presso Caporetto, le difese sul Tagliamento cedettero e le truppe italiane furono costrette a ripiegare fino al Piave.

Il generale Cadorna, responsabile della disfatta, fu sostituito dal Generale Diaz.

 

LA RIVOLUZIONE RUSSA

 

Intanto in Russia una sommossa, nata dall’esasperazione popolare, costrinse lo Zar Nicola II ad abdicare. Il potere fu assunto dal Consiglio dei commissari del popolo presieduto da Lenin, che nel 1918 decise, a prezzo di gravi perdite territoriali, di arrivare, con il Trattato di Brest Litovsk, ad una pace separata con la Germania.

 

IL 1918

 

I tedeschi, nel marzo del 1918, nella speranza di debellare l’Intesa prima dello sbarco dei contingenti americani, sferrarono una nuova offensiva in Francia, mentre nel giugno dello stesso anno, sul fronte italiano, gli austriaci tentarono di attraversare il Piave. Ambedue le offensive furono respinte.

Nel luglio gli anglo-franco-americani, che avevano costituito un comando unico affidato al Maresciallo francese Foch, contrattaccarono, obbligando l’esercito tedesco a ritirarsi. Nel frattempo lo sfondamento delle linee austriache ad est del Piave, da parte delle truppe italiane, portarono allo sfacelo dell’Impero asburgico.

 L’ultima decisiva offensiva alleata segnò inoltre la ripresa della guerra di movimento. L’uso dei carri armati univa infatti i vantaggi del fuoco al movimento, aprendo nelle linee nemiche delle brecce profonde. Dietro i carri venivano i fanti che provvedevano ad occupare stabilmente la zona e a fortificare le posizioni. Fu proprio l’impegno in larga misura di quest’arma che permise il definitivo sfondamento delle linee tedesche nell’agosto del 1918. L’abdicazione del Kaiser ed il crollo della Germania, portò, nel novembre del 1918 alla firma dell’armistizio che pose definitivamente fine alla 1^ Guerra Mondiale.