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 1900


L'età Giolittiana alla fine del 19° secolo l'Italia si stava espandendo economicamente rafforzandosi nel Nord nel campo dell'industria pesante (metallurgica, meccanica), indebolendo fortemente l'economia agricola del Mezzogiorno.
Giovanni Giolitti fece parte della Sinistra Costituzionale per 50 anni, infine nel 1903 divenne Presidente del Consiglio e volle garantire al paese un periodo di pace, allontanandosi dalla Triplice Alleanza e avvicinandosi alla Francia e all'Inghilterra.
Giolitti voleva mantenere l'ordine all'interno dello stato, e per fare questo avrebbe dovuto mantenere l'ordine applicando costantemente la legge avendo un preciso programma e applicarlo con fermezza senza cadere nella violenza lasciando a pieno agio tutte le classi di esprimere, negli ambiti della legge, le proprie idee. In questo modo Giolitti riuscì a passare il periodo nel quale ci furono tentativi di ribellione alla sua politica liberale da parte di lavoratori reazionari.
Giolitti attuò diverse riforme aiutando in particolare le classi popolari.
Regolò il lavoro delle Donne e dei Bambini, aiutò i lavoratori a far valere i propri diritti con associazioni per gli stessi; migliorò la sanità pubblica, aiutò il meridione anche con lavori edili, tra i quali l'acquedotto pugliese. Questi furono interventi che aiutarono notevolmente lo sviluppo del paese, ed economicamente l'Italia vide il suo miglior periodo con la Lira valutata superiore all'oro e preferita alla sterlina.
Nel 1907 però ci fu una crisi che paralizzò le fabbriche italiane, crisi accompagnata da carestie, il terremoto che distrusse Messina e Reggio Calabria, e gli scioperi agrari nel Parmense, in questo contesto l'opposizione, formata da Socialisti rivoluzionari e i Nazionalisti, trovò campo fertile. Nel 1911 Giolitti salì al governo per la quarta volta e, deciso a sconfiggere l'opposizione realizzò alcune riforme per migliorare la condizione della classe votante. Egli rafforzò l'istruzione popolare, monopolizzò le assicurazioni e impose il suffragio universale maschile.
L'idea di Giolitti di rafforzare la maggioranza si rivelò un fallimento perché il governo di sinistra, cercando di allargare il numero di aderenti al partito, aumentò anche i votanti della parte contraria; a dimostrazione del fatto nel 1911 le truppe italiane partirono alla volta della Libia per volere dell'opposizione.

 

La Rivoluzione D'Ottobre e la formazione dell'Unione Sovietica


La rivoluzione del 1905 spinse lo zar Nicola II a concedere le libertà politiche ed un'assemblea rappresentativa : La Duma . Non ci fu però un vera evoluzione del regime , infatti il suffragio censitario rese la duma uno strumento del governo, il quale ritoccò la legge elettorale sino a rendere predominante il voto dei grandi proprietari. Ci fu comunque una riforma che modificò la struttura dei villaggi contadini russi (Mir): fu lottizzata la terra in piccoli campi per distribuirli ai braccianti .La riforma fu comunque insufficiente per intaccare il potere dei grandi latifondisti .
Per garantirsi l'appoggio delle classi medio-alte lo zar tentò di intraprendere un'opera di industrializzazione ,con la quale nacque una nuova classe operaia :un proletariato urbano scontento ed inquieto la cui protesta si aggiunse a quella delle campagne .
L'opposizione al regime zarista era costituita da un vasto schieramento di forze che andava dai socialisti ai liberali . I liberali appoggiavano i proprietari terrieri ed ipotizzavano la formazione di uno stato costituzionale. I socialisti , espressione della piccola borghesia , erano divisi in due gruppi : i rivoluzionari nati grazie alla fusione di anarchici e populisti ; e i socialdemocratici che si ispiravano alla dottrina marxista .Il PSD era diviso da due diverse correnti :i riformisti e i bolscevichi .Questi ultimi avanzavano l'idea di conquistare il potere ponendosi a capo del proletariato . I bolscevichi perseguivano l'ideale comunista di nazionalizzare tutta la terra ed affidare la gestione della produzione a grandi organismi collettivi. Importante nella scena politica bolscevica era Lenin il quale, seguendo le dottrine di Marx, era convinto che la rivoluzione socialista avrebbe potuto affermarsi solo nei paesi economicamente avanzati, nel momento in cui il capitale concentrato nei monopoli avrebbe generato il mortale avversario destinato a travolgerlo: il proletariato urbano (non era questo il caso delle Russia dove l'economia si basava prevalentemente sull'agricoltura ).Lenin comunque non esitò a incoraggiare la classe operaia russa ad allinearsi con la borghesia nella lotta contro lo zarismo .Per questo motivo fu esiliato. L'industrializzazione voluta dallo Zar intanto andava avanti e si assistette alla formazione di organismi di rappresentanza dei lavoratori: i soviet.
L'avvento della guerra mondiale diede alla Russia uno scossone decisivo per la rivoluzione, innanzi tutto furono gravissime le perdite sociali ed economiche, in quanto l'esercito era costituito da lavoratori mal nutriti e disorganizzati presi da fabbriche o campi, nei quali diminuì, ovviamente, la produzione. In questo contesto le classi sociali russe si divisero a seconda dei propri interessi per l'interventismo o per la neutralità. La classe che risentì veramente degli esiti della guerra era il proletariato, il quale non esitò a manifestare contro l'intervento russo in guerra, il governo ricorse alla repressione per mettere fine agli scioperi. Il comitato bolscevico approfittava intanto delle agitazioni delle masse per diffondere le proprie ideologie per una rivoluzione internazionale.
Nel Febbraio 1917 gli scioperi in corso si trasformarono autonomamente in rivolta, non prevista neanche dai partiti dell'opposizione: i soldati si unirono con gli studenti e gli operai e insieme formarono il "comitato della Duma", costrinsero lo Zar Nicola II ad abdicare, assumendo loro stessi il pieno potere e proponendosi come governo provvisorio; tuttavia non riuscirono a fare fronte ai gravi problemi che affliggevano il paese, ed immediatamente i bolscevichi, appoggiati fortemente dai "soviet degli operai, dei soldati e dei contadini", formarono un'opposizione democratica, che voleva la cessazione immediata della guerra e radicali riforme sociali.
Il governo provvisorio della Duma non riuscì a fare fronte a nessuno dei gravi problemi che affliggevano la Russia, intendeva invece proseguire nella guerra a fianco degli alleati, sino alla vittoria. Nell'Aprile del 1917, Lenin tornò dall'esilio approfittando di un armistizio e formulò le Tesi d'Aprile, nelle quali egli auspicava ad un'immediata cessazione dei conflitti, la formazione di uno stato basato sul potere delle masse concentrato nei Soviet senza il passaggio per una repubblica parlamentare, non intendeva quindi alcuna collaborazione con il Governo della Duma. Le Tesi prevedevano la distribuzione delle terre ai soviet, per un "collettivizzazione" dell'agricoltura; e l'affidamento di tutti gli enti pubblici ai Soviet. Uno stato organizzato dai lavoratori. La Duma, nel Luglio seguente, a seguito di episodi di diserzione nell'esercito russo, decise di accusare i bolscevichi di collaborazione con la Germania, dichiarandoli fuorilegge.
La situazione russa diventò incontrollabile e il governo provvisorio vide obbligatoria una dittatura militare. Si presentarono due alternative: il comandante dell'esercito Lavr Kornilov, oppure Lenin. Il capo dell'esercito tentò un colpo di stato, ma le forze bolsceviche lo sventarono, acquistando molti consensi tra i soviet e la popolazione russa. Il 25 Ottobre l'esercito bolscevico occupò i punti chiave della capitale e, appoggiati dall'esercito statale, obbligarono la resa incondizionata assumendo tutti i poteri.
Il nuovo governo assunse il nome di "CONSIGLIO DEI COMMISSARI DEL POPOLO" e vide Lenin come presidente, Trockij commissario degli Esteri e Stalin commissario per le Nazionalità. Fu immediatamente rivolto un appello ai popoli e ai governi per una pace immediata; furono decise la soppressione delle grandi proprietà terriere, la nazionalizzazione delle banche e l'organizzazione autonoma degli operai mediante i consigli di fabbrica. La rivoluzione agraria non seguì esattamente i propositi di Lenin esposti nelle Tesi d'Apirle, in quanto si trattava di una fase di passaggio, tuttavia furono distribuite le terre ai contadini tramite i soviet di villaggio.
Nel Novembre del 1917 ci furono le elezioni, previste dal governo precedente, per l'Assemblea costituente; i bolscevichi rilevarono una pesante sconfitta politica in quelle elezioni, e Lenin dichiarò l'Assemblea contraria agli interessi popolari, eliminandola con la forza e dichiarando illegali tutti i partiti tranne quello bolscevico. Lenin con la dichiarazione della costituzione dell'URSS, affidò l'interno potere ai Soviet, proclamando la Russia una dittatura della grande maggioranza della popolazione. In realtà la fonte del potere rimaneva sempre l'unico partito esistente: i comunisti.
Il problema più urgente che i comunisti dovevano affrontare era quello della pace. Dapprima le condizioni imposte dalla Germania sembravano inaccettabili, si trattava infatti della cessione di vasti territori dal baltico all'Ucraina, il governo Russo cercò di trattare le condizioni, ma con l'avanzare del tempo la Germania pretendeva sempre più. Alla fine Lenin convinse il proprio governo della indispensabilità di una pace immediata, e nel Marzo 1918 fu firmato il trattato di Brest-Litovsk, secondo il quale la Russia cedeva alla Germania l'Ucraina, le provincie Polacche, i paesi Baltici e la Finlandia.
Contro i bolscevichi si formò una vasta opposizione che comprendeva nobili, borghesi e i partiti democratici. L'organizzazione militare di questi ultimi sfociò in una vera e propria guerra civile, appoggiata dai paesi europei per il timore di una diffusione delle ideologie rivoluzionarie russe. La guerra civile finì però con la sconfitta dell'opposizione ai bolscevichi, nonostante il blocco economico imposto dall'Europa, e con la formazione della TERZA INTERNAZIONALE, un'organizzazione che aveva l'intento di coordinare tutti i partiti rivoluzionari europei disposti a schierarsi contro i propri governi per il trionfo della rivoluzione mondiale proletaria.
Alla guerra civile e al blocco economico corrisposero i drastici provvedimenti presi dai bolscevichi nel triennio di quello che è passato alla storia come "comunismo di guerra". Il problema più grave che si presentò durante quel triennio fu l'alimentazione, infatti i contadini, divenuti piccoli proprietari, producevano l'indispensabile per la sopravvivenza limitata alla propria famiglia, con il risultato della fame nelle città. Il governo bolscevico vietò strettamente la vendita privata del grano (perché significava un ritorno al capitalismo), e applicava requisizioni forzate alle risorse agrarie dei contadini. L'insoddisfazione e la rabbia nei confronti del governo si tradusse in crisi politica alla quale si dovette fare fronte con una nuova politica economica (NEP).
La nuova politica economica fu decisa quando Lenin si rese conto dell'impossibilità momentanea del proprio progetto, in quanto era troppo squilibrata la distribuzione agricola rispetto quella industriale. Fu necessario quindi un compromesso, fu permesso che i contadini vendessero le proprie merci e le industrie commerciassero i propri prodotti, sempre controllati dallo Stato, per evitare che si creassero squilibri troppo grossi.
L'organizzazione politica che si andava formando puntava tutto sulla formazione di una democrazia sociale, secondo la quale al comando c'era il popolo stesso, che si garantiva ogni diritto (al lavoro, all'istruzione, all'assistenza sociale). Nasceva così nel 1922 l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Per rappresentare la popolazione venivano eletti i soviet, assemblee organizzate secondo un ordine piramidale, che facevano capo al Presidium soviet supremo, che a sua volta faceva riferimento all'Ufficio politico, composto da quattro membri: Lenin, Trockij, Stalin e Sverdlov.
L'utopica idea di una rivoluzione permanente fu abbandonata negli anni venti, e questa mossa riallacciò i contatti con il mondo occidentale.
Dopo la morte di Lenin, avvenuta nel 1924, si creò una rivalità per assumere il comando del partito tra Trockij e Stalin, quest'ultimo ebbe la meglio sul suo avversario grazie alla maggiore concretezza del suo programma, il quale prevedeva la formazione di uno stato socialista, partendo però da una profonda industrializzazione dello stesso. Eletto Stalin, Trockij fu esiliato e il partito di opposizione fu eliminato, l'opera di industrializzazione fu divisa in parti da quattro anni ciascuna, durante le quali la produzione industriale del paese incrementò fino a tre volte quella precedente. Per affrontare l'ingente spesa prevista per industrializzare il paese furono riorganizzate le campagne in grandi aziende agricole gestite dallo Stato (sovchoz) oppure da cooperative (kolchoz).
I costi dell'industrializzazione forzata, ma soprattutto della collettivizzazione delle campagne fu pagata principalmente dai contadini, specie dai kulaki, che Stalin non esitò a liquidare come classe sociale. Nell'inverno tra il 1929 e il 1930 furono deportati alcuni milioni di persone. Gli oppositori a Stalin furono eliminati attraverso processi politici, famosi come "purghe staliniane".
L'epoca si Stalin, più che un governo basato sulla società, ricordò il periodo di dominazione zarista, la dittatura di Stalin fu riassunta nel fenomeno dello stalinismo, inteso come un'insieme di burocratismo, autoritarismo e culto del capo illuminato.

 

La prima Guerra Mondiale


1.
· Immagine di prosperità dell'Europa alla vigilia della Prima Guerra mondiale -ricchezza -sicurezza - apogeo del sistema liberalista e capitalista
· Il tutto è solo un'immagine illusoria
· Una crisi profonda investì la cultura -nuovi movimenti culturali e letterali (decadentismo, esaltazione della guerra)
· I congressi dell'internazionale socialista avevano predetto una "resa dei conti tra le potenze" -Guerra come conclusione logica dell'imperialismo
· Presenza di un grosso capitale che necessita nuovi mercati -non più una pacifica coesistenza sul mercato mondiale ma una prospettiva di spartizione dei mercati mondiali per mezzo della forza
· Gli equilibri instabili dell'Europa erano resi ancora più evidentida numerosi problemi di tipo politico -le due crisi marocchine ('05-'06 / '11) -la 1° e la 2° guerra balcanica (1912 / 1914)
· Continente diviso in due blocchi contrapposti -1907 Triplice intesa (Francia, Inghilterra, Russia) 1882 Triplice Alleanza (Germania, Italia, impero Austro-Ungarico)
· Rivalità Austro-Russa nei Balcani; diffidenza tra Germania e Francia; rivalità commerciale navale Anglo-Tedesca
· Avvento di nuove tecnologie che diedero alla Prima guerra mondiale dimensioni spaventose
· Il conflitto avrebbe tolto il primato dell'Europa a vantaggio di Stati Uniti e Giappone
2.
· annessione della Bosnia e dell'Erzegovina da parte dell'Austria (già occupata militarmente nel 1879), fu un atto formale ma esasperò la moltiplicazione e lo sviluppo delle organizzazioni nazionaliste Serbe che trovavano protezione presso il governo di Belgrado e di Pietroburgo.
· Il 28 Giugno 1914 A Sarajevo si assistette all'uccisione dell'erede al trono d'Austria (federico Ferdinando) e della moglie da parte di uno studente bosniaco
· 23 Luglio, dopo il fallimento delle trattative politiche, L'Austria, affiancata dalla Germania, invia un ultimatum alla Serbia per ristabilire il prestigio asburgico senza scatenare un grande conflitto -il 28 Luglio attacca la Serbia
· immediata la dichiarazione di guerra alla Russia e alla Francia da parte della Germania
· Per attaccare la Francia da Nord la Germania invase il Belgio e il Lussemburgo (dichiaratamente neutrali)
· L'Inghilterra intervenne così in guerra per tutelare la propria sicurezza sulla manica
· Dichiarazione di guerra del Giappone alla Germania
3.
· ceti industriali direttamente interessati alla produzione degli armamenti si schierarono a fianco dei governi
· i crediti di guerra furono approvati dai socialdemocratici tedeschi, dai socialisti francesi e dai laburisti inglesi
· il pacifismo socialista fu ormai totalmente sconfitto -anche la classe operaia, sensibile alle lusinghe del benessere finì con l'appoggiare le mire espansionistiche dei governi
· formazione delle "unioni sacre", governi di coalizione a cui entrarono a fare parte anche i socialisti
· in Russia i Bolscevichi, corrente maggioritaria del partito socialdemocratico, presero forte posizione contro il conflitto (come i socialisti italiani)
4.
· 2 Agosto 1914 L'Italia dichiara la propria neutralità nei confronti della Triplice in quanto non era stata resa partecipe delle decisioni di guerra prese a Vienna e a Berlino. Giustificata inoltre dal fatto che l'azione Austriaca era di aggressione. Il paese era diviso così in NEUTRALISTI: grandi masse operaie e contadine rappresentate da socialisti e cattolici .i cattolici erano rappresentati da Benedetto XV e condannavano la guerra -i socialisti erano fedeli all'internazionalismo pacifista (ogni guerra è contraria agli interessi dei proletari) - i liberali Giolittiani erano convinti che la neutralità avrebbe preservato le istituzioni ed il paese da grandi rischi e i ceti imprenditoriali avrebbero realizzato grossi guadagni con le forniture concesse ai blocchi contrapposti -Benito Mussolini prima intraprese con "l'avanti" una campagna contro la guerra, poi nel Novembre con il "popolo d'Italia" passa allo schieramento interventista. Fu espulso dai socialisti e fondò un "fascio autonomo di azione rivoluzionaria". Gli INTERVENTISTI si divisero in: nazionalisti, che prima volevano combattere a lato degli imperi centrali per conquistare Nizza, Corsica e Tunisia, poi si schierarono a favore dell'Intesa per Trento, Trieste e Dalmazia; -irredentisti, che rivendicavano le terre italiane -i socialisti riformisti e radicali, animati da ideali di democrazia e liberazione delle nazioni oppresse -socialisti rivoluzionari. Il parlamento era neutralista, il governo Salamandra interventista per scacciare la minaccia di unna rivoluzione sociale
5.
· Agosto 1914, fulminea invasione del Belgio e successivo tentativo di piegare la Francia
· I francesi sfuggirono all'accerchiamento tedesco, alla guerra di movimento succedette la guerra di trincea
· Guerra di logoramento (ingenti le perdite) -Fronte orientale oscillazioni Tra Austro-Tedeschi e Russi. I tedeschi vittoriosi in Polonia e i Russi vittoriosi contro l'Austria (Galizia) -presa di Leopoli
· Novembre 1914 intervento Turco a fvore degli imperi centrali. Nuova situazione strategica (Middle East), apertura di nuovi fronti ?Russia Vs Turchia -Armenia; Inghilterra Vs Turchia -Mesopotamia e Egitto
· Con l'aiuto turco L'Austria nel 1915 recupera parte della Galizia
6.
· gli imperi centrali erano minacciati dal blocco mercantile inglese che avevano interrotto i rifornimenti alla Germania, i tedeschi ricorsero alla guerra sottomarina -nel Maggio '15 fu affondato la Lusitania, che trasportava passeggeri Americani
· delineandosi come guerra di trincea si cercò di tirare dalla propria parte i paesi neutrali. L'Italia era in trattative segrete con l'Austria per la cessione dei territori occidentali, ma anche con l'Intesa che offriva con il patto di Londra (1915) il trentino, Trieste, Istria, Dalmazia (tranne Fiume), diritto di occupazione di Valona in Albania, mantenimento delle isole del Dodecaneso e alcune zone di influenza in Asia minore.
· Sonnino accettò. In Italia si svolgevano dimostrazioni di piazza per l'intervento. La situazione venne risolta da Vittorio EmanueleIII respinse le dimissioni di Salamandra. I Giolittiani in parlamento non si scontrarono con il parlamento.

 

La Germania dalla repubblica di Weimar alla costituzione del terzo Reich.


Gli anni del dopoguerra furono difficili per tutti i paesi che furono coinvolti nel conflitto, anche se furono superati con più facilità dalle grandi potenze industriali (Francia, Inghilterra, U.S.A.), che affrontarono con successo i problemi relativi alla conversione delle industrie.
In Francia governò negli anni successivi alla guerra una coalizione di centro destra, fortemente ostile nei confronti del comunismo e all'URSS. Il 'inflazione legata al dopoguerra, imponendosi economicamente e facilitando le proprie industrie. Il governo francese, inoltre, strinse una piccola alleanza con Iugoslavia, Cecoslovacchia, Romania e Polonia per fare fronte alla paura di una rivincita tedesca.
In Inghilterra il partito liberale fu sostituito da quello laburista (bipartitismo), questi instaurarono il suffragio universale (1918), allargato in seguito alle donne.
Quelli del dopoguerra furono decisivi per il conflitto per l'indipendenza Irlandese, e furono turbati dallo scontro con i minatori. Questi costituivano lo schieramento più combattivo del proletariato inglese e proclamarono uno sciopero di sette mesi per la nazionalizzazione del settore estrattivo, ma dovettero rinunciare e il governo impose una limitazione al diritto di sciopero.
Nel 1920 negli Stati Uniti iniziò una fase di egemonia repubblicana, nel giro di pochi anni il governo abbandonò la Società delle Nazioni e si chiuse nell'isolazionismo, legandosi strettamente con i paesi del centro America e dell'America latina.
L'equilibrio raggiunto fu però sconvolto da una crisi che durò quattro anni e che cominciò nel 1929 con il crollo finanziario di Wall Street, mercato a cui facevano riferimento tutti i paesi industrializzati ed al quale erano tutti strettamente legati.
I risvolti sociali di questa crisi furono più pesanti nei confronti dei ceti medi e umili, i quali non riuscirono a fare fronte all'ingente inflazione e al blocco economico mondiale. Nel Gennaio 1919 si andò in Germania alle elezioni dell'Assemblea costituente, con il risultato di un governo di coalizione tra socialdemocratici e indipendenti, allargato a cattolici e liberaldemocratici, presieduto da Ebert.
Si procedette alla ratifica del Trattato di Pace di Versailles e furono indicati come causa della sconfitta i comunisti e i socialisti. La costituzione di Weimar (11 Agosto 1919) proponeva un modello di democrazia parlamentare; in tal modo si dava vita ad una forma di governo che fondeva aspetti del regime assembleare con quelli presidenziali, che fu caratterizzato da una forte precarietà dei ministri e dal rafforzamento sempre maggiore dell'immagine del presidente.
La repubblica di Weimar mostrò comunque segni di instabilità sin dai primi anni, quando nel '20 ci fu un colpo di stato che fu sventato dalle associazioni operaie anziché dal governo. Si andavano diffondendo inoltre ideologie nazionaliste, illustrate non ufficialmente da estremisti come Adolf Hitler. Il risultato fu lo spostamento a destra dell'opinione pubblica (elezioni 1920).
Dopo le elezioni del '20 la politica di Weimar fu gestita da cattolici e moderati. Successivamente la Germania vide un periodo di profonda crisi in quanto le potenze alleate stabilirono che lo stato tedesco avrebbe dovuto pagare in conto riparazioni i danni della guerra e l'inflazione, già iniziata nell'immediato dopoguerra, raggiunse dimensioni drammatiche nel 1922-23.
La crisi economica impose alla Germania la sospensione immediata dei pagamenti ma la commissione alleata occupò il bacino industriale della Rhur. Weimar ordinò la resistenza passiva.
Alla fine del 1923 un colpo di stato tentato da Adolf Hitler, leader del partito nazionalsocialista, appesantì la già grave situazione. Hitler fu arrestato e condannato a cinque anni di reclusione, ma fu graziato dopo un anno.
La Francia prese la posizione più rigida nei confronti della Germania, per quanto riguardava le riparazioni di guerra. Una collaborazione si trovò negli Accordi di Locarno, nei quali la Germania riconosceva come intangibili i confini occidentali come furono stabiliti da Versailles; nel 1926 la Germania fu ammessa nella Società delle Nazioni; ma a contrastare questa posizione liberale dello stato tedesco c'era un fronte nazionalista caratterizzato da un "malessere" negli ambienti militari e nei vari strati di una società provati da una crisi economica e una sconfitta storica, emergeva quindi una profonda richiesta di ordine.
L'avvento della crisi del 1929 creò conflitti e contrasti nella società tedesca, infatti i tedeschi erano stanchi di un governo che in pochi anni li aveva portati alla rovina. La conseguenza di questo malessere generale fu l'ascesa di popolarità del NSDAP, il partito nazionalsocialista di Hitler, e in generale della Destra, che vide eletto nel 1925 come presidente della repubblica un rappresentante della destra tradizionale.
Il partito di Hitler prometteva in questo contesto di confusione sociale e avversione nei confronti della repubblica, un utopico progetto di stato ideale, proclamando la necessità del ritorno al germanesimo e la formazione di un paese basato sulla "pura razza ariana", puntando infine sulla presenza di un capo carismatico (Führertum). Lo stato nazionalsocialista avrebbe dovuto rivendicare i torti subiti dal trattato di Versailles, tutelare la società nel difficile periodo di congiuntura del momento, favorire i ceti popolari senza penalizzare i rapporti di proprietà né il sistema di produzione.
Il progetto di Hitler era talmente eclettico che attirò l'attenzione sia di conservatori che di rivoluzionari. I risultati si videro nel 1930, quando le elezioni riconobbero al NSDAP un adesione di 6 milioni e mezzo di votanti. Questo fu il primo di una serie di trionfi elettorali che nel 1932 inquadrarono il partito nazionalsocialista come il primo sulla scena politica tedesca.
Il partito Nazionalsocialista raccolse adesioni grazie anche ad una campagna violenta contro le opposizioni, nel marzo 1933 furono indette le elezioni e la NSDAP prese il 44% dei consensi, alto ma non sufficiente per avere un governo totale. Il problema fu risolto con l'abolizione di ogni potere legislativo all assemblea, deciso da una votazione apparentemente democratica. Tuttavia nel 1934 il partito di Hitler non costituiva un unico blocco nel panorama politico tedesco, esisteva infatti una sinistra piccolo borghese comandata da Röhm, che aveva anche una forza d'assalto contrapposta a quella dell'esercito; questa opposizione fu eliminata violentemente con una serie di trucidazioni per mano delle SS.
Nell'agosto 1934 Hitler assunse i poteri del Presidente della repubblica e del capo del governo e fu designato ufficialmente con i titoli di Führer e Cancelliere del Reich.
L'organizzazione dello stato totalitario di Hitler si basò su "l'adeguamento", cioè il rimpiazzo delle strutture democratiche con gli organismi del terzo Reich. Per trasformare la società civile tedesca libera e pluraristica in una "comunità di popolo" cementata dai riti di terra e razza, nonché dall'obbedienza al capo illuminato.
Per raggiungere il suo scopo Hitler affermò la necessità di eliminare tutti gli oppositori e i dissenzienti, ma anche tutti i "diversi".
L'organizzazione dello stato totalitario si basò sul partito unico NSDAP, il solo tramite riconosciuto tra il "popolo" e il "capo".
Per inseguire il folle disegno Hitleriano di uno stato ariano, furono esclusi tutti i cittadini di origine straniera, coloro che non erano di pura razza ariana ma soprattutto gli Ebrei, che furono particolare oggetto di odio razziale e contro i quali furono rivolte, sin dal 1935, le Leggi di Norimberga che tolsero loro la parità di diritti civili e costituirono la premessa delle persecuzioni sistematiche.
La persecuzione contro i "diversi" si estese anche agli ambiti artistici e letterari, con la conseguente distruzione di opere che furono definiti "indegni dello spirito tedesco". Quando l'odio razziale si trasformò in persecuzione i lager furono costruiti, si trattava di campi di concentramento gestiti dalle SS o dalle SA, nei quali il rigore spesso provocava la morte dei reclusi.
L'unico mezzo per scampare alle persecuzioni era la fuga (Einstein, Mann, Brecht).
Il fine ultimo dello stato nazista era il raggiungimento dell'autarchia, cioè uno stato di autosufficienza tale da rendere la Germania indipendente dall'economia mondiale e capace di prepararsi alla guerra.

 

Il mondo tra le due guerre La grande Crisi I primi anni '30


Dopo la prima guerra mondiale, la lenta ripresa delle attività produttive fu di breve durata (1925-26). Negli Stati Uniti, divenuti il centro propulsore dell'economia mondiale, cominciarono a farsi sentire sintomi di squilibrio, dovuti alla lenta ripresa economica dell'Europa. Nella crisi del 1929 i prezzi diminuirono drasticamente per l'accumularsi di numerose scorte produttive. Il valore delle azioni scese in modo incontrollato e il ritiro dei titoli da parte degli azionisti e dei risparmiatori, causò il crollo della borsa. Non furono restituiti i prestiti e migliaia di risparmiatori furono ridotti in rovina. L'amministrazione repubblicana si accorse del pericolo troppo tardi e attuò una politica protezionistica. Altre nazioni in Europa furono costrette alla stessa politica, ciò comportò una riduzione degli scambi, una paralizzazione della produzione e dell'economia. Numerose nazioni furono costrette a svalutare la moneta e il mercato internazionale si frantumò in diverse aree chiuse ed ostili. La Disoccupazione si impennò. Solo l'URSS non fu toccata dalla crisi, se non in modo marginale, poiché chiusa sempre nella sua economia. Nel '33-'34 si ebbero segni di una ripresa, e nel 37 una stabilizzazione economica in attivo. Tutti i ceti furono colpiti dalla crisi, molte imprese andarono fallite, tutto ciò andava fronteggiato.
L'Inghilterra stabilì rapporti commerciali chiusi con i paesi del Commonwealth, gli USA con il New Deal di Rooswelt ruppe la tradizione politica liberista proponendo un'economia guidata. In Germania con Hitler e in Italia con Mussolini si instaurò una autarchia che proponeva di fronteggiare la crisi con la corsa agli armamenti e l'espansionismo.
La crisi innescò processi contrastanti e diversificati, i ceti medi accolsero con favore le basi dei partiti nazionalisti. Con il New Deal (USA) l'economia si assestava, mentre in Europa si delineavano gli schieramenti dell'imminente conflitto, nel 1933 la Germania si ritirò dalla Società delle Nazioni, e nell'Aprile 1935 reintrodusse la leva obbligatoria, infrangendo il trattato di Versailles. Nello stesso anno Mussolini attaccò l'Etiopia e Hitler remilitarizzò la Renania. Anche in Spagna si delineò una dittatura fascista.
Venne stipulata l'alleanza tra Germania e Italia, e con il patto di Antikomintern con il Giappone. Nel 1936 si costituirono in Francia e in Spagna i fronti popolari contro chi poneva in discussione gli equilibri di Versailles. Nel 1935 al settimo congresso della terza internazionale il fascismo fu dichiarato nemico capitale da combattere.
Nelle elezioni del 1932 fu eletto il democratico Rooswelt (US) deciso a fronteggiare la crisi. Voleva togliere l'economia dalle mani dell'iniziativa privata. I primi interventi segnarono la fine del liberismo e l'avvento di un nuovo corso economico (New Deal). Fu accompagnato da un gruppo di economisti e politici (Brain trust) con i quali creò un programma di interventi legislativi: svalutò il dollaro per ridurre il volume dei debiti e aumentare le esportazioni. Mise sotto controllo la Borsa, le azioni e le banche. Creò un completo sistema di assicurazioni e di sindacati, diminuì le ore di lavoro corrisposte ad un aumento del salario. Varò un piano di lavori pubblici. Vi furono inoltre interventi più organici, come la AAA, Atto dell'Aggiustamento dell'Agricoltura, il NIRA o atto Nazionale del Recupero Industriale e il TVA la bonifica della valle del Tennesee. Nel 1934 i prezzi cominciarono a risalire, la disoccupazione diminuì. Fu istituito nel 35 un sistema di assicurazioni contro la disoccupazione, l'invalidità e la vecchiaia; per la prima volta i diritti non erano solo politici ma anche sociali per i cittadini. Nel 37-38 poteva considerarsi conclusa l'opera del New Deal. L'economista liberale Keynes aveva previsto il crollo monetario internazionale e affermava che l'età dell'iniziativa economica e il mito liberista fosse crollato. Un vasto processo di trasformazione colpì sia l'America che l'Europa; la disoccupazione e i debiti avevano costretto famiglie contadine ad abbandonare le loro terre e a cercare nuovi insediamenti.
Tra il 30 e il 60 si assisté al declino della popolazione rurale, le aziende e le piccole imprese passavano ora in secondo piano, e crescevano le grandi aziende. Furono modernizzate le aree rurali con la costruzione di strade e altre opere pubbliche.
L'industria tendeva a stabilizzarsi in grandi stabilimenti, e l'istruzione di massa portava verso nuovi ideali di vita e nuovi lavori (uffici…) che favorirono i ceti medi.
In Inghilterra la crisi economica aggravò la situazione già precaria del dopoguerra, l'arrivo dell'energia elettrica provocò una vasta disoccupazione. L'avvento dei laburisti portò a capo del governo nel 31 Mac Donald, che dopo aver tentato drastici tagli alla spesa pubblica, rinunciò al cambio in oro, e prese atto del calo del valore della sterlina. Cercò di uscire dalla crisi accordando tariffe preferenziali ai partners del commonwealth, vi fu una liberalizzazione dei rapporti politici tra madre patria e dominions, e con lo statuto di Westminster si sanzionò il diritto di autogoverno delle colonie. Nel 32 con gli accordi di Ottawa furono ridotte le tariffe doganali e furono creati dazi in difesa dei prodotti inglesi. Tutto ciò trasformò il commonwealth in una sorta di federazione di stati liberi.
In Francia la crisi arrivò tra il 31 e il 32 e fu meno drammatica, vista la solidità del franco sul mercato, le elezioni del 32 rivelarono la forte avanzata delle sinistre, che univa i socialisti ai radicali, i quali difendevano gli interessi dei ceti medi. I due sindacati (CGL e CLC) erano forti nel campo del lavoro. Le destre riscuotevano molti consensi poiché la gente esigeva un governo forte, capace di sbarrare la strada del comunismo e sentivano il forte influsso del fascismo e delle sue strutture. Nel Febbraio del 1934 cortei di manifestanti puntarono sul palazzo del governo per porre fine al regime parlamentari. Questa fu una prova della forza della destra, che reclamava una riforma autoritaria dello stato. Nel 1934 fu creato il patto d'unità d'azione tra comunisti e socialisti così da formare un fronte unico di difesa contro il fascismo. Le elezioni del 36 segnarono una grande vittoria del blocco comunista socialista radicale che aveva trovato la sua sintesi nei valori della Rivoluzione Francese. In Russia Stalin utilizzò drastiche misure per porre la Russia al secondo posto nell'economia mondiale. Soffocò la resistenza di vasti ceti sociali e delle opposizioni politiche. Il sistema delle elezioni politiche fu sostituito con il sistema delle nomine dall'alto fino a fare del PCUS l'organo più potente che coincideva con lo stato stesso. Nel 1932 il primo piano quinquennale si concluse con un bilancio severo nonostante le spietate misure attuate contro i kulaki e la collettivizzazione altissima . nel secondo piano quinquennale (33-37) si cominciarono a registrare i primi risultati incoraggianti infatti la produzione di molte materie aumentò. Si costituirono numerosi grandi stabilimenti industriali indice di una grande industrializzazione . la Russia era superata solo dagli USA. Un problema che ostacolò il governo fu quello delle etnie che avevano paura dell'egemonia russa i quali temevano a loro volta che le diversità potessero ostacolare lo sviluppo dell'unione. La politica di Stalin oscillò tra la spietata persecuzione delle nazionalità di scarso rilievo e un trattamento di favore per le etnie maggiori.

 

L'Europa verso la seconda guerra mondiale


Agli albori del fascismo, in Italia si assistette ad un'opera di sostanziale sostegno dell'ordine sociale esistente, che liquidò le libertà politiche ed ampliò la sfera di intervento e di controllo dello stato. Tuttavia, era necessario l'interessamento anche alle classi popolari, per raggiungere lo scopo si tese ad integrare tutta la società nello Stato attraverso un sistema politico ben preciso, organizzato basandosi sulla Carta del lavoro del 1927, secondo la quale tutte le organizzazioni operaie e padronali furono inquadrate nelle corporazioni, ciò permise al fascismo di controllare le moltitudini operaie e contadine. Anche il tempo libero era controllato dal fascismo, per mezzo dell'Opera Nazionale Dopolavoro.
Lo strumento del fascismo per intervenire all'interno della società fu il Partito Nazionale Fascista (1932), alla base del quale erano le sezioni locali, i fasci di combattimento, che facevano capo al Gran Consiglio del Fascismo, a sua volta presieduto dal Duce.
L'ordine della nazione era affidato principalmente alla Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, la quale operava parallelamente all'esercito ordinario.
Nel momento in cui la grande crisi del '29 raggiunse l'Italia, l'industrializzazione che era ancora fragile subì un crollo decisivo. Mussolini cercò di reagire alla crisi intraprendendo un'opera che coinvolgeva soprattutto le campagne italiane, indirettamente le opere di bonifica e di investimento agricoli includevano al proprio interno una più complessa politica espansionistica basata sull'aumento demografico, infatti il partito fascista puntava sulle numerose famiglie rurali, agevolandole anche con sgravi fiscali.
La politica estera fascista ebbe molte contraddizioni: all'aggressività di Mussolini si contrapponeva sempre un'immediata pace nel momento in cui si avvicinava troppo il "punto di rottura". Ma a partire dal 1927 il fascismo divenne sempre più decisamente revisionista. Nel 1932 Mussolini assunse direttamente il controllo del ministero degli esteri e adottò un atteggiamento scopertamente aggressivo: egli contestò l'assetto europeo creato a Verailles, nonché la politica pacifista che aveva il suo simbolo nella Società delle Nazioni. la politica fascista avvicinò lo stato italiano a tutti quei paesi che uscirono perdenti dal primo conflitto, aspirando la leadership degli stessi, considerandoli inclini ad un regime totalitario come il fascismo.
Il progetto di Mussolini fu interrotto però tra il '33 e il '34, quando Hitler rese note le sue intenzioni di annettere l'Austria alla Germania, minacciando i confini Italiani definiti a Versailles. Come reazione furono immediatamente posizionate quattro divisioni italiane sul confine del Brennero, questa azione di Hitler congelò i rapporti tra Germania ed Italia, e avvicinò Mussolini alle potenze europee, sino a porsi alleato con gli stati occidentali contro la minaccia nazista.
L'espansionismo fascista prese forma in Africa nel 1935, con l'occupazione dell'Etiopia, voluta più per motivi di orgoglio del Duce che motivi di ordine interno connessi alla crisi o agli scarsi successi della politica fascista; Mussolini, convinto di essere appoggiato da Francia ed Inghilterra, e consapevole dell'impossibilità della Germania di intervenire su quel fronte, annunciò nel maggio 1936 la rinascita dell'impero Romano.
L'operazione bellica in Africa, assieme alla rottura con la società delle Nazioni e la guerra di Spagna, segnarono la svolta che portò alla seconda guerra mondiale. Mussolini infatti, di fronte ad una generale indifferenza nei confronti delle sue azioni militari, puntò ad attaccare tutte le democrazie, prendendo la Russia di Stalin come primo obiettivo. Con il mondo diviso in due blocchi, il consolidamento dell'alleanza con la Germania era inevitabile, questo non portò solo ad un cambiamento politico, ma anche ideologico, con il sopravvento di pensieri molto più estremisti.
Il fascismo vide degli oppositori al suo regime, nonostante questi furono banditi quando Mussolini salì al potere, per questo motivo la maggior parte dei movimenti antifascisti avevano sede all'estero, ma riuscivano ad influire segretamente nella società italiana. Primi fra tutti furono gli antifascisti "ufficiali" che erano gli oppositori al regime riusciti a scappare a Parigi, ove organizzarono un movimento di propaganda antifascista internazionale. Tra gli antifascisti all'estero si formarono diverse tendenze. Nel 1927 nacque la "concentrazione antifascista", un gruppo di partiti apertamente repubblicani che si prefissero di operare sul piano della propaganda e dell'opinione. In opposizione alla Concentrazione, si pose al "Giustizia e Libertà", un movimento nuovo, non legato ai vecchi partiti, che proponeva la lotta armata contro il regime.
All'interno del paese, erano rimasti piccoli gruppi clandestini che sporadicamente riuscivano a divulgare qualche pubblicazione. Una reale consistenza organizzativa ebbe il Partito Comunista clandestino, che riuscì a far circolare tra i suoi militanti, operai ed intellettuali, un flusso di opuscoli e bollettini stampati segretamente.. a capo del partito c'era Togliatti e aveva la sua segreteria generale a Parigi. Tra il 1926 e il '34 il partito Comunista, accettò la linea intrapresa da Stalin, rompendo con i partiti della democrazia tradizionale.
L'opposizione al fascismo non aveva una linea comune, e nell'imminenza della seconda guerra Mondiale non si seppe organizzare al suo interno.
Hitler, dopo la conquista del potere, considerò prioritari i problemi del riarmo. Già dal 1933 non nascose le sue intenzioni, abbandonando la Società delle Nazioni; nel '35 rese note la sua decisione di riabilitare la leva obbligatoria, immaginando un ingrandimento dell'esercito in un prossimo futuro. Contemporaneamente i nazisti andavano a diffondere nei paesi europei dove vivevano Tedeschi l'idea della riunificazione della madre patria Germania.
Infine, come atto di sfida, nel 1936 Hitler ordinò alle forze armate di riprendere possesso delle basi in Renania; nell'Ottobre dello stesso anno, il Governo Tedesco e quello Italiano definivano le clausole per quell'alleanza che venne definita asse Roma Berlino, che nel Novembre fu allargata al Giappone, costituendo il patto Antikomitern.
Nell'Agosto 1936, Hitler tracciò le linee generali del piano quadriennale, che avrebbe dovuto salvare la Germania dall'incubo bolscevico e che l'avrebbe portata consapevolmente alla guerra; era necessario per il Fürer raggiungere l'autosufficienza tedesca, sia da un punto di vista alimentare che industriale; non si poteva più inoltre dare alcuna tregua ai superstiti oppositori al nazionalsocialismo, né agli esponenti della "razza negativa e bastarda", tantomeno ai "mortali nemici ebrei". Hitler fu colto da una paurosa frenesia nell'applicare questo suo piano, poiché non voleva perdere tempo nel portare la Germania ad una guerra Europea entro quattro anni.
Il riavvicinamento da parte dell'Italia alla Germania ebbe come principale motivo la rottura con la Società delle Nazioni, che impose sanzioni economiche al paese fascista come risposta all'occupazione etiope. Quindi nell'Ottobre 1936 Hitler e Mussolini formarono l'asse Roma Berlino. I segni negativi dell'alleanza si videro quasi subito, quando Hitler fece accettare all'Italia l'annessione dell'Austria da parte della Germania, con la conseguente presenza delle forze del Reich al confine del Brennero. Inoltre Mussolini adottò la politica antisemita di Hitler, senza arrivare alle estreme conseguenze naziste, ma privando, alle popolazioni considerate inferiori, ogni diritto civile.
Contemporaneamente all'avvicinarsi della Seconda Guerra Mondiale, si formò una nuova forma di antifascismo. Questa cominciò a diffondersi tra i giovani che riuscirono a venire a conoscenza della differenza tra il proprio stato e i paesi democratici. Questa corrente ideologica si diffuse in tutta Europa, e si delineò come un sentimento che sarebbe esploso nel corso della seconda guerra Mondiale, sotto forma di un fenomeno di massa.
Germania ed Italia ebbero un ruolo rilevante nella guerra civile spagnola. Nel 1936 nella penisola iberica la Destra, sconfitta dalle elezioni, passò alla lotta armata, capitanata da Francisco Franco, forte dell'appoggio dell'esercito regolare, il quale, per ordine del governo fu smantellato e le armi furono distribuite alla popolazione.
Dai due fronti provenivano voci diverse riguardo il conflitto, la sinistra lo considerava un attacco reazionario, fascista, clericale contro una democrazia progressista; dall'altra parte si profilava la necessaria difesa contro il bolscevismo. È in questo contesto che l'Italia prima, la Germania poi, dichiararono apertamente il loro appoggio all'esercito di Franco, inviando mezzi e militari in suo supporto; gli unici interventi materiali dalla parte antifascista furono quello dell'Unione Sovietica, tuttavia ritenuto insufficiente, e l'apporto delle brigate internazionali, costituite da volontari antifascisti provenienti da ogni paese d'Europa, le quali riuscirono in qualche modo a rallentare la conquista del potere di Franco, il quale lanciò l'offensiva più pesante nel 1938, occupando Barcellona e Madrid. Il nuovo regime di stampo fascista in Spagna si basava sul clero, sulla borghesia e sull'esercito, e fece illudere le altre due grandi potenze dittatoriali, che in un folle progetto sfidarono il mondo.
L'alleanza tra Italia e Germania divenne quindi ancora più stretta e fu proprio grazie a questa che Hitler poté cominciare la sua opera di espansionismo, partendo, come già detto, dall'annessione al Reich dell'Austria, non trovando neanche una vera opposizione da parte di Francia e Inghilterra, in quanto in questa maniera si trovavano isolate dal pericolo bolscevico.
La seconda mossa del Fürer fu la conquista della Cecoslovacchia; inizialmente pretese l'applicazione del principio di autodeterminazione dei popoli nei confronti delle minoranze tedesche dei Suedi, pretesa accompagnata da una minaccia di guerra. Lo stato di Praga pose resistenza a questa richiesta tedesca, ma grazie a Mussolini si fu in grado di trovare un accordo diplomatico, che sfociò comunque in un occupazione della Cecoslovacchia da parte dell'esercito nazista, il quale conquistò anche un grande complesso industriale.
Nel frattempo le misure contro gli ebrei divenivano sempre più pesanti, sino ad arrivare al 1938, anno in cui le violenze assunsero un carattere collettivo e sistematicamente organizzato. Migliaia di ebrei furono relegati nei Lager e nei ghetti.
Il processo di espansione dell'asse continuò anche da parte dell'Italia, che prese possesso dei territori Albanesi, che erano già sotto il controllo fascista. Questo unì ancora di più la Germania e il nostro paese, i quali stipularono il Patto d'acciaio, un'intesa che implicava l'intervento militare di una delle due parti contraenti nel caso una si fosse trovata coinvolta in un'operazione bellica nei confronti di una o più potenze.
Nell'autunno del 1938 il governo tedesco cominciò ad avanzare perentorie richieste alla Polonia, con il fine di provocare l'attacco. In questo frangente l'Inghilterra e la Francia riuscirono ad intervenire assicurando la loro protezione a Varsavia, ma in maniera pratica non si riuscì ad attuare nulla.
Durante l'estate del 1939 la Germania e l'URSS stipularono un patto di non aggressione, stupendo tutta l'Europa. In realtà si trattava di un accordo per la divisione della Polonia e che permetteva alla Russia di occupare gli stati balcanici. L'accordo non fu però rispettato da Hitler, che una settimana dopo la firma del patto attaccò la Polonia, che era senza difese. Due giorni dopo l'aggressione la Francia e l'Inghilterra intervennero militarmente contro Hitler. Era l'inizio della Seconda Guerra Mondiale.

 

LA SECONDA GUERRA MONDIALE ('39-'45)


Durante la seconda guerra mondiale il mondo era diviso in due parti, una formata dalla Germania, dall'Italia e dal Giappone (patto Antikomitern), e l'altra formata dai paesi del Commonwealth (Francia e Inghilterra) e in più dagli Stati Uniti, dall'URSS e dalla Cina.
Questa guerra fu differente da quelle che la precedettero, in primo luogo per il coinvolgimento della popolazione civile, che fu protagonista sia in battaglia che sotto forma di resistenza ai regimi del Nazismo e del Fascismo, non meno importante fu l'innovazione bellica degli arsenali combattenti, che sfruttando il fiorente progresso scientifico, produssero armi sempre più micidiali (bomba atomica, aviazione).
Si possono distinguere due principali periodi nella Seconda guerra mondiale: il primo, dal '39 al '42 vide una forte prevalenza del regime Tedesco, al quale non si seppero contrastare le potenze Europee; il secondo periodo, dal '42 al '45, ebbe inizio con la controffensiva inglese in Egitto, si organizzò l'opposizione alla Germania, per la quale cominciò la disfatta.
Nel Settembre 1939 la Germania, forte dell'alleanza con la Russia, aggredì la Polonia, provocando l'immediato intervento di Inghilterra e Francia. L'attacco nazista fu fulmineo e in meno di un mese occupò la città di Varsavia. L'Italia rimase momentaneamente fuori dalla guerra, dichiarando il suo stato di non belligeranza. Contemporaneamente i Russi attaccavano da Est la Polonia, spartendosi i territori con i tedeschi.
Dopo la campagna polacca si instaurò al confine occidentale tedesco una strana condizione di guerra tra nazisti e francesi, infatti durante l'inverno '39-'40 si assistette ad una lunga guerra che vide però le parti ostili rimanere ferme sulle proprie posizioni.
Con il fronte occidentale tedesco congelato da una guerra di posizione, durante il primo inverno di guerra gli scontri si concentrarono principalmente nell'estremo Nord europeo. La Russia, dopo la campagna in Polonia, impose alla Lituania, all'Estonia e alla Lettonia trattati di reciproca assistenza militare. Solo la Finlandia si rifiutò di sottoscrivere tali trattati, e fu per questo che fu invasa militarmente dallo stato sovietico.
Anche Hitler era interessato alla penisola scandinava, sia per assumere una posizione strategica nei confronti dell'Inghilterra, che per assicurarsi la produzione del ferro presente in quelle regioni; occupò così la Danimarca e la Norvegia, la prima non oppose resistenza all'esercito nazista, la seconda, forte dell'appoggio dei paesi del Commonwealth, cercò invano di resistere all'invasione.
Nella primavera del 1940 le armate germaniche controllavano le regioni settentrionali del continente, era giunto quindi il momento di sferrare l'attacco alla Francia. Hitler per aggirare le difese francesi, occupò il dichiarato neutrale Benelux, in seguito attuò la già collaudata guerra lampo in direzione della manica, chiudendo così la Francia e lasciando un solo porto libero per il ritiro dei soldati Inglesi, questo, che fu considerato il primo errore di Hitler, perché il dittatore nazista considerava indispensabile l'Inghilterra per un futuro equilibrio europeo.
L'occupazione della Francia fu conseguita quattro giorni dopo l'ingresso dell'Italia in guerra, che attaccò la Francia dal fronte Alpino. All'occupazione nazista di Parigi ci fu la risposta della destra francese, che prese accordi con Hitler per la divisione della Francia in due distinte parti, una sotto il totale controllo nazista e l'altra governata quasi autonomamente e che avrebbe mantenuto l'intera flotta francese. La divisione della Francia in due divisioni fu considerata vantaggiosa da Hitler in quanto era utile avere uno stato "vassallo" ed era importante soprattutto che la flotta francese non finisse in mano inglese. La sconfitta francese derivò dall'eccessiva fiducia nella linea di confine e da un logoramento interno creato dai fascisti senza il contrasto dei comunisti, che facevano riferimento a Mosca. L'intervento italiano sul fronte francese fu la prima di molte disfatte militari subite dal regime di Mussolini, l'Italia subì gravi perdite al confine alpino per occupare pochi chilometri di territorio, e inoltre il suo intervento militare era arrivato mentre i nazisti stavano già preparando l'armistizio con i francesi, questa clamorosa sconfitta era la causa della disorganizzazione, dell'inadeguatezza dell'esercito italiano.
Piegata la Francia (22 Giugno 1940), Hitler sperò, per qualche tempo, di indurre gli inglesi a scendere a patti; avrebbe voluto giungere ad un compromesso per sferrare l'attacco all'URSS. Si trovò però di fronte al primo ministro Winston Churchill, consapevole che se avesse firmato un patto con la Germania, l'intera Europa continentale sarebbe stata facilmente conquistata, per questo rifiutò ogni tipo di trattazione e si preparò alla guerra.
In Agosto ebbero inizio i bombardamenti tedeschi che piegarono, in un primo momento, l'Inghilterra, che vide alcune delle sue città rase completamente al suolo, contemporaneamente i tedeschi condussero una pesante guerra sottomarina per evitare qualsiasi rifornimento all'isola inglese. La controffensiva britannica non si fece attendere e nel corso dell'estate 1940 gli aerei inglesi, più numerosi ma soprattutto aiutati dai radar, riuscirono a tener testa agli attacchi.
Nel Novembre '40 negli USA fu rieletto Roosvelt, che appoggiò la proposta di porre l'America come difensore delle democrazie, e nel 1941 cominciò ad aiutare l'Inghilterra con sussidi continui. L'Inghilterra, rifornita di combustibile e materiali, sconfisse, tra il '40 e il '41, la Germania anche nella battaglia in mare.
Nel progetto di Mussolini, l'Italia avrebbe condotto contro gli inglesi una "guerra parallela" a quella tedesca, impegnando i propri armamenti in tre teatri d'operazione: alla guerra nel Mediterraneo si doveva affiancare quella su fronti terrestri, in Africa settentrionale e Africa orientale. I risultati apparvero presto deludenti. Nelle acque del Mediterraneo, in particolare quelle di Creta, le flotte italiane dovettero affrontare incerte prove che non produssero nulla; in Africa orientale alle prime conquiste italiane in Sudan e in Kenya, seguì la controffensiva inglese che impose la restituzione dei territori; in Africa Settentrionale, dalla Libia le truppe italiane spingevano per entrare in Egitto, ma le difese inglesi, supportate da gruppi di coloni, erano talmente forti che penetrarono in Libia, fu quindi necessario l'intervento dell'esercito nazista in aiuto a quello italiano.
Mussolini, nell'Ottobre 1940, decise di aggredire la Grecia, convinto di un facile successo, l'attacco, partito dalle basi italiane in Albania, fu duramente contrastato, e si intravide addirittura il rischio di un invasione greca in Albania. Questi episodi infersero gravi colpi al prestigio del regime.
Hitler, con il pretesto di aiutare l'alleato e appoggiato dalla Romania, la quale era diventata, dopo un colpo di stato, un paese assoggettato alla Germania, occupò la Grecia e la Iugoslavia nel '41, operazione militare che si poneva come premessa all'attacco nazista alla Russia. Gli inglesi, per contenere l'espansione dell'Asse, si attestarono su una linea che correva dalla Turchia all'Iraq, alla Siria, al Libano, all'Egitto, aiutati dai francesi "liberi".
L'aggressione alla Russia, premessa dall'occupazione dei Balcani da parte dei nazisti, ebbe inizio nel giugno 1941, le prime azioni militari fecero avanzare in Hitler proiezioni molto positivistiche, in quanto le truppe germaniche, molto numerose e potenti, supportate inoltre dagli eserciti alleati, nei primi giorni di guerra sbaragliarono i militari russi, avanzando velocemente; Stalin non vide altra soluzione che concentrare le proprie truppe nei punti vitali dello stato sovietico, tecnica già collaudata con l'esercito di Napoleone, la guerra continuò fino all'avvento dell'inverno, che fu il peggior nemico delle truppe naziste. Con il nemico indebolito, Stalin promosse l'idea di una guerra patriottica, che venne accolta con fervore dalle popolazioni russe; il 5 Dicembre i Sovietici contrattaccarono le postazioni tedesche dinanzi a Mosca.
Dall'altra parte del mondo, negli stessi giorni, i Giapponesi affondavano il grosso della flotta statunitense a Pearl Harbor. Il conflitto aveva assunto una dimensione mondiale. La situazione geopolitica nel momento di "svolta" della seconda guerra mondiale vedeva la Germania occupare un vastissimo territorio, che andava dalla Francia settentrionale alla Russia occidentale, comprendendo l'Italia come alleata e i paesi Scandinavi occupati. Il "nuovo ordine" nei paesi occupati si rifaceva alle tesi del Mein Kampf, ovvero all'assoluto predominio della razza ariana e all'assoggettamento di tutti gli altri popoli, considerati subuomini. L'Est slavo era destinato a divenire una sorta di colonia agricola di sfruttamento, e tutti gli esponenti dell'alta cultura dovevano essere uccisi, questo per non lasciare alle masse "ottuse" lavoratrici alcun pretesto per un'ipotetica ribellione.
La resistenza era di fatto un dato reale nei paesi occupati, questa era organizzata in gruppi armati di popolazione civile, e abbracciavano diverse varietà di forme politiche. Questa fu accompagnata da una risposta nazista che prevedeva pesanti ritorsioni sulla popolazione per ogni atto contro il regime (per ogni soldato tedesco ucciso era da considerare un'adeguata ritorsione la condanna a morte di 50-100 comunisti).
Le conseguenze più pesanti e drammatiche del regime nazista furono quelle derivate dallo sterminio di milioni di Ebrei. Considerati "razza inferiore" e causa di tutti i mali del mondo, gli Ebrei andavano eliminati ovunque si trovassero, o tramite la sterilizzazione oppure per mezzo dei campi di concentramento, Lager organizzati con mezzi di distruzione di massa estremamente efficaci.
L'intervento americano nella guerra fu premesso dall'aiuto dato all'Inghilterra nel '40, ma dal momento in cui le navi da guerra statunitensi cominciarono a scortare convogli diretti verso il Mare del Nord, l'America usciva definitivamente la politica isolazionistica e si cominiò ad interessare materialmente agli eventi nel vecchio continente, allineandosi sostanzialmente sul fronte di guerra.
Il 14 Agosto 1941 Roosvelt e Churchill firmarono una dichiarazione comune che passò alla storia con il nome di CARTA ATLANTICA, un manifesto che poneva le basi per un futuro ordinamento internazionale, questa poneva otto punti principali che si possono così riassumere: diritto per ogni popolo di scegliersi la propria forma di governo; attuazione della piena collaborazione fra le nazioni in campo economico; impegno a realizzare una pace tale da consentire a tutti gli uomini di tutte le terre di "vivere liberi dalla paura e dal bisogno"; abbandono dell'impiego della forza in un mondo liberato dal peso degli armamenti. Da questa carta scaturì nel Gennaio 1942 la Dichiarazione delle Nazioni Unite, alla quale presero parte i 26 Stati contro le potenze del Tripartito e che costituirono al termine della guerra il nucleo originario dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).
Come già accennato il 7 Dicembre 1941 i Giapponesi attaccarono a Pearl Harbor la flotta americana. L'offensiva derivò dalla decisione americana di tagliare i rifornimenti allo stato nipponico in conseguenza alla sua politica espansionistica nei confronti di Cina e Sud-Est Asiatico. La distruzione di gran parte della flotta americana del Pacifico fu anche una decisione strategica, infatti le truppe giapponesi, per mezzo di una "guerra lampo" come quelle europee, occupò tutte le colonie del mondo occidentale in Asia, con il motto "Asia agli Asiatici", dominando tutta la regione indocinese, raggiungendo i confini indiani, conquistando l'Indonesia, la nuova Guinea e le Isole Salomone, avvicinandosi pericolosamente all'Australia. Nella primavera 1942 i tedeschi, avanzati nella precedente campagna 1000 Km all'interno della Russia, ripresero l'offensiva. Superato il Don e impadronitisi di Rostov, proseguirono a Sud, in direzione del Caucaso, ad Est in direzione di Stalingrado, verso uno dei più importanti centri industriali sovietici. La via del Caucaso fu ostacolata dalla natura montuosa della regione, ma ad Est l'avanzata tedesca proseguì fino al Volga, nei pressi di Stalingrado; la fanatica determinazione del Fürer fece avanzare trecentomila uomini alla volta della città Russa, ma la resistenza posta dagli operai, ma soprattutto una poderosa controffensiva dell'Armata Rossa nel Novembre 1942, rivoltò la situazione chiudendo l'esercito nazista in una morsa mortale. L'esercito tedesco, supportato da quello italiano, ripiegò il 2 Febbraio 1943 e l'esercito di Stalin non si arrestò se non a Berlino.
Alla resa tedesca a Stalingrado corrispose in Occidente la controffensiva anglo-americana nell'Africa settentrionale, che condusse all'arretramento delle posizioni dell'Asse anche in quel teatro di guerra.
Anche sul fronte del Pacifico la guerra, nell'Estate 1942, stava mutando il suo corso. Dopo che i giapponesi erano giunti fino a minacciare i confini dell'India ad occidente, dell'Austrialia a mezzogiorno, l'esercito nipponico fu costretto a subire l'iniziativa Americana, che inflissero loro due grosse sconfitte navali. I giapponesi opposero una tenace resistenza, che si protrasse fino al Febbraio 1942, ma alla fine dovettero ripiegare e le truppe statunitensi occuparono Guadalcanal, base fondamentale per le operazioni in Nuova Guinea. Contemporaneamente le forze cinesi sostenute dall'aviazione americana, passavano all'offensiva, rovesciando anche sul continente asiatico il corso della guerra.
Inglesi e Americani decisero che, prima di attaccare il Giappone, era necessaria la totale sconfitta di Hitler. In questa prospettiva la Germania fu sottoposta ad una pesantissima azioni di bombardamenti sui propri centri nevralgici, così da indebolire drasticamente le forze tedesche in vista di un attacco terrestre. Nello stesso tempo, tra il '42 e il '43, prese corpo la controffensiva mediterranea. All'attacco in Africa settentrionale, con lo sbarco degli Anglo-Americani in Marocco e ad Algeri (Nov. 1942), seguirono la progressiva eliminazione delle forze dell'Asse in Cirenaica e in Tripolitania (Gen. 1943), lo sbarco in Sicilia (Lug. '43), la caduta di Mussolini (25 Lug. 1943) e l'invasione della penisola italiana sino all'armistizio dell'8 Settembre.
Gli Anglo-Americani aprirono il secondo fronte il 6 Giugno 1944, con lo sbarco in Normandia, attaccando le 60 divisioni che Hitler aveva posizionato in Francia. Le truppe, precedute dai paracadutisti, erano supportate da un'imponente copertura aereonavale e furono appoggiate dalla resistenza interna. Il 15 Agosto altri contingenti, supportati dalle truppe francesi, sbarcarono in Provenza. Le due colonne strinsero i nazisti e si incontrarono a Digione a Settembre, liberando così la Francia.
Sul fronte orientale i Russi ripresero l'offensiva, che erano giunti ai confini della Prussia orientale, ai sobborghi di Varsavia e si erano attestati nelle valli dei Carpazi. L'avvicinarsi delle truppe Russe affrettò in ogni paese dell'Est l'insurrezione contro i Tedeschi. La più pesante fu quella di Varsavia (Ago. -Ott. 1944) che vide la città trasformarsi in teatro di guerra. In Agosto fu liberata la Romania, in Settembre l'Estonia e la Lettonia. La Iugoslavia riacquistò l'indipendenza con le sole forze dell'opposizione interna, comandata dal "maresciallo Tito"; la Grecia fu liberata dagli inglesi, preoccupati tra l'altro di un eccessiva espansione sovietica.
I ripetuti insuccessi tedeschi formarono un'opposizione interna che vide il 20 Luglio 1944 il suo manifestarsi in un attentato alla vita del Fürer, azione che fu seguita da una violenta repressione per mano delle SS nei confronti di tutti i presunti coinvolti nella congiura (c.a. 5000 persone).
Il 7 Marzo 1945 le prime unità terrestri Anglo-Americane varcarono il Reno e penetrarono nel territorio tedesco avanzando in direzione di Monaco e di Amburgo. Intanto i Russi da Est avanzavano verso Berlino. In Italia crollò l'ultima linea difensiva tedesca e la resistenza partigiana liberò le grandi città del Nord. Mussolini fu catturato e fu condannato a morte dal Comitato di Liberazione Nazionale.
Il 28 Aprile i Russi issavano a Berlino la bandiera dell'URSS. Chiuso nel suo bunker Hitler scompariva suicida tra le fiamme. Il 7 Maggio '45 il generale Alfred Jodl firmò per i tedeschi la resa incondizionata.
Sul fronte del Pacifico la guerra riprese dopo la disfatta tedesca, che permise agli americani di concentrare tutto il proprio arsenale a oriente; lo stato Nipponico cercò di resistere nella più grande guerra navale della storia presso l'isola di Leyte, nelle Filippine; l'impiego di Kamikaze fu vano e la flotta giapponese fu distrutta. Per porre definitivamente termine al conflitto il presidente Truman, succeduto nell'Aprile 1945 a Roosvelt (deceduto), dopo aver intimato al governo di Tokyo la resa, decise di impiegare contro i giapponesi l'arma atomica, recentemente prodotta. Il 6 Agosto gli americani sganciarono una prima bomba di Hiroshima, che produsse la totale distruzione della città, una seconda bomba fu sganciata di Nagasaki il 9 Agosto con gli stessi risultati. Il Giappone si piegò il 14 Agosto alla capitolazione. L'armistizio firmato infine il 2 Settembre poneva fine alla guerra.
Al termine del conflitto i propositi enunciati in occasione della carta atlantica non furono rispettati e si evidenziarono i rapporti di forza tra le potenze vincitrici. Nel primo incontro tra Churchill, Stalin e Roosvelt, che ebbe luogo a Teheran, il Persia, tra il 28 Nov. E il 1° Dic. 1943, si venne già a delineare il futuro dell'Europa, che restò ancora una volta divisa in "sfere d'influenza"; si decise che per compensare la Polonia dalla perdita dei territori, le regioni tedesche dell'Oder-Neisse sarebbero passate alla repubblica polacca.
Il passo successivo fu fatto in occasione dell'incontro a Mosca tra Stalin e Churchill (Ott. '44), che organizzò la penisola Balcanica assegnando la Romania e la Bulgaria alla Russia e la Grecia all'Inghilterra, mentre si lasciavano quasi indipendenti la Iugoslavia e l'Ungheria. La successiva conferenza di Jalta (Crimea 4-11 Febbraio 1944) stabilì la divisione della Germania in quattro zone di occupazione (assegnate all'USA, all'URSS, all'Inghilterra e alla Francia) e insieme decise la smilitarizzazione e la denazificazione del paese.
L'ultima conferenza si tenne a Posdam, vicino a Berlino (Lug. Ago. 1945) dopo il crollo della Germania e nell'imminenza della resa nipponica; in occasione di quest'ultima tramontò ogni residua speranza di trovare un atteggiamento concorde nei riguardi della Germania. La decisione presa qualche giorno dopo da Truman, di impiegare la bomba atomica contro il Giappone, sembra che sia stata ispirata anche dalla volontà degli americani di riequilibrare sul piano militare la preponderanza ormai raggiunta dall'URSS in Europa.