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IL TEMA DELLA PACE E DELLA GUERRA tra il 1800 ed il 1900

Il tema della pace e della guerra ha accompagnato il pensiero politico della storia dell’antichità. Dante lo scrittore delle tre cantiche è stato anche autore appartenuto alla storia del pensiero politico. Alighieri, nell’imprecisato periodo tra il 1300 il 1317, considerando il periodo storico del 1200 europeo caratterizzato da una molteplicità di stati (regni e signorie) speso in conflitto fra loro scrisse un’opera in latino intitolata De Monarchia. Egli attraverso quest’opera arriva alla conclusione che per ottenere la pace tra gli Stati occorre istituire una sorta di super Stato o meglio una monarchia universale la quale detenga i poteri conferiti ai singoli Stati sovrani. L’auspicio degli uomini i quali vogliono vivere senza guerre è di avere

<<come patria il mondo come i pesci il mare>>

Hobbes uno dei più grandi pensatori inglesi, non si era posto il problema di come gli Stati potessero coesistere pacificamente, ma si era interessato della

<< guerra di tutti contro tutti>>

Egli, con questa espressione indicava gli uomini che vivendo all’interno dello stato di natura e si trovano in una situazione di lotta e di guerra. Per risolvere questo problema è necessario creare una struttura statale regolata da una legislazione, la quale eviti gli scontri tra gli uomini appartenenti allo stesso Stato.

Emanuele Cant uno dei più grandi filosofi del ‘700, è anche stato un grande pensatore politico. Egli valutò se fosse possibile realizzare non un periodo di pace ma una pace perpetua. Nel 1795 scrisse <<Per la pace perpetua>> .

Cant era ben consapevole che l’obiettivo dell’opera (una pace perpetua) era particolarmente presuntuoso e quindi diede una spiegazione al titolo del saggio scrivendo che tale titolo derivava dal nome di una vecchia trattoria. In questo saggio non si deve considerare importante il titolo ma bensì gli articoli, nei quali Cant spiega che per raggiungere la pace, gli Stati devono abbandonare parte della propria sovranità e costituire un grande Stato federale all’interno del quale si trovano tutti gli altri Stati. L’obiettivo di Cant era di creare uno Stato federale fra i 23 Stati che esistevano nel 1823.

Tra l’800 ed il ‘900 molti pensatori politici cercarono di realizzare strumenti giuridici in grado di realizzare l’obiettivo <<pace universale>>.Oggi gli Stati Sovrani sono circa 300 e cercare di realizzare un sistema che riesca a far convivere pacificamente tali Stati e’ stato ed e’ tuttora assai difficile. Nei primi anni del ‘900 nel pieno della grande guerra l’allora presidente degli Stati Uniti Wilson propose di istituire la Società delle Nazioni un organismo internazionale che cercasse di evitare l’insorgere di nuovi conflitti di quelle dimensioni. Tale organismo falli’ quando dopo 20 anni nel 1938/1940 scoppio’ la seconda grande guerra. Durante la seconda guerra mondiale si fece la famosa proposta contenuta nella carta di San Francisco la quale sosteneva che occorreva dare vita ad un’altra società delle nazioni che prendeva il nome di ONU. L’esponente italiano di maggior rilievo nello studio della pace e’ stato Ernesto Teodoro Moneta unico italiano insignito del premio Nobel. Un altro esponente della cultura del nostro secolo il quale si occupo’ della politica di pace e’ il senatore a vita Norberto Bobbio.

 

 

 

 

 

 

 

ERNESTO TEODORO MONETA

Moneta nasce nel 1833 a la sua vita e’ possibile dividerla in tre periodi:

  1. 1848 al 1866 Moneta e’ un attivo ufficiale italiano il quale combatte contro gli austriaci. Giovanissimo partecipa alle cinque giornate di Milano ed alla battaglia di Custoza.
  2. Dal 1867 al 1896 smette di combattere e diventa direttore del Secolo un quotidiano pubblicato a Milano di ispirazione democratica.
  3. 1896 Lascia il Secolo e si dedica all’attività di pacifista.

Osservando la prima parte della vita di Moneta si nota una distinzione fondamentale.

Nella prima parte della vita e’ combattente e successivamente rinnega la guerra e diventa pacifista.

Da cosa deriva questo cambiamento?

Nel 1911 prima della morte (1518) scrive un brano in cui descrive la morte di due giovani commilitoni nelle cinque giornate di Milano. Egli rimane sconvolto e capisce che la guerra e’ un’esperienza crudele ed inumana, ma continua a riconosce che le lotte contro le dominazioni straniere sono una necessita’ ed un diritto dei popoli oppressi. Il primo dovere della civiltà e’ di risolvere i problemi di nazionalità ed altri problemi internazionali senza l’uso delle armi. La battaglia di Custoza (1866) persa dagli italiani segna la svolta definitiva della sua vita. Davanti alle innumerevoli vittime di questa battaglia egli dice <<basta alla violenza>>.

1867 Si dedica al giornalismo (Secolo) e attraverso il quotidiano combatte a favore della pace. Si oppone all’occupazione di Tunisi da parte dei francesi (1881), e si schiera contro la guerra italiana in Eritrea (1885/86).

1878 Fonda la Lega di libertà e di fratellanza e pace la quale pero’ non ottiene successo.

1887 Partecipa alla costituzione dell’unione lombarda per la pace e l’arbitrato internazionale. La partecipazione a questa associazione segna il periodo più importante dell’attività di pacifista di Moneta.

1896 Lascia la direzione del secolo e si dedica esclusivamente alla propaganda pacifista.

1898 Fonda la Vita Internazionale che e’ l’organo dell’unione lombarda dove collaborano Pareto (scrittore italiano famoso nel mondo) e Salvemini (intellettuale antifascista).

1911 Si schiera a favore della guerra italo turca.

1914 Sorprendentemente si schiera a favore dell’intervento italiano nel secondo conflitto mondiale.

 

 

 

 

 

 

 

 

STRATEGIE NECESSARIE PER MANTENERE LA PACE TRA GLI STATI

  1. Disarmo
  2. Arbitrato internazionale
  3. Federazione

Disarmo: per Moneta il disarmo non e’ la totale assenza di armi all’interno di uno Stato, ma la distruzione degli eserciti permanenti, vale a dire eserciti che mantenuti in vita costituiscono una minaccia per gli Stati vicini. Le motivazioni che inducono Moneta al disarmo sono:

  1. Costo delle armi
  2. La corsa agli armamenti più sofisticati e potenti

Moneta scriveva: i popoli sentono la necessita’ di maggiore cultura, arti ed economia, ma i governi continuano ad ingrossare i loro eserciti. L’Europa tiene sotto le armi quattro milioni di uomini più che nell’epoca napoleonica. Per mantenere gli eserciti sono spesi circa quattro miliardi all’anno e una somma ancora maggiore per realizzare la pace armata, vale a dire organizzare la difesa. L’armamento di uno Stato provoca l’armamento di altri Stati, quindi l’eccesso di difesa diventa minaccia per gli altri Stati. L’unico rimedio secondo Moneta sarebbe il disarmo invocato dalle città e dalle campagne

Nazione Armata

Moneta voleva eliminare completamente gli eserciti e sostituirli con

  1. Nazione Armata vale a dire cittadini educati all’auto difesa del territorio ma svincolati da un servizio militare permanente (riduzione della durata della leva)
  2. Tiro a segno obbligatorio
  3. Istruzione militare nelle scuole vale a dire insegnare ai ragazzi come si difende la patria
  4. Formazione di una coscienza difensiva.

Uomo macchina da guerra

Secondo Moneta abolire l’esercito permette di far scomparire l’uomo macchina da guerra e di creare uomini che combattono coscienti dello scopo che stanno perseguendo. In questa prospettiva possiamo considerare la guerra giusta quando e’ considerata tale da chi la combatte.

Arbitrato internazionale. E’ in generale l’istituzione di un sistema giuridico in grado di risolvere le controversie fra Stati senza l’uso delle armi. Alcuni esempi di tali sistemi che applicano l’arbitrato internazionale sono l’ONU e la Società delle Nazioni. Ad esempio se due Stati come Francia e Germania hanno un problema che potrebbe scatenare una guerra un conflitto, prima di dichiararsi guerra, si recano pacificamente all’ONU oppure alla Società delle Nazioni, le quali decidono chi dei due Stati ha ragione nella disputa.

Arbitrato internazionale di Moneta

Col concetto di arbitrato non intendeva quello nato dopo la seconda guerra mondiale, ma l’azione di una o più potenze le quali facciano da paciere in una controversia. Possiamo ritenere che Moneta aveva pensato ad una forma rudimentale di ONU o di Società delle Nazioni. Un arbitrato portato alle estreme conseguenze rappresenta una federazione.

 

 

 

 

 

Federazione (in tempo di pace) e’ un’unione di più Stati che hanno in comune un Parlamento e Governo, il quale si occupa delle questioni di politica estera e che ha il controllo dell’esercito.

Ad esempio uno Stato come l’Italia non e’ in una federazione quindi possiede un proprio esercito, una propria politica estera e può dichiarare guerra a chi vuole. Il Texas, e’ all’interno di una federazione, gli Stati Uniti d’America non ha politica estera ed esercito i quali sono demandati al Governo federale. Se ad esempio in Europa creiamo una federazione, i singoli Stati perdono la propria politica estera ed il controllo dell’esercito. In questo caso la guerra all’interno della federazione non e’ più possibile. A questo proposito Moneta scrive nel 1905:

<<una civiltà priva di eserciti armati e in cui i singoli Stati siano confederati e’ il nostro ideale, ed il principale dovere di governi civili dovrebbe essere quello di perseguire tale fine>>.

Disarmo, arbitrato internazionale e federazione non sono avvenimenti distinti, ma sono passi successivi i quali non si escludono a vicenda. Il disarmo e’ necessario affinché l’arbitrato internazionale sia efficace, la federazione e’ la conclusione di un processo il quale passa per l’arbitrato internazionale. Moneta non approfondisce e non ha un’idea precisa di cosa sia una federazione, il suo concetto non assume i contorni di una precisa istituzione giuridica, ma e’ soltanto uno scopo finale. Egli scrive:

<<come una volta la città era troppo ristretta, ora le Nazioni non vogliono stare rinchiuse nel loro cerchio. Le barriere che dividono i diversi popoli sono destinate a cadere anche se esistono gelosie, e rancori. Uno dei caratteri del progresso e’ di formare nuovi consorzi di uomini e di popoli e di abbattere le barriere che le barbarie avevano formato>>.

Moneta considerava come esempio i Cantoni svizzeri i quali avevano: lingua, razza, religioni diverse. Essi rappresentavano un esempio di come la federazione possa unire popoli diversi e farli vivere sotto lo stesso tetto in modo pacifico. Moneta diceva nel (1906)

<<la Svizzera riunisce sotto il suo reggimento democratico Cantoni di lingua, razza, religioni diverse. Tali Cantoni che spesso hanno combattuto fra loro hanno capito che nella loro unione avrebbero trovato la migliore difesa delle loro libertà. Questo rappresenta un esempio di quello che potrebbe essere l’Europa di domani. Moneta dice: <<di domani>>, perché oggi loro erano più vicini alla federazione europea rispetto all’unita’ nazionale spesso predicata da Giuseppe Mazzini e da pochi suoi seguaci, l’Italia di sette anni fa, divisa com’era da sette Stati. Egli auspicava nel domani un’Europa federale che sarebbe come la Svizzera, costituita da repubbliche e da monarchie>>.

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Rapporto tra patria, pacifismo e morale.

Moneta parte da una concezione negativa dell’uomo, vale a dire l’uomo e’ naturalmente cattivo. Egli scrive:

<<l’uomo civile non e’ che una belva addomesticata, grattatelo e troverete sotto una tigre, orso, una iena>>.

Una simile concezione dell’uomo era già stata teorizzata da Machiavelli e successivamente da Hobbes (l’uomo e’ un lupo nei confronti di un altro uomo) ma con una differenza.

Il processo di civilizzazione avviene attraverso lo sviluppo scientifico, vale a dire la scienza. L’uomo chiarendo le leggi della natura fa da veicolo al progresso. Quindi lo sviluppo scientifico coincide con lo viluppo della civiltà e della pace. Il progresso non e’ lineare, ad esempio barbarie, civiltà, pace, ma uno sviluppo non rintracciabile nel breve periodo, perché ad un piccolo passo in avanti verso la civiltà potrebbe succedere un successivo passo all’indietro. Lo sviluppo non si vede nell’arco temporale di dieci anni ma e’ possibile riscontrarlo in cento anni. La non linearità dello sviluppo della civiltà serve a Moneta a giustificare l’insorgere di guerre anche in epoche civili. Moneta durante la conferenza di Pavia nel 1888 scriveva

<<la società industriale e’ sorta e si espande sempre di più, ma non ha soppresso la civiltà militare succeduta a quella sacerdotale. L’industrialismo ed il militarismo coesistono e si appoggiano l’uno all’altro, e da qui’ nascono le fluttuazioni di progresso e regresso. E’ cosi’ che si svolge la legge dell’evoluzione. Il presente non distrugge mai tutto il passato, ma se lo appropria e si edifica su di esso. Quando il presente si sarà fortificato di nuovi elementi, eliminerà parte del passato. Cosi’…>>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’AMORE DI PATRIA

Per Moneta l’amore di patria non è aggressivo vale a dire l’imposizione della forza dell’Italia nei confronti d’altri Stati. Amare la patria significa:

Amare il proprio paese e difenderlo nel caso sia minacciato.

QUANDO FARE LA GUERRA

E’ giustificata in due casi

  1. Per difenderla in caso d’aggressione
  2. Per salvaguardare la pace futura. E’ giustificato muovere guerra nel caso avvengano le condizioni di minaccia alla patria oppure alla pace.

DIFFERENZA TRA MONETA e TOSTOI

Negli stessi anni in cui Moneta svolge la sua attività di scrittore pacifista, si affermano anche le teorie pacifiste di Tosti.

  1. Moneta sosteneva che per ottenere la pace occorreva l’arbitrato internazionale oppure una federazione o una conferenza di pace. La violenza è giustificata per difendere la patria e per salvaguardare la pace futura. Moneta con tali affermazioni crede in un pacifismo flessibile. Sostenendo, questo concetto approverà la guerra dell’Italia contro la Turchia (1911) e l’entrata nella prima guerra mondiale. Egli crede che attraverso queste guerre sia possibile trovare un assetto più duraturo per la pace futura.
  2. Tostoi contrario a Moneta. Considera inutili l’arbitrato internazionale oppure una federazione o una conferenza di pace. Tostoi sosteneva che l’unico modo di creare il pacifismo era convincere le persone, che l’imperativo fondamentale di una condotta di vita morale è

<<non uccidere>>, il suo pacifismo è da considerarsi assoluto.