Nelle
comunitą italo-albanesi
Le anime tornano nei loro
paesi
Pasquale De Marco
Commemorazione
dei defunti, sabato 17 febbraio in tutte le comunitą italo-albanesi di
rito greco-bizantino.
Č
una «festa» mobile che «cade» di sabato, quindici giorni prima della
Quaresima. Una ricorrenza che si riallaccia alle Antesterie greche
(festa dei fiori celebrata ad Atene in onore di Dionisio) e alle
febbriali latine che si svolgevano quando l'inverno cede il passo alla
primavera e la natura rinasce.
I
riti religiosi iniziano il mercoledģ precedente. Nelle case vengono
accesi lumini alimentati da olio d'oliva.
Nella
mattinata di sabato si va in processione, intonando toccanti canti arbėreshė,
in cimitero dove si celebra la cerimonia di suffragio (il Trisaghion) il
«papąs» (sacerdote di rito greco-bizantino) benedice i sepolcri con
incenso e acqua santa, recitando il Contachion e l'Apolitichion.
Si
sosta poi sulle tombe dei propri cari, imbandite di vino, liquori, dolci
e sigarette che vengono consumati o offerti ai passanti «a ricordo del
defunto». Una tradizione, questa, che risale agli albori della civiltą,
pregna di simbolismi e che si basa sulla connessione tra cibo e morte e
sulla «filosofia» dell'uomo di sublimare il concetto di morte.
Di
pomeriggio, i sacerdoti visitano le famiglie che ne fanno richiesta e
che hanno avuto un lutto recente e benedicono le «paneghie»
simboleggianti l'immortalitą dell'anima e la resurrezione del corpo. Su
di un tavolo coperto da una bianca tovaglia, vengono sistemati un piatto
con grano bollito, una candela accesa, due pani e due cucchiai. Sotto il
piatto, un'offerta in genere per il sacerdote. Dopo la benedizione, il
«papąs» spegne la candela nel grano che offre con piccoli pezzi di
pane.
In
serata, rinnovando la «agapi», i banchetti dei primi cristiani, gli
adulti della comunitą si riuniscono a gruppi per consumare una cena
basata per lo pił da salumi locali. E uno dei posti della tavola viene
lasciato vuoto perché «riservato» ai defunti.
La
tradizione asserisce che, dal sabato dei morti fino al prossimo sabato,
le anime dei morti lascino i luoghi di beatitudine o di penitenza e
girino per le strade del paese, facendo visita alle case dei parenti e i
lumi accesi servono a rendere pił agevole questo gradito ritorno. Il
Sabato successivo, «E shtun' e Shales», le anime fanno
mestamente ritorno nei sepolcri ed č questa una giornata di profonda
tristezza! Un proverbio arbėresh infatti dice: «Il sabato dei morti
sia il benvenuto, ma quello di "Shala" non venga mai».