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1 L'area floristica n° 30 PS tutela, tra i 1450 e i 1550 m, la flora del versante Nord Est del M. Acuto. L'interesse botanico è costituito dalle numerose specie montane, rupestri ed endemiche appenniniche presenti.
Negli ambienti rocciosi sono facilmente osservabili il culbianco (Oenanthe oenanthe) e il codirosso spazzacamino (Ph¦nicurus ochruros).
 
2 Sopra la strada sono evidenti le stratificazioni di calcari bianchi appartenenti alla formazione della Maiolica.
 
3 In questa zona la rada boscaglia è costituita da numerose piante di cerro, che raggiunge la massima altitudine, per questa zona, in località Faggiare, dove si mescola al faggio.
 
4 In questa cava abbandonata, nell'estate 1994 sono state rinvenute impronte che, secondo alcuni studiosi, risalirebbero a circa 170 milioni di anni fa e apparterrebbero ad almeno 3 diverse specie di dinosauri: un teropode carnivoro, uno stegosauro e un sauropodomorfo (simile a un brontosauro). Tali orme sono in fase di studio e l'area è attualmente chiusa.
 
5 Il 1° maggio 1869 è la data ufficiale dell'inizio, a Cantiano, dell'industria delle macine da mulino. Nelle cave di "pietra molare" di questa zona, attive fino a pochi anni fa, venivano messi allo scoperto ed estratti gli ampi letti selciferi, alti anche 10 cm ed estesi molti metri, contenuti nella porzione superiore della formazione della pietra Còrniola. Nel caso che il letto di selce si fosse trovato entro lo strato calcareo, veniva asportata con lo scalpello una delle due porzioni calcaree. Le successive fasi di sagomatura dei pezzi, unione e cerchiatura, venivano poi effettuate a Cantiano. Si ottenevano così mole circolari dal diametro di circa 1,5 m e spesse in media 25-30 cm, costituite da un supporto calcareo e da una faccia di selce, composte da un numero massimo di 7 pezzi, tenuti insieme da cemento e cerchi. Alla fine del 1800 a Cantiano si producevano 60-80 coppie di mole all'anno.
 
6 Anche per la Fonte del Faggio il livello sorgentifero è costituito dalle marne impermeabili del Rosso ammonitico. Questo affiora proprio a monte della fonte, mostrando: strati di marne e calcari nodulari giallo azzurri e strati di 20-30 cm di calcare alternato a marne di colore rosso.
 
7 I prati di Campo Radice ospitano, in uno scenario suggestivo, numerosi esemplari isolati e maestosi di faggio.
 
8 Affiora qui significativamente la successione giurassica "ridotta" di M. Acuto. Il Calcare ad aptici, discordante sul Calcare massiccio, è seguito in continuità di sedimentazione dal Calcare diasprino umbro-marchigiano.
 
9 E' possibile vedere in fiore, tra la fine di aprile e la fine di maggio, Ibèris saxàtilis. Si tratta di una piccola crucifera dai fiori bianchi e dai particolari petali asimmetrici.E' una specie assai sporadica nell'Appennino umbro-marchigiano. Le stazioni di M. Acuto, uniche dell'intero massiccio del Catria, sono le più settentrionali del suo areale di distribuzione appenninico.
 
10 E' visibile qui la formazione giurassica della serie "completa", detta Rosso ammonitico. Sono visibili: strati alternati di calcare e marne e calcari nodulari, in genere rossi, per uno spessore di oltre 10 m. Nel calcare si rinvengono numerose tracce filiformi. Poco più in alto, a questa formazione succede quella calcareo-selcifera, dei Calcari diasprini umbro-marchigiani.
 
11 Questi prati, meta di numerose gite turistiche, ospitano una ricchissima vegetazione erbacea. Oltre alle numerose graminacee, che costituiscono la base delle attività zootecniche del Catria, i prati danno vita a spettacolari fioriture di indubbio valore paesaggistico. L'area floristica n° 33 PS, che per circa 12 ha insiste sui Prati dell'Infilatoio, tutela le specie vegetali che vi crescono e, indirettamente, anche i valori legati ad esse.
 
12 All'interno di questa bella faggeta ceduata, per lunghi tratti il sentiero passa sopra ad affioramenti di marne rossastre e impermeabili -appartenenti alla formazione del Rosso ammonitico-, dai quali scaturiscono varie pozze d'acqua non soggette a captazione.
 
13 Nel regolamento dell'Università degli Uomini Originari di Frontone del 1852 si dispone, all' art.24, di conservare alberi di alto fusto intorno ai fontanili: "perché servino di asilo ai bestiami nell'intensità degli estivi calori, allorché vi si rechino a bere". E' grazie a questa disposizione che è possibile trovare faggi secolari e imponenti come questo. E' da notare la presenza nel bosco circostante di Orchis pallens, un'orchidea poco comune nel comprensorio del Catria.
 
14 Affiorano qui i Calcari diasprini umbro-marchigiani dai caratteristici strati di calcare selcifero sottilmente -20 cm al massimo- stratificati. All'interno di questa formazione c'è un orizzonte fossilifero di circa 50 cm di spessore molto ricco di aptici, brachiopodi e denti di squalo.
 
15 Su questi brecciai cresce, tra le altre specie, anche Drypis spinosa. Si tratta di una cariofillacea pioniera che colonizza con densi pulvini i ghiaioni calcarei mobili. E' anche presente una piccola polygonacea: Rumex scutatus, che i pastori dell' Appennino centrale conoscono bene. Questi infatti, per alleviare la sete, ne masticano le caratteristiche foglie a forma di punta di freccia, dal gradevole sapore acidulo.
 
16 Le Balze del M. Acuto offrono, tra giugno e luglio, le splendide fioriture della flora caratteristica delle rupi e dei pascoli sassosi. Sono un'ottima palestra per determinare almeno 3 specie diverse appartenenti alla famiglia delle campanulacee. Vi crescono infatti: Campanula apennina, C. tanfanii ed Edraianthus graminifolius. Questi ambienti sono compresi nell'area floristica n° 31 PS.
 
17 Alla sommità di M. Acuto affiorano due formazioni della successione ridotta: il Calcare massiccio su cui poggia, in discordanza, il Calcare ad aptici, riccamente fossilifero. Lo sanno bene quei "cercatori di fossili" che per le loro ricerche hanno devastato e deturpato ampie porzioni di pascolo nei pressi della vetta. Qui è bene ricordare che: i fossili fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato Italiano (art.826 del Codice Civile) e le località fossilifere sono tutelate dalla legge 29 giugno 1939 n° 1497.