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1 Chi sale deve qui assolutamente girarsi indietro: è questo il punto più alto della stretta finestra che, attraverso Farfanella e Costa Cattiva, si apre panoramica sul monastero di Fonte Avellana.
 
2 Sull'alto versante Nord Est del M. Catria da 1500 a 1650 m di quota si estende l'Area Floristica n° 35 PS. L'interesse botanico della zona è dato dalla presenza di numerose specie tipicamente montane e adatte a vivere in climi freddi. Queste si rinvengono soprattutto in alcune conche doliniformi che spesso restano innevate fino a giugno.
 
3 In questa zona man mano che dal versante Nord ci si sposta verso Ovest, la cotica erbosa tende ad aprirsi e frammentarsi in gradoni. E' questo il Seslerieto d'altitudine del Catria. Insieme a Sesleria tenuifolia è facile rintracciarvi: Draba aspera e Saxifraga adscendens -nei settori più aperti- e Botrychium lunaria e C¦loglossum viride -dove la cotica erbosa è più compatta-.
 
4 Il lungo crinale Nord risulta estremamente panoramico, ma è bene, tra giugno e luglio, guardare anche non troppo lontano. E' facile infatti trovare in fiore specie di grande interesse come: Brassica gravinæ -una crucifera dai fiori gialli-, Phyteuma orbiculare -una campanulacea dai fiori azzurri- e Coronilla vaginalis -una piccola leguminosa dai fiori gialli-.
 
5 Questa delle Cupaie è uno dei pochi lembi residui di faggeta pura ad alto fusto del Catria. Vi si trovano piante a diversi gradi di sviluppo, compresi vecchi e maestosi esemplari. Di particolare rilievo floristico è la presenza di Gymnocarpium dryòpteris, una delle più rare felci dell'Appennino umbro-marchigiano.
 
6 Perfettamente integrati nel bosco circostante sono i resti di questo bivacco, probabilmente usato un tempo dai carbonai. Realizzata con rozze pietre a secco e copertura ,probabilmente, in legno, questa costruzione appartiene, per dimensioni e forma, alla più vecchia tipologia di rifugi del Catria, ben rappresentata dalla Casetta del Galante e dal vecchio rifugio di Fonte Bocca della Valle.
 
7 Sulle Balze della Vernosa è messa efficacemente a nudo la formazione giurassica dei Calcari diasprini umbro marchigiani. Si tratta di calcari ricchissimi di selce e molto sottilmente stratificati. La sottostante formazione del Rosso ammonitico affiora nei pressi della Fonte della Vernosa, mostrando calcari nodulari e marne rosse e, in misura minore, verdastre.
L'area floristica n° 32 PS si estende per circa 7 ha sulle Balze della Vernosa.
 
8 Un vasto brecciaio scende lungo il versante Ovest del Catria trattenuto da una rada vegetazione, formata da specie colonizzatrici tra le quali è da ricordare Festuca dimorpha. Questa graminacea cespitosa, comune nei Sibillini, è assai sporadica nel tratto settentrionale dell'Appennino calcareo umbro-marchigiano e forma qui la più vasta stazione esistente nel complesso Catria-Nerone. Questa località è inclusa nell'Area Floristica n° 38 PS che tutela le rare e interessanti specie presenti qui e sulle vicine rocce, pascoli sassosi e faggeta.
 
9 Tutti i prati più ricchi come questo del Pianello del Posatore, salendo quasi alla cima del Catria, venivano fino a qualche decennio fa falciati a mano. Il fieno ricavato era poi trasportato fino a Chiaserna a dorso di mulo, "per chi l'aveva..."
 
10 Su questa arida pendice detritica cresce Thalìctrum minus. Si tratta di una rara ranuncolacea, rinvenuta sul Catria in poche altre stazioni.
 
11 Sul versante Nord Est delle Balze degli Spicchi si trova la più estesa fustaia a faggio dell'intero comprensorio del Catria. Lungo il crinale si possono osservare i tre tipi di pascolo più diffusi nel "piano montano" dell'Appennino centrale.
Degno di nota è la presenza della rara Sternbergia colchiciflora. Un'amarillidacea i cui piccoli fiori gialli si aprono a fine estate.
 
12 Come quasi tutte le sorgenti delle quote più elevate di Catria e Acuto, anche Fonte Spicchi ha come "orizzonte sorgentifero" gli strati marnosi impermeabili del Rosso ammonitico. Qui presente con un affioramento fossilifero costituito da marne, calcari nodulari rossi con strisce azzurre e numerose piccole ammoniti ben conservate.
 
13 Una rappresentazione del Catria di fine '600 chiama questo pascolo "Prato de' Fiori". Giustamente anche allora si apprezzavano le fioriture di: Viola eugeniæ, Asphodelus albus, Narcissus poëticus, Orchis mascula, O. tridentata e Dactylorhiza sambucina che in grande quantità crescono in questa zona.
E' facile osservare, durante l'estate, l'albanella minore (Circus pygargus) mentre -a bassa quota e con il suo caratteristico volo a battute e planate alternate- perlustra questi prati alla ricerca di prede.
 
14 Maestoso esemplare di faggio, forse il più grande e vecchio di tutto il massiccio, testimone di come doveva essere Bosco Rotondo nel passato.
 
15 Di grande valore paesaggistico la fustaia a faggio di Bosco Rotondo è ben visibile guardando, anche da lontano, il versante orientale del Catria. Inoltre nei settori marginali ospita una serie di specie di grande interesse botanico, come ad esempio: uva spina (Ribes uva-crispa) e Paris quadrifolia.
 
16 Crescono qui le più imponenti e belle piante di agrifoglio dell'intero massiccio del Catria. Intorno è da notare la presenza della poco comune e altrettanto bella Rosa pimpinellifolia.
 
17 Affiora qui la Còrniola con regolari banchi di calcare biancastro con selce e cristalli di pirite limonitizzata. Questa formazione, appartenente alla "serie completa", sovrasta quella del Calcare massiccio che costituisce le spettacolari Balze dell'Aquila e dei Valloni del Calecchio, che mostrano le loro profondità vertiginose pochi metri più sotto.
 
18 Quando non esisteva la strada, salire il sentiero delle Scalette era una prova impegnativa che, una volta giunti fin qui, si poteva dire superata. Così le "Porte di Catria", come un tempo si chiamava questo passaggio, si aprivano -tra i Sassi e le Balze di Calecchio- ai boscaioli, pastori e monaci che salivano verso la cima.