DATA
DI APERTURA: fino a dicembre 2004
SEDE: Museo di paleontologia - largo San Marcellino - NAPOLI
ORARIO: dal
lunedì al venerdì ore 9-13,30 e 15-17; sabato e domenica ore 9-13
(ingresso 2,50 euro/1 euro per minori di 18 anni/ gratuito per
studenti universitari)
Leccese di nascita ma napoletano
d’adozione, Oronzo Gabriele Costa è stato un geniale naturalista
cui si devono importanti studi e ricerche. Autore di un’opera
monumentale come «La paleontologia del Regno di Napoli», Costa -
medico di professione, ma astronomo, zoologo e botanico per passione -
è uno degli scienziati più eclettici che la «Federico II» annoveri
tra coloro che le hanno dato lustro, anche se a lungo dimenticato.
Oggi per ricordarlo c’è un interessante mostra al Museo di
Paleontologia a Largo San Marcellino, «La Paleontologia nella Napoli
dell’800. Storia, immagini e luoghi nella vita di Oronzo Gabriele
Costa».
Il percorso si divide in due mostre: «Tesori e scoperte
paleontologiche» e «Un dinosauro a Pietraroja». La magia della
paleontologia, le più importanti scoperte paleontologiche dei nostri
tempi e il loro apporto alla ricerca scientifica si svelano al
visitatore che viene così introdotto in un mondo nuovo e
antichissimo. È il mondo esplorato e studiato da Costa, in modo
particolare nel Regno di Napoli, che gli permise di riportare alla
luce un vero e proprio Jurassik park tutto campano. I numerosi fossili
in esposizione (risalenti a 115 milioni di anni fa), a cura di
Mariella del Re, sono parte del grande e prezioso patrimonio scoperto
da Oronzo Costa nei suoi luoghi di studio tra cui spicca Pietraroja,
un sito geologico di grande interesse nel quale è stato anche
rinvenuto l’ormai famoso «Ciro», ovvero Scipionyx samniticus, un
particolare tipo di dinosauro-celurosauro, ritrovato alcuni anni fa a
Pietraroja perfettamente intatto, che ha suscitato subito interesse e
ammirazione ed è tra i reperti più preziosi in mostra.
Ma al Museo di Paleontologia - che è parte del Centro Musei delle
Scienze Naturali della «Federico II» diretto da Maria Rosaria Ghiara
- ci sono anche alcuni straordinari esemplari di pesci fossili
provenienti da Castellammare di Stabia in ottimo stato di
conservazione, nonchè numerosi reperti di fauna provenienti da
Cassino e Campagna. A «La Fauna nel Regno di Napoli» Oronzo Costa
dedicò gran parte delle sue ricerche convogliate nella sua seconda
monumentale opera (3000 pagine corredate da 409 tavole), iniziata nel
1829 e portata a termine da suo figlio Achille solo nel 1866. Costa
collezionò ben diecimila esemplari di fossili, raccolti per lo più
in Italia e nel Regno di Napoli la città dove studiò, che amò
profondamente e alla quale si sentì sempre legato. Qui fondò, a metà
Ottocento, l’Accademia degli aspiranti naturalisti e qui insegnò
zoologia all’Università anche se la sua carriera di ricercatore e
accademico subì i gravi contraccolpi della reazione del 1849 e, per
motivi politici, lo scienziato fu privato della possibilità di
insegnare fino al 1860, anno in cui con l’Unità d’Italia venne
reintegrato nella sua cattedra all’Università di Napoli e inviato
come deputato al Parlamento nella prima legislatura. Oggi la ricca
esposizione allestita nel complesso monumentale di San Marcellino, in
collaborazione con la Soprintendenza ai beni archeologici delle
province di Salerno, Avellino e Benevento, permette non solo di
ammirare alcuni tra i più preziosi reperti raccolti dal Costa e
attualmente di proprietà del Museo di Paleontologia, ma anche di far
luce sulla controversa figura di questo scienziato le cui opere sono
state spesso ignorate o dimenticate, vittime di una damnatio memoriae
scientifica del tutto ingiustificata. (Fonte: IL MATTINO)
|