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Buone notizie da
Poggiomarino: il villaggio palafitticolo del II millennio a.C.
verrà salvato ed un museo conterrà i suoi reperti
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Buone notizie per il sito archeologico protostorico di
località Longola a Poggiomarino. Il cantiere del depuratore del Medio
Sarno e lo scavo archeologico procederanno di pari passo, ma su due
aree separate fra loro. La decisione di salvare l'incredibile scoperta
è giunta al termine di una riunione alla quale hanno preso parte
l'assessore regionale ai beni culturali Marco Di Lello, il
soprintendente archeologo di Pompei Giovanni Guzzo, il responsabile
della Prefettura per le opere del Sarno Carlo Mormone, il sindaco di
Poggiomarino Giuseppe Zampoli ed i consiglieri regionali Gabriella
Cundari e Andrea Cozzolino. Ma c'è di più: i reperti, che al momento
sono già in numero considerevole (oltre mezzo milione di frammenti
ceramici e circa centomila resti ossei di animali, oltre a tantissimo
materiale di altro genere), faranno parte di un parco archeologico del
Sarno, una sorta di museo delle civiltà che hanno abitato lungo
questo breve ma importantissimo corso d'acqua. Continueranno pertanto
gli scavi che adesso inizieranno ad andare ancora più in profondità
del livello attuale così da giungere allo strato "vergine",
cioé esente da reperti.
Un risultato importante, quindi, per una scoperta
che dal punto di vista storico, culturale e scientifico è stata
capace di azzerare tutte le ipotesi finora fatte sul territorio
attraversato dal Sarno.
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Clicca
qui per vedere il video dedicato alla scoperta di Poggiomarino
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Le vicende della scoperta
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Si stava costruendo il Bacino di Depurazione del fiume
Sarno in località Longola a Poggiomarino quando gli operai
incapparono in alcuni reperti archeologici. La Soprintendenza accorsa
sul posto si è trovata di fronte a testimonianze che hanno rivelato
la presenza di un villaggio palafitticolo con una continuità
abitativa a partire
da prima del XVI sec. a.C. fino al VII sec. a.C. Una scoperta
eccezionale per tanti motivi. Anzitutto il villaggio potrebbe essere
stato l'antesignano di Pompei poiché, dopo il suo abbandono, la
popolazione si sarebbe diretta verso l'area vesuviana. Ma è
soprattutto la sua struttura che rende il sito unico: le abitazioni
sono infatti strutture palafitticole costruite su isolette ricavate
tra canali artificiali. In pratica una sorta di "Venezia",
in un luogo nel quale non ci aspettava di trovare nulla del genere. Un
capolavoro dell'ingegneria protostorica, visto che l'area era paludosa
e venne bonificata dagli indigeni grazie alla creazione di canali ed
isole. Il largo impiego di legno come materia prima è testimoniato
per la prima volta nell'Italia del Sud.
Dalle prime ipotesi sembrerebbe che il sito doveva
essere un importante centro di produzione e scambio di beni di
prestigio visto che in quasi tutte le abitazioni è stato rinvenuto un
forno di fusione per il bronzo. Insomma un centro industriale sulle
rive del fiume Sarno.
Al momento non si sa quale potrà essere il futuro
dello scavo. L'unica certezza sembrerebbe la creazione di un Museo di
Protostoria voluto dalla Soprintendenza in cui esporre video, piante e
foto dello scavo dell'abitato che si estende per almeno 7 ettari,
nonché l'enorme numero di reperti finora venuti alla luce: oltre
500.000 reperti ceramici, 80.000 reperti faunistici, centinaia
di reperti in legno, oltre 600 particolari di rilievi in bronzo, pasta
vitrea, ambra, ferro, piombo, osso e corno lavorato. Per la prima
volta si sta scavando un’area insediativa coeva alle tombe del ferro
e dell’orientalizzante della valle del Sarno (IX-VI sec. a.C.) e che
colma la lacuna conoscitiva tra le fasi iniziali dell’età del
bronzo.
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Allo scopo di preservare il sito di
Poggiomarino si è costituito il Comitato civico "Terramare
3000", coordinato da Luigi Alberti (cellulare 3478875597) la cui
email è: terramare3000@hotmail.com
al quale è possibile aderire o richiedere ulteriori informazioni.
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