RIFLESSIONI: "SPAZIO COME SISTEMA"

 

All'inizio dello scorso secolo abbiamo potuto mettere a confronto due concezioni estreme di "tipo e tipologia" espresse da L. Kahn e successivamente da Gropius. Se infatti vogliamo mettere a confronto due opere significative di questo pensiero (che caratterizza l'architettura dei loro tempi), possiamo notare che nel Bauhaus di Gropius- manifesto e simbolo dell'architettura e della cultura funzionalista tedesca- la definizione funzionale e formale delle parti è raggiunta attraverso un'analisi che si definisce come momento autonomo, precedente quello della sintesi progettuale. Questo metodo individua separatamente le caratteristiche delle singole componenti, rimandando la determinazione dell'insieme alla definizione di un sistema di relazioni "logico" e "funzionale". Per Gropius, quindi, il tipo è uno schema bidimensionale che individua in pianta i rapporti funzionali da instaurare tra le parti; ad esso si perviene attraverso le analisi dei bisogni umani.In modo esattamente opposto procede Kahn nel Tempio Unitariano: la scelta del tipo architettonico precede quello analitico, che si manifesta nella definizione formale e funzionale delle singole parti. Per Kahn, quindi, il tipo si configura come la struttura interna della forma architettonica ed è uno schema morfologico tridimensionale, desunto dalla storia perchè riscontrabile in un ampio numero di architetture del passato.

Nel tempo, la società è mutata profondamente, e con essa i bisogni dell'uomo e della sua continua ricerca di integrità con il mondo esterno. I modi di comunicare sono cambiati, sono più complessi perchè l'uomo ha scoperto la libertà di espressione e di poter manifestare i suoi pensieri con più stimoli percettivi. Così, nel progettare uno spazio, bisogna pensare oltre al suo aspetto funzionale ma anche a come l'uomo percepisce quello stesso spazio prima di entrarvici. Questa concezione dell'architettura non si contrappone all'individualismo esploso, soprattutto durante le avanguardie dei primi del '900, in cui si avvertiva profondamente la crisi di valori a cui la società andava incontro. Ma è proprio dai momenti di crisi che inizia un rinnovamento. In questo caso, la libertà di espressione degli artisti di quel tempo ha dato inizio ad un nuovo sviluppo del pensiero dell'uomo che è sconfinato in espressioni diverse in architettura, ricerche di nuovi materiali, tecnolgie più avanzate... perchè osare non era più proibito.

Così in architettura si tenta di creare non un "monumento" a se stante, ma inizia un processo di integrazione tra l'esterno e l'interno fino a renderli l'uno parte dell'altro."Interno ed esterno sono annullati come entità distinte in un flusso continuo che vorticosamente ruota su se stesso". L'architettura mimetica è l'apice di questo annullamento. Far entrare la natura nel suo progetto d'insieme è il suo scopo: adattare l'architettura alla natura.

Anche il diverso uso della tecnologia ha avvicinato l'unione tra interno ed esterno. Il tentativo di rendere la tecnologia al servizio del mondo era già stato attuato da Renzo Piano nel Centro Pompidou (che rappresenta l'ultimo edificio-macchina come esaltazione dell'idea industriale).Dal Centro Pompidou l'architettura di Renzo Piano è assimilata all'esibizionismo tecnologico divenuto vessillo dell'euforia neomodernista degli anni ottanta con il nome di Hig-Tech. Nel tempo, però, questo esibizionismo tecnologico diventa espressione di ricerca di ogni esigenza umana all'interno dell'edificio e di unione con l'esterno, ne è testimone la Fondazione Beyeler che confida la carica espressiva ageometrie di piani e di luce che rimandano alle esatte modulazioni spaziali regalate da Mies Van der Rohe all'architettura moderna. Le sofisticate soluzioni tecnologiche non contendono alla composizione architettonica il primato figurativo, ma collaborano alla strategia espressiva dell'insieme. Possiamo trovare nel progetto di J.Nouvel dell'Istituto del mondo arabo ma anche in molti altri suoi progetti, un nuovo inizio della percezione tecnologica capace di stabilire nuovi contatti tra esterno e interno. La parete è vista come una membrana, una pelle che separa l'interno dall'esterno, dando luogo a nuovi tipi di percezione.

 

Seguono alcune architetture significative del tema:Spazio sistema

Peter Eisenman: "Staten Island Institute of Arts and Sciences"

NMS: "N-Museum"

NMS: "S-House"

Nicholas Grimshaw: "Padiglione britannico all'expo di Siviglia"

Jean Nouvel: "Hotel les thermes"