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ETTORE MARIA MAZZOLA

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L'INTERAZIONE ANALISI-PROGETTO, AREA DI STUDIO: L'ASSE ARCHEOLOGICO DI ROMA,

PROGETTAZIONE DI UN MUSEO DELLE TECNICHE COSTRUTTIVE ROMANE.

 

 

"A determinare la professionalità dell’architetto contribuiscono numerose discipline e svariate cognizioni, perché è lui a dover vagliare e approvare quanto viene prodotto dalle altre arti; questa scienza é frutto di esperienza pratica e di fondamenti teorici (…), di conseguenza egli dovrà essere versato nelle lettere, abile disegnatore esperto di geometria, conoscitore di molti fatti storici, nondimeno abbia cognizioni in campo filosofico e musicale, non sia ignaro di medicina, conosca la giurisprudenza e le leggi astronomiche, (…), l'architetto deve possedere una buona conoscenza della storia…"

(Vitruvio)

Tutto ciò sembra totalmente dimenticato e, ove non lo fosse, osteggiato dalle gelosie professionali.

L’ipotesi progettuale di tesi, muovendo da queste motivazioni, nel totale rispetto delle preesistenze archeologiche recentemente accertate alle pendici del Colle Oppio, prevede, partendo da un'indispensabile e profonda analisi storico-urbanistica, storico-architettonica e storico-tecnologica, la realizzazione di un museo delle tecniche costruttive romane costruito con una "architettura per parti" tipica dell’architettura dell’antica Roma, che consente l’edificazione di ogni padiglione con una tecnica costruttiva differente, l'ambientazione dei reperti da esporre, la possibilità di istruire anche i profani su questo argomento e, infine di riscoprire le tecniche proprie della nostra cultura e tradizione, riformando, prima che sia troppo tardi, una classe operaia capace di realizzare un muro in mattoni o un arco con beneficio sia per l’architettura che per il restauro.

Risulta molto triste riflettere sul fatto che, del secolo che chiude il millennio, poco o nulla si riuscirà a tramandare ai nostri posteri; solo ciò che è stato prodotto nei primi decenni potrà tramandarsi. Dopo, il nulla!

Lo scenario in cui viviamo è prevalentemente costituito da architetture costruite con materiali e tecniche scadenti destinate a scomparire, espressione "usa e getta" della civiltà cui apparteniamo: quale concetto più egoista del produrre qualcosa solo per se stessi?

La scissione operata ormai da decenni tra "edilizia" e restauro ha aperto una profonda ferita nell’edificato della nostra civiltà, ferita che rischia di incancrenirsi a causa degli elevati costi della manodopera specializzata: sono infatti sempre meno, e conseguentemente sempre più costosi, gli operai in grado di costruire con tecniche tradizionali.

A questo bisognerebbe aggiungere che risulta assolutamente scandaloso lo sperpero del denaro pubblico per l’edificazione di manufatti "moderni" che richiedono frequentissimi interventi manutentivi … mentre magari, i responsabili della loro costruzione, risiedono o hanno studi professionali in prestigiosi immobili storici.

Solo riconoscendo gli errori commessi, e riscoprendo le tecniche del passato (magari integrate con tecnologie moderne) potremo ricominciare a produrre opere in grado di essere tramandate ai nostri successori e degne di essere definite "opere d’arte".

La mia tesi, lungi dal pretendere di essere un’opera d’arte, si prefigge l’obiettivo di far riflettere sull’antico e porsi come prima pietra per un’inversione di tendenza.

 

ETTORE MARIA MAZZOLA

 

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