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L'argomento di Agosto '98:


" Vado in bagno" di solito significa vado in cerca di quiete; voglio silenzio; ho bisogno di stare da solo (senza il mondo cacofonico attorno); mi concedo una pausa......................... (Benedetta Barzini)


In bagno si legge, si pensa, si vive con la propria verita' riflessa nello specchio. In bagno si fanno smorfie, i propri gesti non sono controllati da occhi indiscreti. E l'interstizio, il fiato sospeso o ripreso fra un dovere apparire comportandosi in modo socialmente corretto e la propria natura cosi' come si esprime li' per li'. In bagno si piange silenziosamente. In bagno si ride. In bagno si puo' osare di tutto. Era forse meglio quando il water closet stava in un altro sito. Loculo segregante posto fuori dal regno dell'acqua-piacere. In Francia e' ancora cosi'. In generale, possiamo notare un discreto imbarbarimento della cosidetta societa' tecnologicamente avanzata, perche una volta i bagni erano molto romani, turchi o termali. Aperti e gratuiti, in essi confluiva la socialita'. I bagni erano curativi: sali minerali, zolfo, argilla o fango, sabbia, alghe, aromi, piante e fiori, perfino pietre preziose contengono tutti gli elementi per la ricomposizione del corpo e dello spirito, nonche della bellezza. Il passaggio dal grande bagno aperto, luogo per conversare, a struttura dalla porta chiusa a chiave dove tirare il fiato, indica a chiare lettere il cambiamento radicale del senso di piacere nella nostra cultura. Nessuno ha piu' il tempo di deliziarsi oltre misura nella piacevole cura di se; va gia' in palestra, lavora e deve occuparsi dei figli, della casa, secondo lavoro, riunioni condominiali, portare fuori il cane e tutte quelle fatiche d'Ercole che il comune cittadino si sobbarca ogni volta che il sole sorge. Allora si comprende come le terme siano diventate bagnetti con serratura funzionante, una specie di armadi per l'ansia, antidoto all'opprimente senso del dovere. Inutilmente. E i bagni, oggi, corrispondono all' esatto contrario del bagnopiazza, per gente priva di status symbol, in quanto vestita solo della propria pelle. Le tracce del passato si ritrovano nei tentativi della societa' moderna di ridare dignita' a questo luogo, un tempo quasi sacro. Lo si comprende dal restyling dei sanitari, delle piastrelle, dallo sforzo estetico nell'arredare il fu-tempio del pensiero rilassato, ora bonsai di pace in pillola. E forse la cattedrale del privato si riappropriera' del pubblico di suo dominio e invece di concentrarci in amorevoli attenzioni nelle beauty farm potremmo recarci alle terme della nostra citta' con una certa frequenza. Per ora non ci rimane che il piacere di sfuggire alla voce di qualche speaker televisivo chiudendoci in bagno, sperando di non inciampare nelle ciabatte di plastica sulla via del silenzio.


Anvadal (18/Sep/98):
Questa insostituibile stanza di 5, 10, 15, 20 mq. (per i più esigenti) per me deve essere il luogo più comodo e più pulito della casa. Una volta ci si andava per sola curiosità: i rubinetti del bidet erano una cosa bellissima e interessante. Poi ci si andava per nascondersi, per scoprire le proprie intimità e per godere..... Ora ci si va: di fretta.........(solo una pisciatina e via) oppure con molta calma leggendo un giornale.....(di qualsiasi genere) oppure non ci si va per molti giorni......(stitici) oppure spesso.........(cagoni) oppure in "compagnia".......... Questa stanza insostituibile, così come è strutturata nel nostro paese, me la porterei con me anche in vacanza! Perchè solo nel MIO BAGNO riesco ad ottenere quella concentrazione (non solo fisica), che in altri non trovo. (Chi mi sa spiegare perchè?)


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