In generale, ogni Area Marina Protetta è divisibile in almeno due zone: quella centrale, comprendente il settore più importante ai fini della conservazione, e quella che viene usualmente definita cuscinetto, che circonda la prima e la protegge da eccessive pressioni esterne. Negli ambienti terrestri, dove viene applicato lo stesso principio, è possibile determinare un gradiente ecologico che si dirama da un'area, che costituirà la zona centrale, definendo un sistema di protezione pressoché concentrico. Nell'ambiente marino, a causa della complessità dei sistemi biologici, l'ecosistema costiero tende a raccogliere le zone secondo un gradiente che, in genere, va dalla costa verso il mare aperto; pertanto nello scegliere la zona più idonea alla conservazione dell'ambiente marino e costiero sarà opportuno includere tutte le biocenosi dal litorale verso il largo. In tal modo la zonazione sarà effettuata in bande perpendicolari alla linea di costa, in cui le zone centrali saranno fiancheggiate da zone cuscinetto. Il principio della zonazione concentrica trova applicazione per le Aree Protette Marine e costiere di entità insulare (vedi esempi di zonazione). In questo caso la zona centrale può essere rappresentata dall'intera isola e da una fascia costiera più o meno ampia, mentre la zona cuscinetto risulterà più esterna. Attualmente non si osserva più una divisione in due zone ma, generalmente, viene inserita un'ulteriore area di protezione, esterna alle prime due, detta di Riserva parziale. Pertanto la zonazione si articola su tre livelli:
Zone di Riserva Integrale A: è il luogo con i più alti valori ai fini conservativi; è sensibile ai disturbi di origine antropica e non può tollerare alcuna forma di utilizzo da parte dell'uomo. Quest'area dovrebbe essere abbastanza estesa da includere il maggior numero possibile di habitat e mantenere una popolazione di specie chiave, sia ai fini conservazionistici, che per il recupero di stock depauperati. In queste aree è permesso l'accesso al solo personale scientifico per lo svolgimento di ricerche autorizzate. |
Zone di Riserva Generale B: è la zona limitrofa alla zona centrale e contiene luoghi di particolare valore per la conservazione e che sono in stretta relazione con le aree precedenti. Tale zona può tollerare diversi usi umani che vanno dalla ricerca ad alcune forme di attività ricreative e di pesca professionale, se pure in modo controllato.Queste zone sono, infatti, sedi di attività turistiche per una fruizione rispettosa dell'ambiente marino mediante lo sviluppo di percorsi subacquei guidati, di itinerari didattici e con l'impiego di natanti appropriati. Sono permesse attività quali la balneazione, attività subacquea esercitata in modo compatibile con la tutela delle caratteristiche naturali, accesso a remi e a vela di imbarcazioni di lunghezza ridotta e la pesca professionale esercitata con attrezzi selettivi autorizzati dall' Ente Gestore. |
Zone di Riserva Parziale C: tali zone circondano le precedenti e sono stabilite in modo da compiere un'azione di controllo delle attività che in qualche modo possano incidere negativamente sulle due zone precedenti (apporti di vario tipo dall'esterno, dragaggi, attività di diporto, pesca professionale e sportiva, ecc.); sono finalizzate a regolamentare le presenze nelle aree a maggiore vocazione turistica attraverso la creazione di zone cuscinetto tra quelle soggette a maggiori vincoli e l'area esterna al parco. Queste aree ospitano le strutture d'accoglienza delle Aree Marine Protette, quali centri per visitatori, museo didattico, acquario, ecc. In generale è consentita la navigazione da diporto, l'accesso a motore a velocità ridotta, la pesca professionale e la pesca sportiva opportunamente regolamentata. |
La
classificazione qui riportata può ovviamente subire delle modificazioni dettate dalle
diverse condizioni ambientali e socioeconomiche delle zone in cui si vuole creare
un'Area Marina Protetta .
Una zonazione articolata in questo modo manca di un livello, che può essere considerato uno dei principali motivi di successo delle Aree Marine Protette internazionali, ovvero zone nelle quali sia vietata ogni forma di prelievo, ma sia consentito laccesso pubblico in modo regolamentato e controllato. Solo in questo modo è possibile permettere ad un visitatore di cogliere uno degli aspetti più importanti e meglio apprezzabili di un parco marino, leffetto riserva, caratterizzato dalla presenza di un popolamento ittico assimilabile a quello naturale, unico per composizione di specie e di taglie. Questo costituisce un notevole plus-valore per larea protetta stessa, sia perché in grado di polarizzare il turismo subacqueo verso il parco, sia per il suo valore di stimolo allo sviluppo di una coscienza ambientale nei visitatori della riserva.
Per tali motivi , la proposta formulata dall'I.C.R.A.M. (Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare) relativa all'A.M.P. dell'Isola dell'Asinara prevede una zonazione a 4 livelli. Il nuovo livello (entry - no take), per il quale si propone la sigla A2, prevede lassenza di ogni forma di prelievo ma la possibilità di ospitare visite guidate, allineando la zonazione italiana a quella già in essere nella maggior parte delle Aree Marine Protette mondiali. La scelta della sigla A2 per questo tipo di zona può essere motivata dal fatto che la A viene associata al concetto di assenza di prelievo (no take zone). La zona A, a sua volta, è composta da un ambito A1 (no entry no take) nel quale è permesso solo laccesso di personale scientifico autorizzato e da un ambito A2 (entry no take) nel quale è consentito laccesso anche a visitatori, nei modi indicati dallEnte Gestore.
Quindi la proposta di zonazione a 4 livelli risulta così articolata:
zona A1 (no entry - no take) nel quale è permesso solo laccesso di personale scientifico autorizzato;
zona A2 (entry - no take) che prevede l'assenza di ogni forma di prelievo ma la possibilità di ospitare visite guidate nei modi indicati dall'Ente Gestore, allineando la zonazione italiana a quella esistente nella maggior parte delle A.M.P. mondiali.
Lo schema di riferimento delle attività consentite nellambito di unArea Marina Protetta è presentato in tabella 1.
Tabella 1 - Guida delle attività nellambito di unArea Marina Protetta.
ATTIVITA |
A1 |
A2 |
B |
C |
Attività di studio | ||||
Ricerca scientifica | autorizzata |
autorizzata |
consentita |
consentita |
Accesso | ||||
Diporto - vela |
vietato |
autorizzato e regolamentato |
consentito |
consentito |
Diporto a motore | vietato |
vietato |
autorizzato e regolamentato |
regolamentato |
Balneazione | vietata |
vietata |
consentita |
consentita |
Sosta | ||||
Ancoraggio | vietato |
vietato |
autorizzato e regolamentato |
regolamentato |
Ormeggio | vietato |
autorizzato solo per attività di fruizione consentite |
autorizzato |
consentito |
Attività di fruizione | ||||
Attività subacquee (ARA e snorkeling) | vietate |
autorizzate e regolamentate |
autorizzate e regolamentate |
consentite |
Visite guidate | vietate |
autorizzate e regolamentate |
regolamentate |
consentite |
Pescaturismo | vietata |
vietata |
regolamentata |
consentita |
Attività di prelievo | ||||
Pesca a strascico e a circuizione | vietate |
vietate |
vietate |
vietate |
Pesca artigianale | vietata |
vietata |
autorizzata e regolamentata |
autorizzata e regolamentata |
Pesca sportiva | vietata |
vietata |
vietata |
autorizzata e regolamentata |
Pesca subacquea | vietata |
vietata |
vietata |
vietata |
Legenda:
Nel processo di zonazione si può tener presente la possibilità di effettuare una rotazione delle utilizzazioni delle varie zone, soprattutto tra aree di Riserva Generale e di Riserva Parziale; in tal modo la conservazione degli habitat può risultare maggiore, permettendo l'isolamento, almeno periodico, di tutta la superficie dell'area protetta.