Popolamenti marini di grande interesse e specie rare o minacciate in Mediterraneo

 

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La stima del valore naturalistico proposto per valutare l’importanza dei diversi tratti marini costieri si basa principalmente su informazioni legate alla presenza di popolamenti di grande interesse e di specie rare o minacciate; risulta quindi chiara l’importanza di una corretta identificazione delle voci chiamate a comporre le liste di riferimento. A questo scopo si è cercato di svolgere un lavoro di sintesi delle informazioni esistenti in bibliografia per il Mediterraneo, modulando la scelta di popolamenti e specie in funzione del modello proposto; per questo motivo non sono stati considerati i seguenti popolamenti:

Inoltre non sono state prese in considerazione quelle specie per le quali si è ritenuto che la protezione di un determinato tratto di fondale non influisca direttamente sul loro stato di conservazione, anche se ognuna di esse, singolarmente, richiederebbe misure di salvaguardia; tra queste ricordiamo, ad esempio, alcune alghe, come Caulerpa prolifera o quelle del genere Gracilaria, i Molluschi Charonia, Lithophaga litophaga e Pinna nobilis, il Crostaceo Palinurus elephas, l’Echinoderma Centrostephanus longispinus, i Pesci Euscarus cretensis e Sciaena umbra, i Cetacei in generale e Delphinus delphis in particolare.

Al contrario si è ritenuto opportuno includere tra le tipologie ambientali considerate quella di estuari e delta non o poco inquinati, in quanto aree di notevole importanza ecologica: fiume, foce e mare costituiscono, infatti, un sistema integrato, caratterizzato da una certa criticità nella dinamicità dei processi ambientali e da una forte intensità di gradienti fisici, chimici e biologici. L’importanza di queste aree ai fini della tutela dell’avifauna acquatica è, inoltre, riconosciuta a livello internazionale (Convenzione di Ramsar).

Ovviamente gli elenchi di specie e popolamenti qui considerati non sono da ritenersi definitivi, in quanto i numerosi studi in corso potrebbero, in un prossimo futuro, motivarne la modifica, sia grazie al miglior livello di conoscenze, sia a causa di eventuali alterazioni future.

I popolamenti considerati nel modello descritto sono i seguenti:

Cornice a Lithophyllum lichenoides (già noto in passato come L. tortuosum). Questa Rodoficea incrostante caratterizza la Biocenosi della roccia mediolitorale inferiore (RMI) o Neogoniolitho-Lithophylletul tortuosi, nella quale può arrivare a costituire una sorta di cornicione strapiombante; questa formazione, che ospita un popolamento di notevole importanza biologica, si riscontra solo in presenza di particolari condizioni (ambiente battuto dal moto ondoso, illuminazione attenuata, ecc.) che ne limitano la presenza a tratti molto ridotti. Lo stato di minaccia in cui si trova la cornice a Lithophyllum è legato, inoltre, a ritmi di accrescimento molto lunghi, all’inquinamento superficiale delle acque e all’eccessiva presenza antropica.

Trottoir a Vermetidi. Formazione organogena abbastanza rara nelle acque del Mediterraneo occidentale, a causa della termofilia delle principali specie che la costituiscono (il Mollusco Dendropoma petreum, l’Alga Rodoficea incrostante Negoniolithon notarisii); questa biocenosi infralitorale può formare, talvolta, vere e proprie cornici o piattaforme di dimensioni cospicue e di notevole interesse biologico. Anche per questo popolamento valgono i problemi ricordati per la cornice a Lithophyllum.

Scogliera a Cladocora caespitosa. Questa specie, le cui colonie sono generalmente a forma di cuscinetto, in taluni siti del Mediterraneo può arrivare a costituire vere e proprie scogliere di origine biologica; alterazioni ambientali possono determinare una regressione di questa specie a favore di un popolamento ad alghe fotofile.

Praterie di Fanerogame marine. Le più note delle quali sono quelle costituite dalla specie Posidonia oceanica, che alcuni studiosi (Boudouresque e Meisnez, 1982) hanno definito una delle principali ricchezze del Mediterraneo. La Posidonia costituisce densi popolamenti che ricoprono ampi tratti di fondale e che rivestono un ruolo molto importante nell’ecosistema costiero; infatti, la presenza di una prateria di Posidonia porta ad effetti benefici sulla stabilità del litorale, sia concorrendo alla fissazione dei fondali, sia proteggendo la spiaggia dall’erosione, grazie allo strato fogliare che riduce l’idrodinamismo sotto costa; inoltre le foglie morte piaggiate costituiscono delle bande di protezione della spiaggia nei confronti dell’effetto aggressivo del moto ondoso. Bisogna anche ricordare che la Posidonia oceanica produce notevoli quantità di ossigeno e biomassa: 1 m2 di prateria, grazie all’elevato sviluppo fogliare, è in grado di produrre sino a 14 litri di ossigeno al giorno e circa il 30% della sostanza organica sintetizzata è esportata verso gli ecosistemi limitrofi. Inoltre, il novellame di molte specie ittiche, anche di notevole pregio economico, sceglie proprio questa prateria quale ambiente in cui vivere e crescere, sia per la ricchezza di nutrimento, sia per il riparo che essa offre. Caratteristiche simili presentano i popolamenti costituiti da Cymodocea nodosa e Zostera nolti, Fanerogame che preferiscono fondi più instabili, con sabbie fangose.

Coralligeno. Questo popolamento sciafilo è considerato l’associazione biologica climatica dei fondi duri circalitorali in Mediterraneo ed è caratterizzato da un bioconcrezionamento dovuto principalmente ad Alghe Rodoficee calcaree ed Invertebrati incrostanti ed eretti e da una notevole ricchezza specifica. La componente faunistica sessile, ovvero fissata al substrato, è principalmente rappresentata da Poriferi, Cnidari, Briozoi e Policheti Serpulidi. Il Coralligeno presenta diverse facies, tra cui vale la pena di ricordare l’importanza di quella a Gorgonacei.   103177ap.jpg (35814 byte)Le formazioni coralligene sono soggette a fenomeni evolutivi complessi, che possono portare alla loro fossilizzazione o alla loro demolizione. Negli ultimi anni, però, l’impatto antropico sulle acque costiere ha determinato un’accentuata regressione di questo popolamento; in particolare vanno segnalati fenomeni quali l’infangamento progressivo di vasti tratti, dovuto a variazioni dei tassi sedimentari, malattie di alcune specie vistose come le gorgonie (Eunicella Paramuricea), il proliferare di spugne perforanti, oltre al danneggiamento meccanico da parte di subacquei ed ancoraggi.

Popolamenti delle grotte sommerse; questi ambienti rivestono un ruolo fondamentale nello studio dell’ecologia marina, costituendo veri e propri laboratori naturali; infatti, le condizioni ambientali presentano alcune affinità con quelle del piano batiale, con conseguenti analogie nei rispettivi popolamenti. La loro importanza è, quindi, legata sia all’aspetto faunistico, sia a quello ecologico; il primo è caratterizzato dalla presenza di specie neoendemiche, differenziatesi in grotta, di specie rare o di grandi profondità e di specie paleoendemiche, ovvero forme relitte, conservatesi solamente in grotta. L’aspetto ecologico è, invece, caratterizzato dalla presenza di specie particolarmente adattate e di associazioni biologiche tipiche. Questi popolamenti risultano, inoltre, particolarmente sensibili a forme di inquinamento, anche a causa della loro quasi totale dipendenza dall’ambiente esterno per quel che riguarda gli apporti nutritivi; non bisogna, infatti, dimenticare che la ridotta presenza di luce impedisce la produzione di sostanza organica per via fotosintetica.

Facies a Corallium rubrum; questa specie, propria della Biocenosi delle grotte semi-oscure (GSO), è abbastanza comune in Mediterraneo, dove costituisce l’oggetto di attività di pesca. Proprio tale attività ha però modificato profondamente la fisionomia dei popolamenti presenti nelle acque costiere. Nell’ambito di fondali interessati da norme di tutela si ritiene, quindi, importante salvaguardare l’eventuale presenza di tratti che ospitano questa associazione biologica,  per fini scientifici, legati allo scopo di approfondire le osservazioni sull’evoluzione del popolamento nel suo insieme, in condizioni di assenza di prelievo.

Sempre per il calcolo del valore naturalistico, sono state prese in considerazione specie rare o minacciate, per le quali si è ritenuto che la salvaguardia possa essere collegata a quella dei diversi tratti costieri che le ospitano; in base a questi presupposti le specie considerate sono le seguenti:

 

L’Alga bruna Fucus virsoides. Questa specie, endemica dell’Adriatico settentrionale, costituisce una banda sui substrati duri del piano mediolitorale; la sua localizzazione la rende particolarmente vulnerabile all’impatto delle attività antropiche.

Il Crostaceo Decapode Scyllarides latus. La presenza di questa specie, che vive sui fondali rocciosi e nelle praterie di Posidonia oceanica, si è rapidamente ridotta negli ultimi decenni, a causa dell’eccessiva cattura a cui è stata sottoposta.

Il Mollusco Gasteropode Patella ferruginea. Vive sui substrati granitici e riolitici del piano mesolitorale inferiore, in ambienti non inquinati e soggetti ad elevato idrodinamismo; la presenza di questa specie è in netta regressione a causa di un prelievo eccessivo e delle sue caratteristiche biologiche.

La cernia Epinephelus marginatus. Rappresenta uno dei predatori di grado più elevato nelle acque costiere e, in quanto tale, ha assunto caratteristiche quali il ridotto tasso di accrescimento, l’elevata età di prima maturazione, la ridotta fecondità, che hanno reso questo pesce particolarmente sensibile alle catture eccessive verificatesi negli ultimi decenni, principalmente ad opera dei pescatori subacquei.

 

Le tartarughe marine. In Mediterraneo sono state segnalate sei specie di tartarughe marine, di cui tre nidificanti (Caretta caretta, Chelonia mydas e Dermochelys coriacea). Le cause della loro rarefazione sono molteplici, sia di tipo sia antropico, che naturale. Nell’ambito dell’approccio adottato in questa sede, si ritiene importante tutelare le spiagge che ne ospitano i siti di riproduzione.

La foca monaca Monachus monachus. E' probabilmente la specie di pinipede più rara e minacciata del mondo, poiché rappresentata da un centinaio soltanto di esemplari. In Italia il costante incremento della presenza antropica lungo le coste ha portato ad una situazione drammatica. Per questo motivo riveste notevole importanza la messa in atto di vincoli protezionistici su eventuali tratti costieri per i quali sia segnalata la presenza di questa specie.

Cetacei.

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