POSIDONIA OCEANICA
La
Posidonia oceanica è una
pianta evoluta, simile alle graminacee terrestri, facente parte della famiglia
delle Fanerogame. Si presenta con verdi foglie nastriformi, lunghe fino a un metro, unite in
fasci. e forma estese praterie, colonizzando soprattutto i fondi sabbiosi a cui
aderisce sviluppando robusti rizomi. Vive
normalmente tra 1 e 30 metri circa di profondità, arriva ai 40 metri
solamente in acque molto limpide, in quanto è strettamente condizionata dalla
presenza della luce.
Può
vivere entro un discreto campo di temperature (da 10°C a 28°C circa), mentre
è poco tollerante nei confronti delle variazioni di salinità, per cui è
assente alle foci dei fiumi e nelle lagune salmastre costiere. Il tipo di
fondo più colonizzato da questa pianta è quello sabbioso, anche se si fissa
di frequente su detriti di origine biologica che, sommati ai sedimenti,
costituiscono una struttura compatta e resistente chiamata, con termine
francese, “matte” e su roccia.
L’importanza
delle Fanerogame marine, piante superiori ben distinte dalle alghe e
costituite, come quelle terrestri, da radici, fusto e foglie, ed in
particolare della Posidonia, è riconosciuta come fondamentale nell’economia
degli ecosistemi marini costieri, per un insieme di motivi di carattere sia
biologico che fisico, che risiedono
essenzialmente nelle seguenti funzioni:
grande produzione di ossigeno; la Posidonia oceanica, grazie al notevole sviluppo
fogliare, può liberarne nell’ambiente fino a 16 litri al giorno per ogni m2;
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produzione ed esportazione di biomassa e di energia; si calcola che circa
il 30% della produzione di una prateria venga esportato in ecosistemi sia
limitrofi, che distanti e molto più profondi; |
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riparo dai predatori, zona di riproduzione e fonte di cibo per molti
pesci, cefalopodi e cordati anche pregiati; |
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fissazione dei fondali, così come avviene per la terraferma sui i
versanti forniti di un adeguato manto vegetale; |
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protezione delle spiagge dall’erosione, grazie alla riduzione dell’idrodinamismo
operata dallo strato fogliare e dallo smorzamento del moto ondoso a riva,
dovuto alla presenza delle foglie morte. |
La Posidonia è, inoltre, un importante indicatore biologico, essendo molto sensibile agli agenti inquinanti e, per questo, in forte regressione nelle aree di costa mediterranea.
Se in passato la Posidonia oceanica è stata usata in molti modi, ormai in gran parte abbandonati, come materiale da imballaggio o da isolamento termico o come mangime o concime per ogni coltura, attualmente si sta valutando la possibilità di utilizzarla, mediante opportuni trattamenti, anche per produrre biogas. La consapevolezza dell’estrema importanza di questo ecosistema ha portato, in misura via via crescente, l’interesse sia del mondo scientifico che degli amministratori pubblici ad adottare, sulla base di indagini intraprese, misure di salvaguardia a tutela di questa preziosa specie di pianta marina.
L’Ispettorato Centrale per la Difesa del Mare del Ministero dell’Ambiente ha avviato nel 1989 un programma di mappatura delle praterie di Posidonia oceanica in un primo lotto di cinque regioni costiere (Liguria, Toscana, Lazio, Basilicata e Puglia).
La
rarefazione e la scomparsa delle praterie sono dovute a molteplici cause, tra
cui si può citare:
l’erosione meccanica dovuta agli attrezzi per la pesca a strascico, con
effetti distruttivi; |
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il raschiamento provocato dalle ancore delle imbarcazioni da diporto; |
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la costruzione di opere costiere (porti, terrapieni, ecc.); ciò può
provocare anche la scomparsa totale delle praterie a causa sia dell’azione
diretta di scavo e ricoprimento, sia della torbidità che impedisce la
penetrazione della luce e soffoca la praterie con la deposizione di materiale
argilloso; |
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l’inquinamento che agisce i vari modi sulle praterie prossime agli
scarichi, alterandole con la presenza di sostanze chimiche o con l’alta torbidità dell’acqua nelle aree eutrofiche.
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