AREA MARINA PROTETTA DELLE CINQUE TERRE

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Ente Gestore: Parco Nazionale delle Cinque Terre

 Sede: Scalinata Costa del Fuso, 108 - 19017 Riomaggiore (SP)                        

 Tel: 0187/920893     Fax: 0187/760865

 E-mail: webmaster@parco5terre.lig.it

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Provincia: La Spezia.

Comuni interessati: Monterosso al Mare, Riomaggiore, Levanto, Vernazza.

Posizione geografica: 44° 01’ lat. N – 9° 38’ long. E.

Superficie: 13.152 ha, di cui 2.784 ha a mare.

Istituzione: D.M. 12/12/97 (G.U. n° 48 del 27/02/98).

Cartografia

Carta n. 3 dell’Istituto Idrografico della Marina in scala 1:100.000.

Carta delle biocenosi bentoniche (ENEA, 1986).

Tavolette 270 IV NE-SE della Carta Topografica d’Italia in scala 1:25.000 dell’Istituto Geografico Militare Italiano.

  Mappa

Vincoli

Vincoli automatici dovuti alla legge n. 431/85 riguardanti una zona di rispetto tutto attorno all’area costiera, per un’ampiezza di 300 metri dalla linea di costa.

Area di interesse naturalistico-ambientale secondo la legge regionale n. 12/85, modificata ed integrata dalla legge regionale n. 34/85.

Levanto possiede un P.R.G. adottato nel 1974, Vernazza possiede un P.R.G. del 1975 e un P.P.A. redatto nel 1985, Riomaggiore si è dotato di P.R.G. nel 1973 e Monterosso al Mare nel 1972.

Proposte di tutela

Area inserita nella legge 979/82 e nella proposta di legge n. 1964/88.

Area prevista dal disegno di legge quadro sulle aree protette n. 510/91.

Istituzione: dicembre 1997.

Problematiche emerse

vernazsent.jpg (51049 byte)                                                                                                                                       Disponibilità di informazioni: ottime e complete le informazioni disponibili sia sull’ambiente terrestre che su quello marino. 

Emergenze naturalistiche rilevate: la zona presenta notevoli interessi sia per l’ambiente terrestre (geologia, vegetazione e fauna), che per quello marino. I fondali presentano una eterogeneità di comunità presenti (praterie di Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa  su fondi mobili e su roccia, su fondi duri con alghe fotofile, Precoralligeno e Coralligeno).

Caratteristiche generali

Si trova nella riviera ligure di Levante, tra Punta Mesco e Punta di Monesteroli. I fondali degradano molto rapidamente e già ad un chilometro di distanza dalla costa toccano i 60 metri.
In corrispondenza del Promontorio del Mesco e Montenegro è possibile osservare bellissime gorgonie, coralli e spugne. Intorno ai 18 metri i fondali rocciosi confinano con delle zone sabbiose dove è possibile trovare piccole praterie di Posidonia oceanica e, di fronte allo Spiaggione di Corniglia, prati della più rara Cymodocea nodosa.

 

CARATTERISTICHE ANTROPICO-INSEDIATIVE  

La regione delle Cinque Terre è costituita dai territori dei quattro Comuni di Levanto, Riomaggiore, Vernazza e Monterosso al Mare.

I dati ISTAT riguardanti la popolazione dal 1981 fino al 1998 rilevano un fenomeno di calo demografico che interessa tutti i quattro comuni; nel 1998 i residenti nell’area, pari a 10.430 unità, risultavano distribuiti come nella tabella seguente.

 

COMUNE

Pop. al 31.12.97

Pop. al 31.12.98

Var.ass. 97-98

Variaz.% 97-98

 Bonassola

        1.005

1.009

4

0,40%

 Deiva Marina

        1.501

1.494

-7

-0,47%

 Framura

           819

802

-17

-2,08%

 Levanto 5.798 5.788 -10 -0.17

 Monterosso al Mare

        1.659

1.643

-16

-0,96%

 Riomaggiore

        1.891

1.874

-17

-0,90%

 Vernazza

        1.133

1.125

-8

-0,71%

 Tot. Provinciale

    223.400

222.362

-1.038

-0,46%

Tab.1 – Popolazione residente e sua variazione nell’area della riviera della provincia di La Spezia, (fonte: Camera di Commercio di La Spezia, 1999).

 

Attività produttive

COMUNE

Agricoltura

Pesca

Miniere

Industria

Energia

Costruzioni

Commercio

Alberghi

Trasporti

 

Levanto

103

1

-

40

-

92

156

67

12

 

Monterosso

16

4

-

12

-

11

65

48

7

 

Riomaggiore

7

-

-

6

-

7

24

39

4

 

Vernazza

20

4

-

5

-

13

21

29

1

 

Tot. Provinciale

146

9

-

63

-

123

266

183

24

 

COMUNE

Servizi Finanziari

Affari immobiliari

P.A. e Difesa

Istruzione

Sanità

Altri Servizi Sociali

 

Levanto

10

29

2

1

32

-

 

Monterosso

2

7

-

-

13

-

 

Riomaggiore

-

2

-

-

8

-

 

Vernazza

1

2

-

1

5

-

 

Tot. Provinciale

13

40

2

2

58

-

 

 

 

Tab. 2 - Popolazione residente attiva in condizione professionale per attività economica e comune, (fonte: Camera di Commercio di La Spezia, 1999).

 

                 

Ricettività turistica

onda.jpg (43720 byte)                                                                                                                                                      A Levanto vi sono 15 alberghi con 657 posti letto; 2 pensioni con 17 posti letto e 1 campeggio.

A Riomaggiore vi sono 3 alberghi con un totale di 62 posti letto.

A Vernazza vi sono 2 alberghi con 32 posti letto.

A Monterosso vi sono 20 alberghi per un totale di 911 posti letto e 1 pensione con 31 posti.

COMUNE

Clienti arrivati    

Giornate di presenza

 

Italiani

Stran.

Totale

Italiani

Stran.

Totale

Levanto

23.632

26.993

50.625

78.724

87.318

166.042

Monterosso

19.507

27.938

47.445

71.202

93.881

165.083

Riomaggiore

5.666

6.667

12.333

15.038

16.269

31.307

Vernazza

2.039

1.465

3.504

4.321

3.386

7.707

Tot. Provinciale

266.891

146.765

413.656

859.162

448.185

1.307.347

Tab. 3 – Movimento negli esercizi ricettivi, (fonte: Uff. Turismo, Amm.ne Prov. La Spezia, 1998).

COMUNE

Clienti arrivati

Giornate di presenza  

 

% Italiani

% Stran.

% Totale

% Italiani

% Stran.

% Totale

Levanto

-0,21

5,20

2,33

0,39

2,54

1,36

Monterosso

-6,08

10,46

3,00

0,00

7,44

4,10

Riomaggiore

9,80

0,81

6,30

-1,38

-2,24

-1,74

Vernazza

9,25

5,51

7,61

9,24

1,99

5,71

Tot. Provinciale

47,01

40,70

44,87

37,89

25,20

33,28

Tab. 4 – Differenza percentuale 1997-98 del movimento negli esercizi ricettivi, (fonte: APT La Spezia, 1999)

 

CARATTERISTICHE AMBIENTALI

Ambiente terrestre

Il comprensorio delle Cinque Terre è delimitato dalla linea di costa e dal crinale retrostante. Morfologicamente l’area è caratterizzata, quindi, da un versante ripido ed aspro che, partendo dal livello del mare, s’innalza ad altitudini di circa 700-800 metri.

Caratteristica paesaggistica peculiare della zona sono i frequenti terrazzamenti a scopo agricolo, che spezzano gli acclivi costoni, e la fitta rete di sentieri e mulattiere che costituivano le vie di primaria comunicazione tra gli abitanti della zona.

Percorrendo la costa da sud-est verso nord-ovest si trova Capo Monte Negro, alto promontorio roccioso con le pareti ripide sul mare. La costa rimane scoscesa, seppure intercalata da piccole spiagge ciottolose, fino a Riomaggiore, e prosegue sempre a picco sul mare fino a Manarola, sita su un promontorio a strapiombo.

La costa a picco s’interrompe allo “Spiaggione di Corniglia”, lungo 1,5 km, formato da una stretta spiaggia a ciottoli. Dopo la spiaggia, la costa si fa nuovamente verticale fino all’abitato di Corniglia, a Punta del Lungo, dove si trova una piccola insenatura. Proseguendo verso nord-ovest, la costa a picco s’interrompe alla Spiaggia di Guvano, oltre la quale diventa degradante.
L’abitato di Vernazza è posto anch’esso su di un’altura a picco sul mare, seguita da un’insenatura.
La costa si fa di nuovo alta fino a Monterosso, posto subito dopo Punta Curone, dove è interrotta da una spiaggia. Proseguendo oltre la linea di costa torna ad essere scoscesa e, superata Punta Mesco, prosegue rettilinea fino a Levanto.

Flora e vegetazione

Nell’area delle Cinque Terre sono state riconosciute le seguenti formazioni vegetazionali (ENEA, 1986):

 ·       formazioni costiere su substrati mobili o rocciosi; quelle delle spiagge, delle rupi, dei ghiaioni, delle fessure rocciose e dell’ambiente rupestre, quali Chrithmum maritium, Daucum gingidium, nonché esemplari appartenenti alle famiglie delle Cloroficee, Feoficee e Rodoficee;

·       formazioni arbustive mediterranee che mostrano un gran numero di variazioni soprattutto per le influenze del substrato geopedologico. Queste comprendono:

- pinete termofile di origine per lo più antropica;

- macchia a Cistus salvifolius;

- ginestreti con Spartium junceum;

- macchia ad erica, soprattutto ad Erica arborea, diffusa e tipica degli ambienti agricoli abbandonati:

- macchia mista, a Leccio (Quercus ilex), con Pino d’Aleppo (Pinus alepensis), a Corbezzolo (Arbutus unedo), Erica arborea, Pistacchio (P. terebinthus);

-   formazioni particolari dominate dalla Sughera (Quercus suber) o dal Ginestrone (Ulex aeuropaeus) e da Santolina ligustica;

-   formazioni invasive di aree sottoposte ad incendi, assai frequenti in questa zona.

Fauna

Il popolamento dell’area in esame, alla luce dei dati disponibili, è fortemente minacciato ed influenzato da vari fattori limitanti, tra i quali la forte pressione venatoria, il disturbo antropico dovuto all’afflusso turistico, all’inquinamento, alla rete viaria, il depauperamento ambientale.

Una tra le cause principali del degrado ambientale dell’area è l’alta frequenza di incendi, che ha provocato una forte diminuzione ed impoverimento della macchia mediterranea, habitat preferenziale della fauna originale di questo comprensorio.

Per quanto riguarda la presenza di Vertebrati, sono state rilevate nell’area 6 specie di Anfibi, tra cui ricordiamo la Salamandra dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), specie endemica italiana presente solo sul versante occidentale degli Appennini.

Tra gli Uccelli risultano presenti 53 specie; per i Passeriformi è segnalata la presenza, tra gli altri, del Passero solitario (Monticala solitarius) e del Tordo sassello (Turdus musicus). Presenti anche l’ormai rara Pernice rossa (Alectoris rufa), il Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major).

Tra i rapaci sono stati rilevati la Poiana (Buteo buteo), l’Assiolo (Otus scops), lo Sparviere (Accipiter nisus).

Passando ai Mammiferi sono presenti diversi Insettivori, quali la Talpa (Talpa europea), il Riccio (Erinaceus europaeus) ed i Toporagni. Vengono, inoltre, riportate 8 specie di Roditori, tra cui ricordiamo il Ratto nero (Rattus rattus), il Ghiro (Myoxus glis) e lo Scoiattolo (Sciurus vulgaris).

Si cita la presenza della Lepre (Lepus capensis), del Cinghiale (Sus scrofa), del Tasso (Meles meles), Donnola (Mustela nivalis), della Puzzola (Mustela putorius) e della Volpe (Vulpes vulpes).

In provincia di La Spezia, nel 1961, è stato reintrodotto il Daino (Dama dama), ma le attuali conoscenze non sono sufficienti a provarne l’attuale presenza nell’area.

ABIENTE MARINO

Morfobatimetria

La composizione granulometrica dei sedimenti viene influenzata, da un lato, dalla conformazione geologica della costa (rocce argillose con complessi ofiolitici a nord e rocce arenacee e sud) e, dall’altro, dagli apporti prevalentemente silicei ed argillosi del fiume Magra a sud.

I sedimenti grossolani che si depositano alla base delle falesia sono di natura carbonatica ed hanno origine marina.

Nel complesso si può dire che le sabbie tendono a concentrarsi nella zona più settentrionale, a ridosso di Punta Mesco, mentre nelle rimanenti aree prevalgono, già a basse profondità, sedimenti composti da limi ed argille.

L’andamento morfobatimetrico di questo tratto di costa è caratterizzato da falesie costiere che raggiungono immediatamente i 15-18 metri di profondità. L’isobata dei 60 metri viene raggiunta tra i 2000 e i 3000 metri di distanza dalla terraferma.

A Punta Mesco, estremità occidentale del litorale, i fondali degradano con notevole rapidità verso la batimetrica dei 60 metri e presentano terrazzamenti a diverse profondità. Nella zona compresa tra Monterosso a Mare e Corniglia i fondali scendono rapidamente fino a 13-17 metri e degradano poi lentamente su sabbia a profondità maggiori.

La Spiaggia di Corniglia raggiunge rapidamente la batimetrica degli 8 metri, oltre la quale il fondo presenta una dolce pendenza. A Menarola il fondale scende velocemente fino a 13 metri ed è caratterizzato da grossi massi isolati su fondo sabbioso. Il promontorio di Riomaggiore, infine, scende velocemente fino a 35 metri e presenta due terrazzi a 16 e a 32 metri di profondità.

 

Biocenosi bentoniche  

Nel tratto di costa considerato coesistono substrati rocciosi, prevalenti nella zona prossima alla linea di riva, e substrati mobili che, pur caratterizzando alcune insenature costiere, sono più frequenti a profondità maggiori.

Relativamente ai substrati duri dei piani sopralitorale e mesolitorale, i popolamenti riscontrabili sono piuttosto uniformi, pur essendo presenti con una diversa estensione in rapporto al grado di esposizione della roccia al moto ondoso.

Nel sopralitorale prevalgono il Cirripede Euraphia depressa, il Gasteropode Littorina neritoides, le Cianofite ed il Brachiuro Pachigrapsus marmoratus.

Per il mesolitorale si citano, per l’orizzonte superiore, i Cirripedi Chthamalus stellatus ed i generi Patella e Monodonta. L’orizzonte inferiore è caratterizzato da una fascia a Lithophyllum tortuosum qua e là interrotta da Mitili provenienti dall’infralitorale.

Il tratto di costa compreso tra i due promontori, in funzione della profondità esaminata e dell’esposizione del substrato all’idrodinamismo, ospita diverse facies della biocenosi delle Alghe Fotofile. La presenza di acque di scarico viene rilevata dalla composizione della biocenosi ad Alghe Fotofile superficiali di Manarola, dove le Corallinacee sono associate alle Alghe verdi (Enteroporpha).

Caratteristica peculiare del tratto compreso tra Punta Mesco e il promontorio di Montenegro è la biocenosi del Coralligeno, insediata già a deboli profondità sui fondali rocciosi molto ripidi, la cui composizione è notevolmente influenzata dall’evidente torpidità dell’acqua e dall’accentuato processo di sedimentazione.

nebbie.jpg (10255 byte)Da un’indagine svolta dall’ENEA (1995) i dati raccolti sui popolamenti bentonici confermano un certo impoverimento qualitativo e quantitativo del Coralligeno presente. Non è stato infatti segnalato il Corallo nero e le colonie di Paramuricea sono molto meno vistose di quanto descritto negli studi precedenti.

Oltre i 10-18 metri i substrati duri confinano con sedimenti a granulometria variabile sui quali, in talune zone, s’insediano praterie di fanerogame, quali Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa.

I substrati molli presentano, in uno spazio relativamente ristretto, diversi insediamenti biocenotici in rapporto alla granulometria del sedimento presente.Nella fascia più costiera sono state individuate le biocenosi caratteristiche delle sabbie fini ben calibrate.

A batimetriche maggiori è presente la biocenosi particolare della zona di transizione tra il detritico costiero ed i fanghi terrigeni, tipica inoltre degli ambienti più profondi.

 

LE REGOLE DEL PARCO

Zona A riserva integrale

  In tale zona sono consentiti:

·       l’accesso al personale dell’Ente Gestore, per attività di servizio e a quello scientifico, per lo svolgimento di ricerche debitamente autorizzate;

·       le visite guidate, anche subacquee, regolamentate dall’Ente Gestore, secondo percorsi prefissati, tenendo conto delle esigenze di elevata tutela ambientale;

·       l’ormeggio dei natanti per le attività di cui sopra;

·       la balneazione, come disciplinato da apposita regolamentazione a cura dell’Ente Gestore;

·       l’accesso, ma non l’ormeggio e l’ancoraggio, a piccoli natanti sprovvisti di motore, il cui numero sarà regolamentato dall’Ente Gestore.

E', invece, vietata qualsiasi forma di pesca sportiva e professionale.

Zona b riserva generale

In tale zona sono consentite:

·       la navigazione a natanti ed imbarcazioni, a velocità ridotta;

·       l’ormeggio di natanti ed imbarcazioni per attività di servizio e di ricerca scientifica autorizzata;

·       l’ormeggio di natanti ed imbarcazioni private, in zone appositamente predisposte dall’Ente Gestore;

·       la piccola pesca con attrezzi selettivi e che no danneggino i fondali (reti da posta, circuizione con imbarcazioni entro i 10 metri) ai pescatori professionisti dei comuni inclusi nell’Area Marina Protetta;

·       le immersioni subacquee, compatibili con la tutela dei fondali e degli organismi marini;

·       la balneazione;

·       la pesca sportiva con le lenze e le canne da fermo.

In tale zona è, invece, vietata la pesca a strascico nonché la pesca subacquea.

Zona C riserva parziale

In tale zona, fatto salvo quanto disposto dalla normativa vigente, l’attività di pesca professionale, pesca sportiva e pesca subacquea potranno essere regolamentate dall’Ente Gestore.

Vedi Schema di Zonazione.