AREA MARINA PROTETTA DELLE ISOLE PELAGIE

 

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Ente Gestore: Legambiente - Comitato Regionale Siciliano.        

 Sede: Via V. Emanuele, 27 - 92010 Lampedusa (AG)

 Tel: 0922/971611 - fax 0922/971812

 E-mail: lampedusanatura@iol.it

  Provincia: Agrigento.

Comuni interessati: Lampedusa.

Posizione geografica: Lampedusa: 35° 30' lat. N - 12°37' long. E

                                       Linosa: 35°52' lat. N - 12°21' long. E.

Superficie: 320 ha

Cartografia

Carta n. 217 in scala 1:25.000 dell’Istituto Idrografico della Marina.

  Mappa

Vincoli

03.jpeg (21475 byte) Vincoli automatici dovuti alla legge n. 431/85 riguardanti una zona di rispetto tutto attorno all’area costiera, per un’ampiezza di 300 metri dalla linea di costa.

Riserva Naturale Zona di ovodeposizione delle tartarughe, istituita dalla Regione Sicilia con D.G.R. n. 34/84.

Zona di Tutela Biologica nel mare libero ad est dell'Isola di Lampedusa, istituita con D.M. 25/09/79.

Vincoli paesaggistici riguardanti Lampedusa e Linosa.

Proposte di tutela

Area prevista dalla proposta di legge n. 1964/88.

Area prevista dal disegno di legge quadro sulle aree protette n. 510/91

Problematiche emerse

Scarsità di dati sulle biocenosi bentoniche.

Descrizione

Le Isole Pelagie, più vicine all'Africa che alla Sicilia, sono formate dall'Isola di Lampedusa, Linosa e Lampione. Anche il paesaggio ha un'impronta marcatamente africana, con ambienti brulli e aridi, soprattutto a Lampedusa. Su quest'isola, di natura calcarea, l'originaria macchia mediterranea è stata degradata dall'uomo per far posto alle coltivazioni, con il risultato che il suolo che ricopriva la roccia è stato presto dilavato dalle acque piovane e le isole sono rimaste nude, ricoperte soltanto da una steppa mediterranea. La natura vulcanica di Linosa favorisce, invece, lo sviluppo di una vegetazione più rigogliosa.

Da un punto di vista faunistico, l'elemento di spicco delle Pelagie è, senza dubbio, la presenza della tartaruga marina comune (Caretta caretta), che ha scelto Lampedusa come uno dei pochi siti certi di ovodeposizione. L'avifauna non riveste grande importanza: da segnalare la presenza della berta maggiore, del gabbiano reale e del falco della regina.

fauna.jpeg (12888 byte)La morfologia dei fondali è considerevolmente accidentata e presenta una serie di apparati eruttivi. Questi stessi fondali, dove la trasparenza delle acque è incredibile, sono colonizzati da spugne, tunicati, serpulidi, madreporari, briozoi con un'abbondanza di specie e una varietà inconsueta. La zona è anche ricchissima di pesci di passo come ricciole, dentici, palamiti e sgombri che accostano dal largo. Degna di attenzione è la presenza del pesce pappagallo, con le due livree maschile e femminile.