La proposta di zonazione costituisce il momento di sintesi delle analisi ambientali,
socioeconomiche ed urbanistiche, permettendo di quantificare le principali variabili
ambientali ed antropiche che connotano la funzione di equilibrio tra salvaguardia e
valorizzazione.
Il problema del rapporto tra conservazione e fruibilità delle aree protette viene risolto
con la divisione in zone in cui siano regolate attività tra loro compatibili e per le
quali vengono previsti diversi gradi di protezione. La zonazione è il metodo più diffuso
per allocare le risorse, per regolare le attività nelle aree più sensibili dal punto di
vista ambientale e limitare l'impatto dei visitatori, e riveste un ruolo fondamentale, sia
perché da essa dipende la correttezza delle successive analisi delle ipotesi di sviluppo
dei settori congruenti con le finalità dell'Area Marina Protetta, sia perché rappresenta un
importante momento di confronto con le realtà locali.
In sintesi, la zonazione deve permettere:
il controllo selettivo delle attività in differenti siti, nonché la pianificazione dei diversi livelli di uso; |
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la conservazione stretta in aree particolari (siti ad alta diversità biologica, habitat critici per alcune specie in pericolo di estinzione, aree di riproduzione o accrescimento, aree di ricerca, ecc.); |
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la separazione delle attività ricreative compatibili ed incompatibili; |
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il recupero di aree danneggiate. |
Le attività all'interno delle diverse zone vanno pianificate in accordo con gli
obiettivi dell'Area Marina Protetta. Alcune possono richiedere una gestione molto restrittiva,
mentre altre meno. La zonazione permette la protezione delle zone più importanti
dal punto di vista naturalistico, il monitoraggio dell'impatto delle differenti
attività e l'efficace allocazione delle attrezzature di fruizione, di fondi e di
personale.
In Italia non sono ancora stati elaborati dei criteri standard per la stesura delle
proposte di zonazione e ciò costituisce uno degli anelli deboli del processo di
realizzazione di un'Area Marina Protetta, tanto da poterne comprometterne il successo.
Finora sono stati utilizzati diversi metodi (matrici a punteggio, analisi MCA e, di
recente, analisi SMCA) con i quali si è cercato di rendere il più oggettiva possibile la
suddivisione in zone dei parchi marini. Bisogna comunque dire che ogni metodo, per
quanto razionale possa essere, non può prescindere dalla soggettività di chi lo sta
applicando, che si manifesta, in genere, nella scelta delle variabili da considerare e
nell'attribuzione dei relativi pesi. Perciò, a nostro avviso, è importante che il
progettista giustifichi ogni sua scelta sulla base dei dati acquisiti con gli studi
conoscitivi, in modo tale da rendere facilmente comprensibile a tutti (amministratori
locali, pescatori, agricoltori, ecc.) come si è arrivati a formulare una certa proposta
di zonazione. La "trasparenza" di questo procedimento è di fondamentale
importanza nel momento del confronto con interlocutori privilegiati",
poiché
permette di rispondere con mezzi adeguati ad eventuali critiche strumentali avanzate da
questi ultimi, dal momento che il successo di un' Area Marina Protetta dipende fortemente dal consenso
delle popolazioni locali.
Infatti, in genere, non è facile accomodare gli interessi e le necessità delle
popolazioni, dello sviluppo turistico e della conservazione. Il turismo,
generalmente,
non è incompatibile con la tutela, anzi, le zone che ospitano infrastrutture
turistiche possono contribuire alla conservazione grazie alla capacità di controllo su
altri tipi di danneggiamenti e sviluppi.
Particolare è il problema della pianificazione di aree
protette in ambienti insulari. I due problemi principali per la
protezione di isole abitate sono, probabilmente, stabilire i limiti massimi di popolazione
locale e il movimento turistico sopportabile dall'ambiente, nonché l'integrazione degli ambienti
protetti nell'economia degli abitanti locali (visite turistiche, attività di pesca,
ecc.), in modo che essi abbiano un reale interesse nella protezione e nella conservazione
delle isole stesse. In linea di massima andrebbero tenuti presenti i seguenti principi
nella pianificazione di un'area protetta negli arcipelaghi:
utilizzare limiti naturali per le diverse zone protette (intere isole); |
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impiegare appropriate tecnologie soft in modo che gli abitanti utilizzino le risorse con metodi tradizionali e non siano forzati ad una completa dipendenza dall'esterno; |
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integrare la gestione e la conservazione delle risorse terrestri e marine delle isole; |
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coinvolgere quanto più possibile l'economia locale nella pianificazione e nella gestione delle aree protette. |