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Nel mondo 1837 In seguito a
uno studio sull'incidenza della morte per calci di mulo nell'esercito
francese, il matematico Simeon Denis Poisson fissa le regole della
probabilità
1860 In Italy, Sicilian leaders mount an uprising against the Bourbon monarchy.
Giuseppe Garibaldi organizes an army of 1,000 "Red Shirts" to
support Victor Emmanuel II as king of a united Italy.
1874
1895 A Parisian theater hosts the first movie shown in a theater.
1902 Immigrants continue to flow to the United States; record numbers
arrive this year, most from Italy, Austro-Hungary and Russia.
1907 Great Britain formally joins the defense pact between France and
Russia, forming the Triple Entente.
1926
Erwin Schrodinger determines that an electron behaves like a particle
and a wave, thus extending knowledge of subatomic particles and of quantum
theory.
1929
1930 The Nazi party places second in German elections, but Adolf Hitler is
kept from his seat in the Reichstag because he is an Austrian citizen. In South Africa, white women can now vote, but blacks are still
excluded under the regime that would soon be called apartheid. Pluto, the ninth planet, is discovered by astronomers. Virginia Woolf publishes her essay "A Room of One's Own" on
behalf of women's rights. Over 1,300 American banks fail and unemployment exceeds 4 million as
the Depressionsinks lower. 1933 Adolf Hitler becomes chancellor of crisis-ridden Germany. By the end
of the year, Hitler has proclaimed the Third Reich, opened the first
concentration camp at Dachau, eliminated all political parties other than
National Socialism, and consolidated his dictatorial rule. Frequency modulations (FM) permit radio reception without static.
President Franklin Roosevelt begins to record his ``fireside chats'' for weekly
radio broadcast. Prohibition ends in the United States, causing caffeinated soft drink
sales to nose-dive. Spam is invented, ushering in a new era of processed food and
additives. TV dinners are discovered soon thereafter. 1936 The Spanish Civil War begins, marking the growing rift between the
Fascist right and Marxist left in Europe. Joseph Stalin begins a ``great purge'' to liquidate his enemies. By
1939, over 8 million are dead and perhaps 10 million imprisoned. John Maynard Keynes makes what is, at the moment, the rather
counterintuitive declaration that economic depressions are unnecessary in The
General Theory of Employment, Interest, and Money. 1938 In its most violent display of anti-Semitism yet, German Nazis attack
Jewish people and property in Kristallnacht. The Dies Committee (aka HUAC), charged with stamping out Nazi activity
in the United States, veers off to police Communist activity instead. In the radio broadcast War of the Worlds, Orson Welles panics
Americans who believe that Martians are actually invading Earth.
Hitler's Germany invades Poland, which falls in a month. France and
Great Britain declare war. Spain, exhausted from civil war, remains neutral. Albert Einstein writes a letter to President Roosevelt regarding the
possibility of using uranium to initiate a nuclear chain reaction, the
fundamental process behind the atomic bomb. |
Vienna, Europa!
L'immagine che per molto tempo la critica è andata restituendo del Circolo di Vienna e dei suoi esponenti consiste di un complesso dogmatico di affermazioni indistinte e decontestualizzate sulla filosofia proposta dai viennesi, come se Carnap o Neurath o Schlick, per citare alcuni importanti esponenti del Circolo, non fossero che nomi alternativi per indicare il Circolo stesso. E come se il Circolo si fosse autogenerato, e si nutrisse davvero di null'altro che di "vino nuovo in botti nuove", secondo il provocatorio motto di Philip Frank, così da trarre la tela dalla sua sostanza cerebrale come un ragno baconiano. Questa visione è ormai stata superata a favore di una lettura che metta in chiara luce le caratteristiche individuali dei suoi esponenti e il contesto in cui il Circolo di Vienna operò. La lettura "contestuale", pur risultando a sua volta bisognosa di precisazioni e distinguo, è sicuramente un passo avanti nella direzione giusta rispetto alla precedente tendenza critica. Del tutto in linea con la tendenza "contestuale", dunque, faremo qui un passo indietro, e risaliremo prima alle origini di quella che è detta nella letteratura specializzata filosofia austriaca, o più propriamente e meno comodamente filosofia analitica continentale, o anche filosofia mitteleuropea. E questa si puo` far iniziare nel 1837 con la pubblicazione della Wissenschaftslehre del filosofo boemo Bernard Bolzano e finire nel 1939, con lo scoppio della guerra in Polonia. I pensatori che ne fanno parte sono innegabilmente "continentali" per nascita, ma non per questo privi della chiarezza e del rigore che ne connota l'incontestabile orientamento analitico. Questa tradizione è lo sfondo generale importante per capire Carnap e il Circolo di Vienna. Ne fanno parte austriaci, boemi, moravi, tedeschi, svizzeri, polacchi e ungheresi: Bolzano, Lotze, Frege, Brentano e i brentaniani (Husserl, Meinong, Marty, Stumpf etc.), infine la scuola polacca di Leopoli-Varsavia fondata da un altro brentaniano, Kazimierz Twardowski.
Cosa intendi
dire con i tuoi asserti? Prendiamo la tabella qui sotto.
Friedrich Stadler fa cominciare il suo panorama sulla filosofia austriaca, del tutto a ragione, con il teologo, filosofo, matematico, "educatore popolare" boemo, di idee liberali - era considerato un proto-socialista - Bernard Bolzano, l'anti-Kant (dal titolo di un importante libro di Melchior Palágyi), la cui monumentale Wissenschaftslehre viene pubblicata nel 1837. Le sue idee si ripercossero tramite i suoi allievi, in particolare Robert Zimmermann, nella vita culturale austriaca, nella riforma scolastica, e con la ricezione indiretta attraverso Gottlob Frege, Kazimierz Twardowski (e Edmund Husserl, si può aggiungere). Tra parentesi, Hans Hahn, il matematico del Circolo di Vienna, lesse i "Paradossi dell'infinito" (come Russell, tra l'altro) e fece l'edizione nel 1913 insieme a Alois Höfler di alcuni scritti bolzaniani, e anche Walter Dubislav a Berlino agì come diffusore delle idee bolzaniane. Stadler sostiene però, con largo appoggio di critica, del resto, che il vero mentore della filosofia scientifica austriaca fu però Franz Brentano. Nonostante Bolzano fosse stato una mente filosofica di grande e ancora sottovalutato peso, che pure - si pensi al suo allievo prediletto Robert Zimmermann - ebbe anche una specie di "scuola" e una rilevantissima influenza indiretta, anche grazie a Zimmermann, autore di una "Propedeutica Filosofica" (1853, 1860, 1867) di grande successo, su tutta la tradizione austriaca, la sua attività, di fatto, non fu paragonabile come influenza diretta a quella di Brentano. Quest'ultimo fu il fondatore di una filosofia empirica su una base di tipo oggettivistico-fenomenologico (Stadler), opposto a Kant e all'idealismo tedesco. Brentano fu, dando grande rilievo alle idee di David Hume e John Stuart Mill. l'iniziatore di quello che Peter Simons chiama "l'asse analitico austrobritannico" - largamente estraneo a Bolzano. Nella scuola i temi chiave furono l'intenzionalità, il concetto di (verità come) evidenza, la critica della lingua, la metafisica analitica. Giustamente famosa è rimasta una delle tesi centrali dell'abilitazione brentaniana "il vero metodo della filosofia non è altro che quello delle scienze naturali". Queste posizioni furono diffuse dai suoi allievi, che in particolare si dedicarono (o diedero i natali) alla fenomenologia (Husserl, poi migrato verso altri più oscuri lidi) alla psicologia della Gestalt (o "della forma") (Christian von Ehrenfels (che poi creò la Scuola di Berlino, di cui fecero parte Wolfgang Köhler, Max Wertheimer e Kurt Koffka), all'analisi del linguaggio (Anton Marty) e alla metafisica analitica (Alexius Meinong, Twardowski). Molto interessante è anche prendere in considerazione la generazione degli allievi di Twardowski, ossia la Scuola di Leopoli-Varsavia (Jan Lukasiewicz, Stanislaw Lesniewski, Kazimierz Ajdukiewicz, Tadeusz Kotarbinski, la generazione successiva di Alfred Tarski) che qualcuno è tentato di descrivere come la terza e quarta generazione di brentaniani. Ripercussioni di quest'ultima si fecero sentire su Roman Ingarden (da alcuni non inserito nella Scuola) e sul Circolo di Cracovia (Jozef Bochenski, Jan Salamucha). Per motivi clerico-politici simili a quelli che costarono a Bolzano la cattedra, Brentano lasciò l'incarico di Vienna nel 1895. In qualche modo il vuoto a Vienna fu riempito da un'altra figura centrale, il fisico-filosofo Ernst Mach. Dopo aver insegnato a Graz e Praga, tornò di nuovo a Vienna dal 1895 sulla cattedra di "Filosofia, in particolare storia e teoria delle scienze induttive" creata apposta per lui. Il suo tentativo di una fondazione storico-sociale ed evoluzionista della scienza era in stretto legame con la sua attività politica sulla scia dell'illuminismo inglese e francese. Mach propagandava un'immagine del mondo monistica, aspirando alla sostituzione del materialismo meccanicista in un'unità di fisica, fisiologia e psicologia. Le sue idee ebbero effetti considerevoli, nel bene e nel male, sulla filosofia, le scienze naturali, la politica e l'arte: la sua visione della scienza e della conoscenza, cui parte integrante facevano, tra l'altro, il famoso principio di economia e il metodo storico-critico, rese attuale una concezione scientifica del mondo interdisciplinare caratterizzata anche dall'aspirazione all'umanizzazione e la democratizzazione della scienza e della società. Indipendentemente dall'aspetto specifico del fenomenismo di Mach - per inciso così come la scuola brentaniana fu indipendente da alcune posizioni del maestro - questi furono anche gli elementi comuni agli autori del Circolo di Vienna, il cui "organo di popolarizzazione" (1929-1934) si chiamò proprio "Società Ernst Mach". Dopo il 1902 e fino al 1906 il suo posto fu preso da Ludwig Boltzmann. Dopo il 1907 il fisico Philipp Frank, il sociologo ed economista Otto Neurath, Hans Hahn e Richard von Mises formarono un circolo di discussione, un "proto-circolo di Vienna", legato a Mach, sulla scientificità della filosofia, in particolare riguardo a una sintesi di empirismo e convenzionalismo. In particolare Frank e von Mises erano interessati all'impiego della nuova logica di Frege e Bertrand Russell. Neurath fu l'ispiratore di tendenze olistiche, come si ritroveranno poi in Quine (in connessione con l'opera di P. Duhem). Risale al 1922 l'evento, decisivo per la formazione del Circolo di Vienna, dell'avvicendarsi sulla cattedra di Mach e Boltzmann di Moritz Schlick. Con "Circolo di Vienna" (Wiener Kreis) si intende il gruppo di studiosi costituitosi intorno a Schlick e al seminario che egli teneva, a partire dal 1923. Il circolo cominciò nel 1925 a riunirsi il giovedì sera, continuando così la tradizione di Hahn, Frank e Neurath. Nel 1926 si aggiunge Carnap, invitato da Schlick come assistente. Con il manifesto La concezione scientifica del mondo , a firma di Neurath, Carnap, e Hahn, il Circolo di Vienna si presentava al pubblico nel 1929. Il circolo di Vienna ebbe quattro fasi. 1. Il circolo del 1907-1914; 2. (1918-1924) in cui Hans Hahn, che Frank considerava il vero fondatore, giocò un ruolo significativo; 3. (1924-1928) fase non pubblica, caratterizzata dal contatto con Ludwig Wittgenstein; il Tractatus logico-philosophicus era letto attentamente durante le sedute; 4. fondazione della Società "Erst Mach" e fase pubblica: "manifesto" e partecipazione al primo convegno sulla teoria della conoscenza e le scienze esatte di Praga. Questa è la fase dei contatti frequenti con Karl R. Popper. Facevano parte del circolo - oltre ai filosofi già citati - Herbert Feigl, Friedrich Waismann, Béla Juhos, Heinrich Neider, Josef Schächter, Edgar Zilsel, Felix Kaufmann, Karl Menger, il grande logico Kurt Gödel, Gustav Bergmann, Heinrich Löwy, Theodor Radakovic, e la generazione più giovane di Walter Hollitscher, Rose Rand, Marcel Natkin, Josef Frank. Nel 1930 Reichenbach e Carnap fondano Erkenntnis, la rivista ufficiale del movimento, che si pubblica ancor oggi. A questi anni risale il contatto con i polacchi di Varsavia Tarski, Lesniewski, Ajdukiewicz e Kotarbinski. Gli anni 1933/34 segnano l'inizio dell'ondata emigratoria in USA, Irlanda, Gran Bretagna; l'omicidio di Schlick nel 1936, a suggello della fine del Circolo di Vienna, è seguito in Polonia dalla morte di Twardowski (1938) e Lesniewski (1939), e dalle uccisioni di Mordechaj Wajsberg e Adolf Lindenbaum, tra gli altri, ad opera del regime nazista. Scegliamo il 1939, l'anno dell'invasione della Polonia da parte di Germania e Russia come fine di questa tradizione.
1. Metafilosofia:Minimalismo filosofico e conseguente pluralismo 2. Radici e fonti ispiratrici: filosofia empirista britannica 3. Mezzo: linguaggio logico ideale 4. Nemici: relativismo e storicismo 5. Temi: a priori, verità, interrelazioni fra i macrofenomeni (scienze sociali, etica) e i microfenomeni, o le esperienza mentali 6. Atteggiamenti: Ontologismo e mereologia, riduzionismo
Non tutti gli autori austriaci hanno 1-6 in comune, o hanno mantenuto ferme le loro posizioni. Si noti che, ad esempio, l'elemente di maggior varietà in questa tradizione è la differenziazione delle Weltanschauungen individuali - ovvero orientamenti di visione globale del mondo e della realtà. Questo, però, deriva da 1., ossia dal carattere fondamentale del minimalismo filosofico che li contraddistingue. Un altro elemento di differenziazione è l'atteggiamento verso la metafisica; un altro ancora la diversa valutazione del kantismo; un altro ancora è l'interesse vivo o scarso per i risultati di alcune scienze empiriche come la fisica. E' vero anche che altri autori pur non essendo per niente "austriaci" hanno avuto tutto questo in comune, specialmente se si guarda al mondo britannico di Russell e Moore. E' vero anche che il Circolo di Vienna ha caratteristiche molto diverse dalla scuola di Brentano, e che la tradizione brentaniana fu molto meglio conservata in Polonia che trasmessa direttamente ai Neurath&Co.. La tesi che Brentano fu il vero padre della filosofia austriaca è fortemente sostenuta da Barry Smith, che la propone come rinforzo, ma forse sarebbe meglio dire "focalizzazione", alla cosiddetta "tesi Neurath-Haller". Smith si ispira a un dualismo Austria/Germania, secondo la quale, a grandi linee, l'Austria rappresentò un luogo filosofico analitico e la Germania uno continentale; e propone una definizione in negativo come rovescio delle tendenze unificatrici, livellanti e nazionaliste imperanti nella vicina Germania e ispirate all'idealismo.
·
l'attenzione per gli usi e gli abusi del linguaggio, ·
l'aspirazione alla chiarezza concettuale e espositiva legata
alla convinzione che il linguaggio filosofico debba essere un mezzo, non già
un fine che si faccia contenuto iniziatico, ·
il rispetto per il lavoro e il metodo degli scienziati. La definizione qui proposta riesce a catturare, mi sembra, Bolzano, Brentano e i brentaniani, il Circolo di Vienna, la Scuola di Leopoli-Varsavia, Wittgenstein, Reichenbach e il circolo di Berlino, e qualche caso isolato con rapporti sufficientemente stretti con qualcuno di questi - tra parentesi esclude sicuramente Frege, troppo isolato, conosciuto relativamente tardi via Russell[2], e i britannici. D'altro canto, però, questa tradizione presenta anche bastanti aspetti per essere considerate suddivisa almeno in 4-5 unità: Bolzano, Brentano e le generazioni di brentaniani, la Scuola di Leopoli-Varsavia, il Circolo di Vienna e outsider isolati come Wittgenstein. Questo è il motivo per cui - malgrado così non sembri - l'accordo della critica su per cosa "filosofia austriaca" sia un nome, sembra poco più che apparente. Si concorda davvero solo sul fatto che Brentano e i brentaniani siano sussunti sotto il termine. Si sceglie di usare "filosofia austriaca" per tutta la tradizione, o lasciare che "filosofia austriaca" includa giusto Brentano e la sua scuola, ed escludere tutto il resto; includere o meno il Circolo di Vienna e Wittgenstein; escludere il Circolo di Vienna e Wittgenstein, includere Bolzano e la Scuola di Leopoli-Varsavia, per cui è felicemente utilizzabile l'etichetta "filosofia austro-polacca" o "filosofia mitteleuropea", il che è in ultimo la proposta qui avanzata, ovvero
Bolzano, i Brentaniani e la Scuola di Leopoli-Varsavia formano un complesso unitario, per cui vogliamo usare il nome di "filosofia mitteleuropea", caratterizzato dall'interesse ontologico semantico e da una spiccata '"ossessione per la verità" .
Possiamo infine includere gli outsider, come i berlinesi, Lotze e Frege e parlare di "filosofia analitica continentale". Se infine vogliamo allargare ancora il campo, includere Russell, Moore, Ramsey e i britannici, e non ultimo anche gli scandinavi, dovremmo parlare infine di "filosofia analitica europea".
Riassumendo, certamente il Circolo di Vienna non fu un ragno baconiano - tutt'altro! - e si impiantò grazie a una tradizione con cui ha elementi comuni, ma ebbe sviluppi propri che si debbono far risalire soprattutto a Mach e altre influenze. Il "contesto", inoltre, andrebbe forse ricercato con maggiore convinzione nelle condizioni socio-politiche della Vienna del tempo. Non bisogna certo dimenticare che l'Europa di Neurath era stata sconvolta dalla Prima Guerra Mondiale e l'Austria - in cui i circolisti erano intellettuali di fronda - un paese che avrebbe pochi anni dopo aderito entusiasticamente al Reich hitleriano, lontanissima ormai dalla Vienna fin de siècle di Brentano e Twardowski. L'influenza filosofica di Bolzano e dei brentaniani fu forse poco più che indiretta; molti tipici orientamenti brentaniani, rispetto per la metafisica scientifica in primis - benché completamente alternativi e radicalmente diversi rispetto a quelli dei cosiddetti "continentali" - sarebbero stati molto humeanamente condannati alle fiamme dell'inferno dai circolisti viennesi.
Austrian philosophy is a special branch of
philosophy, Note [1] L'opposizione in questione ha avuto anche l'attenzione di un dibattito (in gran parte italiano) sul Sole 24 ore (luglio `97) in cui un certo spazio è stato dedicato ai nuovi indirizzi di pensiero che tendono a conciliare i due schieramenti. Non a caso, perché riviste e studi che hanno per obiettivo il confronto fra i due indirizzi sembrano spuntare a un ritmo ben sostenuto. Ancora più di recente, nell'ultimo numero della Rivista di Filosofia, Massimo Ferrari pubblica una recensione all'ultimo libro di Friedrich Stadler, che si conclude abbastanza singolarmente con un'esortazione a tener conto dei risultati della ricerca che tende a mettere in risalto i debiti di Carnap e dell'empirismo logico con la "filosofia continentale". Ferrari cita l'introduzione di Sergio Cremaschi "L'isola che non c'è: l'arcipelago analitico e le filosofie continentali" a un volume a cura di quest'ultimo, Filosofia analitica e filosofia continentale, Firenze, La Nuova Italia, 1997, in cui si arriva a prendere come il dialogo tra Russell e Brentano come fuorviante esempio di dialogo tra analitici e continentali. [2] Per inciso Russell, figura di riferimento all'interno del Circolo di Vienna, era venuto a contatto con Brentano e Meinong subito dopo il suo rifiuto - in tandem con Moore - dell'idealismo e la rivolta contro Bradley e McTaggart, e grazie anche a G. F. Stout. © Arianna Betti, ultima revisione marzo 2000
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