Domande&Commenti: Arianna Betti

 

Rudolf Carnap (1891-1970): da Jena alla Costruzione logica del mondo
i. Le liste di Carnap
Al tempo della sua Autobiografia intellettuale Carnap scriveva che gli autori che lo avevano più infuenzato nel suo sviluppo intellettuale al tempo dell'Aufbau erano Gottlob Frege, Bertrand Russell e Ludwig Wittgestein.
Però in una lettera a Dingler del 1920 Carnap fornisce tutt'altra lista:Kant, Riemann, Helmholtz, Mach, Avenarius, Poincaré, Natorp, Ostwald, Einstein, Weyl. Solo per dire che anche i grandi, a volte, valutano male o in modo poco obiettivo il loro passato. Questo potrebbe dunque riguardare anche le notizie che seguono, tratte dall'Autobiografia.
 
ii. Vita e formazione (fino all'Aufbau)
 

Carnap era tedesco. Nacque nel 1891 a Ronsdorf, vicino Bramen, nella Germania nord-occidentale, dove la famiglia si trasferisce dopo la morte del padre nel 1898 e lì frequenta il ginnasio classico. Nel 1909 si sposta a Jena. Studia dal 1910 al 1914 all'Università di Jena e Friburgo, dapprima filosofia e matematica, poi filosofia e fisica. Ha la fortuna di studiare con Gottlob Frege a Jena - definito l'unico "logico autentico". A Jena studia dettagliatamente la Critica della Ragion Pura kantiana, i cui echi si ritrovano nelle sue prime opere, a cominciare dallo Spazio (1920). Si appassiona alla matematica come scienza incontrovertibile opposta alle litigiosità filosofiche, ma è Frege a offrirgli gli stimoli migliori, nella "zona di confine tra filosofia e matematica", la logica simbolica e i fondamenti della matematica. Professore associato a Matematica, Frege era quel tempo sconosciuto e grandemente sottovalutato dai tedeschi suoi contemporanei: la sua riscoperta avvenne grazie a un suo critico, l'inglese Bertrand Russell. Carnap frequenta nel 1910 il corso fregeano sull'Ideografia (Begriffschrift, scrittura per concetti, critta nel 1879), e poi ancora nel 1913, incuriosito dal programma logicista, ossia dalla possibilità di ricostruire l'intera matematica a partire dai soli concetti logici. Da quanto dice Carnap nella sua Autobiografia, Frege non seppe mettere in evidenza il significato filosofico della propria opera logica. Carnap ne comprese il senso rileggendo Frege e Russell dopo la Grande Guerra. 1914: corso di Frege La logica nella matematica, in cui Frege deplorava il disinteresse dei matematici per la costruzione di un sistema matematico unificato e ben fondato. Carnap inizia la ricerca nel 1913, con l'intenzione di addottorarsi in fisica sperimentale, ma lo scoppio della guerra nel 1914 lo distoglie. Si interessa di psicologia, però ne deplora la mancanza di chiarezza esplicativa e la poca omogeneità fondazionale. Durante gli anni di studio Carnap diventò ateo, e assunse una posizione naturalistica secondo la quale ogni cosa che accade è parte della natura e l'uomo è la più alta forma di vita, mortale come la sua anima. L'idea carnapiana antimetafisica, secondo la quale "le principali affermazioni della metafisica sono fuori del campo della scienza e irrilevanti per la conoscenza scientifica" nasce in questi anni e non vi è estranea la considerazione critica della teologia. Prende parte alla guerra scoprendo l'impegno politico: nel 1917 a Berlino si avvicina agli ambienti socialisti. Nello stesso anno scopre e comincia a studiare la teoria della relatività einsteiniana. Dopo la guerra lavora alla ricerca filosofica a Jena e vicino Friburgo. I suoi interessi riguardano soprattutto la fisica teorica e la filosofia. Nel 1919 studia i Principia Mathematica (1910), colpito soprattutto dalla teoria delle relazioni là elaborata. Il suo primo tentativo di addottorarsi con una dissertazione circa un sistema di assiomi per una teoria fisica dello spazio e del tempo cozza contro la rigida separazione accademica dei compiti tra filosofia e fisica teorica. Si addottora poi nel 1921 con Lo spazio, un lavoro sulla diversa, triplice concezione di spazio sostenuta da filosofi, matematici e fisici di ispirazione parzialmente neokantiana. A partire dal 1920 aveva intanto riscoperto il pensiero di Frege studiando i Grundgetze der Arithmetik (Principi dell'aritmetica, 1893/1903), il cui già citato logicismo influenza ora Carnap nella convinzione che la logica e la matematica, analitica come la logica, debbano fornire le forme dei concetti, delle asserzioni e delle inferenze applicabili ovunque, e dunque a campi non-logici come la scienza empirica. La distinzione logica/non-logica gli appare fondamentale (si veda descritto a p. 13 della sua Autobiografia il divario con Tarski e Quine). In particolare Carnap impara da Frege da l'attenzione per la chiarezza e l'accuratezza dell'analisi linguistica, compresa l'importanza della distinzione fra espressione e "ciò per cui un'espressione sta", e riprende da lui la famosa distinzione fra Sinn (senso, significatum) e Bedeutung (significato, denotazione, nominatum). Se Frege influenzò logica e semantica carnapiana, Russell - a cui riconosce di dovere moltissimo - fu importante per il quadro più propriamente filosofico: nel 1921 lesse La conoscenza del mondo esterno (1914) secondo il quale lo studio della logica è lo studio più importante per la filosofia, giacché ne fornisce il metodo d'indagine. Carnap vede dunque il suo compito nell'applicazione del "nuovo strumento logico all'analisi dei concetti scientifici e alla chiarificazione dei problemi filosofici". Nel 1924 Carnap tenta di rendere fruibile la logica simbolica e mettere in opera i suoi intenti filosofici preparando un manuale tratto dai Principia Mathematica, che all'epoca non erano di facile reperimento, che sarà la prima versione del successivo Abbozzo di logistica (Abriss der Logistik, 1929). Nel 1923 intanto, aveva incontrato Hans Reichenbach, con cui era già da tempo in corrispondenza, a una conferenza a Erlangen . La collaborazione con Reichenbach è motivata da comuni interessi e simili idee sulla teoria della conoscenza e sulla logica, sui fondamenti filosofici della fisica, sulla teoria della relatività e connessi problemi metodologici che si impiantavano sulla comune formazione fisico-filosofica. Carnap individuò nella conferenza di Erlangen l'inizio del movimento della filosofia scientifica in Germania. Nel 1923-26 pubblica contributi sui fondamenti della fisica. Ma nel periodo 1922-1925 Carnap si concentra sulle considerazioni che daranno origine alla Costruzione logica del mondo (1928): l'analisi dei concetti del linguaggio ordinario che si riferiscono a oggetti del nostro ambiente, e loro proprietà e relazioni osservabili e la costruzione di definizioni logico-simboliche di tali concetti. Se il procedimento di tale ricostruzione razionale del sapere scientifico e comune doveva passare necessariamente dalla considerazione di fatti psicologici, non era la descrizione dell'effettivo processo genetico della conoscenza che interessava Carnap, bensì la trattazione analitica del problemi critici del conoscere. Tale analisi doveva infatti restituire uno schema di procedimento razionale immaginario, che conducesse però agli stessi risultati dei processi psicologici effettivi. Scomponendo progressivamente un processo percettivo, Carnap arrivava a quelli che l'austriaco Ernst Mach (1838-1916) chiamava elementi. Tentò dapprima di legare la dottrina fenomenista machiana alla logica delle relazioni di Russell applicata all'analisi di strutture materiali complesse. Quando si rivolse però alla psicologia della forma (Gestaltpsychologie) del boemo Max Wertheimer (1880-1943) e del tedesco orientale Wolfgang Köhler (1887-1967), trovò l'approccio olistico assai più corretto. Sostituì dunque agli elementi machiani non singoli dati sensoriali, ma esperienze istantanee complessive dette Elementarerlebnisse (o vissuti elementari). Operando tramite una "quasi-analisi" basata sulla relazione di similarità tra esperienze, si giungeva alla costruzione logica di queste entità, si arriva ai vari dominî sensibili (dominio visivo, posizioni, colori e somiglianze di colore, ordine temporale etc.). Si costituiscono poi le cose percepite nello spazio tridimensionale, compreso il proprio corpo, successivamente gli altri corpi e poi le altre menti. Nello scrivere la costruzione logica del mondo, Carnap adoperò quattro linguaggi differenti (quello neutrale della logica simbolica, e rispettivamente tre linguaggi di traduzione delle formule del precedente, linguaggio ordinario, linguaggio realistico della scienza naturale, linguaggio operazionale). In questa scelta si rispecchiava un'indifferenza per le controversie di tipo ontologico, evidente anche nelle indicazioni carnapiane per la riformulazione del sistema dei concetti dell'Aufbau, là in chiave fenomenica, in chiave fisicalistica. Questo aspetto di indifferenza ontologica permea tutta la produzione carnapiana: nell'Aufbau la scelta della base fenomenica, sulla scorta di Mach e del tedesco Richard Avenarius (1843-1896), non era motivata da convinzioni ontologiche, ma dall'opportunità metodologica di dare conto anche delle relazioni epistemologiche tra i concetti oltre che di quelle logiche. La costituzione del mondo fisico in sequenza temporale è descritta da un sistema di quadruple ordinate di numeri reali come sistema di coordinate di punti spazio-temporali. La prima versione del libro fu ultimata nel 1925, poi riveduta e pubblicata finalmente nel 1928. Carnap si aspettava che qualcuno seguisse e perfezionasse il suo esempio, ma vide deluse le sue aspettative, fino al 1951, quando Nelson Goodman pubblicherà La struttura dell'apparenza. E' interessante notare che la valutazione dell'approccio fenomenico dell'Aufbau da parte di Carnap nel 1973 non era più del tutto positiva, ma questo non pregiudicava (ancora una volta) il fatto che i problemi posti e alcune delle soluzioni fossero utili e attuali.
 
Per una filosofia scientifica.
Il Manifesto del Circolo di Vienna,
Wissenschaftliche Weltauffassung (1929)
Coloro che trattarono le scienze furono o empirici o dogmatici. Gli empirici, come le formiche, si contentano di ammassare per poi consumare. I razionalisti, come i ragni, traggono la tela dalla loro sostanza cerebrale. Sono le api che tengono la via di mezzo: traggono la materia prima dai fioridegli orti e dei campi, poi la trasformano elaborandola in virtù della loro propria attività. Non dissimile è l'opificio della vera filosofia, che non si deve servire soltanto o soprattutto delle forze mentali, e non si deve limitare a conservare intatta nella memoria la materia fornita dalla storia naturale e dagli esperimenti meccanici, ma deve raccoglierla nell'intelletto trasformata ed elaborata. Così la nostra più grande speranza è riposta nell'unione sempre più stretta e vincolata di queste due facoltà, quella sperimentale cioè e quella razionale, unione che non si è a tutt'oggi costituita.
 

Francesco Bacone, Novum Organum, 1620, §95, Trad, di E. DeMas

 
 
Ricordiamo le fasi del circolo di Vienna:
 
1. Il cosiddetto proto-circolo del 1907-1914 (Hahn, Frank, Neurath, von Mises);
2. Il periodo 1918-1924, la "fase di costituzione" dominata dalla figura di Hahn;
3. La fase "non pubblica", 1924-1928, quella della lettura del Tractatus ;
4. Fondazione della Società "Erst Mach" e fase pubblica dal 1928 in poi.
 
La concezione scientifica del mondo, l'opera con cui il Circolo si presentava al mondo, risale a quest'ultima fase. Si trattava di un manifesto di filosofia con requisiti minimi individuati nell'empirismo, il logismo, e l'atteggiamento di fondo scientifico, di la cui eminenza grigia era Neurath, che fu il primo responsabile degli accesi toni propagandistici e politici dello scritto. Il programma militante pluralista e minimalista, aveva toni quasi futuristi nel richiamarsi al frankiano "vino nuovo in botti nuove!" (non a caso, uno dei filosofi che Ajdukiewicz riteneva più vicini ai circolisti, Leon Chwistek, era stato il fondatore del futurismo polacco). Del libro - 60 pagine di cui una trentina di testo - furono questi ultimi a incontrare la disapprovazione del più conservatore Schlick, a cui pure lo scritto era dedicato.
 
La vera filosofia delle api
 
Come proponimenti caratteristici del manifesto si possono citare, con Pasquinelli,
 
1.
l'edificazione di una sintesi enciclopedica del sapere scientifico contemporaneo, attraverso l'esplicita unificazione del suo linguaggio su basi intersoggettive
2.
lo sviluppo una gnoseologia alfine davvero conforme agli esiti più rivoluzionari e intellettualmente significativi della stessa scienza odierna.
 
Per le sue connotazioni che ricordano le api di Bacone, "Empirismo logico" è forse la formula che cattura meglio il tipo di filosofia espressa nella Wissenschaftliche Weltauffassung: caratterizza la circoscrizione del campo della conoscenza al dominio empirico e l'individuazione dello strumento filosofico principe nell'analisi logica del linguaggio. [1 ].
Quest'ultimo, pur non essendo affatto un'invenzione dei circolisti, era un metodo ora proposto programmaticamente, e con forza polemica, come nuovo e di fatale importanza per gli sviluppi della filosofia. Questo strumento sarebbe stato usato allo stesso tempo con intento costruttivo, positivamente, per fare ricerca filosofica su problemi autentici, e con intento critico, ossia in negativo, per smascherare la pseudo-ricerca filosofica su pseudo-problemi. La metafisica e [10] la teologia [11] sono considerate dai circolisti nemici da combattere per la tendenza a confezionare pseudo-problemi e a costituirsi come insieme di proposizioni prive di senso. Nel 1932 Carnap pubblicherà infatti Il superamento della metafisica mediante l'analisi logica del linguaggio in cui quest'ultima è usata per dimostrare che problemi ritenuti genuini non sono in realtà tali perché il linguaggio dell'enunciato del problema in questione è oscuro, insensato, ambiguo o tutte e tre le cose insieme, come nel caso del passo heideggeriano sul nulla che nullizza (das Nichts nichtet).[2] All'intento costruttivo dell'analisi logica si ricollega il motto secondo cui "non esistono enigmi insolubili" [2.1], perché tutto ciò che può essere formulato come domanda può essere formulato chiaramente, donde il fatto che una risposta - tempo e avanzamento della ricerca permettendo - è sempre possibile. È qui evidente l'influenza dell'aforisma wittgensteiniano 6.5, che si ritrova nel paragrafo §183 dell'Aufbau.
In conseguenza dell'attenzione per gli usi e gli abusi del linguaggio, si riteneva che le opere filosofiche dovessero adottare un linguaggio diretto e chiaro, il più possibile neutrale [3], e astorico [4].
I circolisti individuavano le loro radici filosofiche in pensatori quali Mach, Boltzmann, e altri autori "austriaci" nel senso chiarito in precedenza. Spesso, infatti, le affinità dei circolisti con i loro antenati andavano molto al di là di quello che i viennesi immaginavano, come nell'eclatante caso della polemica di Bolzano contro Hegel, molto meno conosciuta di quella Carnap/Heidegger citata sopra. Aggiungerò qui soltanto en passant che in certi casi le soluzioni sia dei cosiddetti "precursori" sia quelle dei loro contemporanei polacchi erano superiori a quelle dei circolisti (vedi lezione 5).
L'atteggiamento metafilosofico di fondo consisteva nel minimalismo [5] e nel pluralismo filosofico [6]. Con questo si intendeva dire che non si pensava che la filosofia scientifica dovesse essere un programma filosofico che esponesse tesi specifiche e particolari. Temi ricorrenti e fondamentali qui citati con cui, secondo gli autori del manifesto, la filosofia scientifica doveva confrontarsi erano l'intersoggettività, l'apriori [7], il convenzionalismo, lo scopo e struttura delle teorie scientifiche, i fondamenti della matematica, l'assiomatica, la - come si diceva allora - logistica [8]. Il tema dell'apriori - così come il convenzionalismo favorito nel manifesto - è importante perché richiama immediatamente il problema dei rapporti tra Kant e i circolisti: secondo questi ultimi non esisteva un giudizio sintetico a priori come Kant aveva sostenuto, ossia indipendente dall'esperienza e tuttavia capace di far progredire la conoscenza, di cui esempio per Kant erano i giudizi matematici, come 7 + 5 = 12. I giudizi, o più modernamente, ora, le proposizioni o gli enunciati potevano essere soltanto o analitici (a priori) o sintetici (a posteriori): gli enunciati analitici, se veri, lo sono in virtù del linguaggio e della sua struttura, quelli sintetici lo sono in virtù dell'esperienza (del problema del significato ci occuperemo in relazione a Carnap nella lezione 5). Le verità (enunciati veri) matematiche sono analitiche, perché secondo i circolisti la matematica è riducibile alla logica e la logica è analitica: le sue verità sono necessarie perché universalmente valide e a priori perché sono convenzioni linguistiche. Una terza via tra analitico e sintetico non era possibile. Cercheremo di capire un po' meglio più avanti la rilevanza del kantismo per Carnap.
Lo scopo a cui si doveva tendere in particolare era l'unificazione della scienza tramite l'edificazione di un sistema globale dei concetti [9]. Già dal fatto che il manifesto fu firmato da più autori è chiara l'enfasi posta sul lavoro collettivo e la cooperazione come ideale di ricerca, un atteggiamento consono a una visione scientifica della filosofia ottimistica e progressiva, come organizzazione-in-sistema di risultati oggettivi. Vedremo che l'oggettività in senso epistemologico, come intersoggettività, rimarrà un elemento centrale nelle ricerche di Carnap. Molti dei circolisti non furono filosofi puri, ma arrivarono alla filosofia o successivamente o parallelamente alla loro attività di fisici, matematici, etc. L'ideale a cui ci si doveva avvicinare era dunque la costruzione di una filosofia scientifica dove in linea di principio non ci fosse posto per i dibattiti sterili tipici di un certo modo di fare filosofia, chiamato in genere, come abbiamo già accennato, con il nome generico di "metafisica". Tutto ciò in base a uno spirito positivistico, e illuminista.
 
 
 

Note
 
[1] La concezione scientifica del mondo , p. 75 [torna su]
[2] "Il superamento della metafisica mediate l'analisi logica del linguaggio", in Pasquinelli ed., Il Neoempirismo, UTET, ????, pp. 516-7, trad. di "Die Ueberwindung der Metaphysik durch logische Analyse der Sprache", Erkenntnis, 1932, II, pp. 219-241. [torna su]
[2.1] Id. , p. 75 [torna su]
[3] La concezione scientifica del mondo , p. 74 [torna su]
[4] Id. , p. 77 [torna su]
[5] Id. , p. 72 [torna su]
[6] Id. , p. 74 [torna su]
[7] Id. , p. 78 [torna su]
[8] Id. , p. 68 [torna su]
[9] Id. , p. 74 [torna su]
[10] Id. , p. 61, 65, 72 [torna su]
[11] Id. , p. 76 [torna su]
 
continua

© Arianna Betti, ultima revisione gennaio 2000