Francesco Bacone, Novum Organum,
1620, §95, Trad, di E. DeMas
Ricordiamo le fasi del circolo di Vienna:
1. Il cosiddetto proto-circolo del
1907-1914 (Hahn, Frank, Neurath, von Mises);
2. Il periodo 1918-1924, la "fase di
costituzione" dominata dalla figura di Hahn;
3. La fase "non pubblica", 1924-1928,
quella della lettura del Tractatus ;
4. Fondazione della Società "Erst
Mach" e fase pubblica dal 1928 in poi.
La concezione scientifica del mondo, l'opera con cui il Circolo si presentava al mondo,
risale a quest'ultima fase. Si trattava di un manifesto di filosofia
con requisiti minimi individuati nell'empirismo, il logismo,
e l'atteggiamento di fondo scientifico, di la cui eminenza grigia
era Neurath, che fu il primo responsabile degli accesi toni propagandistici
e politici dello scritto. Il programma militante pluralista e
minimalista, aveva toni quasi futuristi nel richiamarsi al frankiano
"vino nuovo in botti nuove!" (non a caso, uno dei filosofi
che Ajdukiewicz riteneva più vicini ai circolisti, Leon
Chwistek, era stato il fondatore del futurismo polacco). Del
libro - 60 pagine di cui una trentina di testo - furono questi
ultimi a incontrare la disapprovazione del più conservatore
Schlick, a cui pure lo scritto era dedicato.
La vera filosofia delle api
Come proponimenti caratteristici
del manifesto si possono citare, con Pasquinelli,
1.
l'edificazione di una sintesi enciclopedica
del sapere scientifico contemporaneo, attraverso l'esplicita
unificazione del suo linguaggio su basi intersoggettive
2.
lo sviluppo una gnoseologia alfine
davvero conforme agli esiti più rivoluzionari
e intellettualmente significativi della stessa scienza odierna.
Per le sue connotazioni che ricordano le
api di Bacone, "Empirismo logico" è forse la
formula che cattura meglio il tipo di filosofia espressa nella
Wissenschaftliche Weltauffassung: caratterizza la circoscrizione
del campo della conoscenza al dominio empirico e l'individuazione
dello strumento filosofico principe nell'analisi logica del
linguaggio. [1
].
Quest'ultimo, pur non essendo affatto un'invenzione
dei circolisti, era un metodo ora proposto programmaticamente,
e con forza polemica, come nuovo e di fatale importanza per gli
sviluppi della filosofia. Questo strumento sarebbe stato usato
allo stesso tempo con intento costruttivo, positivamente, per
fare ricerca filosofica su problemi autentici, e con intento
critico, ossia in negativo, per smascherare la pseudo-ricerca
filosofica su pseudo-problemi. La metafisica e [10] la teologia [11] sono
considerate dai circolisti nemici da combattere per la
tendenza a confezionare pseudo-problemi e a costituirsi come
insieme di proposizioni prive di senso. Nel 1932 Carnap pubblicherà
infatti Il superamento
della metafisica mediante l'analisi logica del linguaggio
in cui quest'ultima è usata per dimostrare che problemi
ritenuti genuini non sono in realtà tali perché
il linguaggio dell'enunciato del problema in questione è
oscuro, insensato, ambiguo o tutte e tre le cose insieme, come
nel caso del passo heideggeriano sul nulla che nullizza
(das Nichts nichtet).[2] All'intento costruttivo dell'analisi logica
si ricollega il motto secondo cui "non esistono enigmi insolubili"
[2.1],
perché tutto ciò che può essere formulato
come domanda può essere formulato chiaramente, donde il
fatto che una risposta - tempo e avanzamento della ricerca permettendo
- è sempre possibile. È qui evidente l'influenza
dell'aforisma wittgensteiniano 6.5, che si ritrova nel paragrafo
§183 dell'Aufbau.
In conseguenza dell'attenzione per gli usi
e gli abusi del linguaggio, si riteneva che le opere filosofiche
dovessero adottare un linguaggio diretto e chiaro, il più
possibile neutrale [3], e astorico [4].
I circolisti individuavano le loro radici
filosofiche in pensatori quali Mach, Boltzmann, e altri autori
"austriaci" nel senso chiarito in
precedenza. Spesso, infatti, le affinità dei circolisti
con i loro antenati andavano molto al di là di quello
che i viennesi immaginavano, come nell'eclatante caso della polemica
di Bolzano contro Hegel,
molto meno conosciuta
di quella Carnap/Heidegger citata sopra. Aggiungerò qui
soltanto en passant che in certi casi le soluzioni sia
dei cosiddetti "precursori" sia quelle dei loro contemporanei
polacchi erano superiori a quelle dei circolisti (vedi lezione
5).
L'atteggiamento metafilosofico di
fondo consisteva nel minimalismo [5] e nel pluralismo filosofico
[6].
Con questo si intendeva dire che non si pensava che la filosofia
scientifica dovesse essere un programma filosofico che esponesse
tesi specifiche e particolari. Temi ricorrenti e fondamentali
qui citati con cui, secondo gli autori del manifesto, la filosofia
scientifica doveva confrontarsi erano l'intersoggettività,
l'apriori [7], il convenzionalismo, lo scopo e struttura
delle teorie scientifiche, i fondamenti della matematica, l'assiomatica,
la - come si diceva allora - logistica [8]. Il tema dell'apriori
- così come il convenzionalismo favorito nel manifesto
- è importante perché richiama immediatamente il
problema dei rapporti tra Kant e i circolisti: secondo questi
ultimi non esisteva un giudizio sintetico a priori come Kant
aveva sostenuto, ossia indipendente dall'esperienza e tuttavia
capace di far progredire la conoscenza, di cui esempio per Kant
erano i giudizi matematici, come 7 + 5 = 12. I giudizi, o più
modernamente, ora, le proposizioni o gli enunciati potevano essere
soltanto o analitici (a priori) o sintetici (a posteriori): gli
enunciati analitici, se veri, lo sono in virtù del linguaggio
e della sua struttura, quelli sintetici lo sono in virtù
dell'esperienza (del problema del significato ci occuperemo in
relazione a Carnap nella lezione
5). Le verità (enunciati veri) matematiche sono analitiche,
perché secondo i circolisti la matematica è riducibile
alla logica e la logica è analitica: le sue verità
sono necessarie perché universalmente valide e a priori
perché sono convenzioni linguistiche. Una terza via tra
analitico e sintetico non era possibile. Cercheremo di capire
un po' meglio più avanti
la rilevanza del kantismo per Carnap.
Lo scopo a cui si doveva tendere in
particolare era l'unificazione della scienza tramite l'edificazione
di un sistema globale dei concetti [9]. Già dal fatto che
il manifesto fu firmato da più autori è chiara
l'enfasi posta sul lavoro collettivo e la cooperazione come ideale
di ricerca, un atteggiamento consono a una visione scientifica
della filosofia ottimistica e progressiva, come organizzazione-in-sistema
di risultati oggettivi. Vedremo
che l'oggettività in senso epistemologico, come intersoggettività,
rimarrà un elemento centrale nelle ricerche di Carnap.
Molti dei circolisti non furono filosofi puri, ma arrivarono
alla filosofia o successivamente o parallelamente alla loro attività
di fisici, matematici, etc. L'ideale a cui ci si doveva avvicinare
era dunque la costruzione di una filosofia scientifica dove in
linea di principio non ci fosse posto per i dibattiti sterili
tipici di un certo modo di fare filosofia, chiamato in genere,
come abbiamo già accennato, con il nome generico di "metafisica".
Tutto ciò in base a uno spirito positivistico, e illuminista.
Note
[1] La concezione scientifica del mondo , p. 75 [torna
su]
[2] "Il superamento
della metafisica mediate l'analisi logica del linguaggio",
in Pasquinelli ed., Il Neoempirismo, UTET, ????, pp. 516-7,
trad. di "Die Ueberwindung der Metaphysik durch logische
Analyse der Sprache", Erkenntnis, 1932, II, pp. 219-241.
[torna su]
[2.1] Id. ,
p. 75 [torna su]
[3] La concezione
scientifica del mondo , p. 74 [torna su]
[4] Id. , p. 77
[torna su]
[5] Id. , p. 72
[torna su]
[6] Id. , p. 74
[torna su]
[7] Id. , p. 78
[torna su]
[8] Id. , p. 68
[torna su]
[9] Id. , p. 74
[torna su]
[10] Id. , p.
61, 65, 72 [torna su]
[11] Id. , p.
76 [torna su]
continua
© Arianna Betti, ultima
revisione gennaio 2000