Il
Monastero di San
Francesco
fu
fondato da Altrude e Margherita Rebursa, nobili aversane,
nel 1235, nel borgo Sant'Andrea fuori le mura, sull'area del
Castello di Riccardo Rebursa. Tra i nomi delle badesse che
ressero il convento figurano quelli delle famiglie
magnatizie di Aversa: Del Tufo, Mormile, Lucarelli,
Merenda.
Del
grande convento resta ben poco poiché, nella I°
metà di questo secolo, in seguito alle soppressione
di tali istituzioni, il chiostro grande e parte dell'area
del Belvedere delle Monache, furono espropriati per dare
assetto all'attuale piazza Municipio.
La
primitiva struttura è presente in un'ala del chiostro
romanico, dalle caratteristiche bifore con colonnine binate,
e in quello gotico (1306). Interessantissima è la
rifazione della chiesa del 1645 che presenta ornamenti di
marmi intarsiati policromi e splendidi altari tra cui
primeggia quello maggiore; gli stucchi, a completamento
della volta della navata e della cupola, risalgono al
restauro del 1753.
L'intervento
barocco della chiesa, tra le più belle della
città, si deve molto probabilmente a Cosimo Fansago,
lo stesso che progettò quella di San Martino in
Napoli, simile alla nostra.
Il
pronao, nella voltina a calotta, presenta un tondo
baroccesco affrescato, l'Estasi
di San Francesco,
una Santa
Chiara
e quattro
puttini
nei pennacchi, degli inizi del XVIII sec., la pregevole
porta
lignea
('600), coi riquadri di San
Francesco
e Santa
Chiara.
All'interno della bellissima chiesa, nella cappella destra,
la fastosa decorazione marmorea inquadra, all'altare, la
tela dell'Assunzione
di Maria,
seicentesca e gli affreschi, la
Morte
e l'Assunzione
della Vergine;
nella seguente, un'interessante
Annunciazione
del '600, con il Sogno
di Giuseppe
e la Visitazione;
nella III, l'Immacolata
Concezione,
di Lorenzo Ruggi (1671), allievo di Luca Giordano, e
affreschi della Natività
della Vergine
e della Presentazione
al Tempio.
Nel transetto due grandi dipinti di Francesco De Mura,
Santa
Chiara mette in fuga i Saraceni
e
la Pentecoste,
entrambi del 1764; il bell'altare
maggiore
(XVII sec.), di marmi policromi e l'interessante
ciborio
di legno dorato, decorano la tela di
San
Francesco in gloria,
di «Jusepe de Ribera Valentianus / Acc.us Rom.us / F.
1642»; altri affreschi
dell'abside
riportano episodi
della vita di Santa Chiara e,
al centro, Gloria
di Sant'Antonio,
del solimenesco Giustino Lombardo. Sul lato sinistro, alla
terza cappella, organo
di legno dorato, settecentesco; nella seguente, ai lati
Episodi
della vita di Gesù
e, sull'altare, la bellissima Adorazione
dei pastori di
«PETRUS BERRETTINUS / CORTONENSIS» (circa 1650);
nella I° cappella, affreschi
con Storie di Cristo
e, sull'altare, un pregevole Cristo
deposto
di Paolo De Majo (metà '700).
Nella
Sacrestia,
tra gli armadi lignei, è centinata la notevole tela
con Santa
Chiara in gloria
di Leonardo Olivieri e due Crocifissi
lignei
del '700.
Ritornati
nel cortile si raggiunge il chiostro
romanico,
ove, nel portico settentrionale, si trovano affreschi di
epoca medievale: nella prima campata, una
Madonna
col Bambino e Santi
(XIII sec.), in quella successiva,
Santa
Chiara ed altre religiose
(XIV sec.), belli sono i volti di due
Profeti
di scuola cavalliniana. Nell'ala successiva del chiostro si
accede al Cimitero
sotterraneo nel quale sono ancora visibili gli "scolatoi",
dove venivano deposte le salme delle monache.
Nel
coro inferiore, posto all'estremità dell'ala del
chiostro, si conserva una pregevole tavola della
Madonna
Lactans,
di modi di Guido da Siena.
Sul
ballatoio del I° piano vi sono altri affreschi:
Madonna
con Bambino e Santi, San Sebastiano, Sant'Antonio Abate e
San Rocco
(XV sec.). Nel coro superiore, al centro del soffitto,
San
Francesco in preghiera
di modi fiamminghi, del '500. Dal terrazzo è
possibile vedere l'antico campanile romanico e la bella
cupola rivestita di mattonelle maiolicate.
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