Convento
e Chiesa della Maddalena.
Il plesso fu
fondato da Carlo I° d'Angiò nel 1269, fuori
Porta San Nicola, come Hospitium
Lebrosorum,
su di una preesistente antichissima cappella, in seguito poi
trasferito nell'Ospedale di Sant' Eligio, nella stessa
Aversa. Nel 1420 il Convento fu occupato dai Minori
Conventuali. Dieci anni dopo, nel 1430, l'aversano Iacopo
Scaglione fece costruire il bel
chiostro
di pietra grigia ampliato poi dal frate Angelo Orabona,
arcivescovo di Trani, il quale vi aggiunse il
pozzetto
marmoreo
con lo stemma del casato, e affrescare le volte dei portici
con storie
e fasti francescani.
I
Francescani vi risiedettero fino al 1813 quando occuparono
il Convento
di San Domenico.
Il plesso fu trasformato in Casa dei folli del "Regno di
Napoli".
Dell'antica
istituzione angioina, Convento
e Chiesa della Maddalena,
più nulla rimane, mentre risale al periodo
rinascimentale il bel chiostro
col pozzetto sormontato da due colonnine
tuscaniche
- quello più antico, di San Bernardino, fu costruito
durante la probabile sosta del Santo nel convento - e la
zona presbiteriale della chiesa con l'alta cupola
semisferica che emula ambienti fiorentini
brunelleschiani.
L'interno
della chiesa, a navata unica, in buona parte trasformata nel
periodo barocco, presenta alcune opere di rilevante pregio
artistico: il Sarcofago
marmoreo di Paolo Lamberto,
fatto costruire dal fratello Pirro nel 1555, noto come opera
di Giovanni da Nola, e, del medesimo autore, le
statue
della cona dell'altare maggiore.
Le opere sono di un'intensità espressiva
straordinaria mentre la realizzazione è di una fine
perizia tecnica che investe ogni minimo particolare. Di
fronte al sarcofago di Lamberto è posto
quello
marmoreo di Angelo Orabona
(1575) con lo stemma del casato e, nello schienale, il
rilievo della Maddalena.
Nel lato destro della navata, dipinto su tela con
Gesù
Bambino che appare a Sant'Antonio da
Padova
e Affreschi
coi Miracoli di Sant'Antonio,
di Ignoto pittore del '700; nella seconda,
Santa
Lucia, Sant'Antonio, Sant'Aniello che adorano il simbolo
eucaristico,
di Nicola Mercurio (1713); nella terza un bellissimo
Crocifisso
ligneo su tronco d'albero (inizi XIV sec.); l'altare
successivo è adorno dell'affresco della
Madonna
col Bambino,
del XVI sec.
Nel
lato destro del transetto si trova la bella tela (in
restauro) dell'Adorazione
dei Magi
(XVI sec.), di Pietro Negroni; sulla parete destra, un
San
Pasquale Baylon,
secondo il Parente, di Onofrio Marchione (sec. XVIII). Bella
è la Cona
dell'altare maggiore
col rilievo della Madonna
col Bambino
che sovrasta una chiesa che corrisponde al modello
cinquecentesco della nostra francescana e, nelle nicchie, i
Santi
Pietro e Paolo.
Nel lato sinistro del transetto si trova la tavola
seicentesca dell'Immacolata
Concezione,
che sormontava un'altare (1777). Sulla parete sinistra una
tela seicentesca con San
Francesco e Santa Chiara appaiono a San Pasquale
Baylon,
mentre a destra, la tela con Gesù
in casa di Marta e Maddalena
('600).
A
sinistra della navata, tela settecentesca con
San
Celestino;
una tela con San
Pietro d'Alcantara e San
Bernardino
('700); nella seconda cappella, una interessante
Crocifissione,
mentre nella prima emerge la bellissima
Maddalena
(I° metà 1700), di Carlo Mercurio.
Sono
attualmente in restauro, un trittico,
Madonna
tra San Sebastiano e San
Francesco
di Angiolo Arcuccio (II° metà XV sec.), e due
tele con Scene
di battaglie
di Ilario Spolverini.
Nel
pronao della facciata si trova un
fregio
marmoreo
adattato a sarcofago.
Nel
marzo del 1813 i frati Minori lasciarono il convento che fu
occupato dall'Ospedale psichiatrico, sorte che subirono
molte strutture conventuali. Dopo tale cambiamento il
Convento divenne "Casa di cura dei folli" (1813).
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