Gruppo mar., Madonna con Bambino, del monum. fun. di Matilde d'Acaia (1332) di T. di Camaino

             Il Seminario arcivescovile fu costruito per volere dal cardinale Innico Caracciolo, vescovo di Aversa, tra il 1711 e il 1715, dall'architetto romano Carlo Beratti, sull'area del Vecchio castello, della Casa degli Ecclesiastici, che aveva in comune un orto con la Chiesetta di San Benedetto, del palazzo degli Eletti e il Palazzo del Conte presso la Cattedrale.

            Varcato l'ingresso dal classicheggiante
portale, sulla porta lignea dell'androne emerge un interessante San Michele clipeato; l'interno, con l'armonioso chiostro rettangolare, con doppio ordine di arcate, di cui il secondo con finta prospettiva, crea effetti tonali emulanti ambienti berniniani romani del palazzo Barberini. A sinistra è murata una epigrafe marmorea di età repubblicana. A destra si accede al piano nobile dallo Scalone d'Onore e alla sala del Refettorio, ora auditorium; in questa sala si custodisce il ciclo pittorico dalla dissacrata Chiesa del Carmine, sei tele, e una Cena in Emmaus. I dipinti del ciclo, inneggianti l'Ordine Carmelitano, costituiscono un'importante raccolta pittorica settecentesca della città.
            Sulla parete di fondo,
Cena in Emmaus di Ignoto demuriano. L'opera si ispira alle composizioni venete e, per i forti contrasti tonali, si colloca ai primi decenni del XVIII sec.; sulla parete sinistra, la tela Madonna, il Bambino e i Santi Carmelitani, Angelo e Alberto da Messina di Episcopo (1796), seguace dello Stanzione. Il dipinto, dai morbidi passaggi di colore, rievoca la pittura accademica bolognese dei Carracci.
             La tela che segue, di Ignoto (fine XVIII sec.),
San Barbara, San Biagio e San Emidio, è di ambito demuriana. Sulla parete di fronte, Madonna col Bambino e i Santi Antonio e Paolo, eremiti, e Paolo di Tarso (Ignoto fine XVIII sec.). Segue una tela devozionale, Santa Caterina d'Alessandria e Santa Lucia, di ignoto autore (XVIII-XIX sec.). Altri dipinti sulla controfacciata dell'ingresso sono, due grandi tele, Crocifisso coi Santi Angelo, Carlo Borromeo e Francesco di Paola e Madonna e Santi in gloria, entrambe di Nicola Mensele, pittore di origine calabrese aderente a modi solimeneschi.

            Ritornando allo Scalone d'Onore, realizzato, forse, su disegno dello stesso Beratti, in origine presentava scalini di piperno grigio che meglio si intonavano al bianco della balaustra. Sul primo ballatoio si trova il bel gruppo marmoreo della
Madonna col Bambino, su di un capitello corinzio donato dal vescovo di Teano alla curia aversana; il gruppo che lo sovrasta è l'unico frammento del monumento funerario di Matilde d'Acaia, morta ad Aversa nel 1331, eseguito da Tino di Camaino un anno dopo. Sulla medesima parete, in alto, è posto un ritratto del card. Enrico Caracciolo, di discreta fattura.
            Sulle altre pareti del vano dello scalone,
Sant'Andrea, che fa da pendant al San Pietro (del vano attiguo). Sono opere di gusto fracanzaniano di grande vigore plastico. Nella Decollazione del Battista, di Ignoto del '600, si ravvisano modi del tardo manierismo toscano. Bella e leggiadra è la figura di Salomè.
            La successiva tela,
Madonna del Rosario e Santi Domenicani, è forse di Paolo de Majo che tanto ha lavorato in Aversa. Lo schema compositivo tardo cinquecentesco è caratteristico delle storie di Maria e di Gesù.

            Nella stanzetta attigua oltre al già ricordato
San Pietro vi sono la Pietà e Santi francescani, di Ignoto inizi del '700, alla maniera di Paolo de Majo, e la Madonna col Bambino, Santa Chiara ed altri Santi, di fattura più solenne del precedente.

            Appena usciti dallo scalone sulla parete destra vi sono
alcuni ritratti di vescovi e insigni del seminario: il card. Innico Caracciolo, di Ignoto (II° metà '700), simile all'ovale del monumento funerario della cattedrale di Antonio David.
            Il secondo è del
card. Francesco Morano, alunno del Seminario, di discreta fattura; il terzo, di mons. Carlo Caputo; il quarto, di mons. Francesco Vento, tutti vescovi di Aversa. Sulla parete di fondo del corridoio è collocata una fontana marmorea della II° metà del '600, cui corrisponde nel retro, un sarcofago marmoreo col busto di Cristo, della Madonna e di San Giovanni, della metà del XV sec.

            A metà corridoio, a destra, si accede alla
Cappella del Seminario; nella controfacciata è posto l'organo (fine XVIII sec.). Sulla parete destra, un busto dipinto della Madonna di Andrea Vaccaro e, di fronte, un Cristo ligneo (fine '700).

            L'Aula Magna costituisce la vera e propria pinacoteca del Seminario. A destra dell'ingresso, tavola con L'Assunzione della Vergine, di Ignoto pittore urbinate della II° metà del XV sec. L'opera che segue, la Pietà, è di grande effetto tonale (I° metà '700), ricorda modi di Ribera. Sulla parete destra è la grande tela con Madonna e Santi. E' un'opera di straodinaria bellezza per l'impianto compositiva e il caldo tono dei colori di Paolo De Matthejs (1720). Sulla parete di fronte l'ingresso, dipinto, La Madonna, il Bambino e i Santi Cornelio e Biagio (inizi XVII sec.) di Abraham Vinchk.

           Continuando, la tela della Deposizione di Cristo, probabile copia di Fabrizio Santafede (primi anni '600), che si imposta su schemi cinquecenteschi: armoniosi sono i colori e i contrasti chiaruscurali. Il successivo dipinto, di Gerolamo Cenatiempo, La Rinnegazione di San Pietro (1724), è di grande interesse artistico. Segue L'Annunciazione di Giovanni Angelo Crisconio, del 1597, di modi fiamminghi. A sinistra troviamo, la piccola tela della Trasfigurazione (prima metà '700), di ignoto giordanesco, di grande intensità espressiva. Interessante è la scultura lignea di San Gerolamo nel deserto, degli inizi del '700. L'opera che segue, La presentazione di Gesù al Tempio, forse di Cenatiempo, va collocata alla prima metà del '700.
            In questa sala inoltre si trovavano due tavole di Angiolo Arcuccio, il
Martirio di San Sebastiano (1468) e La Madonna col melograno (entrambe in restauro), di queste la prima è paricolarmente importante per la presenza sullo sfondo della veduta a volo d'uccello della città di Aversa vista dall'Oriente.


Crocifisso coi Santi Angelo, Carlo Borromeo e Francesco di Paola (1763) di N. Mensele

Pietà (I° metà XVIII sec.) di Ignoto riberiano

Annunciazione (1597) di G. Angelo Crisconio.

Martirio di S. Sebastiano (1468) di A. Arcuccio.

Assunzione di Maria (XVI sec.)

Busto di Maria di A. Vaccaro


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Patrimonio artistico-monumentale