Dal
1053 la città diventa sede vescovile immediatamente
soggetta alla Santa Sede con Azzolino primo vescovo;
annovera tra i pastori della propria chiesa prelati di alto
prestigio culturale tra cui Guitmondo II, fratello
dell'abate Roberto di San Lorenzo di Aversa, forse tra i
più eminenti, teologo, autore dei trattati
sull'Eucarestia, sulla Confessione, sulla SS.
Trinità. Altro insigne prelato fu il cardinale
Rainaldo Brancaccio che riportò chiarezza circa
l'assoggettamento della cattedra vescovile aversana
direttamente a Roma. Aversum studiis, philosophos tuis Inoltre lo stesso Alfano ricorda un famoso Guglielmo, grammatico aversano, e lo celebra con questi versi: Cui tot Aversæ studiis ad auctum Oltre
alla importante sede vescovile che univa le più
antiche diocesi di Cuma,
Literno
e
Atella,
la città annovera l'antico centro cenobitico di San
Lorenzo, anch'esso immediatamente soggetto alla Santa Sede,
che, con quello femminile di San Biagio, costituirono in
Italia meridionale veri punti di riferimento monacali di
prestigio e di vanto. Il Convento di San Lorenzo è
noto anche per il soggiorno e la prigionia di personaggi
illustri: papa Urbano II, Sant'Anselmo d'Aosta, l'antipapa
Alberto della Sabina, detto anche di Aversa, salito al trono
pontificio nello scisma contro Pasquale II, che vi rimase
recluso dal 1101 fino alla morte. |
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