"
Caro collega..Esimio collega..."
Commedia in tre atti
di
Antonio
Sapienza
Personaggi:
Santino Barbagallo.................
barbiere rifinito;
Filippina.........................
moglie di Santino;
Roberto
Consoli....................
lavorante di Santino;
don Salvatore
Papera...............
amico di Santino;
Lia................................
ragazza di Roberto;
Prof. Scecconi.....................
Primario ospedaliero;
Prof.
Modesto......................
Luminare della scienza;
Maria..............................
Infermiera;
Giugnetto..........................
Barelliere di I^classe;
Ingrassia..........................
Infermiere Capo e padre di Lia;
e, inoltre:
Un giovane avventore;
L'avv. Capozzi;
Il comm. Sansevero;
Un poliziotto.
La vicenda e' ambientata a
Catania, negli anni '70.
Sulla scena e' stata
ricostruita la bottega di un barbiere: porta d'ingresso a sinistra, a destra
tenda retrobottega, calendari e posters appesi al muro, specchi e consolle,
bacheca, due sedie girevoli, un tavolinetto cosparso di giornali, un telefono
appoggiato sul tavolinetto, attaccapanni, e varie poltroncine per i clienti in
attesa. All'apertura del sipario, la scena e` vuota, ma si sente, dal
retrobottega uno strascicare di
scarpe, lieve rumore di scopa e un sommesso borbottio.Musica adatta. Dopo appena
un minuto, entra in scena un uomo sui cinquant'anni, magro, alto, baffi e
capelli lunghi e brizzolati alla "Gattopardo", indossa un camice
bianco da lavoro con vistosi pettini e forbici da
barbiere che si intravvedono
dal taschino dell'indumento, e una scopa in mano. E' Santino Barbagallo,
barbiere in Catania. Egli si appresta a spazzare il locale, continuando a
borbottare, dimostrando la sua
contrarieta' per l'incombenza, spazzando di malavoglia e dando colpi di scopa
sul pavimento, come se li stesse dando ad un ipotetico avversario. Quindi,
terminato di spazzare, mette ordine nelle consolle, riordina gli arnesi, cambia
foglio al calendario e, sospirando vistosamente, finalmente, si mette a sedere
dietro il tavolinetto, sfogliando distrattamente un giornale. Fine musica.
Da sinistra entra un uomo della
stessa eta` di Santino, ma di corporatura massiccia, da scaricatore, lineamenti
rozzi, indossa una camicia chiara, pantaloni larghi alle gambe, ma stretti alla
vita sorretti da una cintura, che sembra un sottopancia per cavalli, proprio
sotto l'enorme pancia, fazzoletto al collo. Si chiama Salvatore Papera ed e` un
vecchio amico di Santino.
Sal.- Buon giorno Santino. Che?
sono il primo?-
San.- E forse anche l'ultimo!-(
si alza a malavoglia lasciando cadere il giornale).
Sal.- Cos'hai detto?-
San.- Niente, niente...-
Sal.- No, tu dicesti qualcosa.-
San.- Morte subitanea, ma a te
non sfugge mai niente?-
Sal.- Sissignore, non mi sfugge
niente, non mi scappa nulla.. e tu,
se non vuoi parlare, sei padronissimo.. vuol dire che trent'anni di amicizia ce
la mettiamo sotto i piedi ce la
mettiamo, e la calpestiamo, e se non bastasse..-
San.- Salvatore bello, sei il
mio piu` vecchio amico, ma sei anche
il piu' permaloso e asfissiante uomo di Catania e dintorni!-
Sal.- Come non detto, come non
detto..( alza le braccia in segno
di resa, ma anche offeso) Allora, signor Santino Barbagallo, barbiere in
Catania, favoritemi una rasatura
facciale morbida e delicata e se non mi soddisfaci..
se non mi soddisfacere.. no, non e' cosi'.
Se non mi soddisfacerete, cambiero' bottega.-
San.- Prego, salone.-
Sal.- Bottega, bottega e
bottega! Perche` questa e` una tinta putia!
L'ho detto!!-
San.- Salvatore, smettila di
fare l'offeso, per favore. Ma com'e`
possibile? Uno ha i suoi ca..voli per la testa e deve pensare a lui e
alla sua suscettibilita`. Ma per la miseria, andiamo!- ( Intanto gli allaccia il
pettinatoio attorno al collo,
con irruenza.)-
Sal.- E tu se hai pensieri per
la testa, perche' non ti confidi
col tuo trentennale amico, don Salvatore
Papera?-
San.- Per non fare sapere i
cavoli miei al mondo intero..-
Sal.- ( scandalizzato) Iiihhh!
E io sarei una spia? Io sarei nu
tintu sbirru? Io sarei..-
San.- Salvatore, Salvatore, ma
che sai tu.. che sai.-
Sal.- ( Guardandolo allarmato)
Santinu, chi successi? chi fu! Cos'e`
sta faccia?-
San.- Niente, niente..- ( si
gira dall'altra parte)
Sal.- Aho` Santinu, non mi fare
spaventare, chi fu`!-
San.- No, non ti spaventare,
niente di grave..-
Sal.- Non nascondermi nulla!
Saro' forte!.. E' mortale?-
San.- Mortale che cosa?-
Sal.- La tua malattia, Santuzzu..-
San.- Ma che capisti! Quale
malattia d'Egitto!-
Sal.- E allora, se non stai
male, perche` hai quella faccia?-
San.- Sto male e non sto male.
Insomma non e` un male fisico..-
Sal.- E che e` allora? Parla,
frati miu!-
San.- Io parlerei, ma sono
frenato dalla vergogna, non ce la faccio,
mi viene difficile..-
Sal.- Bellu bestia, e io chi
sono? Non sono il tuo fraterno amico? E se non ti confidi con me, con chi
dovresti..-
San.- Ma si, hai ragione. Debbo
parlarne a qualcuno, e tanto vale che ne parli a te ..-
Sal.- E' fino l'amico. Avanti
parla, vah!-
San.- Ora stai zitto e non mi
interrompere, senno` non ce la faro`,
non ce la faro` a dirti che penso che mia moglie mi tradisca.-
Sal.- Cui Filippina?-
San.- E quante mogli ho,
secondo te?-
Sal.- Una, una.. dicevo per
dire.. sono sbalordito. Ma.. sei sicuro? Perche' a me sembra impossibile che un
uomo, un vero uomo, si possa mettere con tua moglie, la quale, senza offesa, e'
veramente brutta, ma brutta assai.-
San.- Salvatore, bada a come
parli!-
Sal.- Ma che capisti? Io facevo
una specie di paragone perche`non
puo` essere.. Senti, a me sembra
impossibile, poi, sono padrone
di non crederci?-
San.- Lo so, tu sei un amico e
vuoi consolarmi, vuoi allontanare da me certi pensieri, e ti ringrazio..ma io ne
sono quasi certo.-
Sal.- Ah, non ne sei veramente
certo? ( deluso)-
San.- Ca se ero veramente certo lo venivo a raccontare a te.
Ca ci davo una rasoiata e pari e patta!-
Sal.- Case da pazzi, cose da
pazzi, roba da non credere, povero amico mio..( finto rammarico) E con chi
pensi.. ( accenna con le dita alle corna )-
San.- Intanto non fare piu`
quel gesto, senno`la rasulata te la buschi tu! Eppoi quello che penso, ora, me
lo tengo per me. Avanti, mettiti
comodo che ti sbarbo!-
Sal.- ( alzandosi e togliendosi
il pettinatoio) No, lasciamo perdere.. sei nervosetto.. un'altra volta. Facciamo
domani?-
San.- Salvatore, ti dissi,
assettati!- ( minaccioso )
Sal.- Mi siedo, calma, mi
siedo..( sconsolato e rassegnato) Ma,
Santinu, m'arraccumannu ah?-
San.- Con le buone maniere si
ottiene tutto..-
Quindi Santino fa mettere
comodo l'amico sulla poltroncina, lo controlla, e lo prepara alla rasatura come
se dovesse effettuare una operazione chirurgica. Salvatore segue le sue mosse
col viso preoccupato, ma non osa fiatare, e segue attentamente la mano di
Santino che regge il rasoio. Intanto
il barbiere gli insapona il
viso con fare brusco alternandolo a modi manifestamente troppo gentili, e
tenendo sempre sulle labbra un sorriso diabolico.
San.- E adesso ti diro` chi e`!-
Sal.- ( terrorizzato) Chi e`,chi?-
San.- Chi e` il ganzo di mia
moglie, signora Filippina Privitera
in Barbagallo!-
Sal.- Lascia stare, Santinu, me
lo dirai un'altra volta..-
San.- Perche`,non lo vuoi
sapere piu`?-
Sal.- No e` che puo` darsi che
ti sbagli.. Ca certu, puoddarsi.- (
tutto dovra' svolgersi facendo sospettare
che l'amante della signora Filippina sia Salvatore)
San.- E puo` darsi che non mi
sbaglio..Avanti, ora te lo dico..-
Sal.- ( supplicandolo) Dimmelo
un'altra volta..domani..piu` tardi?
Dopo la barba, eh?-
San.- Te lo dico adesso, ora,
in questo momento, costi` immantemente,
senza indugi e tentennamenti. l'uomo, il traditore,
il presunto amante della mia meta` e`..e` ( Salvatore non respira. Santino
continua la battuta in modo
sofferto) ..il mio lavorante..- ( e si accascia su di una poltroncina).
Sal.- ( finalmente sollevato
dalla lontananza del rasoio) Ma chi,
quel pagghionolone? Quel cocco di mamma? Ma dai..-
San.- E invece si, e` proprio
lui!.. Quasi certo e`!-
Sal.- Ma come pensi..insomma
come te ne sei accorto?-
San.- Eh, come me ne sono
accorto... Un marito capisce tutto. Un
marito intuisce quando un altro uomo si affaccia nella vita della propria moglie. Lo avverte come una
cosa impalpabile, (Salvatore, di spalle accenna alle corna) ma ben
presente, come una realta` vaga, come un evento
incombente..( parla come se fosse ispirato e si
tocca ripetutamente la fronte ottenendo i consensi
mesti di Salvatore).-
Sal.- Ma sempre sospetti sono,
vero?-
San.- Si sospetti, ma ben
fondati! Me ne sono accorto da come mie moglie lo guarda, da
come lo coccola, da come se lo mangia con gli occhi, da
come le parla: ( imitando la moglie) "Robertino di qua`
Robertino di la`." Eppoi non e` stata lei a portarmelo qui`? "
Sai Santo c'e` un giovane, un caro giovane,
figlio di una mia carissima amica, che vuole sistemarsi, (Salvatore sottolinea viziosamente) che
vuole farsi un avvenire ed ha deciso d'intraprendere la
carriera di barbiere rifinito. Lo prenderesti con te? "
Ed io, minchione:"Ma conosce il mestiere?" E quella: " Ce
la impari tu la professione, no?"-
Sal.- E allora?-
San.- E allora lo presi no? E
ci " imparai la professione" e
cosa ha imparato lui? –
Sal.- A fare il barbiere.-
San.- No, a farmi le corna,
bestia!-
Entra da sinistra un giovane
alto, aitante, belloccio, distinto, vestito con un certo buon gusto. Porta gli
occhiali da sole alla moda e tiene in mano una ventiquattrore. E` Roberto
Consoli, il lavorante.
Rob.- Buongiorno principale,
buongiorno don Salvatore..-
Sal.- Buon giorno caro
Roberto.- ( occhiataccia di Santino)
San.- Buon giorno Robertino..(
imita la moglie e lo fa notare a Salvatore).
Sal.- ( Avvertendo aria di
bufera) Amici, scusatemi, ma io debbo proprio scappare, debbo andare in Pretura,
m'aspettano per le nove.. sapete e` per una faccenda importante..-
San.- La solita falsa
testimonianza, abbiamo capito. Dai, siediti che in un attimo finisco di
raderti.-
Sal.- Ma no, lascia stare, hai
gia` fatto un capolavoro.(allude a
qualche piccolo taglio sul viso,
quindi si asciuga il viso con
un asciugamani, non nascondendo la voglia matta di uscire dal salone.)
San.- ( controllando il
calendario) Questo servizio e` fuori abbonamento..-
Sal.- Davvero? Mettilo in
conto, pago dopo, segna, segna.. Salutiamo..
( esce in fretta).
San.- ( rassegnato ) Segna,
segna.. salutiamo, salutiamo.-
Santino pulisce e ripone gli
arnesi, intanto osserva Roberto che si prepara per prendere servizio.
Roberto, con molta cura, prende
dalla ventiquattrore il camice e lo indossa con la stessa cura di un chirurgo.
Quindi si guarda allo specchio, aggiusta qualche particolare, si da una ravviata
ai capelli, quindi prende i suoi arnesi, sempre dalla valigetta, e li ripone
nella sua consolle. Poi si toglie gli occhiale e diligentemente li ripone nella
ventiquattrore, infine prende il giornale, si siede nella sua
seggiola, e in attesa dei
clienti, si mette a leggere.
San.- ( che non ne puo` piu`)
In tutti gli altri saloni, e` il giovane lavorante a fare le pulizie e a mettere
ordine nel negozio, ma qui` no!
Qui siamo signori..e gia`, siamo
raccomandati..noi..( intanto spolvera).
Rob.- Don Santino, i patti sono
patti. Cosa vi dissi quando mi avete assunto? Vi dissi: "La mia prestazione
d'opera prescinde dalle
pulizie e voi avete accettato, dunque, se
volete il salone pulito, o ve lo pulite voi, oppure
vi fate la serva... a proposito, perche` non stipulate un contratto con
la Splendidopulitoveloce? Sapete, fa buoni
prezzi.-
an.- ( fa cenno di tirargli
addosso una spazzola, ma si ferma perche` vede entrare Filippina,donna di mezza
eta` grassa) Sta..scupitta e` e`.. sempre fuori posto.
Ciao Filippina, chi successi? Perche`
sei venuta?-
Fil.- Buon giorno Robertino,
come stai?-
Rob.- Buon giorno signora
Filippina, bene grazie, e voi? ( intanto galantemente si alza e si inchina)
Fil.- Benone , benone. Ciao
Santo.-
San.- Ciao, ciao. Ma chi
successi? Perche` sei venuta?-
Fil.- Ho bisogno di soldi,
debbo fare lo shopping.-
San.- Lo che?-
Fil.- Lo shopping. Debbo fare
compere, mi serve moneta, sghei,
lire, franchi, palanche, ovvero centoni.-
San.- Marchi e petrodollari. E
che siamo alla borsa? Avanti, quanto ti serve?-
Fil.- Tre, quattrocento..-
San.- Lire?-
Fil.- Mila lire..-
San.- Quattrocentomilalire?
Senti bella, guarda che fai, prenditi
queste quarantamila e fila, prima che cambi
idea..tre-quattrocentomila lire ( imita la moglie) e
che mi ha preso per l'Avvocato? Aho`, io sono un
lavoratore, un onesto lavoratore, un uomo fedele e
leale ( allude) io, che si suda la sua giornata..-
Rob.- Andiamo don Santino, non
fate il tirchio. Voi il vostro centone giornaliero ve lo fate comodamente..-
San.- E che fai la spia? Chi
sei il mio Giuda?-
Fil.- Lascia stare Robertino,
oggi il principale e` nervoso, molto
nervoso. Pero` se mi innervosisco io.. uhe`, si salvi chi puo`.-
San.- Calma, calma, ecco
cinquantamila e vai a fare.. lo shopping.-
Fil.- ( che capisce una certa
allusione) Santu non mi provocare
sai? A fare quello che alludevi, ci vai tu. E
portami rispetto di fronte agli estranei.-
San.- Chi? Robertino?
un'estraneo? Ma Filippina cosa dici..( ironico)
Fil.- Ho capito, va bene, vuoi
che finisce a schifiu. Bene, ora mi armo.. -
San.- ( preoccupato) Di cosa?-
Fil.- Di pazienza e aspetto che
incominci ad incassare. ( si toglie il soprabito e si siede in una poltroncina)
San.- ( rassegnato) E aspetta,
aspetta.( si siede anche lui)
Rob.- ( che aveva assistito
impassibile al battibecco, offre il
suo giornale a Filippina) Signora, vuole leggere il quotidiano? E di oggi sa?-
San.- ( scimmiottandolo) E
fresco di giornata, sa?-
Fil.- Piantala cretino! Grazie
Robertino, lo leggero` volentieri.-
Entra un giovane cliente.
Cli.- Buon giorno principale,
posso farmi i capelli?-
San.- Ma certo,certamente.
S'accomodi qui, prego.( gli prepara la poltroncina)
Il cliente invece si mette
davanti allo specchio, prende il pettine, si pettina, ripone l'oggetto,
ringrazia e se ne va. I tre lo guardano esterefatti. Il primo che si riprende
dalla sorpresa e` Santino.
San.- Aho`, ma questa e`
proprio la mia giornata. Vuoi vedere che
oggi faccio una fesseria? Una pazzia? ( allude)
Rob.- Via don Santino, non ve
la prendete cosi`, in fondo era solamente un giovane spiritoso..-
San.- E i giovani spiritosi
tutti a me debbono capitare?( sempre allusivo)
Filippina li guarda con
disinteresse e riprende a leggere, intanto entra un altro cliente. E` l'avvocato
Capozzi.
Cap.- Buon giorno, posso farmi
la barba?-
San.- Come ve la volete fare? (
Santino e` sospettoso e si arma di una grossa spazzola che tiene dietro
la schiena)
Cap.- E come me la volete fare?
Col rasoio no?- (E`deciso)
San.- ( non ancora convinto)
Roberto, servi il signore.-
Fil.- Servilo tu, non vedi che
stiamo leggendo un articolo interessante? (legge con sproporzionato interesse un
banale articolo mostrandolo a Roberto il quale l'asseconda)
San.- Ma come? il commesso
legge il giornale e il principale fa le barbe?-
Rob.- Abbiate pazienza don
Santino, e` questione di un minuto. Iniziate, iniziate pure, poi continuero`
io.-
San.- Ma guarda che cosa! (
intanto procede alla rasatura) Ma guarda cosa debbo sopportare! Sangue di Giuda,
sangue del demonio, sangue ladro..-
Cap.- Sangue mio! Mi state
rovinando il viso, principale!-
San.- (senza neppure guardarlo)
Ma che rovinarvi e rovinarvi. Qui io mi rovino, parola mia. ( guarda torvo i due
che sembra tubino. Intanto maltratta il malcapitato cliente
sballottandolo nella poltrona per vedere meglio i due
presunti amanti. Il cliente prima sorpreso, incomincia
a preoccuparsi. Entra una ragazza. E` Lia.
Lia.- Buon giorno..(e`
impacciata) Scusate, m'hanno detto che la signora Filippina e` qui..-
San.- Fulippa, c'e` una
signorina che vuole te.- ( brusco)
Fil.- Lia! Vieni cara, vieni,
che sorpresa..-
Lia.- ( entrando) Buongiorno..
Ciao Roberto.-
Rob.- ( secco) Ciao.-
Fil.- Come? Le dici solamente
ciao? Ma non vedi che e` venuta per te?-
Rob.- Me ne sono accorto!-
Lia.- Scusami Roberto..-
Fil.- Dai Robertino, piantala
di fare il sostenuto e fai pace con la tua ragazza. Su datevi un bacio.( si alza
e spinge i due a baciarsi)
Lia.- Scusa Robertino..-
Rob.- Si, scusa e scusa, per
poi ricominciare.. poi.. poi c'e` quel fatto..-
Santino ascolta facendo finta
di niente.
Fil.- E cosa vuoi che sia? La
vuoi umiliare forse? Ha sbagliato, ti sta chiedendo scusa, cosa vuoi ancora? Mi
pare che basti, santo cristiano..-
Rob.- Non credo che..-
Fil.- Avanti, datevi un bacio e
pace fatta!- (li sospinge)
Santino che ha assistito al
dialogo prima indifferente poi sempre piu` interessato, quando capisce che per
lui non sono corna, diventa lievemente euforico e ne fa le spese il malcapitato
cliente. Poi per fare ancora il sostenuto dice con durezza:
San.- Ehi, ehi, questo e` il
mio esercizio, non il giardino pubblico. Qui niente smancerie!-
Fil.- Zitto tu, orso! ( poi
avvicinandosi) Ma non capisci che questi debbono
fare pace per forza? ( fa cenno alla pancia grossa di Lia)
San.- Ho capito. ( fa cenno
alla gravidanza) Ho capito, non sono mica scemo.-
Fil.- Sia lodato Dio, non e`
scemo!-
Cap.- Ahi, m'avete tagliato!-
San.- ( osservandolo) Esagerato
e` solo un taglietto invisibile, guardatevi allo specchio.-
Cap.- Questa e` una coltellata,
questo e` sfregio permanente! Assassino, delinquente!-
San.- ( euforico per le
scampate corna) Evvia, come siete esagerato. Questo e` nulla in confronto..(
imita le corna) Avanti, ora ve lo disinfetto e tutto a posto.-
Cap.- A posto un corno!-
San.- Anche due, ma il pericolo
e` scampato.-
Cap.- Pericolo scampato? Questo
vi costera` caro! vi faro` causa per lesioni permanenti aggravate e volontarie!-
San.- ( che ha finito di
disinfettarlo) Con l'attenuante del soccorso
immediato. E` una sciocchezza, credetemi.-
Cap.- ( alzandosi e togliendosi
il pettinatorio furiosamente) Ve le
daro` io le sciocchezze! Io sono l'avvocato
Capozzi. Avete capito? Ca-po-zzi!-
San.- ( rassegnato) Ho capito:
Bacozzi.-
Cap.- Capozzi!!-
San.- E che ho detto? Pocozzi.-
Cap.- Capozziii!!-
San.- Pocazzi, va bene?-
Cap.- ( disperandosi) Ma chi mi
ci ha portato in questo inferno, chi me l'ha fatto fare d'entrare qui stamani?-
San.- ( l'aiuta a sistemarsi e
lo spazzola) Cinquemila, grazie..-
Cap.- Cinquemila? Me me ne
darete voi mille volte tanto, tintu scarparu! Ci vedremo in tribunale. Addio! (
esce impettito)
San.- ( Che e` rimasto con la
mano tesa) Uhh come siamo suscettibili.. E va bene, oggi faccio beneficenza.
Oggi offre la ditta.. Cu mangia mangia..Robertino, ascolta..-
Rob.-( che ha assistito alla
scena sghignazzando insieme alle due donne) Dica principale..-
San.- Robertino, e non potevi
dirmelo prima del.. del..insomma mi hai tenuta nascosta... questa splendida
ragazza.. come.. tua futura .. insomma..Eh?-
Fil.- Ma non l'ha tenuta
nascosta a me. Vero Robertino?-
Rob.- Scusatemi, qui c'e` da
risolvere un problema..-
Fil.- Un piccolissimo
particolare, quasi senza importanza..-
Lia.- Mi vergogno..- ( Santino
sornione accenna alla pancia)
San.- Siete perdonati, tutti e
due. Senti Robertino, se vuoi metterti la testa a posto, io posso aiutarti. Sai
che sono senza figli, quindi quando mi ritirero` potrei lasciate a te
l'esercizio. Che te ne pare?-
Fil.- Che generosita`. L'ho
sempre detto io..-
Rob.- Ecco io..-
Suona il telefono. risponde
Santino.
San.- Pronto? Si qui il Salone
Barbagallo..dite.. ho capito.. lo volete subito?.. va bene, fra cinque minuti
sara` li`.. come si chiama?
Sansevero.. ho capito dott. prof. Comm. Agatino Sansevero ( prende appunti)
benissimo, buongiorno a lei. Senti
Roberto, dovresti andare ( legge l'appunto)
presso la clinica chirurgica per fare un servizio ad un cliente di
riguardo. Gli devi fare urgentemente la
barba perche` aspetta un pezzo
grosso e vuole farsi trovare in ordine.. Ecco, cerca di Ingrassia,
l'infermiere capo. E` tutto.- (
gli da l'appunto)
Fil.- Passo e chiudo..-
Rob.- Prendo gli arnesi e vado.
( prepara la ventiquattrore) Allora vado? ( riluttante)
San.- Vai, vai su`..( fa cenno
di smammare)
Rob.- Non mi cambio, tanto e`
vicino..che faccio vado?-
San.- Vai e non ti perdere..-
Fil.- Vai Robertino e buon
lavoro..-
Lia.- Stai attento amore..-
San.- Guardate che va a fare
una barba, non la guerra mondiale.- (Roberto esce)
Fil.- Stai zitto tu,
insensibile ( e` commossa)
San.- E va bene, sono
insensibile, ma intanto adesso andate via
che debbo lavorare..-
Lia.- S'e` fatto tardi, me ne
vado a casa. Grazie di tutto signora Filippina.. e anche a voi don Santino..-
San.- Ma che dici.. vai Lia e
stai tranquilla per il tuo Robertino e per.. insomma addio. ( accenna alla
pancia)
Lia.- Buongiorno a tutti.-
Fil.- Ciao cara e.. giudizio,
vedrai che tutto si accomodera`.-
Lia esce.
San.- Filippina..Filippina..-
Fil.- Ah?-
San.- Che sei arrabbiata?-
Fil.- Puo` darsi..-
San.- Come puo` darsi..Avanti,
vieni qua, facciamo pace.-
Fil.- Sei stato villano sai?-
San.- Lo so, lo so, ma se tu
sapessi perche`...-
Fil.- Perche`? Dimmelo!-
San.- Ora mi sento ridicolo, ma
vedi, vedi.. mi pareva che Roberto..-
Fil.- Ancora contro quel
ragazzo? Ma sei tosto sai?-
San.- No, no, non ce l'ho con
lui.. Anzi, se lo vuoi sapere ce l'ho con me stesso, capisci?-
Fil.- No, non capisco.-
San.- Insomma ti volevo dire..-
Fil.- E sbrigati, malanova, mi
stai tenendo sulle spine.-
San.- Mi sbrigo, mi sbrigo,
pero` tu lasciami parlare e non mi interrompere!-
Fil.- Non mi dare ordini Santo
Barbagallo!-
San.- Ma quali ordini d'egitto.
Ascoltami. Dunque. Allora..-
Fil.- Santa pazienza..-
San.- Devi sapere che ho
vissuto due mesi d'inferno, da due mesi Otello si e` insinuato in me, da due
mesi..-
Fil.- Chi Otello Scalora? quel
malasutatu? quell'avanzo di galera?-
San.- Ma quali Scalora. Io
parlavo di Otello il moro, quello di Jago e Desdemona..-
Fil.- Questi non li conosco
proprio proprio. E allora?-
San.- Mih, ma sei proprio
ignorante, ma allora all'opera che ti ci porto a fare? Per farti annacari con la
pelliccia nuova?- ( la imita)
Fil.- Non insolentirmi,
barbiere da strapazzo!-
San.- Bella tu.. parrucchiera
per signora..-Fil.- Avanti Santu che ho premura, finiscila e dimmi quello che
devi dirmi.-
San.- Quello che tento di dirti
da un'ora e`.. e` che ero geloso. Mi sentivo tradito.-
Fil.- E da chi? Da me? (
sbalordita)
San.- No, da mia nonna! Ma
certo che mi sentivo tradito da te. E vuoi sapere con chi?-
Fil.- Con chi, sentiamo?-
San.- Con Robertino..(
imbarazzato )
Fil.- Ridicolo!-
San.- Chi io?-
Fil.- No, a te avrei detto
scemo!-
San.- Meno male..-
Fil.- Ridicolo e` solo il
pensiero. Robertino, cose da pazzi..-
San.- Sai il tuo comportamento
era strano, parevi interessata..-
Fil.- Interessata alla storia,
e per umanita`. In fondo voglio aiutarli. Lia aspetta un figlio, Robertino si
deve sistemare..-
San.- Ed io sono una bestia!
Non ho capito nulla! Ma che posso
farci? Lo sapevo io? No! E le tue attenzioni per quel ragazzo avvaloravano sempre piu` i miei sospetti. Stavo
impazzendo credimi..temevo..temevo di commettere
una pazzia.. un'atto violento..un crimine!-
Fil.- Ma Santino..-
San.- Guarda, se non ci credi,
guarda(tira fuori dal cassetto un affilato rasoio) lo vedi? volevo sfregiare te
e il ragazzo. Sventurato me! Ma non ragionavo... Domanda a Salvatore Papera
com'ero stamattina..-
Fil.- Povero Santuzzu mio. ( lo
abbraccia) Ma allora mi vuoi ancora bene.. nonostante gli anni ..-
San.- Certo che te ne voglio.
Sono passati trent'anni e per me e`
come se iniziassimo ora..-
Fil.- Avanti va, contegno, non
siamo mica alla villa..-
San.- ( che ha capito
l'allusione alla sua battuta sui ragazzi)Capito, capito, sono anche un orso..-
Fil.- Un orso buono, pero`.
Avanti dammi le cinquantamila per le
compere.-
San.- ( tira fuori centomila)
Crepi l'avarizia. Tieni centomila e
comprati tante cose belle.-
Fil.- Che generosita`! ( E'
contenta. Prende soprabito e borsa)
Eh, l'ho sempre detto: Ne vuoi uno? Chiedine
tre!- ( sottovoce)
Santino l'aiuta ad indossare il
soprabito e l'ammira.
Fil.- Ciao orso.-( finto bacio)
San.- Ciao cara..( guarda con
ammirazione la donna che esce).-
Santino, finalmente sollevato,
prende il giornale e si siede su una poltroncina in attesa di clienti. Entra
Roberto.
San.- Roberto? ti sei sbrigato
presto..-
Rob.- Non ho fatto il
servizio.-
San.- Come non l'hai fatto? E
perche`?-
Rob.- Ho chiesto di Ingrassia,
ma mi hanno detto che si era sentito poco bene e che era andato a casa..-
San.- E tu te ne sei ritornato
tranquillo..-
Rob.- Si principale..-
San.- Principale un corno! Ma
che sei scemo? Non potevi rivolgerti a qualche altra persona?-
Rob.- Mi sono vergognato..-
San.- Come vergognato? e che e`?
ti vergogni di lavorare?-
Rob.- Non e` questo, non e`
questo..-
San.- Sangue di Giuda e allora
cos'e`?-
Rob.- Non fatemi parlare, per
favore..-
San.- E no! Tu devi parlare. Io
da principale ho diritto di sapere perche` un servizio non e` stato fatto.. A
parte che sono curioso di sapere..Perche`, ah?-
Rob.- Io ve lo dico, pero` voi
non dovete pensare male di me.-
San.- Cerchero`, cerchero`.-
Rob.- Ecco, appena sono
arrivato ho cercato d'Ingrassia e un mezzo
cretino mi ha detto che era a casa perche` si era sentito male, ma se volevo
saperne di piu`, dovevo parlare con la signorina infermiera: e me la indica. La
guardo meglio e vedo che la signorina..l'infermiera era una ragazza che avevo
corteggiato qualche mese fa e alla
quale mi ero presentato come ingegnere minerario,
per fare colpo. Ora voi mi capite, come potevo, adesso,
presentarmi da lavorante del barbiere Barbagallo? Come
potevo dire: signorina dov'e`
il cliente da sbarbare? Don
Santino, potevo?-
San.- E sei ritornato..-
Rob.- E sono ritornato.-
San.- E io ho perso un
cliente.-
Rob.- E voi avete perso.. un
momento, un momento. Don Santino,
sentite che idea: perche` non ci andate voi,
qui, al salone pensero` io. Cliente salvato. Eh che ne
dite?-
San.- Ma io non ci sono andato
mai..-
Rob.- E andateci ora. Anzi
sapete che facciamo? Vi presto il mio camice alla moda, la mia ventiquattrore, i
miei occhiali e col vostro fisico farete un figurone, eh?-
San.- Beh, quasi quasi.. pero`
lo faccio solo perche` ho sempre
invidiato la tua eleganza, la tua classe.-
Rob.- E io vi do la mia
eleganza e vi insegno la mia classe. Anche
se voi, di classe ne avete abbastanza. Venite,
indossate questo..( si toglie il camice e lo fa
indossare a Santino. Gli mette gli occhiali lo fa guardare allo specchio
dandogli dei colpetti d'assestamento.
Poi gli mette in mano la ventiquattrore e
si allontana per vederne l'effetto) Perfetto! Don
Santino, siete una potenza. Vedete che classe? Che
figura? siete una cannonata!-
San.- ( ammirandosi)
Effettivamente..-
Rob.- Sapete che vi dico? Per
la vostra classe vi dovrebbero nominare presidente dei barbieri, affini e misti.
Voi ve lo meritereste, perbacco! Il
vostro portamento ve lo consente, parola mia!-
Intanto si affaccia Salvatore
Papera e vede Santino che prende
Roberto per le guance e gliele pizzica, e resta allibito perche` equivoca.
San.- ( facendo l'azione di cui
sopra) Robertino, t'ho sottovalutato.
Tu sei un giovane veramente in gamba. Tu farai
carriera sotto la mia scuola e diventerai qualcuno.
Forse aprirai un grande e lussuoso salone in
via Etnea e servirai la crema della citta`. E col mio appoggio,
diventerai tu il presidente della categoria!-
Rob.- (imbarazzato) Troppo
buono, don Santino, troppo buono..-
Entra Salvatore.
San.- Santinu, Santinu! E le
corna? ( fa il gesto)
San.- Quelli te li rompo io se
fai ancora quel gestaccio! Questo ragazzo e` un gentiluomo.-
Sal.- Sant'Alfiu, Cirinu e
Filibertu, il mio piu` grande amico e` cornuto e contento! Che mondo, che
mondo..( esce portandosi sulla fronte la mano destra con l'indice e il mignolo
alzate). Santino cerca qualche oggetto da scaraventagli dietro, mentre Roberto
tenta di frenarlo. Tela.
Atto
II
Sulla scena e` stata
ricostruita l'anticamera di una clinica ospedaliera: porta d'ingresso a
sinistra, a destra una porta che da sulle corsie; un tavolino con sedie,
telefono, bacheche con ordini di servizio, manifesti per concorsi e propaganda
medica, panca bianca e barella a ruote a muro. All'apertura del sipario c'e un
uomo in camice bianco sgualcito e macchiato, appoggiato al muro, vicino alla
barella, che si pulisce le
unghie: E` Giugnetto, barelliere di I^ classe. Squilla il telefono e Giugnetto
non se ne cura affatto. Entra di corsa Maria, l'infermiera, che si reca a
prendere l'apparecchio.
Mar.- Ma Giugnetto, non senti
che il telefono squilla?-
Giu.- Lo sento, lo sento. (
sempre impassibile)
Mar.- E perche` non rispondi?-
Giu.- Perche` sono barelliere,
non telefonista.-
Mar.- Allora la telefonista
sarei io? ( prende il telefono) Pronto?..
si, si grazie, riferiro`. (chiude il
telefono , poi rivolta a Giugnetto)
Forse ti cadevano le manine ( ironica).-
Giu.- Ho una qualifica io.-
Mar.- Perche` io non ce l'ho?
Io sono infermiera professionale
caro mio, e rispondere al telefono non e` declassante. Piuttosto vai dal
professore Scecconi e digli che sta per arrivare il suo illustre collega..-
Giu.- Vado, ma per farvi un
piacere. Io sono barelliere non portaordini.
Perche` il nuovo contratto di lavoro..-
Mar.- Giugnetto, e` urgente!
Dai la notizia al professore, per piacere.-
Giu.- Ecco, l'avete detto: per
piacere..(esce dalla porta che da alle corsie )
Mar.- Eh santa pazienza.. come
se in questo ospedale non ci fossero abbastanza problemi, ci si mette anche
lui.. Beh, un po di ragione ce l'ha,
eccome, qui ognuno dovrebbe fare il proprio lavoro, invece.. Ecco,
per esempio: il telefonista dovrebbe stare qui, invece
e` a giocarsi la schedina; l'altro barelliere bada
all'ossigeno del nr 40, al posto dell'infermiere addetto, che e` andato a
casa del professore Scecconi a riparargli
il rubinetto del bagno; il dottor Saccuni invece
di stare al reparto e` a farsi una visita domiciliare
a pagamento.. e anche Scecconi, il primario, passa piu` tempo presso il suo
studio
privato che qui in ospedale.. E
intanto va tutto a
rotoli. E` uno sfascio! USL?
e che vuol dire? vuol dire: Unni sunu i lavoratori? E gli ammalati? Ma perche`
ci sono pure loro? e cosa c'entrono 'sti
scocciatori?..
santa pazienza..Eppoi oggi ci voleva anche questa visita fiscale, e il
malessere di
Ingrassia, per completare l'opera..E
io ora sono rimasta sola e inguaiata in questo luogo di matti. (
per tutta la tirata, Maria mettera`
ordine nella saletta.)
Rientra Giugnetto.
Mar.- Ah, sei ritornato
finalmente? E cosa ti ha detto il professore?-
Giu.- Ha detto: dica a tutto il
personale di mettere tutto in ordine, e che ognuno se ne stesse al proprio
posto! Cosi` ha detto!-
Mar.- Gia`, a tutto il
personale. A me e a te, ai fessi della situazione. Comunque, vai dal
commendatore Sansevero e
digli che il suo grande professore, il luminare della
scienza, accademico dei lincei, vicepresidente
dell'ordine dei medici, sta per arrivare.-
Giu.- Vado dal commendatore
Sansevero, per favore, e dico che il professore sta arrivando. Punto e basta. O
vi accontentate oppure non ci vado.-
Mar.- M'accontento,
m'accontento..-
Giugnetto sta per avviarsi, poi
ci ripensa.
Giu.- V'accontentate per
favore?-
Mar.- M'accontento per favore,
per cortesia, per carita`, per amor
di Dio, per l'animaccia mia, Giugnetto vai!-
Giu.- Vado, ma il contratto
sindacale..-
Mar.- Uffa! Ah, digli anche che
il barbiere e` stato chiamato e che
sta per arrivare..-
Giu.- Lo diro`, sempre per
favore..(esce quasi di corsa)
Mar.- Alla buonora! (tra se) E
speriamo che figaro si affretti, perche` se arriva prima il luminare, chi lo
sente a quel gallinaccio gonfiato del
dott. prof. com . scocciatore Agatino Sansevero Malaspina, barone di Cacocciola,
ladro riconosciuto e piantonato.-
Rientra Giugnetto.
Giu.- Missione compiuta. ( fa
un saluto militare)
Mar.- Grazie..(bussano alla
porta) Giugnetto, vedi cosa vogliono,.. per favore.-
Giugnetto annuisce soddisfatto
e baldanzoso apre la porta ed esce. Rientra subito dopo.
Giu.- Dicono che ce uno che
cerca il commendatore Sansevero.. (guardando fuori) Ah, lo vedo, e` quello..
come si chiama..l'illuminato!-
Mar.- L'illuminato? Ah, il
luminare! Presto, vai ad avvisare il
professore Scecconi, intanto il Maestro lo ricevo io.- ( Giugnetto esce di corsa e Maria si accinge a
ricevere l'ospite riassettando qualche oggetto e il proprio camice.)
Entra Santino Barbagallo,
barbiere rifinito in Catania.
San.- E` permesso?-
Mar.- Oh Maestro, benvenuto,
s'accomodi. Il commendatore Sansevero
l'attende con ansia. E` tutta la mattina che
chiede di lei..-
San.- Ed eccomi qua, e scusate
il ritardo..-
Mar.- Ma come? un Maestro come
lei che si scusa? Eh, l'ho sempre detto io: piu` bravi sono e piu` gentili si
dimostrano..-
San.- Troppo buona signorina,
troppo buona. Allora, il cliente
dov'e`?-
Mar.- Si trova in una stanza
singola, a pagamento, sa, e`..e` come dire?..sotto stretta vigilanza. Ma adesso
verra` il professore Scecconi
e sara` lui a condurla dal paziente
ed ad informarla su tutto..-
San.- Non e` necessario, se mi
dite dov'e` posso andare da solo.
Mi sbrigo in cinque minuti, ho tutto pronto, (mostra la ventiquattrore) qua
dentro..-
Mar.- Maestro, ma lo sa che lei
e` veramente spiritoso? Ma ecco il
professore Scecconi..-
Entra Scecconi. Quarant'anni,
brizzolato, occhiali cerchiati in oro, elegante, profumato, abbronzato, alto e
scattante, camice poggiato sulle spalle, svolazzante. Parla affrettatamente.
Mar.- Professore Scecconi, ecco
il Maestro, il profess..-
Sce.- ( interrompendola) Caro
Maestro, quale onore per me fare la
sua conoscenza.. ma s'accomodi prego..signorina
una sedia per il Maestro prego, ( Maria esegue) segga, segga..Ma che
piacere, che piacere averla qua, nel mio modesto
reparto, (sottovoce) naturalmente ella non
badera` troppo alle apparenze, sa negli ospedali
meridionali..lei mi capisce..(allusivo)
San.- ( sbigottito) Eccellenza,
io non bado a nulla, solo vorrei..-
Sce.- Eccellenza? Che
simpatico, che simpatico! Non..bada proprio
a nulla? Eh? ( allusivo) proprio a nulla?-
San.- ( imbarazzatissimo, si
alza) A nulla, lo giuro! Ora ditemi
dove debbo andare, cosi` faccio il servizio,
prendo il mio dovuto e torno in bottega.-
Sce.- Che simpatico, che
simpatico. Torna in bottega. Questa e` bella!.. Prende il dovuto, come?-
San.- In contanti, s'intende!-
Sce.- ( a bassa voce ) Che
faccia tosta! ( a Santino) Allora se
siamo d'accordo, col suo permesso vorrei procedere a illustrarle il caso.-
San.- Non sarebbe necessario,
ma se proprio ci tenete..-
Sce.- Che simpatico, che
simpatico. Se proprio ci tengo.. Ecco, il punto dolente del caso e` questo..(
riflette sulle parole che deve dire accarezzandosi il viso)..
San.- Per quella non vi
preoccupate, ci penso io. Ho una mano delicata
come una piuma..-(accenna alla faccia)
Sce.- Certamente, non ne
dubito, un maestro come lei, con la sua esperienza, la sua Arte, certo Arte,
perche` la sua e` una vera arte..-
San.- Beh, a dire il vero sono
molto apprezzato. Anzi qualcuno mi
vorrebbe fare pure presidente della
categoria, ma io ho rifiutato,
figuratevi..-
Sce.- Ma perche` rifiutare?
Dove accettare nell'interesse di tutti, perche` in questo paese c'e bisogno di
gente preparata ai vertici delle
istituzioni.-
San.- E si, non faccio per
dire, ma i miei clienti rimangono sempre
contenti e mi restano fedeli nei secoli!-
Sce.- Fedeli nei secoli, che
simpatico, che simpatico. ( prende Santino per un braccio e lo porta in
disparte) Maestro, ora debbo
metterla al corrente di un particolare un po' noiosetto: sa, nel nostro corpo,
come nella societa`, ci sono talvolta, come dire? ecco, dei bubboni, dei piccoli
foruncoli, che bisognerebbe eliminare..-
San.- A quelli ci penso io, e
che ci vuole? una strizzatina e
via! D'altronde io sono un maestro per questi piccoli interventi. Ora ci spiego: io prendo la parte interessata con
due sole dita, mi spiego? poi, quando l'ho ben saldamente afferrata, zac! una
strizzatina energica e tutto
fatto!-
Sce.- Una strizzatina energica,
che simpatico, che simpatico. Dicevo qualche bubbone che bisognerebbe eliminare.
Ma non sempre cio` e` possibile. Ci
sono in mezzo, talvolta, questioni che investono tutti i settori del delicato
organismo e che non permettono un intervento brusco, traumatico. per cui,
qualche volta, bisogna fare buon
viso a cattivo gioco.. mi spiego caro Maestro?-
San.- Non troppo per la verita`.(
fa una smorfia di perplessita`) Pero` non vi preoccupate ci sono qua io,
il mastro dei mastri.-
Sce.- Il
mastro dei mastri, bella questa. Che simpatico, che
simpatico. Quindi , Maestro, possiamo stare tranquilli
io e il mio cliente? Che, se mi permette, adesso e` anche suo..- (lo
tocca col gomito allusivamente)
San.- Tranquilli, tranquilli.
Sistemo tutto io. Ora se non vi dispiace,
dato che in bottega ho lasciato solo il giovane, vorrei fare velocemente il
servizio. Ma badate, veloce si, ma non arronzato. Io lavoro di
fino!-
Sce.- Lo sappiamo, lo sappiamo.
Venga, l'accompagno. –
Si avviano alle corsie, da
destra, quando dalla porta di sinistra entra un signore di media statura,
rotondetto, bonaccione, modestamente vestito, con una borsa in mano. E` il
professore Modesto, il luminare della scienza.
Mod.- E` permesso? Si puo`?-
Mar.- (andandogli incontro)
Cosa desidera?-
Mod.- Sono il..sono qui per il
caso..commendatore Sansevero.-
Mar.- Un'attimo, prego. ( a
Scecconi) Professore, mi scusi, forse sarebbe meglio che lei trattenesse ancora
per qualche minuto il Maestro..( fa cenno a Modesto, scambiato per il
barbiere)..per quel servizio..( fa cenno
alla barba) di rasatura..-
San.- Per me non e` un
problema: faccio in un minuto..-
Sce.- Ma no Maestro, la prego,
mi permetta un attimino, sistemo una piccola seccatura, un minutino, eh?-
( si avvicina a Modesto)
San.- (Perplesso) Mah, e va
bene, aspetto..(tra se) Sono gentilissimi,
cortesissimi, e dove lo trovi un
professore che tratta coi guanti
gialli un maestro barbiere? Ma la
pagnotta, e` pagnotta, e qui sto
perdendo la giornata..-
Mar.- (Che ha sentito la prima
parte della battuta) Ammazza che forza: ha capito che quell'uomo e` il barbiere.
E` inutile, la scienza e` scienza, e i luminari sono luminari..-
Sce.- ( parlando sottovoce) E`
questa l'ora di arrivare? Vi abbiamo chiamato da un sacco di tempo e voi vi
presentate, sfacciatamente, con questo ritardo? E adesso chi lo calma il
commendatore? Io dovro`
calmarlo, e ce ne vorra`, sapete!-
Mod.- Mi dispiace, un'altra
volta cerchero` di fare prima.. ma
all'aeroporto..-
Sce.- Niente scuse, e non ci
sara` una prossima volta per voi,
questa e` l'ultima..( va verso Santino) mi scusi Maestro.. ( fanno finta di parlare tra di loro)
Mod.- Eh pazienza..-( sospira e
si guarda attorno)
Mar.- La pazienza la perdera`
Sansevero. Ora facciamo cosi`: Intanto che il direttore intrattiene il
professore Modesto, io vi
accompagno nella stanza. Fate elocemente la barba al commendatore, e sparite in
fretta, per i soldi ripassate dopo..-
Mod.- Come, come? lui e` il
professore Modesto? Io la barba? Fatemi capire intanto cos'e` questa fretta?-
Mar.- ( sottovoce) Il
commendatore vuole fare una buona impressione al professore Modesto. Vuole fare
la parte del galantuomo perseguitato ingiustamente.. venite..-
Mod.- ( a Giugnetto che seguiva
tutto indifferente) Ma perche`?-(
affiancandosi a Giugnetto, seguendo Maria)
Giu.- ( seguendo anche lui
Maria che intanto gia esce) Perche`
quell'illuminato (indica Santino), deve
trovargli una brutta malattia che lo
salvi dal carcere. E Scecconi se lo sta lavorando bene. ( fa cenno ai soldi)
Mod.- Scecconi? e cosa c'entra
lui?-
Giu.- Centra, centra, Sansevero
e` un cliente d'oro del suo studio privato, e clienti dello studio pagano
bene..-
Mod.- Solo per questo?-
Giu.- E anche per l'onorario
supplementare per questa, come dire, operazione diplomatica, mi spiego?-
Mod.- Vi spiegate, vi spiegate
molto bene. Grazie.-
Sce.- E voi state ancora qui?-
Mod.- Vado a servirvi subito,
indicatemi la stanza per favore.(allusivo)
Sce.- Stanza nr 30.
Accompagnalo Giugnetto!-
Giu.- No, se non mi dite: per
favore.-
Mod.- Mi accompagni, per
favore..(sorride a Scecconi che e` accigliato)
Giu.- ( pimpante) Questo e`
parlare! Andiamo barbiere! ( esce
seguito da Modesto che sorride per
l'appellativo. Rientra Maria)
Mar.- ( allarmata) Professore
il nr 40 sta morendo!-
Sce.- Come sarebbe a dire?-
Mar.- Non lo so. Mi ha chiamato
il barelliere. Professore venga subito.-
Sce.- Ma ho un
ospite..(sottovoce)
Mar.- Ma quello muore! (
indicando le corsie) Vada a fare il suo
dovere professore!- ( con decisione) -
Sce.- ( sorpreso)
Certamente..mi sembra logico.. vengo ubito..( a Santino) Maestro, mi perdoni un
minutino ancora, ho un'altra seccatura, a tra poco. Signorina, mi segua!- (
escono)
Entra Giugnetto e fa cenno con
le dita per indicare che il paziente e` morto.
San.- ( turbato) E` morto?-
Giu.- Quasi.. forse un
miracolo..oppure..
San.- Oppure?-
Giu.- I picciuli, che fanno
venire la scienza a Scecconi!-
San.- Ah.-
Giugnetto esamina Santino
girandogli attorno e mettendolo in imbarazzo. Ogni tanto il barelliere si ferma
a riflettere, poi inizia a girare tentando di dire qualcosa. Infine si decide.
Santino e` preoccupato.
Giu.- Scusate Maestro, ma la
vostra faccia non mi e` nuova. Dove
vi avro` visto prima d'ora?-
San.- ( respirando di sollievo)
Mah, forse nel mio salone?-
Giu.- Avete un salone? ..
D'automobili?-
San.- No, quali automobili. Al
salone qui sotto all'angolo..-
Giu.- Al salone qui sotto?
All'angolo?-
San.- All'angolo, proprio prima
della macelleria Supercarne..-
Giu.- Quella dei fratelli
Chianca?-
San.- Esatto!-
Giu.- Aspettate,
ricapitoliamo..(ripensandoci).. Ma voi non siete di Roma?-
San.- Ca quale Roma, io sono
nato, cresciuto e abito all'ombra
del Liotro!-
Giu.- E non siete professore
illuminato?-
San.- Ca quali illuminato, io
sono Santino Barbagallo, barbiere rifinito corrente in Catania. Piuttosto,
annacatevi belli, ca sto perdendo la
giornata.-
Giu.- ( Sbalordito) Voi sareste
il barbiere?-
San.- All'anima del
comprendonio. Certo io sono il barbiere!-
Giu.- ( spaventato) Ma se voi
siete il barbiere, quello di la`, chi sarebbe?-
San.- Mah, forse avete chiamato
un'altro barbiere, visto che ritardavo. Ma andate a vedere voi..
E, intanto che ci siete,
chiedete a quel gentilissimo professorone cosa
debbo fare. Io avrei una certa
premura, nel salone ho lasciato solo il lavorante, capite?-
Giu.- ( Incominciando a ridere)
E` il barbiere, e` il barbiere.. (indica Santino).
San.- Barbiere rifinito e
ricercato, per vostra norma!-
Giugnetto si sbellica dalle
risate, intanto rientrano Scecconi e Maria.
Sce.- Giugnetto, contegno! C'e`
il Maestro! Maestro la prego, lo compatisca..-
Giu.- (sempre ridendo) Maestro,
la prego, lo compatisca..
Mar.- Giugnetto, ma che ti
succede?-
Giu.- ( piu` calmo) A me
niente, vedrete a lui. ( indica Scecconi)
Dalle quinte si sente un urlo
selvaggio, poi entra Modesto.
Sce.- Chi urla cosi`? -
Mod.- E` il vostro cliente, il
commendatore..-
Sce.- Cosa gli avete fatto,
sciagurato? L'avete sfregiato?-
Mod.- No, fregato!-
Sce.- Come vi permettete
miserabile barbiere insolente!-
San.- Ehi calma, calma. Come vi
permettete voi d'offendere un
onorato artigiano?-
Sce.- Maestro abbiate pazienza,
voi non c'entrate in questa storia
di barbieri miserabili e insolenti..-
San.- Badate come parlate
professore dei miei.. tentacoli. Questo e` un insulto a tutta la categoria!-
Mod.- Ha ragione, perbacco! ( a
Santino) Giusto, bravo!-
San.- Grazie collega.-
Mod.- Prego collega.-
Sce.- Ma insomma, cosa succede
nel mio reparto?-
Mod.- Vostro ancora per poco..-
Sce.- Cosa volete dire,
barbiere!-
Giu.- ( delicatamente)
Professore, il barbiere e` lui..-
Sce.- Lui? e questo?-( indica
Modesto)
Mar.-( portandosi le mani alla
bocca) Vuoi vedere che e`..che e`
il luminare?-
Sce.- ( impallidendo) Lei
sarebbe.. lei e`..( Modesto conferma
con la testa) .. Oddio Svengo..-
Mod.- Fate con comodo, avrete
presto mie notizie.-(esce)
Si sente un forte vocio tra le
quinte ed entra il commendatore in manette, accompagnato da un poliziotto.
Com.- Me la pagherete, tutti me
la pagherete, e primo fra tutti tu,
Scecconi! Faro` il finimondo, faro` causa anche
al padreterno, smuovero` pure il presidente della
repubblica, voglio giustizia, giustiziaaaa!!-(escono)
Sce.- Sono rovinato, sono
rovinato.. anzi sono morto! ( si accascia tra le braccia di Giugnetto e di
Maria) E la colpa e` vostra!( indica Santino) -
San.- Mia? E chi centro io,
povero innocente? Come vi disse quel signore, (indica Giugnetto) io sono Santino
Barbagallo, barbiere rifinito, e ho il salone qui
sotto, vicino alla macelleria..- (cantarellante)
Giu.- Dei fratelli Chianca,
diniscanzi.-
San.- Sono artigiano stimato..-
Giu.- Fino e ricercato..-
San.- Sono incensurato..-
Giu.- E tiene i lavoranti..-
Sce.- E leviti davanti,
delinquente!-
San.- Ho la faccia da
delinquente io? ( si rivolge a tutti i presenti)-
Sce.- Avevi la faccia, perche`
ora te la rompo, te la mangio .. lasciatemi lo voglio morto! ( E` trattenuto dai
presenti. E` esaltato, e` furioso)
Intanto che i presenti
trattengono Scecconi, Santino, alla svelta, raccoglie la borsa ed esce. Scecconi
non trova di meglio da fare che svenire.
Mar.- Aiutami Giugnetto,
portiamolo in corsia..-
Giu.- Portiamolo, per favore..-
Mar.- Per favore.. Uffa chi si
'ncuttu! Avanti, piano, piano..- (
escono di scena da sinistra)
Entra un uomo anziano: Grossa
pancia, piccolo, vestto molto modestemente, occhiali da miope. cammina
saltellando.
E` Ingrassia, l'infermiere
capo. Si guarda attorno sconsolato.
Ing.- Ecco, non c'e` nessuno,
nessuno! Non mi posso allontanare, non posso nemmeno tentare di schiattare, che
se la squagliano tutti, tutti! Ehi! Signori infermieri, barellieri, inservienti,
lavativi..-
Rientra Maria.
Mar.- Ingrassia! Voi qui? Ma il
collasso..-
Ing.- Ma quale collasso, era
fame! Faccio la dieta-shock, e qualcosa non ha funzionato bene. Mi sono fatto
uno sfilatino e tutto e` passato. E gli altri dove sono?-
Mar.- Lasciatemi stare,
lasciatemi stare per carita`..Oggi qui
e` successo il finimondo..-
Entra Giugnetto.
Giu.- Il professore e`
spacciato! ( fa cenno con le dita).. Buongiorno
Ingrassia.-
Ing.- Chi e morto? Scecconi?-
Giu.- Morto? Quasi morto..
finito, steso, caput!-
Ing.- Ma che dice stu cretino?-
( A Maria)
Mar.- Sedetevi Ingrassia, vi
racconto tutto io. E tu stai zitto!-
Giu.- Zitto per favore!-
Ing.- Per favoooreee. Allora
Maria?-
Con una musica adatta, Maria
mima il racconto, a Ingrassia, mentre Giugnetto imita tutte le fasi salienti, a
gesti. Ingrassia sembra sbalordito.
Ing.- ( alzandosi, fischiando e
gesticolando con la destra ) Steso, completamente steso! Scecconi e` finito!-
Giu.- ( speranzoso) Che fanno,
l'attaccano?-( fa cenno alle manette ai polsi)
Ing.- Puo` anche darsi, puo`
darsi.. di sicuro e` che avremo un altro caporeparto presto, anzi prestissimo.-
Giu.- Mizzica! ( fischio
d'ammirazione) E io sono contento!.-
Mar.- Effettivamente se debbo
essere sincera..-
Ing.- Va bene, e` venale, ma ce
ne sono di peggio in giro..-
Mar.- Lo so... ma potrebbe
anche incominciare il ripulisti, non credete?-
Ing.- Cosi` negli ospedali
rimangono solamente i pazienti... Maria,
bisogna saper vivere..-
Giu.- A me non mi piace vivere
con i professori tipo Scecconi.
Sono superbi, prepotenti e non dicono mai per favore, ecco!-
Bussano alla porta d'ingresso.
Ing.- Giugnetto, vai a vedere
cosa voglio, per favore.-
Giu.- ( sbalordito) Per favore?
Avete detto per favore? Mih, ma allora ci sto riuscendo ad educarvi..( corre ad
aprire la porta, poi si gira verso Ingrassia) E` vostra
figlia.-
Ing.- E falla entrare, che
aspetti.-
Giu.- ( facendosi da parte
sconsolato) Se l'e` gia` scordato di chiedere per favore. E'inutile, carne di
porco e`! Signorina, s'accomodi.-
Entra Lia.
Lia.-Buongiorno Maria, ciao
papa`, buongiorno Giugnetto.-
Giu.-Buongiorno signorina
Lia..- ( Giugnetto si dimostra lusingato
e contento dal saluto flatuato di Lia)
Mar.- Buongiorno Lia.-
Ing.- Ciao Lia, che c'e`?-
Lia.- Niente.. passavo..vi ho
voluto salutare..-
Ing.- Ma guarda che
gentilezza.(ironico) Avanti, dimmi che vuoi,
e dimmi anche dove sei stata
stamattina, perche` a casa tu non
c'eri!-
Lia.- Sono stata a trovare la
ignora Barbagallo.-
Ing.- E chi e` costei?-
Lia.- La moglie del barbiere
che ha il salone qui sotto, all'angolo..-
Giu.- Vicino alla macelleria
dei fratelli Chianca?-
Lia.- Gia`, proprio li`. Ma, lo
conoscete?-
Giu.- Uhuuu ( fa cenno di
saperla lunga)
Lia.- Mbehh? Allora?-
Giu.- Ihhiii...-
Ing.- Quello,qui, stamani, ha
fatto succedere il finimondo!-
Giu.- Alt! Stop! Fermi tutti!
Quello non centra!..-
Mar.- E` vero! Centri tu!
Perche` tu l'hai presentato come il Maestro.-
Giu.- Un momento, calma e
gesso. Perche` io?-
Mar.- Perche` prova a
indovinare chi mi disse: C'e` un illuminato che cerca il commendatore
Sansevero!-
Giu.- Bedda matri, e quello mi
inganno`. Quello sembrava uno scienziato venuto dal cielo in terra. Aveva un
camice fatto su misura che valeva
centomila lire, occhiali da duecentomila, borsa da trecentomila..-
Ing.- Ca comu: era un negozio
d'abbigliamento.. ma statti zitto Giunetto.. per favore. ( ironico) -
Lia.- Papa`, dovrei parlati..-
Ing.- Parla!-
Lia.- Ecco, se non ti dispiace,
andiamo di la`?-
Mar.- Ma no restate pure
qui..comodi. Io e Giugnetto abbiamo da fare di la`.. vero Giugnetto?-
Giu.- Io non ho da fare
nulla..-
Mar.- Ma si che ce l'hai..( fa
cenno d'intesa)-
Giu.- Signorina Maria, che fate
mi adescate?-
Mar.- Ma certo, frescone. Ma
vieni via, vieni.. ( fa cenno ai due)-
Giu.- ( finalmente capisce) Ah,
e` vero, ho da fare..( a Maria) Ma chi cosa debbo fare?- ( intanto escono con
Maria che sbuffa.)
Ing.- E allora?-
Lia.- Io parlo, tu pero` non ti
arrabbiare.-
Ing.- Non mi arrabbio. Allora?-
( paziente)
Lia.- Ma proprio, proprio,
Vero?-
Ing.- Proprio, proprio. ( piu`
brusco)
Lia.- Lo vedi, ti stai
arrabbiando.-
Ing.- Perlamiseria! Sono tre
ore che di dico: parla!-
Lia.- Lo vedi che ti arrabbi
subito, subito.. se c'era la mamma..-
Ing.- Spiegami cosa centra la
buonanima..-
Lia.- Lei mi avrebbe ascoltato
senza arrabbiarsi subito..-
Ing.- E dalle! Avanti parla
Lia, non mi fare perdere tempo.-
Lia.- Papa`?-
Ing.- Si? ( con pazienza
ostentata)-
Lia.- Papa`, lo sai?-
Ing.- Cosa dovrei sapere?-
Lia.- Lo sai che stai
diventando nonno?-
Ing.- Coomeee?-
Lia.- Nonno! Stai diventando
nonno!-
Intanto Giugnetto si affaccia
per curiosare.
Ing.- Magnifico! E dimmi te
l'ha detto tua sorella?-
Lia.- No l'ostetrico!-
Ing.- Oh bella, e perche` non
te lo ha detto personalmente
che aspetta un figlio?-
Lia.- Papa`, c'e` un
particolare..-
Ing.- Quale particolare?-
Lia.- Uno, piccolo piccolo:
Sono io che aspetto un figlio..-
Ing.- Ah, se e` cosi`...( ci
ripensa)Coosaaa? Sei tu?..tu?-
Lia.- ( timidamente) Si,
papa`.-
Ing.- Sangue dei diavuluni dei
setti catini! Tu, aspetti.. senza
marito..svergognata..morte mia.. Ahi, mi sento
male, mi sento male.. ( si accascia su di una sedia)
Lia.- Papa`! Aiuto! Maria,
Giugnetto!-
Entra Giugnetto seguito da
Maria. Giugnetto fa confusione.
Mar.- Lia, che succede? ( vede
Ingrassia svenuto) Ingrassia, Ingrassia!
Giugnetto, porta un po' d'acqua! Lia, che cosa
gli e` successo?
Lia.- Non lo so, s'e`
accasciato!
Giu.- Portiamolo all'ospedale!-
Mar.- Giugnetto, ma sei tutto
cretino!(confusione) Lia, per favore, vai a prendere tu un po' d'acqua..- (
intanto da piccoli schiaffetti a
Ingrassia. Giugnetto la imita) Avranno litigato. Chissa` poi perche?-
Giu.- ( con aria di saputello)
Io lo so-oo.-
Mar.- Hai origliato, vero?-
Giu.-
Involontariamente..Allora: Ingrassia ha due figlie, una
e` sposata, l'altra e` scapola. Ora, una di loro attende un figlio, chi
sara` delle due?- ( resta in attesa della risposta con aria saccente.
Naturalmente si aspetta:
quella sposata)-
Mar.- Quella scapola! ( secca)-
Giu.- Invece no...anzi si. Mih,
ma come l'avete capito? Malanova, non mi riesce mai, mai, mai!!( batte i piedi
come un bambino girando per la scena. Maria continua a schiaffeggiare
Ingrassia e guarda sconsolatamente Giugnetto.)
Tela.
Atto III
Stessa ricostruzione scenica
del primo atto: il salone di Santino. All'apertura del sipario la scena e`
vuota. Si ode, pero`, un leggero tramestio, proveniente dal retrobottega,
coperto dalla discreta musica emanata da una radiolina posta sul tavolinetto.
Dopo un minuto entra in scena Santino che regge con una mano un piatto
contenente del cibo cotto, e coll'altra un panino e una bottiglia di vino. Posa
tutto
sulla piccola tovaglia stesa
sopra il piano del tavolino e rientra nel retrobottega a prendere posate, frutta
e un bicchiere. Mette tutto a tavola con molta cura e si appresta a fare
colazione.
Entra Salvatore.
Sal.- C'e` permessooo?-
San.- No!-
Sal.- Che siamo ancora
nervosi?-
San.- No, siamo solo fuori
orario. Non sai leggere (indica un cartellino appesa alla porta d'ingresso dove
c'e` scritto a stampatello "Aperto" )-
Sal.- ( leggendo)
"Aperto" . C'e` scritto aperto, quindi..-
San.- Giralo cretino!-
Sal.- Incominciamo? ( comunque
gira il cartello e v'e` scritto"Chiuso").. L'ho girato.-
San.- ( con pazienza) E cosa
c'e` scritto?-
Sal.- C'e` scritto chiuso. ( lo
scimmiotta)
San.- ( con sopportazione) E se
c'e` scritto chiuso, cosa vuol
dire? -
Sal.- Che e` chiuso, mica sono
scemo.-
San.- Nooo, sei solo bestia,
sei..Se c'e` scritto chiuso, vuol
dire che il salone e` chiuso, e che quindi non si fa servizio. Capisti?-
Sal.- Certo che capisco..-
San.- E allora perche` sei
entrato?-
Sal.- E come facevo a leggere
chiuso se e` scritto dalla
parte di dentro? ( indica il cartello che mostra la
parola: "chiuso" .
Insomma fa il tondo .)
San.- Ora e` girato verso
l'interno, ma prima era verso l'esterno, malanova a mia! ( si arrabbia a getta
le
posate sul piatto) E finii di
mangiare.. ecco fatto!-
Sal.- Mizzica come la fai
lunga! Come siamo precisi, adesso. (sottolinea la parola) Guarda che a San.
Precisu ci mancava un dito. Avanti va`, guarda che fai: mangia! Avanti dai,
mangia pure, intanto mi leggo il giornale.-
San.- ( esita, poi decide) Non
mi va, m'e` passato l'appetito, va bene! (
sparecchia) Faccia tosta!-
Sal.- ( noncurante) Santinu, ma
chi cumminasti? Guarda che c'e` mezza Catania che ride ti te..-
San.- E io lo sapevo che andavi
a parare li`! Comunque io non c'entro, hanno fatto tutto loro: manici e
quartari.-
Sal.- Va bene, ma tu potevi
dirlo subito che eri barbiere..-
San.- Ma se non mi hanno fatto
fiatare! Appena sono arrivato, un infermiere m'accoglie facendomi riverenze ,
un'altra chiamandomi Maestro, un
professorone mi fa grandi salamallecchi
dicendo a mitraglia: che simpatico, che simpatico..
non mi hanno manco fatto dire: piu..-
Sal.- Santinu, e` vero che
quello e` un po'.. un po'.. ( si tocca l'orecchio destro).. eh?-
San.- Sei sempre il solito
volgare! Poi, finalmente, posso dire qualcosa, ma cio` che dico e` inteso da
quelli a modo loro. Fino all'ultimo li ho pregati di farmi fare il servizio
urgentemente, perche` avevo lasciato nel salone solamente
Roberto, ma quali, tempu persu: Maestro di qua`, maestro di la`, che
simpatico a destra, che simpatico a
sinistra..-
Sal.- Potevi dire subito
subito: non sono Maestro!-
San.- Sceccu! Perche` un
artigiano non e` un maestro d'arte? Io sono maestro d'arte nel taglio, bello
mio.. Poi tra alcuni miei colleghi, ci sono degli artisti, scultori..-
Sal.- Poeti, santi e
navigatori, cala Santinu.-
San.- Bestia! Sono scultori del
capello! Quelli con sapienti colpi di rasoio..-
Sal.- Mozzano un'orecchio..-
San.- Mih, ma certo che a
parlare con te e` tempo perso..-
Sal.- Naturalmente, un maestro
come te, un gran maestro..-
San.- ..Del grande Oriente e
della P2, ormai..-
Sal.- Oriente? P2 ? e che
c'entra?-
San.- Intanto quella c'entra
sempre, in tutto, poi il tuo discorso
e` bestia come te! -
Sal.- Ca certo, un famoso
maestro ora si abbassava a parlare con un semplice trasportatore.. -
San.- A parte il fatto che tu
sei carrettiere patentato..-
Sal.- Prego, ex carrettiere.
Ora sono trasportatore apefornito.-
San.- Ma vo' cucchiti..
trasportatore apefornito..Per me tu sei sempre un carrettiere e rappresenti la
piu` grossa contraddizione della natura, la piu` grande
ingiustizia, la piu` feroce infamia che l'uomo abbia
potuto commettere contro il regno
animale, nei secoli dei secoli..-
Sal.- Amen! Avanti va, ora
spiegami perche`.-
San.- Perche`? Perche` sei tu
l'animale, la bestia, l'asino e toccava a te la cavezza, in virtu` della tua
immensa, astronomica, abissale
bestialita`, e non a quella povera creatura del tuo asino.-
Sal.- Mih, Santinu, oggi fai
furore.. ma da dove ti vengono queste belle parole, chi te le suggerisce?-
San.- Il tuo asino me le
ispira! Certamente, il tuo asino! Devi sapere che quella povera bestia, ogni
volta che m'incontrava, scrollava la testa, abbassava le orecchie, mi guardava
scoraggiato e pareva dirmi: "
Ma ti sembra giusto che lui stia a cassetta e io alla cavezza? E`
un'ingiustizia! " E ragliava poverino..-
Sal.- Santinu, Santinu, guarda
che ti sbagliavi.-
San.- Io? mai!-
Sal.- E questa volta ti
sbagliasti.-
San.- Perche`?-
Sal.- Perche` il mio asino non
era un asino, ma un'asina e quando vedeva te, gli sembrava di incontrare il suo
moroso, lo capisti?-
San.- (stupefatto) Salvatore,
addivintasti spiritoso? –
Entra oberto.
Rob. Buon giorno don Salvatore, ossequi Maestro..-
Sal.- Buon giorno Roberto..-
San.- Non sfottiamo! Non
sfottiamo, proprio tu non devi sfottere,
perche` la colpa e` tua, se non scappavi..-
Rob.- E che? Ve la siete presa?
Scusate, scusate..-
Sal.- Ma Roberto, dovevi
chiamarlo illustre professore, eh..-
San.- Sfottiamo, sfottiamo..-
Rob.- Don Santino, noi non vi
sfottiamo.. e` che ci ha divertito
l'equivoco..-
San.- Provocato dal tuo camice,
dagli occhiali, dalla borsa..-
Rob.- E dalla vostra
classe..Pero`, siete stato forte..-
San.- Modestamente. (
infervorato) Mih, avreste dovuto vedere la scena. Che casino, che casino.. La
parte piu` bella fu quando Scecconi disse al professore Modesto: "Zitto
voi, misero barbiere!" E io " Badate a come parlate professore dei
miei tentacoli, questa e` un'offesa a tutta
la categoria! " Bravo collega" mi fa Modesto, grazie collega rispondo
,io.. E l'infermiere ci dice:" professore il barbiere e` lui.." E
indica me! E Scecconi impallidendo
: " Ma allora lui.. lui.. sarebbe lui e`..Oddio, svengo." Assuppa Scecconi, e porta
a casa!-
Sal.- Mannaggia, me la volevo
vedere 'sta parte..-
Fil.- ( Entrando seccata)
Anch'io me la volevo vedere.-
Saluti a soggetto e
occhiataccia a Santino.
Entra Lia.
Fil.- Avanti Lia, e che? ti
vergogni?-
Lia.- Lasciate perdere
signora.. vi prego...-
Fil.- (decisa) Come lasciamo
perdere? entra va`!-
Lia.- Potremmo parlarne
un'altra volta, con calma..-
Fil.- Perche` c'e` qualcuno
nervoso qui?-(innervosita)
Lia.- No, pero`..-
Rob.- Ma che vi prende?-
Lia.- Niente, niente..-
San.- Se non c'e` niente,
allora andatevene e fateci lavorare. Roberto, gira il cartello! ( Rob esegue)
Lia.- E` che..e` che..( indica
don Salvatore)
Fil.- ( capisce) Ah, che
distratta, mamma che testa.. Sentite don
Salvatore, m'ero quasi scordata di dirvi che vostra moglie vi sta
cercando..Quindi dovreste andare..-
Sal.- Ma se l'ho lasciata
soltanto cinque minuti fa..-
Fil.- ( insistendo allusiva) E
adesso vi vuole. Andate su`!-
San.- ( che ha capito) Vai
Salvatore, non falla aspettare..-
Sal.- ( che finalmente capisce)
Ah, che sbadato, certo, certo,
..forse mi vuole dire di comprare il pane..-
Fil.- Esattooo. Proprio
cosi`.Arrivederci compare.( poi sottovoce)
Finalmente stu sceccu capi`..-
Sal.- ( che ha sentito) Sempre
spiritosa la signora Filippa..-
Fil.- E voi sempre bacchettone.
Salutiamo e spariamo..-
Sal.- ( uscendo) Tempo
perturbato stamani.. salutiamo a tutti..-
Saluti a soggetto.
Fil.- Finalmente! avanti, a
noi..-
San.- Alala`!!-
Fil.- Cretino!-
San.- Scusa, scusa,
scherzavo..-
Lia.- Io davanti agli estranei
mi vergogno..Certo, don Santino e` un'altra cosa..-
Fil.- Certo, certo.. don
Santino, anzi meglio il professore, il
maestro Santino Barbagallo, e` un'altra cosa.. Allora, cos'e` questa storia?-
San.- ( equivocando) Ti giuro
Filippa che io non c'entro! Sono stato coinvolto innocentemente. Diglielo tu
Roberto!-
Fil.- Zitto tu, cretino! Con te
faremo i conti dopo! Avanti Lia, cos'e` questa storia?-
Rob.- Ma di che storia state
parlando?-
Fil.- Come quale storia? e che
cascate dalle nuvole ora? Mi riferisco
a voi due. Dunque cosa sta succedendo?-
Rob.- Ma niente, niente..-
Fil.- E no, ora voi dovete
parlare, mi dovete spiegare! Tu non
parli, lei non parla, ed io? Io cosa faccio?-
San.- L'affari tuoi! (
noncurante)
Fil.- Zitto tu! Siediti e non
dare fastidio. Noi dobbiamo parlare
di roba intima..-
San.- Di mutande, reggipetti,
sottovesti..-
Fil.- Di bottadisangue a te!
Forza chiudi 'sta putia che dobbiamo
parlare .. riservatamente..-
San.- Salone. Saloneee . ( gira
il cartello alla porta )
Fil.- Finalmente..allora?-
Rob.- Forse e` meglio che parli
io..-
Fil.- S'e` deciso qualcuno. Era
ora!-
Rob.- Suppergiu` le cose stanno
cosi`: Io conosco Lia da soli due
mesi, lei e` incinta di quattro mesi, come
posso essere io il padre del nascituro?-
San.- Semplice: fu un
concepimento retrodatato..-(ironico)
Fil.- Sempre tu sei.. Un
momento, riordiniamo le idee..-
San.- E le date..-
Fil.- ( guardandolo di
traverso) Mi sta piacendo, sai? Avanti Lia, adesso parla tu.-
Lia.- Mah, puo` darsi che
prima.. forse prima di lui..-
Rob.- Finalmente! Certo, prima
di me c'e` stato un'altro. E` evidente. ( conciliante) Vedi Lia, tu sei bellina
e mi sei piaciuta fin dal primo momento. Hai colmato un
brutto momento della mia vita, mi hai dato conforto e
forza di vivere, ma non ti amo, te l'ho sempre detto che non ti amavo..
Ora questo bimbo..se almeno fosse stato mio..insomma la cosa non puo` essere..
ma che posso farci io? che posso farci? Don Santino, ditelo voi,
cosa posso farci?-
San.- Effettivamente, coi
sentimenti..-
Fil.- Zitto tu! Questi sono
discorsi di gente seria. Seria, capito?-
San.- Nella vecchiaia
arrisultai ridicolo, ca certu!- ( offeso)
Fil.- Osi parlare ancora dopo
la comparsa di stamattina? E tu Roberto mi dispiace, ma mi hai delusa.-
Rob.- Ma perche`, signora
Filippina?-
Fil.- Perche` ti sei
approfittato di questa povera figliola, di questa fanciulla ingenua, orfana di
madre, senza nessuno che la
consigliasse, sola in questo mondo cattivo e crudele..-
San.- La bella e il lupo. Atto
terzo, scena madre.-
Fil.- Madre, si. Perche` i
padri non capiscono nulla. Sono insensibili, sono orsi! ( piagnucola)-
San.- Ma che orsi e orsi. Ma lo
vuoi capire che codesta fanciulla,
prima di conoscere il nostro Robertino, ha avuto.. ha avuto rapporti intimi con
un altro uomo?- (
pomposamente)
Fil.- E ci voleva la tua
scienza per capirlo..Ma Robertino doveva, doveva..-
San.- Doveva accollarsi le
corna e il figlio, vero?-
Fil.- Io non ho detto questo.-
San.- Fulippa, Fulippa, da
quando ti sei messa in testa di essere l'artefice della altrui felicita`, da
quando ti vuoi occupare dei
sentimenti degli altri, degli amori degli
altri, non ragioni piu`! Ma lo vuoi
capire che hai cuori della gente tu non puoi comandare? Tu, con questa tua mania
di combinamatrimoni, pur di
raggiungere il tuo scopo, passeresti
sopra l'infelicita` di questi due giovani! Sissignore! -
Fil.- No! Questo mai! Io voglio
solo la loro felicita`..-
Rob.- Signora Filippina, noi
abbiamo capito la sua buona fede, i
suoi nobili scopi..-
Lia.- E` cosi` signora
Filippina..-
Fil.- ( piagnucolando) Grazie
Robertino, grazie Lia, voi siete
buoni, siete sensibili, voi mi avete capito fino
al fondo..-
San.- .. In apnea. Senti
Fulippa, adesso basta, stop, alt, finiamola con questi matrimoni organizzati da
te. La devi smettere, la devi fi-ni-re. Eppoi, sinceramente, mi sembri una
vecchia ruffiana, una paraninfa, e questo non mi piace, affatto!-
Fil.- Ma se lo sanno tutti che
io lo faccio per amore..-
Rob.- Signora, noi tutti lo
sappiamo, ma la gente che non sa, puo` fraintendere. Insomma io sono d'accordo
con don Santino! -
Fil.- ( insuperbendosi) Se la
pensate cosi`, smettero`, immediatamente!-
San.- Sia lodato Dio, l'ha
capito!-
Lia.- Roberto, io ti volevo
dire.. insomma io non ti volevo mettere
nel sacco..io ti volevo veramente..-
Rob.- Lo so` Lia, non ci
pensare piu`.-
San.- Ma infine, ora che le
cose si sono sistemate..ma si puo`
sapere cui fu`?- ( indica la pancia di Lia)-
Bussano all porta. Santino va
ad aprire. E` Ingrassia accompagnato da Giugnetto.
San.- Avanti, signori,
accomodatevi..-
Ing.- Toglietevi davanti voi! (
a Lia) Lo sapevo che eri qui sotto la protezione dei tuoi ruffiani. Vieni a
casa, svergognata!-
San.- Ingrassia, ma che siete
impazzito? Come vi permettete di
insultarci?-
Ing.- E secondo voi quelli che
danno il comodo alle coppiette come
si chiamano? Paraninfi.. oppure..-
Lia.- Papa`, non parlare
troppo. Questi signori non c'entrano.-
Ing.- Non c'entrano? E allora
quello che ci fa qui, e tu cosa ci
fai con loro, insomma che ci fate voi tutti!-
San.- I cavoli nostri, per
vostra norma. E ora se non vi calmate, nonostante il vostro tonnellaggio, vi
caccio fuori di qui a peso..-
Rob.- Don Santino, calmatevi, e
anche voi signor Ingrassia. Io sono un gentiluomo e vi daro` soddisfazione..-
Ing.- Un gentiluomo non mette
incinta una ragazza onesta!-
Giu.- ( sorpreso) Perche`, e`
stato lui?-
Ing.- E` evidente, no? Con chi
faceva l'amore questa..signorina?
Con lui! Quindi e` evidente..-
Rob.- Evidente un corno! Io
conosco Lia da soli due mesi..-
Ing.- Non alzate la voce,
sapete?- ( minaccioso)
Lia.- Papa`, papa`, lascialo
spiegare..Io sono incinta da quattro...
San.- Ingrassia, ora vi dovete
calmare. Cal-ma-re! Avanti parlate
ragazzi!- ( a Rob e Lia)
Giu.- E invece parlo io! (
solennemente)
Ing.- Tu che c'entri, statti
zitto e non far confusione.-
Giu.- E invece parlo! (
caparbio) Dunque, Ingrassia, voi, spesso, mi mandate a casa vostra a portare i
vassoi contenenti i pasti migliori, che gli ammalati lasciano intatti. Certo e`
peccato buttare nella spazzatura la grazia
di Dio, dite voi..-
Ing.- ( tentando disperatamente
di far tacere Giugnetto) Ma che dice questo cretino! Stai zitto, stai!-
San.- Cosa, cosa? Continuate,
giovanotto.-
Ing.- Non c'e` niente da dire.
Basta cosi`!-
Giu.- Va be`. Basta cosi`, per
una mano.. ma per l'altra, io andavo
spesso a casa sua e chiacchieravo volentieri con la signorina Lia, qui presente. E facemmo amicizia..-
San.- Vuoi vedere che fu tenera
amicizia? ( unisce i due indici
delle mani)
Giu.- Tenera? Non capisco!
Comunque un giorno l'infermiere capo,
mio superiore diretto, il cav. Ingrassia qui presente anche lui, fisicamente, mi
mando` a...( si ricorda dell'avviso
di Ingrassia di non parlare di pasti) a.. a cercare delle salsicce che si erano
perse, nelle vicinanze di casa sua..( a Ingrassia) Va bene cosi`?..-
San.- Potevate dire meglio:
C'erano delle salsicce in cerca di
sistemazione adeguata, allora pensai di collocarli da Ingrassia. E` piu`
elegante..-
Giu.- Proprio cosi`. Portai le
salsicce alla signorina Lia..-
San.- E le fecero
indigestione..- ( sempre ironico)
Ing.- Giugnetto, sangue del
diavolone, falla finita e spiegati.-
Lia.- Ti spiego io papa`. Quel
giorno, quel giorno.. ebbi un attimo di debolezza..
Ing.- E questo mascalzone si
approfitto` di te?-
Lia.- Ma no, figurati ... Fui
io che mi approfittai di lui.. Insomma
lo possedetti, lo feci mio!-
Giu.- E a me mi piacque assai
assai..-
Rob.- Chiaro allora: il padre
del nascituro e` costui!-
Giu.- Non so chi e` questo
nascituro, ma so chi e` costui: Costui
sono io, Giugnetto Sebastiano, barelliere di 2^ classe, prossimo infermiere, e
se ci so fare, posso fare carriera e diventare infermiere capo, come il cav.
Ingrassia, qui presente..-
San.- Ah si?-
Giu.- Certamente. Ma l'hanno
detto ai sindacati.-
San.- Bravo, complimenti!
Gestualita` dei presenti a
soggetto per commentare i fatti.
Giu.- Grazie, grazie. E adesso
desidero fare una dichiarazione.-
San.- Zitti tutti, parla lui!-
Giu.- Grazie.. Maestro. Dunque,
davanti a questa assemblea, qui
riunita..-
San.- Stringete, stringete..(
sussurato a Giugnetto)
Giu.- Davanti a questa
assemblea, stringete, stringete, io, dichiaro solennemente di voler sposate la
qui presente signorina
Ingrassia Lia. L'ho detto, ah!-
Fil.- ( finalmente riprendendo
interesse) Giugnetto, Lia? Ma bravi, bravi.. che cari vero? ( si mette
sottobraccio ai due)
San.- Fulippa, ricominciamo?-
Fil.- ( staccandosi) Lo facevo
cosi`, per la contentezza..-
Ing.- Sono sorpreso, veramente
sorpreso.. E non so cosa fare..-
San.- E che vorreste fare? Voi
dovete fare solamente due cose: una e` questa: date la mano di vostra figlia a
questo bravo giovane...(pausa)
Ing.- E l'altra?-
San.- ( con indifferenza)
Dovreste evitare, nel futuro, di fare arrivare a casa vostra salsicce e affini.
Sapete, spesso e` roba indigesta e fa male
assai..Ci siamo capiti?-
Ing.- Ma..naturalmente. Allora,
Giugnetto, ti do mia figlia..-
Lia.- E io non conto? Il mio
consenso non v'interessa?-
San.- Ca certo che interessa..E
sappiamo anche che sarai contenta d'accettare, date le circostanze..( fa cenno
alla pancia).. e anche Roberto sara` contento, e anche Fulippina sara`
contenta. Insomma questo tuo si, ci fara` contenti a tutti! ( allude che deve
dire si).-
Lia.- Effettivamente voglio
farvi contenti. Ebbene, accetto!-
San.- Allora pigliatelo e chi
s'e` visto s'e` visto!-
Fil.- Ingrassia, date la vostra
benedizione a questi giovani..-
Ing.- Io vi benedico in nome..-
San.- Arrivo` padreapparoco!
Avanti signori miei, ora andate via che la giornata corre e io oggi ho fatto
poco. Roberto, il cartello!-
Roberto esegue, mentre
Ingrassia Lia e Giugnetto escono parlando fra di loro a soggetto.
Fil.- ( estasiata) Che bella
coppia..-
San.- Fulippa, quando poi ti
svegli che ne diresti d'andare a casa
a preparare la cena?-
Fil.- Certo, Maestro, vado a
casa a prepararti una bella pietanza
adeguata a te.-
San.- Magnifico.. e cosa
prepari?-
Fil.- ( laconica) Fave!-
San.- Ma quella e` pietanza per
cavalli..-
Fil.- E anche per gli asini
come te!-
San.- Ci risiamo..San Giovanni,
ma non possiamo proprio farci niente? Guardate, non tutta, mi accontento anche
di poco..di un pezzettino, ma pi
carita` fatecela cadere!-
Entrano il professore Modesto e
Maria. Roberto subito si gira e si mette a trafficare con gli oggetti della
consolle.
Mod.- E` permesso?-
San.- ( allarmandosi) Cosa
c'e`, che volete da me?-
Mod.- Vorrei avere l'onore di
farmi la barba nel vostro salone . E volevo anche conoscervi, collega..-
San.- ( respirando) Ah, e` per
questo.-
Mod.- Ma certamente. Ho chiesto
alla nostra cara Maria se sapeva dove esercitava il mio caro
collega e lei, gentilmente
mi ha accompagnato, ed eccomi qui.( notando Filippina) Ossequi signora, io sono
il professore Modesto. ( tenta di
fare un baciamano).-
Fil.- ( imbranata fa invece un
inchino) Piacere.. io sarei.. io sono la sua signora.. ( indica Santino)
Mod.- Fortunatissimo, signora.
Questa bella fanciulla e` Maria, l'infermiera del reparto di
chirurgia..( stretta di mano e
sorrisi tra le due)
Fil.- Piacere.. siete sposata?
-
Mar.- No signora.-
Fil.- Allora noi due
diventeremo ottime amiche..-
San.- Fulippa!!-
Mod.- E quel bel giovane chi
e`? Vostro figlio?-
San.- Sarei felice se lo
fosse.. no e` Roberto, il mio lavorante. Roberto, vieni ti presento un grande
professore, un luminare..-
Rob.- ( sempre di spalle)
Piacere signore.-
Mod.- Un po' timidino il
giovanotto.-
San.- Non direi..chissa` che
ha. Ma accomodatevi professore, vi servo subito.-
Mod.- C'e` tempo, c'e tempo,
caro collega..-
San.- Professore, che fa
sfottete?-
Mod.- Nient'affatto! Noi siamo
ambedue maestri. Io in medicina, voi in rasatura e taglio. Eppoi, caro
collega, le nostre professioni hanno
radici comuni: Il cerusico!-
San.- Professore, voi siete
modesto di nome e di fatto.-
Mod.- Ma no, ma no. Piuttosto
permettetemi di ringraziarvi..-
San.- Voi, ringraziare me?-
Mod.- Certamente. Senza di voi
e dell'equivoco conseguente, non si
sarebbe potuto smascherare un grande corrotto!
con la vostra determinante testimonianza, avra` quello che si merita. Ed
ora, che ne dite, facciamo questa barba?-
San.- Con piacere esimio
collega. Roberto, per favore un asciugamano.-
Roberto, sempre di spalle si
avvicina e porge l'oggetto, ma Santino non riesce a prenderlo, cosicche`
l'asciugamano cade a terra. Roberto, istintivamente si gira e si china per
raccoglierlo.
Mar.- Roberto!-
Rob.- Mannaggia! ( si rigira)
Mar.- Roberto, ma che ci fai
qui?-
Rob.- E non lo vedi? Sono il
suo aiutante.-
Mar.- Suvvia, non farmi
ridere..-
San.- Effettivamente..
insomma..l'ingegnere e` qui per caso.. e
datosi che..-
Rob.- Don Santino, lasciate
stare l'ingegnere, vi prego.-
Mar.- Ma Roberto, io non
capisco..-
Rob.- Lascia stare, Maria.-
Mar.- Nossignore, devi farmi
capire. Sei scomparso..-
Mod.- Giovanotto, se non volete
parlare in mia presenza..-
Fil.- Lasciatelo stare
signorina che e` meglio per tutti.-
San.- Aho` e io chi sono?
Pulcinella? Adesso voglio sapere anch'io,
perbacco. Roberto, cosa sono sti misteri?-
Fil.- Lasciatelo stare,
parlero` io.-
San.- Tu? E cosa ne sai tu?-
Fil.- Te l'ho presentato io o
no? Vuol dire che so.-
Rob.- Lasciate perdere signora
Filippina, tanto ormai e` inutile.
San.- Allora mio prezioso
aiutante, parla.-
Fil.- Ma che aiutante d'egitto,
lui e`..lui e`.-
Mar.- Roberto Consoli, medico
chirurgo!
Mod.- Chi? Il Consoli dello
scandalo Trebisonda?-
Mar.- Proprio lui, professore.-
San.- Un momento: Roberto, ma
non eri..ingegnere? ( allusivo)
Rob.- No don Santino, vi ho
mentito.-
San.- Guarda che figura..-
Mod.- Accomodatevi dottore,
sono onorato di conoscervi. Ma perche` siete sparito dalla circolazione?-
Rob.- Preferirei non parlarne.
Ormai e` acqua passata. Ora sono solamente il .. prezioso aiutante di don
Santino Barbagallo, barbiere in
Catania.
Mar.- Assurdo!-
San.- Sto fondendo...-
Mod.- Ma fateci capire, diteci
il perche`.-
Rob.- Ma cosa volete che vi
parli dell'ostruzionismo, della emarginazione,
del disgusto che mi ha accompagnato per tutto
questo tempo? Fallii, e basta!-
Mod.- Beh, anche se non fu mai
provata, la scorrettezza di Trebisonda era notoria..-
Rob.- Si era notoria. Come era
notoria la sua venalita`, come era notoria la sua scarsa professionalita`. Ma
tutto io` non puo` essere sbandierato da un modesto assistente perche` tutto
l'apparato insorge in difesa del
primario. E voi lo sapete esimio professore. Io, allora, accumulai tutte le
prove che mi passavano per e mani: Cartelle cliniche, terapie, relazioni per
provare che i suoi pazienti, in ospedale, erano tutti moribondi ,per risuscitare miracolosamente quando ,
dietro qualche disinteressato suggerimento, venivano ricoverati,a
pagamento, presso la clinica privata del primario,
dott. prof. Trebisonda. Poi mossi l'accusa. Ma le prove che custodivo nel mio
cassetto, furono trafugate e mi trasformai, quindi, in un miserabile
assistente che calunniava il suo direttore. Fui
emarginato, boicottato e isolato. Quindi, amareggiato,
dissi addio alla medicina..-
Mod.- E avete fatto malissimo.
Vi siete ritirato, vi siete dichiarato sconfitto e avete dato ragione agli
arrivisti, ai corrotti, ai venali..ai
pomposi..-
Mar.- Non fosti emarginato da
noi pero`.. Qualche infermiere, qualche medico, ti resto` amico, e questo lo
sapevi. E ti abbiamo sempre cercato, anche qui, a Catania, ma tua madre era
reticente, e quando parlava, ci portava sempre
fuori strada. Ma il mio trasferimento in questa
citta`, e` stato prezioso. Ora ti abbiamo trovato,
dottor Roberto Consoli e hai finito con le barbe!-
Rob.- No, io ho chiuso con la
medicina!-
San.- Ma guardate un po': fino
a poche ore fa era aiutante barbiere
e anche ingegnere minerario, poi
diventa medico chirurgo, e stasera
chi sarà?-
Rob.- Saro` di nuovo il vostro
aiutante, don Santino.-
Mar.- Roberto Consoli, non e`
possibile, e` contro l'etica..-
Mod.- Dottore, mi permetta di
intervenire nei suoi casi personali, ma credo che la signorina Maria abbia
ragione. Lei deve tornare ad esercitare..-
Rob.- Ma lasciatemi stare,
lasciatemi stare, voi non potete sapere..-
Fil.- Certo voi che ne sapete!-
San.- Perche` tu sai?-
il.- Certo che so!-
San.- E allora parla!-
Rob.- Aspettate signora
Filippina, parlo io. tocca a me parlare.-
Mod.- Parli.-
San.- Parla.-
Fil.- Fate silenzio, per
piacere..-
Rob.- Quando abbandonai
l'ospedale, sconfitto e sfiduciato, incontrai delle persone che mi dimostrarono
comprensione. Poi addirittura mi promisero appoggio politico e tecnico,
per non abbandonare la lotta alla corruzione
e al malcostume.. e.. al malgoverno..-
Mod.- Lodevole. E allora?-
Rob.- Lodevole? Aspettate a
dirlo! Per abbreviare, in poco tempo, mi trovai con una
pistola in mano e una vittima designata da uccidere.Ero diventato un
terrorista! Il giorno previsto per l'agguato, fui accompagnato da alcuni di loro
che dovevano spalleggiarmi nel mio battesimo
del fuoco. Sarei diventato cosi` un militante
di diritto! Ma nell'attesa
che la vittima arrivasse, arrivo` invece
il mio pentimento..-
San-. E facesti bene! gli altri
prima uccidono e poi si pentono.-
Rob.- Gia`! Pensavo: Roberto
Consoli, tu non puoi uccidere! Tu hai studiato fino ad ammazzarti per salvare il
tuo prossimo, tu sei medico, tu hai giurato! Allora restituii l'arma a quei
giovani invasati e a
scapito della mia stessa vita, li
lasciai.-
San.- E facisti bene!-
Mar.- E le barbe?-
Rob.- In quei momenti terribili
pensai spesso a mio padre, che senza offesa, don Santino, era uno dei migliori
barbieri della citta`. Mi ricordo che spesso mi diceva: Gli uomini sulla
poltrona del barbiere diventano tutti uguali. Il rasoio
alla gola, li livella! Quindi, credo per cercare l'equilibrio
psicologico,
l'espiazione, e forse la catarsi,
decisi di ritornare alle origini: alla mia citta` e al mestiere di mio
padre.
La signora Filippina, ottima amica di mia madre, mi
aiuto` ad attuare il mio proponimento, facendomi
assumere da don Santino. E vi garantisco, che con loro, fino a qualche
minuto fa, avevo rasserenato il mio animo..ero in pace col mondo e con me
stesso.-
Quasi alla fine della tirata,
Santino si avvicina a Modesto, gli prende lo stetoscopio dalla tasca, quindi si
accosta a Roberto, gli toglie le forbici e i pettini dal taschino, e gli pone
sul collo lo stetoscopio.
San.- Scusate professore...
dottor Roberto Consoli voi in questo salone ci verrete solamente per darmi
l'onore, di servirvi di barba e capelli. Andate ora, il vostro
posto e` altrove, tra gente bisognosa di cure, di comprensione e di
correttezza.-
Rob.- Ma don Santino..-
Mod.- E` giusto! Don Santino e`
un saggio. Andiamo collega..-
Mar.- Venga dottore..-
Fil.- Arrivederci Robertino. (
e` commossa)
San.- ( brusco, per non
commuoversi) Suvvia, andate!-
Mod.- ( a Santino)
Caro collega..-
San.- Esimio collega..-( si
stringono la mano)
Rob.- Addio amici.( escono) -
Fil.- Santino, io..io non
potevo dirtelo, sua madre me l'aveva
fatto promettere..-
San.- Certamente. Hai fatto
bene. Sono stato io l'asino a non capire nulla..-
Fil.- Santino, sei.. sei
buono... Adesso vado a casa a prepararti la cena.-
San.- Le fave?-
Fil.- No, non piu` fave.. ma
roba da signori. Ciao caro.-
San.- Mi hai chiamato caro?-
Fil.- Certamente amore.-
San.- Amore?.. Fulippa, ma chi
fu`?-
Fil.- Niente gioia, il resto te
lo diro` a casa, stasera..-
San.- Davvero?-
Fil.- davvero! Ciaoo..-
San.- Ciao, ciao.. ( poco
convinto)
Santino riordina gli arnesi,
quando entra Scecconi.
Sec.- Buonasera a voi. Si
puo`?-
San.- ( armandosi di spazzola e
indietreggiando) Fermo li`! Che volete?-
Sce.- Cerco il prof. Modesto,
mi hanno detto che si trova qui.-
San.- E` gia` andato via.-
Sce.- Mannaggia, volevo proprio
trovarlo qui, per parlargli alla vostra presenza..-
San.- Presenza mia, di me?-
Sce.- Certo, per vedere se la
cosa si poteva accomodare.-
San.- Eccellenza, troppo troppo
tardi, la cosa non s'accomoda tanto
facilmente..
Sce.- Eccellenza? Che
simpatico, che simpatico.. Se non si potra` accomodare saro` un uomo finito.
Sono diventato lo zimbello di tutta la citta`. Ho perso il mio reparto
E se mi prende Sansevero m'ammazza!..-
San.- E voi cambiate citta` e
soprattutto modo di.. comportarvi..-
Sce.- E dove vado, dove vado..
mi sospenderanno anche dall'Ordine dei Medici, mi manderanno anche in galera,..
se voi testimonierete ...che..oddio, mi tocchera` cambiare professione..imparare
un nuovo mestiere..-
San.- ( illuminandosi nel
volto) Io avrei un'idea.. badate, e` solamente un'idea..-
Sce.- Dite, dite pure, pendo
dalle vostre labbra, sono nella vostre
mani di uomo buono e generoso, Dite, dite..-
San.- Ecco l'idea sarebbe
questa.. pero` se non vi dovesse andare..-
Sce.- Parlate uomo giusto,
parlate grande saggio..-
San.- Allora, il grande saggio
dice questo: Il mio lavorante, proprio oggi mi ha lasciato. Ora,
nell'attesa di trovarne un altro,
offro il posto a voi!-
Sce.- ( prima fiducioso, poi
sbalordito) Come? voi fate a me una simile proposta? Ma e` assurdo! E`
offensivo! Sono indignato.. Io il professore Scecconi, dovrei fare l'aiutante
barbiere..-
San.- ( serafico) E allora vuol
dire che farete il carcerato.-
Sce.- Come sarebbe? Scusate,
non capisco.. io volevo proporvi,
diciamo, una transizione. Voi non
testimoniate e io vi daro`..-
San.- Beh, carissimo
corruttore, visto che non volete capire e che persistete, saro` costretto a
testimoniare.. e poi, con Sansevero ve la vedrete voi..-
Sce.- Ho capito! Mezza parola!
Quando incomincio?-
San.- Anche subito. Ecco il
vostro camice. Il salario e` in base
vostro rendimento, L'orario di lavoro e` scritto li`. ( indica il cartello) Ah,
la pulizia del salone la farete due volte al giorno..-
Sce.- Ma saro` capace? ( si
tocca il viso).-
San.- Vi addestrero` io. (
sbirciando fuori dalla porta) Anzi
vi mettero` subito alla prova!-
Scecconi si guarda allo
specchio sistemandosi il camice.
Entra Salvatore Papera.-
Sal.- Permessooo.. il pane l'ho
comprato, posso restare?-
San.- Entra, entra..(
cerimonioso)-
Sal.- Ah, siete soli? - (
Scecconi e` di spalle che esamna perplesso i ferri del nuovo mestiere)-
San.- Come vedi.. Avanti,
siediti Salvatore, che finisco di
farti la barba.-
Sal.- Ma sei calmo? Proprio
calmo?-
San.- Sono calmissimo!-
Sal.- Forse e` meglio se mi
rade lui.-
San.- Come desideri.. Ragazzo?
fai il servizio a questo signore..-
Sal.- ( sedendosi) Ma chi e`
costui?-
San.- Il mio nuovo aiutante,
diciamo.. per un mese..( a Scecconi) Va bene?-
Sce.- Va benissimo..principale.
( si appresta al lavoro)
Sal.- E Robertino?-
San.- Roberto ha cambiato
professione..-
Sal.- Ah, bene, cosi` in questo
salone torna la pace. Ora mi sento piu` tranquillo.. Sai non potevo piu`
pensarti.. cornuto e contento, in fondo sei sempre il mio migliore amico.-
San.- Ma certo, che discorsi..(
intanto lo prepara per il servizio stringendolo nel pettinatoio e legandolo alla
sedia)
Sal.- E voi, giovanotto, come
vi chiamate?-
San.- Onesto, si chiama Onesto,
vero giovanotto?-
Sce.- Onesto? Che simpatico,
che simpatico..( inizia la rasatura del principiante. Salvatore si allarma)
Sal.- Ahi! Fate attenzione,
perbacco!-
San.- Buono Salvatore, buono.
Devi sapere che sei nella mani di un vero professore. Stai calmo. Vedi? ci siamo
ingranditi, qui, da oggi, facciamo pure il servizio di
pronto soccorso. Questo e` un salone moderno,
perbacco!-
Sal.- Ahi, mizzica, questo non
e` un salone, e` una macelleria!-
Sal.- Salvatore, sei sempre il
solito cafone!( disgustato)
Sal.- ( in evidente stato di
agitazione) Ahi, ahi, Santinu, ti prego, ferma questo scarparu!-
San.- Che non mi fa cornuto..-
Sal.- Ca certu!-
San.- Ne` cornuto, ne`
contento..-
Sal.- Ca certu, che discorsi.
Santinu, bedda matri, tu certe volte non capisci..ahi!-
San.- Allora, non sono..( agita
la mano che fa le corna, sotto
il naso di Salvatore)-
Sal.- ( terrorizzato) Mai sia!
Mai sia! Quando mai? Tu cornuto?
Mai! E se qualcuno si permette di dirlo, ma che dico, solamente di pensarlo, io
ci rumpu li corna!-
San.- E torna?-
Sal.- Mente per me! Ci tagghiu
la faccia! Ahi, Santinu, per i trent'anni
d'amicizia, ti prego, ferma questo elefante!-
San.- Calma, calma..-
Sal.- Per carita`, ferma 'stu
grussu sceccu!-
San.- Prego, Scecconi!-
Sce.- Che simpatico, che
simpatico..( sta per raderlo alla gola)-
San.- ( aggirandosi attorno
alla poltroncina dov'e` seduto Salvatore, e annusando l'aria) Ma cos'e` 'sta
puzza? Onesto, voi la sentite?-
Sce.- La sento, e come? Per me
e`.. per me e`..-
San.- ..Puzza di cacca..- (
intanto slega Salvatore)
Sce.- Proprio cosi`! -
San.- Malanova, s'ha fici
'ncoddu! Se l'ha fatta addosso!- ( scostandosi da Salvatore, imitato da
Scecconi)
Salvatore, intanto, piano
piano, si alza dalla sedia, e, tenendosi stretti i pantaloni, all'altezza della
coscia, goffamente, incredulo, comminando a gambe larghe, in silenzio esce di
scena. Musica adeguata.
Fine.