Comitato politico per l'astensione ai referendum
 
Comunicati, Interventi e Volantini


Roma 10 aprile 2000

A: Commissione Parlamentare per l'Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi - Palazzo San Macuto, via del Seminario 76 - Roma

Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni - Centro Dir., Isola B5 - 80143 Napoli

RAI Radio Televisione Italiana - Viale Mazzini, 14 - 00195 Roma

Il Comitato politico per l’astensione ai referendum (CO.P.A.R.), in ottemperanza alle deliberazioni della Commissione Parlamentare per l'Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi e dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni del giorno 29 marzo 2000, pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 1 aprile 2000, comunica ai suddetti organismi istituzionali e alla RAI, al fine di accedere in parità di condizioni ai mezzi d’informazione, di essersi costituito in data 8 febbraio 2000 (Atto costitutivo in allegato 1; elenco soci e associati in allegato 2); si veda anche comunicazione già precedentemente inviata alla Commissione e alla RAI via e-mail. e A/R in data 27 marzo 2000.
Le ragioni della Costituzione del Comitato e la necessità di uno specifico intervento politico contrario all’approvazione di tutti e sette i quesiti abrogativi, per i quali è stata indetta consultazione referendaria per il giorno 21 maggio 2000, sono state inoltre ulteriormente ribadite dall’Assemblea dei soci fondatori e degli associati in data 5 aprile 2000.

L’Assemblea del 5 aprile 2000, oltre che individuare specifici motivi di contrarietà all’approvazione per ognuno dei sette quesiti abrogativi, ritiene di dover sottolineare che, per la consultazione referendaria in corso, l’esame e l’informazione sui singoli quesiti non può prescindere da un giudizio complessivo sull’insieme delle richieste abrogative avanzate. Come più volte ribadito dagli stessi comitati promotori, facenti capo al "partito radicale o ai suoi diversi modi di chiamarsi", ci troviamo di fronte ad un’operazione politica che può ben essere definita un vero e proprio "programma di Governo". Un’alterazione profonda dello spirito dell’Istituto del referendum di tipo abrogativo in grado di mettere in dubbio l’efficacia degli Istituti di garanzia a tutela delle minoranze e dei principi costituzionali previsti in Costituzione.

Nello specifico di alcuni quesiti, inoltre, è possibile individuare, laddove i quesiti venissero approvati, serie violazioni dei diritti costituzionali. Violazioni per le quali l’esame della Consulta, a causa di evidenti limiti di competenza della stessa riguardo ai modi di procedere per l’ammissione dei quesiti abrogativi, si è mostrato insufficiente e, come nel caso dell’ammissione del quesito che chiede l’abrogazione dell’art. 18 dello "Statuto dei lavoratori", di tipo meccanicistico (Alcune considerazioni sulla mancata tutela costituzionale nel giudizio di ammissibilità dei referendum in allegato 3).

Questo tipo di considerazioni, tenendo altresì conto del disegno di riforma complessivo che si vorrebbe realizzare per via referendaria, rafforzano la necessità di un’opposizione di principio all’operazione referendaria vista nel suo insieme.
C’è cioè l’esigenza di esprimere un "no rafforzato" con il quale impedire l’approvazione dei quesiti abrogativi. Un diritto, questo, riconosciuto dall’art. 75 della Costituzione che fa della partecipazione della maggioranza dei cittadini alla consultazione referendaria un elemento senza il quale non può essere riconosciuta, evidentemente, alcuna legittimità alla consultazione referendaria stessa di produrre effetti, di modifica o di riconferma, sull’ordinamento.

Il Comitato ritiene, pertanto, di possedere i requisiti richiesti, sia in ordine all’interesse obiettivo e specifico che alla rilevanza nazionale.
Gli effetti del complesso dell’iniziativa referendaria, infatti, mettendo in discussione il pieno godimento dei diritti politici dei cittadini attraverso un vero e proprio "aggiramento delle garanzie costituzionali poste a tutela delle minoranze", sono di per sé motivo di piena attribuzione dell’interesse obiettivo e specifico per tutti quei soggetti politici, anche occasionalmente costituiti, che ritengano necessario contrastare l’approvazione dei quesiti abrogativi anche e soprattutto attraverso questo tipo di denuncia.
Altresì, l’esigenza primaria di dare voce, in un ambito di democrazia plurale, a chi pone la questione della difesa dei diritti e delle garanzie costituzionali, non può essere "diminuita" dalla mancanza di incerti e non definiti requisiti "numerici". Sarebbe grave, infatti, che nel processo di formazione della consapevolezza del proprio voto da parte di ogni singolo elettore, venissero meno alcuni contributi d’importanza essenziale, per la formazione di tale consapevolezza, per valutazioni di tipo esclusivamente quantitativo.

Il Comitato Politico per l’Astensione fa quindi richiesta alla Commissione Parlamentare per l'Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi di vigilanza e all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di poter accedere ai mezzi d’informazione, in parità di condizioni e secondo quanto stabilito dai suddetti organismi, come soggetto politico diverso dai soggetti elencati ai punti A e B comma 1 Art 3 deliberazione 29 marzo 2000 della Commissione e della deliberazione 29 marzo 2000 n° 55 dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

Il Comitato Politico per l’Astensione fa richiesta alla Rai, secondo quanto fissato dall’art. 6 della deliberazione 29 marzo 2000 della Commissione di Vigilanza, in attesa che la Commissione si pronunci riguardo alla sussistenza dei requisiti per la definizione dei soggetti politici diversi dai punti A e B comma 1 Art 3 della medesima deliberazione, di poter accedere agli spazi autogestiti, per il tempo massimo a disposizione, e di potere avvalersi delle strutture tecniche della Rai per la realizzazione dei messaggi qui di seguito specificatamente indicati:

1) messaggio che richiama alle esigenze politiche su citate di proporre un "NO rafforzato", attraverso la proposta di astensione alla consultazione referendaria, riguardante l’iniziativa politico-referendaria vista nell’insieme;

2) messaggio contrario all’abrogazione dell’art. 18;

3) messaggio contrario all’abrogazione dell’assegnazione del 25% dei seggi della Camera attraverso la ripartizione proporzionale;

4) messaggio contrario all’abrogazione dei rimborsi elettorali;

5) messaggio contrario al quesito abrogativo attraverso il quale si vorrebbe introdurre la separazione delle carriere dei magistrati.

6) messaggio contrario al quesito abrogativo attraverso il quale si vorrebbe introdurre un nuovo sistema di elezione del CSM.

Certi della Vostra attenzione alle questioni sottoposte, rimaniamo in attesa presso i seguenti recapiti:

Comitato Politico Per l’Astensione ai Referendum, c/o Studio Legale Associato, viale Carso 23 – 00195 Roma

Fax: 06-3723198

astensione@tiscalinet.it
riforme@malcolmx.it


 

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