DECRETO 21 dicembre 2001.
Linee guida sul dipartimento delle dipendenze patologiche.

L'ASSESSORE PER LA SANITA'


Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge regionale 21 agosto 1984, n. 64;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309;
Visto il decreto del Ministro della sanità 30 novembre 1990, n. 444;
Visto il provvedimento del 21 gennaio 1999, emanato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, relativo all'accordo per la riorganizzazione del sistema di assistenza ai tossicodipendenti;
Vista la legge 18 febbraio 1999, n. 45;
Visto il decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229;
Visto il decreto del Presidente della Regione 11 maggio 2000: "Piano sanitario regionale 2000-2002";
Visto il proprio decreto 14 marzo 2001: "Principi e criteri per l'adozione dell'atto aziendale da parte delle aziende sanitarie", successivamente modificato ed integrato dal decreto 18 maggio 2001, n. 34715;
Vista la circolare 22 giugno 2001, n. 1049: "Linee guida organizzative del distretto sanitario";
Vista la legge regionale 15 maggio 2000, n. 10;
Ritenuto opportuno emanare linee guida sul dipartimento delle dipendenze patologiche, previsto dal predetto piano sanitario regionale, al fine di predisporre orientamenti comuni per le Aziende unità sanitarie locali;

Decreta:

 

Art. 1


Sono approvate le allegate linee guida suldipartimento delle dipendenze patologiche che costituiscono parte integrante del presente provvedimento.

Art. 2


Il presente decreto sarà trasmesso alla Ragioneria centrale sanità per il visto di competenza e sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana.
Palermo, 21 dicembre 2001.

 

CITTADINI 

 


Vistato dalla Ragioneria centrale per l'Assessorato della sanità, in data 31 dicembre 2001, al n. 793.


 Allegato

LINEE GUIDA SUL DIPARTIMENTO DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE


Premesse
Com'è noto, al perseguimento degli obiettivi della prevenzione, della cura, della riabilitazione e del reinserimento sociale dei tossicodipendenti concorrono diverse realtà all'interno delle Aziende unità sanitarie locali, unitamente ad altre amministrazioni pubbliche (comuni, prefetture, scuole, carceri...), al privato sociale ed al volontariato.
La recente evoluzione normativa in materia, l'introduzione sul mercato di nuove sostanze d'abuso, il consumo sempre più diffuso di droghe sintetiche e di cocaina impongono una diversa organizzazione dei servizi, che tenga conto dei criteri aziendalistici introdotti nelle unità sanitarie locali.
Per una migliore organizzazione dei servizi occorre favorire una nuova cultura di intervento, che permetta un approccio interdisciplinare ed un più efficace livello di integrazione aziendale ed extra-aziendale, nell'area delle dipendenze da sostanze d'abuso o psicotrope.
L'operatività dei servizi deve essere ispirata al principio della "centralità della persona" e delle sue specifiche esigenze. Le strutture di intervento pertanto devono puntare a conseguire il migliore stato di salute per ciascun soggetto, nella convinzione che nessun individuo è da ritenere irrecuperabile.
Il dipartimento delle dipendenze si configura come il punto di riferimento per coloro che sono affetti da problemi di dipendenza da sostanze d'abuso legali ed illegali, e quale occasione per tutti gli operatori per una più razionale organizzazione degli interventi e delle attività.

Dipartimento delle dipendenze patologiche
Le Aziende unità sanitarie locali istituiscono il dipartimento funzionale delle dipendenze patologiche, previsto dall'accordo Stato-Regioni per la "riorganizzazione del sistema di assistenza ai tossicodipendenti" e dal piano sanitario regionale, approvato con decreto presidenziale 11 maggio 2000 (pubblicato nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale della Regione 2 giugno 2000, n. 26).
Il dipartimento, struttura di coordinamento per lo svolgimento di funzioni complesse, è costituito da entità organizzative che, per omogeneità, affinità e complementarietà, perseguono finalità comuni nell'area delle dipendenze patologiche, conservando le specifiche attribuzioni e competenze.
Aldipartimento è affidato l'indirizzo e il coordinamento delle attività dei Sert e delle unità operative coinvolte nell'area della dipendenza, nonché la determinazione delle forme di integrazione intra ed extra aziendale.
L'ambito di operatività del dipartimento coincide con l'area territoriale dell'Azienda unità sanitaria locale di riferimento: ciascuna Azienda unità sanitaria locale, pertanto, dovrà istituire nel proprio territorio un solo dipartimento.

Compiti del dipartimento
Al dipartimento compete la programmazione del settore e la progettazione degli interventi. Attraverso l'attività di programmazione il dipartimento individua le priorità, gli obiettivi che si intendono perseguire e le modalità per raggiungerli.
L'attività di programmazione costituisce, inoltre, la base per la formulazione del budget aziendale, il quale si configura come un piano complessivo di azioni, correlate alle risorse finanziarie, in rapporto agli obiettivi prioritari dell'Azienda, al fine di soddisfare più efficacemente i bisogni e le esigenze del territorio.
Conseguentemente rientra tra le competenze del dipartimento l'attività di negoziazione con la direzione generale dell'Azienda, anche per quel che concerne le risorse (umane, materiali, finanziarie...) da assegnare al settore.
Sono compiti specifici del dipartimento:
1)  garantire il massimo livello di contrasto alla diffusione delle dipendenze patologiche (comprese quelle causate da alcool e tabacco) mediante la progettazione e la realizzazione di interventi preventivi terapeutici, di tutela della salute, di riabilitazione e di reinserimento sociale;
2)  procedere alla rilevazione dei bisogni assistenziali, sulla base dei dati epidemiologici disponibili, collaborando alla ridefinizione dei carichi di lavoro, secondo la specifica normativa vigente;
3)  integrare le attività aziendali con quelle degli enti ausiliari iscritti all'albo regionale, istituito ai sensi della legge regionale 21 agosto 1984, n. 64 e del D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, e degli altri enti operanti nel settore;
4)  esercitare funzioni di controllo, garantendo una strategia complessiva degli interventi e la pari dignità dei compiti operativi svolti dai diversi soggetti pubblici e privati operanti nel settore;
5) verificare l'applicazione degli standard di funzionamento di tutte le strutture autorizzate ad operare nel settore, compresi i Sert, attraverso la definizione delle procedure, l'identificazione ed il controllo degli indicatori di qualità e la verifica del raggiungimento degli obiettivi intermedi e finali;
6) incentivare l'umanizzazione dei rapporti tra le strutture sanitarie, gli utenti e le loro famiglie;
7) individuare le soluzioni per ottimizzare l'accesso degli utenti e delle famiglie alla rete dei servizi;
8)  stabilire protocolli di collaborazione con le altre strutture aziendali non facenti parte del dipartimento e con altre amministrazioni (prefetture, scuole, carceri, comuni) secondo un sistema di interventi a rete, definendo gli obiettivi prioritari e le competenze di ciascun componente la rete, al fine di evitare la dispersione e la sovrapposizione delle risorse.

Componenti del dipartimento
Sono componenti del dipartimento:
1)  il direttore del dipartimento;
2)  il comitato ristretto;
3)  il comitato allargato.

Organizzazione
Al fine di garantire la funzionalità ed il coordinamento dei rispettivi interventi, devono essere istituiti all'interno del dipartimento il "comitato ristretto" ed il "comitato allargato".
Il comitato ristretto è l'organo di gestione e di programmazione interna del dipartimento.
Il comitato ristretto:
-  elabora il regolamento interno del dipartimento;
-  predispone il progetto generale di intervento, contenente l'indicazione delle priorità, delle possibili soluzioni e delle metodologie operative, in rapporto agli obiettivi generali dell'Azienda;
-  garantisce la pluralità, la trasparenza e la pari dignità dei compiti svolti dalle varie unità operative, secondo un modello di responsabilità diffusa e coordinata.
Fanno parte del comitato ristretto:
-  il direttore del dipartimento;
-  i responsabili dei Sert;
-  una congrua rappresentanza delle altre figure professionali operanti nei Sert.
Il comitato allargato esprime valutazioni sul regolamento interno del dipartimento, e formula proposte per il progetto generale di intervento, predisposto dal comitato ristretto, anche in relazione agli obiettivi generali dell'Azienda e ai bisogni del territorio.
Il comitato allargato è composto da:
-  direttore del dipartimento;
-  responsabili dei Sert;
-  responsabile di unità operativa di educazione alla salute, scelto dal direttore generale dell'Azienda unità sanitaria locale;
-  responsabile del servizio di psicologia;
-  responsabile di dipartimento di salute mentale, scelto dal direttore generale dell'Azienda unità sanitaria locale;
-  un medico di medicina generale, convenzionato con l'Azien da unità sanitaria locale, nominato dal direttore generale;
-  i rappresentanti legali degli enti ausiliari.

Il direttore del dipartimento è scelto dal direttore generale del l'Azienda unità sanitaria locale tra i dirigenti responsabili dei Sert, aventi un'esperienza consolidata nel settore, con un'anzianità almeno quinquennale negli incarichi di direzione. Resta in carica da tre a sette anni e mantiene la titolarità della struttura a cui è preposto.
L'incarico è rinnovabile, previa verifica dei risultati conseguiti.
Sono compiti del direttore del dipartimento:
-  la direzione della struttura dipartimentale;
-  la negoziazione delle risorse con la direzione generale dell'Azienda unità sanitaria locale, d'intesa con i direttori dei distretti interessati;
-  l'esecuzione del progetto generale d'intervento deldipartimento;
-  la definizione degli accordi con gli enti iscritti all'albo regionale degli enti ausiliari;
-  la convocazione del comitato ristretto e di quello allargato;
-  la definizione dei rapporti con i distretti e i dipartimenti;
-  la promozione e l'organizzazione di periodici incontri di aggiornamento e di formazione per il personale del dipartimento;
-  il coordinamento della raccolta della predisposizione e dell'invio di dati alla Regione, alle Prefetture ed ai Ministeri;
-  la predisposizione di protocolli di collaborazione con le altre strutture aziendali e con le amministrazioni interessate al fenomeno;
-  la verifica, in itinere e finale, sugli interventi realizzati e sui risultati raggiunti, in relazione agli obiettivi programmati.

I Sert
I Sert costituiscono le strutture operative di base e specialistiche del dipartimento delle dipendenze.
In attesa dell'emanazione di provvedimenti specifici in materia di accreditamento anche dei servizi pubblici, i Sert devono garantire i seguenti livelli minimi di prestazioni:
-  pronta accoglienza e diagnosi;
-  terapie farmacologiche specifiche, sostitutive e non, compreso il monitoraggio clinico e laboratoristico;
-  attività di screening, prevenzione e partecipazione alla cura delle patologie correlate all'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope;
-  psicodiagnosi e attività di sostegno e di counseling;
-  attività di riabilitazione;
-  punto focale della ricerca epidemiologica e sociale;
-  partecipazione alle attività deldipartimento (prevenzione primaria, trattamenti psico-terapici, collaborazione con le varie agenzie di reinserimento sociale e lavorativo).
Al fine di qualificare ulteriormente il sistema assistenziale si raccomanda alle Aziende unità sanitarie locali di individuare, all'interno del dipartimento, almeno un Sert per le prestazioni più complesse secondo criteri di maggiore flessibilità possibile.
Si raccomanda altresì di prevedere l'eventualità che ciascun Sert - laddove si rendesse necessario in relazione alla domanda assistenziale - si articoli in più unità funzionali, anche mobili, al fine di assicurare una adeguata articolazione territoriale delle prestazioni offerte (alcologiche, di prevenzione, ...).
Per le restanti funzioni dei Sert si rinvia a quanto disposto dal decreto del Ministero della sanità 30 novembre 1990, n. 444 ("Regolamento concernente la determinazione dell'organico e delle caratteristiche organizzative e funzionali dei servizi per le tossicodipendenze da istituire presso le unità sanitarie locali").
I Sert continuano a svolgere, inoltre, le funzioni ed i compiti di cui al decreto del Ministero della sanità 3 agosto 1993, contenente linee di indirizzo per la prevenzione, la cura, il reinserimento sociale ed il rilevamento epidemiologico in materia di alcooldipendenza, in attesa dell'emanazione dell'atto di indirizzo e coordinamento ex art. 3 della legge 30 marzo 2001, n. 125 "legge quadro in materia di alcool e di problemi alcolcorrelati".
Le Aziende unità sanitarie locali devono assicurare ai Sert requisiti strutturali dignitosi, nelle more dell'adozione di provvedimenti specifici in materia di accreditamento dei servizi pubblici.
In attesa che il Ministero della sanità provveda alla revisione del decreto ministeriale 30 novembre 1990, n. 444 ai sensi dell'art. 4, comma 3° della legge 18 febbraio 1999, n. 45, i Sert conservano la dotazione organica fissata con il decreto 29 giugno 1992, n. 233, con gli eventuali aggiornamenti operati ed approvati secondo le vigenti disposizioni.

I rapporti con il distretto
Il direttore del distretto garantisce la gestione delle prestazioni e/o dei servizi esistenti nel territorio di competenza, nonché la realizzazione degli indirizzi e delle linee guida formulate dal direttore del dipartimento delle dipendenze, al quale afferiscono funzionalmente le strutture operative.

I rapporti con il privato
Al dipartimento spetta il compito di assicurare un'effettiva integrazione tra le attività aziendali e quelle degli enti operanti nel settore. L'obiettivo finale è la parità piena tra il settore pubblico e quello privato, da raggiungere gradualmente attraverso un percorso articolato in varie fasi, tendenti - in presenza di specifici requisiti strutturali, funzionali, organizzativi e di personale - all'accreditamento a livello regionale delle strutture private autorizzate (e quindi iscritte all'albo per la relativa tipologia di interventi) e conseguentemente alla possibilità per le Aziende unità sanitarie locali di acquistare, se ritenuto necessario, pacchetti di prestazioni dai medesimi enti.
Tale sistema potrà consentire all'utente, nell'ottica della centralità della persona, l'esercizio del diritto di libera scelta direttamente tra più opzioni, aventi tutte eguale dignità e valore.
In particolare, le comunità terapeutiche devono essere considerate come organizzazioni complementari alle attività dei Sert, con i quali devono condividere, sia pure in un'ottica di sana concorrenzialità, obiettivi, metodologie di valutazione e criteri per l'accesso degli utenti alle varie tipologie di trattamenti.
Pertanto, gli enti ausiliari iscritti all'albo regionale devono ritenersi a pieno titolo componenti del dipartimento, inseriti nel comitato allargato.
E' appena il caso di segnalare che, per la permanenza del dipartimento, gli enti ausiliari (e le loro strutture) dovranno adeguarsi ai requisiti in materia di accreditamento, secondo le modalità ed i tempi che saranno stabiliti con provvedimento regionale.

I rapporti extra-aziendali
Al dipartimento delle dipendenze spetta il compito di promuovere intese con gli altri soggetti pubblici e privati, interessati al fenomeno (in particolare con la scuola, la prefettura, il Ministero della giustizia, i comuni, le associazioni di famiglie, il volontariato autorizzato, ...), al fine di predisporre e sviluppare protocolli operativi da realizzare nel territorio.
Particolare attenzione deve essere prestata daldipartimento alle famiglie e al mondo della scuola, nell'ottica di una adeguata attività di prevenzione e di promozione della salute, da attuare mediante idonee forme di intervento a rete, con il coinvolgimento attivo degli adolescenti, dei giovani, delle loro famiglie, degli insegnanti e delle agenzie educative.
Tali protocolli devono prevedere in particolare:
-  iniziative per la promozione della salute, con il coinvolgimento attivo dei giovani, da attuare nelle forme ritenute più adeguate, nell'ambito di programmi più articolati di intervento, al fine di sviluppare valori positivi, quali il rispetto altrui, di se stessi e della vita, l'autoresponsabilizzazione, il senso della partecipazione alla collettività locale, ecc.;
-  iniziative di informazione e di sensibilizzazione dirette alle famiglie, relative alle problematiche dell'adolescenza, dell'educazione dei figli, della difficoltà di comunicazione tra generazioni diverse della protezione dei fattori di rischio e di auto-emarginazione;
-  iniziative per l'educazione alla salute rivolte a docenti di ogni ordine e grado e agli studenti delle scuole medie superiori;
-  campagne mirate di informazione sui rischi connessi all'uso di droghe (anche sintetiche) e di alcool da realizzare nei luoghi di aggregazione giovanile, con il coinvolgimento eventuale di opinion leaders.
Nella predisposizione dei suddetti protocolli operativi si raccomanda di individuare, con sufficiente chiarezza, gli obiettivi prioritari ed i compiti specifici dei soggetti partecipanti, al fine di evitare sovrapposizione e scambio di ruoli e dispersione di risorse.
(2002.3.139)