Il Masai Mara di Fausto MORONI

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Quando arrivo al Mara Buffalo Camp il sole sta quasi tramontando. La sua luce rossa è diffusa dal fumo di misteriosi incendi che punteggiano regolari la savana. E¢ una visione dantesca e l’Africa, ancora una volta, mi stupisce. Ho già incontrato la giraffa, l’antilope, l’elefante, il leone, ma il vero safari inizierà domani. Scopo del viaggio è fotografare la great migration, ovvero oltre un milione e mezzo di gnu e migliaia di zebre, con al seguito i noti predatori delle savane africane, che dal Serengeti, tra luglio e agosto, si spostano verso il Masai Mara. Uno spettacolo dalla bellezza preistorica. Ma il mio autista guida masai, con quella serena calma che è solo africana, mi dice che la “great migration” quest’anno è in ritardo. E colpa del Nino, che da novembre ‘97 fino a maggio ‘98 ha fatto piovere quasi ininterrottamente sulle savane africane mantenendo rigogliosi i pascoli del sud. Stanno arrivando le prime zebre e piccoli gruppi di gnu. Per il vero evento migratorio, quello che resterà impresso nella memoria per sempre, bisogna aspettare ancora qualche settimana, troppo per il tempo che ho a disposizione. Se fosse stato il mio primo viaggio in Africa una notizia del genere avrebbe irrimediabilmente compromesso tutto il safari. Ma l’esperienza insegna: niente paura ... la savana è una fonte inesauribile di sorprese. L’Africa stessa è una sorpresa: l’unica certezza è l’incertezza.

Così i giorni successivi mi regalano emozionanti scene di caccia, elefanti nervosi alla ricerca d’amore, leoni che pigramente si riposano nascosti nel bush, piccoli di coccodrilli che si allenano ad uccidere le prime zebre che incaute attraversano il fiume Mara. Le occasioni di scattare fotografie ad animali non mancano. Così per qualche momento fingo di essere un fotografo professionista al servizio di una rivista naturalistica: giro in jeep per la savana con i sacchetti di sabbia già pronti sul tetto aperto ad ospitare il complesso fotocamera-obiettivo, ma quando, dopo ore di ricerca, incontro gli animali, li contemplo, e non posso evitare di perdermi nella loro bellezza. La libertà sfiora i miei sensi e li stimola, tutti. Solo poi punto l’obiettivo e, scatto flessibile alla mano, aspetto qualche gesto particolare, qualche smorfia, qualcosa che non si sia ancora visto. Non è facile. Ma non vorrei essere in nessun altro luogo, e questa forse è la cosa più importante. Anzi il fatto di non essere un professionista e non avere scadenze, agenzie o riviste che attendono le mie immagini mi permette di vivere l’Africa in tutta la sua primordiale bellezza, in tutta la sua, come scrisse la Blixen, “suprema nobiltà”. Posso godermi la savana con i suoi animali selvaggi, con i suoi struggenti panorami, con il suo cielo incredibile, senza uno scopo, senza un progetto, finalmente libero anch’io, come l’aquila, che volteggia, silenziosa e immemore, sopra di me.

fausto moroni e-mail: moronifausto@libero.it internet: http://digilander.iol.it/faustophotoartafrica/cartellasito/