Scusate il disturbo, di Christopher Brookmyre, Meridiano Zero, tr. Vittorio Curtoni

Un riflessione, frutto di anni di letture eterogenee: nella vita non si può leggere solo Proust, né si può leggere solo Alan Ford. Nella vita bisogna alternare i libri ponderosi e quelli spassosi, altrimenti si perdono le prospettive, e non si apprezzano né i primi né i secondi. Quindi se per Natale vi siete sciroppati Richard Powers o Michele Mari (cosa buona e giusta, nostro dovere, ecc.), o addirittura la Recherche o l’Ulisse, potete ora rilassarvi con questo romanzo scozzese il quale, come altri prodotti dell’immaginario provenienti dalla patria di Sean Connery, abbonda di brio, ironia, ritmo ed effetti speciali.

 La storia è così improbabile da risultare irresistibile: un signor Nessuno arricchito col turismo dei minus habens (per intenderci, quelli che vogliono mangiare la pastasciutta al dente a Marrakech) fa trasformare un’enorme piattaforma petrolifera in un villaggio turistico galleggiante da ormeggiare davanti alle coste dell’Africa, a distanza di sicurezza dagli indigeni e dai cattivi odori. Il Nessuno, il cui stereotipo nome britannico è Gavin Hutchison, decide poi di invitare tutti i suoi ex-compagni di scuola sulla piattaforma per mostrare loro quanti soldi ha fatto e che uomo importante è adesso. Tra questi ex-liceali scozzesi c’è però qualche ospite indesiderato, come il celebre comico Matt Black (in crisi esistenziale), o l’ex-picchiatore Davie Murdoch, riconvertitosi a padre di famiglia e stimatissimo artista d’avanguardia. Sul più bello irrompe un gruppo di terroristi assolutamente incapaci, portando così al culmine una catastrofica serie di imprevisti, motore di questo parodico e divertentissimo Die Hard col kilt.

E se leggendo il libro non si trascureranno le numerose citazioni cinematografiche, offerte dal personaggio di Ally McQuade, il simpaticissimo filosofo dell’action movie, si capirà che questo romanzo velocissimo, grondante sangue e rimbombante di spari, è la demolizione di ogni futuro film con Bruce Willis, sofisticati ordigni da disinnescare, ostaggi innocenti da liberare e pericolosi terroristi da eliminare. Il che, con l’aria che tira, non è poco.

(Concludo con una noticina pignola: qualcun dovrà avvertire Brookmyre che l’Uzi, vanto delle industrie israeliane, non è un fucile automatico ma una mitraglietta… ce n’est pas la même chose!)

 

(Pulp Libri, n. 47, p. 47)

 

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