Spettri di Haiti: Dal colonialismo francese all’imperialismo americano, a cura di Roberto Cagliero e Francesco Ronzon, Ombre Corte

 

Non è vero che l’accademia italiana sia sempre e dovunque avvolta da un grigiore burocratico e chiusa in se stessa e nei suoi rituali di cooptazione e perpetuazione. Ogni tanto manda segnali degni del massimo interesse, come nel caso di questa raccolta di saggi che si articolano attorno a un oggetto culturale complesso e sfaccettato, la Repubblica di Haiti e ciò che essa ha rappresentato nel passaggio dal XVIII al XIX secolo, e ancora rappresenta per noi oggi. Haiti è ben più di un fondale per qualche storia di spionaggio con tanto di palmizi e riti vudù; è un caso paradigmatico e rappresentativo dell’evoluzione di quel sistema politico-economico detto colonialismo che ha contribuito a fare dell’Occidente quel che oggi è, e del resto del mondo quel che ne abbiamo fatto. Dati gli avvenimenti del giorno ci sembra un tema a dir poco d’attualità.

I saggi contenuti in questa raccolta, solidamente documentati e scritti senza ricadere in gerghi specialistici, studiano da più prospettive l’impatto della rivoluzione haitiana, che nel 1791 portò mezzo milione di schiavi africani a ribellarsi contro i loro padroni francesi e a instaurare di fatto quell’uguaglianza tra gli uomini al di là del colore della pelle che a quell’epoca era difficilmente pensabile anche per i filosofi illuministi. Fatto di cui purtroppo di parla ben poco o per niente nei libri di scuola, ma che ha avuto, come ci spiegano gli autori dei contributi, un impatto considerevole sulla cultura europea (tanto da essere la vera radice storica, come ipotizza la filosofa americana Susan Buck-Morss, che ha scritto il pregevole saggio iniziale della raccolta, della dialettica servo-padrone in Hegel).

Validissimo volume dunque, che spazia dal passato al presente (paranoia dell’AIDS inclusa); peccato solo per la mancanza di una cronologia dei principali eventi della storia haitiana, e per la singolare assenza di saggisti locali nella raccolta: una voce del posto non ci sarebbe stata male.

 

(Pulp Libri, n. 42, p. 52)

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