Appuntamento a Samarra, John O'Hara, minimum fax, tr. Raffaella Lotteri

 

Continua la politica della casa editrice romana di riscoprire gioielli dimenticati della letteratura americana. Non sempre i gioielli sono tali (non del tutto ci ha convinto la riproposizione di Richard Yates), ma stavolta la gemma è genuina e di non pochi carati. Si tratta di un romanzo solido e potente, uscito negli Stati Uniti nel 1934, e segnato profondamente dalla Depressione che in quel momento faceva ristagnare l'economia americana (e non solo).

Protagonista della vicenda Julian English, un giovanotto aitante e di buona famiglia che ricorda tanto certi personaggi di Fitzgerald (al quale O'Hara è stato paragonato, e non a torto). Uno che nella vita ha avuto tutto facilmente, e che nella multietnica società statunitense di allora apparteneva al ceppo giusto: bianco, anglosassone (come dice ironicamente anche il cognome) e protestante.

Ma questo beniamino degli dei (bella casa, bella moglie, carriera facile, vita circondata dal lusso) commette un gesto d'orgoglio che ne scatena la rovina. E qui vediamo bene come questo romanzo di costume che esplora impietoso i vizi (molti) e le virtù (non tante) della provincia americana durante il Proibizionismo sia tipica opera modernista, che dietro lo squallore moderno evoca il mito e i classici. Perché questa è la versione moderna di una tragedia greca, dove l'atto d'orgoglio dissennato dell'eroe (gettare un bicchiere di whisky in faccia a un insopportabile burino di estrazione irlandese) scatena una nemesi implacabile: l'isolamento sociale, il disastro economico, il fallimento del matrimonio, la solitudine, il suicidio. Il tutto nel bel mezzo delle festività natalizie, e sotto la neve.

Tutto questo O'Hara lo sa raccontare con un'asciuttezza notevole e un istinto narrativo ragguardevole, facendo presagire quelle storie di rovina e caparbia autodistruzione che faranno la fortuna di un Russell Banks.

Colpisce infine la capacità di O'Hara di stendere un affresco di una società dove, a causa del Proibizionismo, tutti fanno uso di una sostanza psicotropa proibita (l'alcol) di nascosto, professando in pubblico il rispetto delle leggi e la rispettabilità borghese. Sembra una profezia di quest'Italia dove si fanno sempre più feroci leggi contro le droghe, e se ne consumano sempre di più. Altro motivo per leggersi Appuntamento a Samarra, e meditarlo profondamente.

 

(Pulp Libri, n. 60, p. 45)

 

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