Confessioni di un sicario dell’economia, di John Perkins, minimum fax, tr. Giuliana Lupi

 

Come si cucina l’impero globale? Molto semplice. Prendete paesi in via di sviluppo purché ricchi di materie prime, di risorse agricole, oppure piazzati in posizioni strategiche. Prestategli un sacco di soldi per costruire infrastrutture moderne (non importa che gli servano veramente, basta che costino un’enormità). Ovviamente i soldi glieli date solo se quelle infrastrutture, siano dighe o autostrade, aeroporti o grattacieli, le facciano costruire alle vostre aziende, così i soldi vi rientrano in tasca. Quando i paesi si sono indebitati al punto giusto, andate da loro a battere cassa, stile strozzino, e se non hanno (ovviamente) i soldi da restituire gli fate capire che da quel momento in poi devono fare esattamente quello che volete voi. Ed ecco l’impero moderno, senza bisogno di legioni e centurioni.

Questa ricetta (e altre, ugualmente interessanti e inquietanti) ce la racconta nei dettagli John Perkins. Fino alla pubblicazione di questo saggio autobiografico era noto soprattutto come santone della spiritualità new age, interessato allo sciamanesimo latinoamericano e alle culture delle popolazioni indie della foresta amazzonica. Ma adesso sappiamo che nel passato di questo pensatore no-global s’annidava una macchia scurissima: era stato, come lo definisce lui nel libro, un Economic Hit-Man, o EHM, cioè un sicario (o meglio killer) dell’economia. Uno dei tanti personaggi in giacca e cravatta, strapagati e autorevoli, che hanno attuato, per conto di società di consulenza dai nomi poco noti, le politiche economiche della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale: quelle splendide politiche che hanno fatto ricche solo la banca e il fondo suddetti—nonché un’elite internazionale di uomini d’affari.

Insomma Perkins, che oggi si dà da fare a proteggere popolazioni amazzoniche come gli Shuar, un tempo era dedito al loro sfruttamento, e se per caso non ci stavano, passava la mano a chi provvedeva a sterminarle. Tra il Perkins di oggi e quello di ieri sta il pentimento che l’ha portato a scrivere il saggio. Possibile? Credibile? Il guaio è che il libro è spaventosamente ragionevole, e che non cede a tentazioni complottiste. È anche documentato. Temo che vada proprio letto.

Voglio chiudere citando una una frase memorabile di questo libro: “se bombardi una città e la ricostruisci, i dati mostrano un enorme picco della crescita economica”. Speriamo che non sia questa l’ideona di Tremonti per smuovere la nostra economia stagnante.

(Pulp Libri, n. 59, p. 57)

 

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