Musi gialli e berretti verdi: Narrazioni USA sulla Guerra del Vietnam, di Stefano Rosso, Bergamo University Press

 

 

Di Vietnam è il caso di tornare a ragionare proprio in questi tempi di guerre umanitarie e di pacificazioni interminabili. Il confronto tra i fatti d’allora e quelli di oggi può anche passare da un serio e documentato studio letterario (anche se io tenderei a ritenerlo multidisciplinare) di uno dei migliori specialisti sull’argomento, che non è americano e insegna all’Università di Begamo. Stefano Rosso esplora nel suo ricco volume un lato di quella sporca guerra del passato (1961-1975) che per noi italiani è poco familiare, e cioè il Vietnam novel. Da noi l’immaginario “vietnamita” è stato infatti veicolato per lo più dal cinema, sia esso critico come in Apocalypse Now di Coppola e Full Metal Jacket di Kubrick, o apologetico come in Berretti Verdi di e con John Wayne oppure nel recente (e non a caso discretamente propagandistico) We Were Soldiers di Randall Wallace (grazie al quale Mel Gibson si è confermato in tutti i sensi degno erede di John Wayne…).

Ma accanto al Vietnam su pellicola o DVD esiste una produzione letteraria sul Vietnam (dalla quale spesso scaturiscono i film più o meno noti), che comprende romanzi memorabili come Inseguendo Cacciato di Tim O’Brien oppure Nato per uccidere di Gustav Hasford (da cui è stato tratto Full Metal Jacket), per non parlare di Dispacci di Michael Herr. Rosso ci guida alla scoperta di questa letteratura di vitale interesse, chiedendosi come si possa raccontare una guerra nell’epoca dei mass-media e della disinformazione, come districarsi tra shock e memoria, tra censura e menzogna, tra il riserbo di chi certe cose le ha vissute e le balle di chi certi orrori li ha solo ordinati.

Corredato da una ricca bibliografia e da un glossario del gergo usato dai soldati americani in Vietnam, questo saggio affronta con grande intelligenza temi che ormai non sono solo letterari, ma direttamente politici, ovvero la guerra, l’immaginario ad essa legato, e tutta la serie di significati che essi assumono all’ombra dell’impero americano. Da leggere in attesa del prossimo conflitto umanitario.

 

(Pulp Libri, n. 46, p. 55)

 

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