LA REGINA DELLE NEVI,DI H.C. ANDERSEN

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Lo specchio magico.

C'era una volta uno stregone maligno, che aveva inventato uno specchio dai poteri diabolici: i paesaggi più belli diventano luoghi spaventosi, le persone più belle diventavano brutte. Non solo: chi si specchiava diventava cattivo e perfido. Lo stregone, con l'aiuto di due diavoletti suoi fidi, decise di portare lo specchio in cielo, per deridere gli angeli e Dio. Iniziò la sua ascesa verso l'alto, ma ad un tratto un lampo giunto dalle nubi ruppe lo specchio in mille pezzi, facendo precipitare a terra i due diavoletti e lo stregone.

Ma anche da rotto lo specchio poteva fare dei danni terribili: infatti le sue schegge, se entravano in un occhio o nel cuore di una persona, la rendevano malvagia. Lo stregone, in fondo, era riuscito nel suo intento, almeno in parte...

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Un bambino e una bambina.

In una cittadina del Nord vivevano un bambino e una bambina, da sempre vicini di casa. Abitavano in due mansarde che confinavano con un balcone, ed erano cresciuti insieme, dividendo la passione per i giochi in mezzo alla neve, per la coltivazione dei fiori e per la cura agli uccellini e ai gatti che abitavano i tetti. I loro nomi erano Kay e Gerda. Erano i due amici più uniti di tutta la loro città, ed un altro loro passatempo preferito, durante l'inverno, era quello di ascoltare le fiabe della nonna di Kay. Un giorno d'inverno erano seduti ad ascoltare le parole della nonna: fuori infuriava una tempesta di neve, ed erano incantati a vedere la perfezione dei fiocchi di neve che si posavano sul davanzale. La nonna di Kay cominciò a raccontare loro la storia della regina delle nevi E' una donna pericolosa e bellissima, che vive in un magico castello in mezzo ai ghiacci. Chi la vede è condannato alla dannazione eterna: rapisce gli essere umani e li rende suo schiavi, facendoli diventare di ghiaccio!

Kay si burlò della regina: non poteva sapere che lei era lì in mezzo alla neve, e lo sentiva!

Ad un tratto una folata di vento aprì la finestra della nonna di Kay: il micio della nonna si spaventò e si andò a nascondere sotto il letto, mentre Kay e Gerda si precipitarono a chiudere la finestra. Ma dentro era entrato un frammento del famoso specchio (vi ricordate?) che andò nell'occhio di Kay. Di colpo Kay diventò cattivo: disse che le storie della nonna erano tutte stupidaggini, disse a Gerda che era una sciocca che piangeva per niente e poco ci mancò che picchiasse il povero micio. Da quel giorno diventò cattivo ed insopportabile.

Pochi giorni dopo, nevicava ancora, ed un gruppo di ragazzi si era ritrovato nella piazza principale della città per andare sulla slitta. Kay corse a raggiungerli, seguito da Gerda, che non capiva il cambiamento del suo amico.

Kay si comportò malissimo: andava addosso agli altri ragazzi con la slitta e cercava ogni pretesto per fare a botte. Molti di loro conosceva e volevano bene sia a lui che a Gerda, e visto come si comportava, se ne andarono via arrabbiati.

La tempesta aumentava di intensità sempre di più e ad un tratto giunse una slitta, trainata da cavalli di ghiaccio, su cui c'era una splendida donna: era la regina delle nevi. La regina si avvicinò a Kay e lo prese con sé sulla slitta: Vieni con me, ragazzo, ti darò tutto il potere del mondo! Lo baciò e Kay dimenticò definitivamente Gerda, i suoi fiori, i suoi amici, la nonna, gli uccellini, i gatti e le fiabe, mentre il gelo saliva nel suo cuore, e lo avvolgeva tutto.

La regina delle nevi fece volare la slitta in alto, in un turbine in cui sparì, mentre la piccola Gerda guardava il suo amico sparire nella tempesta. Nessuno seppe dire che fine aveva fatto Kay.

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Il giardino fiorito.

Passarono i mesi e nessuno sapeva più niente di Kay. Gerda era disperata, e decise di partire alla sua ricerca. Si mise le scarpette rosse che Kay le aveva regalato all'ultimo Natale, pochi giorni prima che sparisse e si diresse verso il fiume. Le rondinelle e i passerotti volavano intorno a lei, dicendole: Guarda che Kay è morto! L'abbiamo cercato noi dappertutto e non l'abbiamo più trovato! Ma Gerda non poteva crederci ed andò avanti. Sul fiume c'era una barca: Gerda vi salì e cercò di governarla per navigare il fiume, ma non era pratica e non ci riuscì. Andò alla deriva per parecchio tempo, finché non giunse vicino ad uno splendido giardino che dava sul fiume. Ci viveva una vecchina, che accolse Gerda a braccia aperte: Riposati un po' piccola! La vecchina abitava in una casa incantevole: coltivava fiori di tutti i tipi, aveva anche voliere piene di uccellini, gatti, uno stagno pieno di pesciolini ed anatroccoli. Era buona, ma era una maga: Gerda era per lei la sua unica compagnia, e non voleva che se ne andasse. Nel cibo che le offrì le mise un filtro per farle dimenticare Kay.

Passò il tempo: Gerda curava i fiori e gli animali, era serena, ma si sentiva strana: c'era qualcosa che le mancava. Un giorno, tempo dopo, passò di fronte ad un roseto, nascosto in un angolo del giardino: Gerda, le dissero le rose, hai dimenticato Kay? Lui non è morto, sotto terra non c'è, devi partire a cercarlo! Gerda si ricordò tutto, e decise di partire a cercarlo: lasciò la vecchina fatata ed uscì dal giardino. Ma fuori ormai era arrivato l'inverno, ed era freddissimo. Gerda vagò in quel gelo per giorni e giorni.

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Il principe e la principessa.

Gerda arrivò in riva al mare e si fermò per riposarsi. Di colpo giunse un'enorme cornacchia, che le disse: Sai forse so dove è finito il tuo Kay! Credo che stia per sposare la principessa di un regno qui vicino! Gerda le chiese di portarla nel regno, per vedere se era vero o meno. La cornacchia disse che era un ragazzo molto intelligente, bravissimo in matematica, soprattutto, che amava gli animali, specialmente i gatti e gli uccellini, e che aveva il pollice verde per piante e fiori. Proprio come Kay prima che accadesse tutto. Gerda chiese di essere portata dalla principessa per capire cosa il suo amico volesse fare. La cornacchia fece entrare di nascosto Gerda nel palazzo, con la complicità della sua quasi fidanzata cornacchia, che faceva parte degli uccelli allevati dalla principessa. Gerda entrò nella camera da letto dei principi: sembrava davvero Kay, il giovane addormentato, ma guardandolo meglio si accorse che non era lui. I due giovani si svegliarono, ed ascoltando la storia di Gerda rimasero impietositi. La principessa le offrì aiuto dell'esercito di suo padre per trovare Kay, ma Gerda rifiutò, voleva fare da sola. Allora la principessa le diede una carrozza, dei cappotti, delle coperte, e la guardò partire: sia lei che il suo fidanzato avrebbero voluto che Gerda rimanesse come loro sorella.

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La figlia del brigante.

Gerda attraversò in carrozza una foresta cupa, dove viveva una banda di briganti che attirati dal lusso della carrozza, la attaccarono subito.

La carrozza con Gerda dentro fu portata nel covo dei briganti, dove la figlia del capo, vedendo la ragazza decise che Gerda sarebbe rimasta con lei a tenerle compagnia. La giovane banditessa era un tipo strano: a tratti era gentile con Gerda, a tratti la trattava male. La sua unica compagnia, oltre a Gerda, era tutta una serie di animali selvatici che aveva raccolto nella foresta: due furetti, una volpe, una puzzola, un orsetto, un gatto selvatico, una renna e dei rapaci. Anche con loro, a tratti si comportava bene, a tratti male. Gerda non era poi trattata male, ma voleva andare via, per trovare Kay. Il falco della figlia dei briganti disse di aver visto la residenza estiva della Regina delle nevi, più a nord.

Gerda supplicò la figlia del brigante di farla partire alla ricerca di Kay. Le raccontò tutto. Allora la figlia del brigante liberò la sua renna, e la diede a Gerda perché andasse verso nord. Poi liberò gli altri suoi animali, e pianse disperata perché la sua amica era partita, lasciandola sola.

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La donna lappone e la donna finlandese.

La renna parlò a Gerda di una donna lappone, che viveva vicino alla foresta dove era cresciuta. Gerda arrivò alla casa della donna lappone, mentre la renna tornò nella foresta in mezzo ai suoi simili. La donna lappone le diede da mangiare e poi prese un baccalà e scrisse sopra un messaggio. Questo lo devi dare alla mia cugina, la donna finlandese, che vive più a Nord. Ricordati che da qui in poi troverai sempre più freddo!

Gerda attraversò la foresta, che diventava sempre più gelida, finché non giunse alla capanna della donna finlandese. La donna la accolse e le disse: Ti aspetta un compito difficile, piccola mia. Kay non è più un uomo per via della scheggia di specchio maledetto e perché la regina delle nevi gli ha fatto un incantesimo. Tu dovrai portarlo via dal castello, ma ricordati che hai poco tempo. Se lei torna, tu non potrai più fare niente e sarai trasformata in una statua di vetro!

Gerda annuì. La donna le disse ancora: Ora dovrai affrontare la foresta di ghiaccio, con i suoi spiriti. Ti senti forte? Gerda annuì di nuovo ed uscì fuori nella neve.

La foresta era piena di rovi, e spiriti spaventosi ronzavano intorno a lei. Gerda andò avanti, coraggiosa. Pensava a Kay, e non vedeva i mostri che le venivano vicino, e le spine che la pungevano. Ad un tratto la bufera si placò. Di fronte a lei c'era il castello della regina delle nevi.

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Il castello della regina.

Gerda entrò nel castello e percorse le stanze tutte fatte di ghiaccio. Nel salone centrale c'era Kay: anche lui era diventato quasi un pezzo di ghiaccio, e giocava con uno sguardo vuoto con delle costruzioni. Gerda gli si avvicinò, lo accarezzò, cercò di parlargli, ma lui non aveva nessuna reazione. Allora scoppiò in lacrime. Una sua lacrima entrò nel suo occhio e gli sciolse il pezzo di specchio che c'era dentro. Un'altra sua lacrima passò vicino al suo cuore e l'incantesimo della regina delle nevi si spezzò. Kay si svegliò, riconobbe Gerda e la abbracciò. Ma in quel mentre arrivò la regina delle nevi, che voleva rimpossessarsi di Kay. Ma Gerda le disse: Tu sei una creatura del ghiaccio, Kay non ti appartiene, lui è una creatura dei fiori, degli animali, della vita! La regina delle nevi vide il suo potere svanire...

Kay e Gerda si alzarono e se ne andarono via. Si fermarono a salutare la donna finlandese, che regalò  loro dei cappotti; poi passarono dalla donna lappone, che li rifocillò di pesce. Passarono dalla figlia del brigante, che amava sempre gli animali, ma non li teneva più prigionieri, che diede loro dell'oro. Poi la principessa ed il principe (si erano sposati nel frattempo) li riempirono di abiti e diedero loro una carrozza. La vecchina fatata donò dei fiori. Infine giunsero nella città, dove ritrovarono la nonna, le loro famiglie, i loro amici, i loro animali e i loro fiori. Ma ormai non erano più dei bambini: erano grandi. Ora non erano più solo amici: si sposarono poco tempo dopo e vissero felici e contenti, ricordandosi sempre di tanto in tanto degli amici che li avevano aiutati durante la loro grande avventura.

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