I FRATELLI GRIMM

Benvenuti nella pagina dedicata ai due autori massimi in lingua tedesca di fiabe. Rileggete con i vostri bambini:

Biancaneve

Raperonzolo

Hansel e Gretel

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Le immagini di questa pagina sono copyright degli aventi diritto e sono qui solo per scopo dimostrativo dell'opera, così come il testo della fiaba.

nella sezione ascolta puoi scaricare dei file in formato zip, che esplosi ti permettono di ascoltare il racconto della favola.

 

 

Biancaneve                                                          

C'era una volta una regina in attesa di un bambino che in una giornata invernale stava filando davanti alla finestra. Il davanzale era di legno d'ebano nero, e si stava ammucchiando già della neve. Ad un tratto si punse un dito ed alcune gocce di sangue caddero sulla neve. La regina pensò: "Come mi piacerebbe avere una bambina dai capelli neri come l'ebano, dalle labbra rosse come il sangue e dalla pelle bianca come la neve!" Poco dopo, diede alla luce ad una bambina come voleva a cui fu dato il nome di Biancaneve. Ma dopo poco si ammalò gravemente e morì. Per qualche anno il re suo marito fu inconsolabile: poi un giorno incontrò una bellissima dama a caccia, ricca e nobile e decise di sposarla per dare una mamma a Biancaneve. Ma ignorava che era in realtà una strega, esperta in pozioni magiche, con uno specchio magico a cui ogni giorno chiedeva: "Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame!" per il gusto di farsi rispondere "La più bella mia regina sei tu"

   

Non mancò poco che la malvagia regina prese il regno per sé, imprigionando il marito e mettendo Biancaneve a fare i lavori più umili. Ma la principessina cresceva e diventava sempre più bella. Un giorno la regina chiese di nuovo allo specchio chi fosse la più bella del reame e lo specchio le rispose:

"Tu mia regina sei sempre bellissima, ma Biancaneve è più bella di te!"

 

La regina non poteva tollerare una rivale: e così convocò un guardiacaccia suo fido e gli disse:
"Porterai la principessa nella foresta, e la la ucciderai. Mi porterai poi il suo cuore come segno del delitto".

Il guardiacaccia portò Biancaneve nella foresta ma al momento giusto non ebbe il coraggio di ucciderla. Le intimò di scappare nella foresta, e sulla strada del ritorno uccise un cerbiatto per portare il cuore alla regina.

Biancaneve corse a perdifiato nella foresta, fin quando non arrivò in una radura, dove sorgeva una minuscola e graziosa casetta: entrò e capì che ci viveva qualcuno, e pensò che abitassero sette bambini senza mamma. C'erano infatti sette ciotole, ed assaggiò da ognuna delle sette ciotole, poi provò sette diversi lettini, finché non si addormentò sull'ultimo.

Gli abitanti della casa erano sette nanetti che lavoravano nella miniera vicina. Rientrando trovarono Biancaneve e decisero di ospitarla, raccomandandole di essere estremamente prudente per via della regina cattiva. 

Per Biancaneve iniziò un periodo sereno, con nuovi amici ed a contatto con la natura.

Ma un brutto giorno la regina cattiva chiese di nuovo allo specchio chi era la più bella del reame. E lo specchio magico le rispose : "Al di là dei sette monti, al di là delle sette valli c'è la casa dei sette nani, in cui vive Biancaneve che è ancora più bella di te".

 

 

La regina decise di uccidere Biancaneve: si travestì da vecchia mercante e portò con sé un cesto di bellissimi nastri. Giunta alla casa dei sette nani, impietosì Biancaneve e riuscì a convincerla a comprare un bellissimo nastro per la vita. La strega chiese di poterla aiutare a mettere il nastro, e strinse così forte da lasciare Biancaneve come morta a terra. A sera giunsero i nani, che riuscirono a riportare in vita Biancaneve. La sgridarono e lei promise che sarebbe stata più attenta. Ma la regina scoprì grazie allo specchio che era ancora viva.

Si travestì da venditrice ambulante di pettini e spazzole e ribussò alla porta della casetta. Convinse Biancaneve a comprare un pettine che aveva intriso nel veleno. Con una scusa volle pettinarla e le piantò il pettine in testa. Biancaneve giacque a terra esanime. I nani tornarono alla sera, e riuscirono però ancora a salvarla togliendole il pettine dai capelli. Ma la regina riscoprì tutto e questa volta prese una mela, una mela bellissima e la immerse in un veleno magico. Poi si travestì da mendicante, ed andò alla volta dellla casa dei nani. Biancaneve stava preparando una torta e impietosita le offrì una fetta. In cambio la strega travestita le diede la mela e Biancaneve diede un morso.

Subito cadde a terra morta. La strega fuggì felice: l'unico antidoto era il primo bacio d'amore, ma credeva che credendola morta i nani l'avrebbero sepolta. Ma i nani, disperati non vollero separarsi da Biancaneve e la misero in una bara di cristallo nella foresta, dove vegliarla in continuazione.

Un giorno il figlio di un re vicino, sempre solo e triste passò di lì. Biancaneve era così bella che chiese di poterla vedere da vicino e volle baciarla. Subito lei si risvegliò: i nani festeggiarono il suo ritorno. La regina cattiva morì di rabbia scoprendo tutto. Biancaneve sposò il principe, non dimenticò i suoi amici nani e vissero tutti felici e contenti.

 

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Raperonzolo                              

C'erano una volta una coppia di contadini che erano in attesa del loro primo figlio. La moglie soffriva di voglie strane e un giorno chiese al marito di portarle dei ravanelli. L'uomo tremò: sapeva che i ravanelli crescevano soltanto nel giardino del castello della strega. Nottetempo entrò di soppiatto e riuscì a prendere dei ravanelli per sua moglie. Ma poi lei glieli richiese di nuovo: l'uomo riandò nel giardino ma venne scoperto dalla strega. "Ti risparmierò la vita, ma dovrai in cambio darmi ciò che hai più prezioso!" L'uomo accettò e tornò a casa senza dire niente alla moglie. Qualche mese dopo nacque una bambina che fu chiamata Raperonzolo in onore della passione della madre per i ravanelli. Passarono gli anni e la bambina cresceva bellissima, con degli splendidi capelli d'oro. Il giorno del suo settimo compleanno arrivò la strega e pretese che la bambina venisse via con lei, ricordando al padre di Raperonzolo del loro patto. I genitori, straziati, acconsentirono.

La strega mise Raperonzolo in una sontuosa torre, non facendole mancare niente. La torre non aveva accessi, e per far salire la strega Raperonzolo buttava giù la sua lunga treccia. Passarono gli anni ed un giorno un principe scoprì la torre e capì che ci viveva una fanciulla. Riuscì a farsi portare su dai capelli di Raperonzolo. La fanciulla si innamorò subito di lui e per qualche tempo i due si videro in segreto.

Ma un giorno la strega scoprì tutto: tagliò i capelli a Raperonzolo e la portò nella foresta, e poi rimase ad aspettare il principe. Lui salì su con la treccia tagliata di Raperonzolo, e la strega lo fece precipitare di sotto. Per la caduta, perse la vista.

Il principe iniziò a vagare per la foresta alla ricerca della sua Raperonzolo. Allo stremo delle forze trovò Raperonzolo anche lei allo stremo. La fanciulla gli corse incontro piangendo e le sue lacrime gli ridiedero la vista. I due giovani riuscirono ad uscire dalla foresta ed andarono nel palazzo dei genitori del principe dove si sposarono e vissero felici e contenti.

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Hansel e Gretel

C'era una volta un povero falegname che viveva in una casupola sul limitare del bosco. L'uomo aveva due bambini, Hansel e Gretel, nati dalla sua precedente moglie che era morta qualche anno prima. L'anno precedente aveva ripreso moglie: ma la nuova moglie non sopportava i due figliastri. Erano tempi duri e un giorno la moglie disse al padre di Hansel e Gretel: "Non abbiamo più niente da mangiare: porta i due bambini nella foresta ed abbandonali, così avremo due bocche da sfamare in meno". L'uomo, a malincuore acconsentì.

Hansel aveva sentito tutto, e sgusciò non visto fuori, dove raccolse delle pietruzze. Il giorno dopo il padre li accompagnò nella foresta, e poco per volta Hansel depositò per terra una pietruzza alla volta. Giunti in una radura, si allontanò con una scusa. Gretel era disperata, ma Hansel ritrovò la strada di casa grazie alle pietruzze.

Qualche giorno dopo, la matrigna ripropose la stessa cosa. Hansel risentì di nuovo, ma non potè prendere i sassolini. Il giorno dopo, sboccencellò la pagnotta che aveva in tasca lasciando delle briciole. Come l'altra volta fu lasciato con la sorella in una radura, ma non poté trovare la strada di casa: gli uccellini avevano mangiato tutto.

Con Gretel iniziò a vagare per la foresta, mentre scendeva la notte. Ad un certo punto giunsero in una radura dove c'era una casa tutta costruita di marzapane, dolci, biscotti e cioccolato. Hansel e Gretel avevano fame e si precipitarono a mangiarla. Ad un tratto uscì una vecchietta, che disse loro: "Ma non rimanete fuori, bambini! Entrate, entrate!"

Hansel e Gretel non se lo fecero ripetere: la vecchina sembrava gentile, offrì loro un pranzo succulento e un letto dove dormire. Ma il mattino dopo rivelò la sua vera natura: in realtà era una strega, che aveva già mangiato molti bambini. Chiuse Hansel in una gabbia, per nutrirlo a dovere e farlo ingrassare per poi mangiarlo e mise Gretel a fare i lavori più umili. Hansel che era astuto prese un ossicino di un pollo che aveva mangiato il primo giorno: si era accorto che la strega non ci vedeva bene, per cui, quando veniva a tastare le sue dita, lui le faceva sentire l'ossicino. La storia andò avanti per alcune settimane, poi un giorno la strega si spazientì: "Vuol dire che grasso o meno ti mangerò lo stesso!"

La strega chiese a Gretel di accendere il forno. La bambina lo accese ma disse che non riusciva ad arrivare al piatto che era dentro il forno. La strega si sporse nel forno per prendere il piatto e Gretel la spinse nel forno, chiudendo la porta dietro. Poi Gretel liberò Hansel e prima di andare via trovarono tutti i tesori che la strega aveva accumulato. I due bambini si diressero verso casa, dove grazie ai tesori della Casa di Marzapane non soffrirono più la fame e diventarono una delle famiglie più ricche della città.

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