Il Parlamento europeo "scopre" una rete che spia tutto Storia di un rapporto che non è un rapporto...

Echelon, alla ricerca
del Grande Fratello

L'esistenza del "network di intercettazione
globale" tra spy story e servizi segreti


di ANNALISA USAI
 

ROMA - Occhio che spia ogni movimento, parola, pensiero. Negazione della libertà, simbolo di tutte le dittature. Il Grande Fratello ha la potenza di un mito e da qualche tempo ha anche un nome, "Echelon". Rete di spionaggio costruita in piena guerra fredda da Usa, Gran Bretagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda; basi top secret in tre continenti in grado di intercettare tutte le conversazioni, i fax, le e-mail e i telex in tutto il mondo, Europa e Italia comprese; potentissimi computer che utilizzano l'intelligenza artificiale per estrarre dai miliardi di parole "qualsiasi" quelle ritenute interessanti. Il "network di sorveglianza globale noto con il nome Echelon" conquista nel febbraio scorso i titoli dei giornali grazie a un "rapporto del Parlamento europeo" e il caso comincia a montare. Esposti alla magistratura per sapere se la rete di intercettazioni abbia avuto un ruolo nel mistero di Ustica e nel caso Moro, indagini delle procure di Roma e Milano per capire se l'attività di spionaggio sia legale, istruttoria del Comitato parlamentare sui servizi segreti, interessamento anche del garante della privacy Stefano Rodotà. Soggetti istituzionali, che spiegano di essere stati incitati a occuparsi di Echelon "per la gravità si quanto i mass media denunciano".

Ciò che i giornali rivelano in febbraio sembra però più una spy story a trama fantapolitica che un serio problema di equilibri internazionali. Comincia "Il Mondo", con un dossier che descrive nei dettagli il sistema di spionaggio e le basi segrete. L'articolo sul "network di intercettazione globale", che viene immediatamente ripreso dalla stampa internazionale, cita proprio il rapporto del Parlamento europeo. Ed "Echelon" diventa un nome familiare.

Il documento ha il titolo "Valutazione delle tecnologie di controllo politico" e porta due firme: quella dello Stoa, struttura ufficiale del Parlamento europeo per le problematiche tecnico-scientifiche, e quella dall'inglese Steve Wright della Omega Foundation, organizzazione di Manchester impegnata sul fronte delle libertà civili che ha materialmente redatto il rapporto. Che viene presentato al Parlamento europeo nel gennaio 1998. Da quel momento, in tutto il mondo, i giornali cominciano a parlare di Echelon. Dal Times al Village Voice, da Wired a Izvestia, da Nikkei English News al New York Times, tutti denunciano la gravità di una rete di sorveglianza globale, intervistano ex agenti dello spionaggio, politici, magistrati, responsabili dei servizi segreti. Nessun giornale trova però una pista originale o una prova di ciò che scrive. La prova è sempre e solo il rapporto Stoa.

Solo Libération fa un passo fuori dal coro. E sottolinea che nessuna delle fonti del rapporto è una fonte diretta: che Echelon esista è infatti scritto solo in un libro e in un'inchiesta giornalistica. Quando Steve Wright di Omega sostiene che "tutte le comunicazioni sono intercettate dalla National Security Agency (Nsa), che trasferisce le informazioni a Fort Meade via il nodo strategico di Londra e via il nodo cruciale di Menwith Hill", non si basa su informazioni contenute in atti ufficiali, in indagini parlamentari o in informative dei servizi segreti. Il rapporto Stoa si basa su ciò che è scritto in Somebody's listening (inchiesta del 1981 del giornalista inglese Duncan Campbell), in Secret Power (libro cult del 1996 del neozelandese Nicky Hager), in The Puzzle Palace (altro libro di grandissimo successo del 1982 del giornalista americano James Bamford che descrive il pre-Echelon). Altre fonti sono l'agenzia Reuters, il Telegraph, il Times, il Guardian e poi le denunce di Amnesty International, della rivista di contro informazione Covert Action Quarterly, di Privacy International e di Statewatch, organizzazione inglese di monitoraggio sulle libertà politiche.

Le fonti del rapporto Stoa sono dunque indirette e per lo più giornalistiche: Echelon esiste perché lo hanno scritto Nicky Hager e Reuters. E i giornali, a loro volta, hanno la prova che Echelon esista perché è scritto nel rapproto Stoa del Parlamento europeo. Al punto che non si riesce più a capire se la frase "la rete segreta di intercettazioni globali" sia nata dalla penna di un giornalista del New York Times o da quella dell'attivista di Omega Steve Wright. Di prove dirette non ne ha nessuno, né i giornali né gli estensori del rapporto Stoa. L'unica è quella che fornisce Nicky Hager in Secret Power, le interviste che lui stesso ha fatto a una cinquantina di ex agenti segreti neozelandesi che hanno abbandonato il loro Security Bureau per motivi che restano oscuri e che forse vanno rintracciati in complessi giochi tra spionaggio e diplomazia tra Usa e Nuova Zelanda a metà anni Ottanta.

"Le nuove tecnologie di sorveglianza sono usate per tracciare le attività di dissidenti, attivisti dei diritti umani, giornalisti, leader studenteschi, minoranze, leader sindacali e oppositori politici". Il rapporto Stoa, e con questo il Parlamento europeo, fin dalle prime battute mostra un orientamento ideologico preciso e sottolinea, di Echelon, soprattutto l'aspetto di pericolo per le libertà civili e politiche. Si legge infatti che queste nuove tecnologie di controllo sono già state sperimentate sulla piazza Tienanmen e che "le agenzie di polizia, invece di investigare sul crimine commesso, stanno controllando determinate classi sociali e determinate razze che vivono nelle aree a rischio".

Quella che, per deduzione, dovrebbe invece essere la vera funzione di Echelon, vale a dire lo spionaggio economico e commerciale, è descritta senza enfasi. Eppure si tratta della lotta tra la giapponese Nec e il colosso AT&T per una fornitura all'Indonesia, di un contratto della Thomson per un sistema di radar in Brasile, dello spionaggio tra Airbus, Boeing e McDonnel Douglas, di vaste aree oceaniche ancora da sfruttare. Il rapporto Stoa sottolinea con insistenza un solo aspetto, e cioè che "in Europa tutte le e-mail e le comunicazioni telefoniche sono intercettate dalla National Security Agency in modo indiscriminato".

Il rapporto Stoa è stato voluto, e commissionato alla Omega Foundation, da Glyn Ford, deputato laburista del Parlamento europeo e direttore di Stoa. Il suo lavoro di lobby, tra gennaio e settembre 1998, quando il Parlamento europeo vota una risoluzione, è intenso. Soprattutto in Inghilterra, tra verdi, laburisti, organizzazioni non governative, gruppi e associazioni della galassia dell'anti militarismo e delle battaglie per la privacy. La lobby di Ford non ottiene però buoni risultati sul piano politico, solo il titolo e un brevissimo accenno a Echelon nella Risoluzione che il Parlamento europeo vota nel settembre 1998. La "Risoluzione sulle relazioni transatlantiche e il sistema Echelon" riguarda una serie di problemi commerciali tra Ue e Usa e solo al punto 14, il penultimo, recita: "La crescente importanza di Internet e delle telecomunicazioni mondiali in genere, e del sistema Echelon in particolare, richiedono misure precauzionali per quanto concerne le informazioni economiche".

Il riferimento a Echelon entra nella Risoluzione di punto in bianco e la frase è del tutto fuori contesto. Il dibattito del Parlamento europeo, da parte sua, non contribuisce ad approfondire le varie questioni che la scoperta del "network di intercettazioni globale" solleva, né aggiunge informazioni a quanto è scritto nel rapporto Stoa. Solo un europarlamentare belga avanza un'ipotesi, e suggerisce che il sistema di intercettazioni Echelon sia coperto da accordi bilaterali segreti tra i vari paesi della Ue e gli Stati Uniti.

L'ipotesi dei trattati bilaterali segreti è in realtà l'unica a poter spiegare il mistero per cui nessuno dei 15 Paesi dell'Unione europea, sapendo di essere spiato, abbia mai denunciato pubblicamente Echelon e chiesto spiegazioni agli Stati Uniti. Si tratta però solo di un ragionamento deduttivo, perché se anche questi accordi bilaterali esistessero nessun cittadino - giornalista o politico che sia - lo verrebbe a sapere.

Nemmeno il Parlamento potrebbe conoscere la verità. Lo spiega a Repubblica.it Franco Frattini, presidente del Comitato sui servizi segreti: "Il Comitato può solo chiedere ai servizi se qualcosa noto come Echelon abbia messo in pericolo la sicurezza nazionale e abbia mai intercettato atti del Governo italiano". Il Parlamento però può fare altre mosse, come pretendere di leggere le informazioni ufficiali. Cosa che Frattini ha fatto, aprendo l'istruttoria su Echelon. Vuole tutti gli atti del Parlamento europeo e vuole sapere qual è il capo d'imputazione deciso dalle procure di Roma e Milano, visto che non lo hanno mai dichiarato. Il Comitato ha già sentito il direttore del Sismi, ma cosa abbia risposto su Echelon, di nuovo, nessun cittadino, giornalista o politico può saperlo, perché le sue parole sono coperte dal segreto. Anche Franco Frattini sa bene che non esistono fonti dirette sull'esistenza di Echelon. "Nessuna prova, solo il rapporto Stoa, la Risoluzione votata dal Parlamento europeo, gli articoli dei giornali e tante voci che danno per scontato che Echelon esista".

Sarà mai possibile allora sapere la verità su Echelon? Se esiste o se è una fantasia di scrittori, giornalisti e attivisti politici? Frattini suggerisce una risposta: "Su Echelon non ci sono mai state smentite, nemmeno ufficiose. Nè da parte degli Stati Uniti nè da parte della Gran Bretagna. Perché questi paesi non hanno mai smentito una notizia così grave?". La 'non smentita', per Frattini, dovrebbe già bastare come prova. Peccato solo che la cosiddetta "prova della notizia non smentita" non solo sia fragile, ma soprattutto resti comunque una prova indiretta. E di prove indirette, tra Omega, Stoa, articoli di giornali, libri con interviste di spie e contro informazione militante, il "caso Echelon" è già più che ricco.

(20 marzo 1999)
 


La crisi del
"grande fratello"


Enfopol, l'erede
di Echelon


IN RETE
(in inglese)

Il rapporto Echelon

"Interception
Capabilities 2000"


La pagina di
Duncan Campbell


Il sito
Cryptome


StateWatch

Enfopol: i documenti
del Parlamento europeo

Prima risoluzione

Seconda risoluzione

DALL'ARCHIVIO
DI Repubblica.it

DOSSIER/ECHELON

Molto rumore
poche prove


Il documento
ufficiale


Ecco la rete
di spionaggio


Intercettazioni
e crittografia

Intervista
con Andrea Monti


Echelon, spie
e segreti

(Guida alla Rete
in italiano
e inglese)