Geologia

Nel corso delle varie fasi glaciali del Quaternario, a partire dalla fine del Pleistocene inf., i ghiacciai alpini della Valle d'Aosta si sono espansi fino a raggiungere a più riprese l'angolo nord occidentale della pianura piemontese ove hanno edificato con il materiale detritico eroso un complesso sistema di argini e cerchie: l'anfiteatro morenico di Ivrea. Il territorio del quale la Bessa fa parte si estende dal punto in cui l'alta pianura biellese si raccorda alle due dorsali moreniche più esterne di questo sistema: la morena Donato - Mongrando che inizia sulle pendici meridionali della Colma di Mombarone e termina a Mongrando (ma in origine doveva prolungarsi verso verso  SE ed avvolgere completamente la Bessa sul lato esterno) e una seconda che si allunga in direzione NW - SE tra Bornasco e Vermogno, dove sembra subire un'interruzione per ricomparire in piccoli lembi a Cerrione. Questi depositi furono edificati nel corso della più antica fase glaciale documentabile in questo settore (800.000anni fa circa).

Terminata l'influenza diretta delle fasi glaciali che si susseguirono durante la parte alta del Pleistocene medio e nel Pleistocene sup., nel settore esterno dell'anfiteatro ebbe luogo la sovrimposizione del reticolo idrografico ed iniziò una generalizzata fase di erosione. Il torrente Viona smantellò parte dei depositi glaciali dell'unità di Bornasco che occupavano tutta l'area della Bessa lasciando come unico relitto la morena Bornasco- Vermogno. In questo contesto furono liberati dai detriti i massi erratici che ora costellano a centinaia dossi e avvallamenti e si formò il giacimento aurifero: infatti l'erosione e risedimentazione locale dei depositi risalenti alla prima fase glaciale produsse una concentrazione dell'oro già presente in forma dispersa. L'oro contenuto in tali depositi si presenta sotto forma di lamelle e di granuli: la forma a granulo è indice del basso tasso di trasporto che esso ha subito ad opera dei corsi d'acqua; infatti i granuli subiscono in acqua corrente continue percussioni tra i ciottoli e per la loro elevata malleabilità si assottigliano assumendo una forma lamellare, ne consegue che la maggior parte del percorso dai giacimenti primari della Val d'Ayas avvenne su superficie glaciale. L'evoluzione posteriore alla costituzione del placer riguarda il modellamento della nuova superficie del terrazzo con la formazione, ad opera dei corsi d'acqua, delle scarpate che lo delimitano su tre lati. La Bessa si presenta,quindi, attualmente come uno stretto terrazzo fluviale che si estende sul prolungamento della valle della Viona per oltre 7 km in direzione NW-SE, larga da poche centinaia di metri fino ad un massimo di 1,1 km e degradante da una quota massima di circa 400 m a NW alla quota di circa 300 m a SE. Delimitato a destra dalla morena Bornasco - Vermogno e da uno zoccolo poco rilevato verso la valle del torrente Olobbia aggetta invece a sinistra, con un'alta scarpata, sulla piana del T. Elvo. La quasi totalità dei 4,5 kmq di superficie del terrazzo sup. è ricoperta da cumuli di ciottoli prodotti dal lavaggio della parte più grossolana dei depositi fluviali auriferi (all'interno dei quali sono ancora evidenti le tracce di insediamenti e dell'impianto di distribuzione delle acque) mentre la frazione più fine (ciottoli piccoli, ghiaie e sabbie) fu fatta transitare in canali artificiali e risedimentò ai loro sbocchi formando una sequenza di conoidi coalescenti anche questi compresi entro i confini della Riserva Naturale Speciale istituita nel 1985.

I ciottoli della Bessa

Franco Gianotti

 

 

carta geologica della Bessa

------ Terrazzo sup. delle aurifodinae [ puntinato]---         Terrazzo inf. (conoidi antropici)

-Morena Bornasco-Vermogno ------------------- ------ Morena Donato-Mongrando

---Scarpata (depositi fluviali della Dora Baltea) ----- Depositi alluvionali recenti

FrancoGianotti

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