Le case

A Nazaret, ma anche nel resto della Palestina, le case erano a uno o due piani. Se la famiglia possedeva pecore o bovini, c'era una stalla apposita, mentre i piccoli animali passavano la notte nella parte bassa della casa, al piano terreno. La famiglia durante la notte dormiva nel piano rialzato.

Il tetto, a terrazza, era raggiungibile grazie ad una scala esterna.

All'interno, nel sottosuolo di roccia calcarea, veniva scavata una buca che serviva da cantina e magazzino per le carni salate e i cibi secchi. Questi prodotti venivano conservati in recipienti ricavati anch'essi dalla roccia o in terracotta. Spesso le cantine di diverse case comunicavano tra loro grazie a degli stretti corridoi.

L'illuminazione era ottenuta con lucerne di terracotta che funzionavano ad olio.

Zoe T.

Le case della Palestina
Alvise B.

 

La vita domestica e familiare

Molte delle cose di prima necessità, come i vestiti o anche il pane, venivano preparati dalle donne in famiglia. A volte più donne, di famiglie imparentate o vicine di casa svolgevano assieme i lavori più pesanti come la molitura del grano per fare il pane o la preparazione della lana da tessere.

Oggetti ed occupazioni comuni nella vita domestica
Gian Marco Z.

Il matrimonio

Le famiglie decidevano con chi si sarebbero sposati i figli. Le ragazze venivano sposate a dodici anni, età in cui si veniva considerati adulti. Dopo la cerimonia i due giovani non vivevano assieme per qualche tempo.

Non tutti i ragazzi si sposavano, ma solo quelli che sapevano come mantenere la famiglia.

L'economia familiare era diretta dall'uomo, invece era compito delle donne vendere i prodotti del lavoro del marito. Anche gli acquisti li faceva l'uomo e quindi era raro vedere una donna al mercato come compratrice.

Barbara D'A.

La famiglia di Gesù

La famiglia dove Gesù crebbe insieme a Maria e a Giuseppe, faceva parte di un clan composto da diversi parenti: zii, cugini, fratelli, sorelle e cognati. Non si sa se fu Giuseppe ad entrare nel clan di Maria o viceversa.

I parenti di Maria la aiutavano tenendo sempre d'occhio Gesù.

Il parentado era diviso sul giudizio in merito alla predicazione di Gesù. Benevoli a lui erano Giacomo suo cugino e la madre Maria di Cleofa. Giacomo suo cugino fu anche la prima guida della comunità cristiana di Gerusalemme. I contrari erano in maggioranza, forse perchè la missione di Gesù non portava vantaggi al clan e lo consideravano pazzo. Per questo Gesù si allontanò da loro.

Barbara D'A.

Come giocavano i bambini

Ai tempi di Gesù, i bambini non avevano giochi elettronici o motociclette. I loro giochi erano facili e semplici. Molti sono ancora conosciuti.

Bastava avere una corda robusta, per giocare al tiro alla fune.

Il gioco del tiro alla fune
Luca G.

Avevano le bambole di terracotta, e ne avevano alcune con le braccia, le gambe e la testa che si muovevano. I bambini si divertivano anche con i giochi da tavolo (come il gioco dell'oca). Il gioco degli scacchi era il più popolare. I cavalli, le pedine e gli altri pezzi erano di legno intagliato.

I giovani si sfidavano a risolvere indovinelli. Anche agli adulti piaceva questo passatempo.

I bambini inventavano ogni sorta di giochi con le biglie. I giocatori scavavano file di buche nella terra, stando a tre metri di distanza e a turno lanciavano le biglie nelle buche. Le biglie non erano di vetro, ma di pietra, oppure ricavate da ossa di pecora.

I ragazzi trascorrevano ore a imparare nuovi giochi. Mosca-cieca era un gioco pericoloso, un giocatore veniva bendato, colpito a turno dai compagni doveva indovinare chi lo colpiva. A volte i giocatori lo picchiavano forte!

Il gioco del mondo, un giocatore saltando su una gamba, spingeva una pietra da un quadrato all'altro disegnati per terra. Se toccava le linee con due piedi usciva dal gioco.

Ai bambini piaceva dare spettacolo. Così andavano nelle strade imitando i cortei di nozze, le sfilate militari e le processioni funebri.

Si sono trovati giochi realizzati con materiali vari: conchiglie, avorio, oro, legno ed ebano.

E' probabile che Gesù, da piccolo abbia partecipato proprio a questi giochi... e forse il suo papà che lavorava il legno, gliene faceva di molto belli!

Alessia B.

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Luca G.

 

La scuola

 I papà si impegnavano ad aiutare i loro figli come fossero a scuola. Spiegavano del popolo, dei costumi, in più insegnavano l'osservanza delle Leggi (le Leggi maggiormente considerate dagli Ebrei erano ovviamente quelle religiose).

A sei anni i bambini frequentavano la scuola "elementare", il loro insegnante era un Rabbino, una persona che sapeva molte cose sulla Bibbia, sui libri antichi, sulle tradizioni del popolo. Il Rabbino era la guida religiosa della comunità, la scuola per i bambini infatti si teneva nella sinagoga.

I ragazzi dal Rabbino imparavano a leggere, a scrivere ed a memoria dei brani della Bibbia. La scuola serviva per conoscere Dio e le sue Leggi. Durante la lezione i bambini si sedevano in cerchio con il maestro in mezzo, egli prendeva un rotolo e leggeva un brano scandendo le parole perchè gli alunni dovevano poi impararlo a memoria. In una tavoletta di argilla scrivevano le consonanti dell'alfabeto Ebraico. A casa invece parlavano l'Aramaico.

Un ragazzo dopo lunghi anni poteva anche diventare Rabbino, però doveva stare assieme al suo maestro. Il ragazzo ascoltava con obbedienza e rispetto, teneva conto dei consigli, delle decisioni del maestro, imparava il contenuto del Libro Sacro.

Le tradizioni venivano trasmesse a voce, e restavano in mente per tutta la vita. La vera casa dei Rabbini era la sinagoga, talvolta fornita anche di una biblioteca.

A scuola dal Rabbino

Testo e disegno di Gian Marco Z. e Sonia M.

Il cibo

A Roma si consumava molto pane, invece in Palestina se ne consumava molto di meno, anche se era l'alimento principale di entrambe le popolazioni.

La dieta in Palestina era a base di legumi, frutta fresca e secca, zuppe, latticini e formaggio.

Gli adulti consumavano due pasti al giorno, ma quello di metà giornata era un pasto freddo a base di pane, latte e formaggio.

Alla sera, dopo aver nutrito gli animali, la gente cenava tranquillamente. Le donne e i bambini si sistemavano vicino al fuoco, gli uomini su delle stuoie, al centro c'era un solo piatto da portata dove ognuno si serviva da solo.

La carne, di pecora, vitello e capra, veniva mangiata solo durante le feste e le occasioni importanti.

Era vietato mangiare alcuni tipi di carne, detta impura, per evitare infezioni e malattie, mentre gli alimenti permessi venivano detti "Kasher", cioè puri. Queste regole igieniche erano diventate norme religiose per far si che ogni gesto fosse fatto con il pensiero sempre rivolto a Dio, anche il mangiare.

Barbara D'A.-Erica U.

Il momento del pasto serale
Zoe T.

Le vesti

I vestiti erano uguali, sia per gli uomini che per le donne: tunica e mantello. In più l'uomo aveva una sopravveste sfrangiata e la donna copriva il capo. Le donne ornavano il loro abbigliamento con alcuni gioielli di vari materiali, diademi, orecchini, collane.

Solo certe famiglie potevano avere una buona qualità di tessuti.

I bambini indossavano solo una tunica sbracciata e corta. La lunghezza delle maniche e della tunica stessa variava con il crescere dell'età.

 

Le vesti al tempo di Gesù
Luca G.

In casa tutte le persone camminavano scalze, ma uscire senza calzari era maleducazione.

Solo gli schiavi e coloro che osservavano il lutto andavano scalzi in pubblico.

I ricchi portavano morbidi stivaletti alla moda romana.

Giulia M.-Ilena S.

I calzari
Giulia M.-Ilena S.

I mestieri

I contadini

Coloro che vivevano di agricoltura si dividevano in tre grosse categorie:

-I braccianti: erano uomini molto poveri, possedevano ben poco: una camicia, una zappa e una numerosa famiglia. Ogni mattina attendevano nella piazza del villaggio che qualcuno li chiamasse a lavorare.

-I piccoli proprietari: coltivavano le loro terre e ne traevano lo stretto necessario per sopravvivere, scambiavano con altri i prodotti della loro terra.

-I grandi proprietari: possedevano molti terreni, gestivano i loro soldi, scambiavano merci con i mercanti e tenevano d'occhio il lavoro dei braccianti e degli schiavi.

Il duro lavoro del contadino
Riccardo S.

I pastori

In Galilea i pastori erano molti di più che in Giudea. I pastori della città di Betlemme in Giudea però, furono tra i primi che accolsero Gesù appena nato. Gesù disse, parlando di sè, che era un buon pastore. Pensando ai pastori narrò la parabola della pecorella smarrita.

Il pastore
Esmeralda S.-Zoe. T.

I pescatori

Il lavoro più praticato in Galilea era la pesca. Il lago era fonte di lavoro molto importante e non solo per i pescatori, ma anche per chi trasportava il pesce, per chi costruiva barche, per chi essiccava il pesce e per chi riparava le vele e le reti. Fare il pescatore non era un mestiere molto facile.

Il lavoro dei pescatori
Claudia F.

Gli artigiani e i mercanti

Per gli Ebrei non importava essere intellettuali per lavorare, infatti non esisteva una categoria di lavoratori intellettuali. Anche i sacerdoti e i maestri della Legge praticavano qualche lavoretto manuale (artigianato, orticoltura e commercio) per avere un po' più di soldi.

Molti erano gli artigiani. Quasi tutti erano un po' mercanti, perchè vendevano i prodotti del loro lavoro.

Qualcuno si dedicava al commercio di prodotti tipici di alcune zone trasportandoli in altre zone, ad esempio chi vendeva in Giudea il pesce pescato nel lago di Galilea.

La bottega del vasaio
Pierluca S.

 

Il commercio al mercato
Simone I.

Testi di Barbara D'A e Giulia M.