S. Maria del Bosco

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Di origine medievale, il monastero sorge in mezzo ad un bosco a nord del Monte Genuardo, a 7 km da Bisacquino. La sua fondazione risale al XIII secolo, quando alcuni eremiti decisero di unirsi in comunità. Nel 1400, poi, il monastero venne elevato a dignità di abbazia da Bonifacio IX. 

                                                
                          


Il suo nome, secondo una leggenda, deriva dal ritrovamento, da parte di alcuni eremiti, dell'effigie di una Madonna nel cavo di un albero nel bosco. Si sa ben poco della prima costruzione dell'epoca medievale. Un dato certo è che dal 1536 al 1540 fu sottoposta ad un processo di restauro, per essere poi completamente distrutta nel 1643.


Una nuova costruzione fu iniziata per essere completata nel 1757, pare su progetto dell'architetto Luigi Vanvitelli, autore della famosa Reggia di Caserta. Si pensa al Vanvitelli come progettista perché in un affresco della Reggia di Caserta è raffigurata un'abbazia identificabile con quella di S. Maria del Bosco. I diversi periodi della costruzione sono ancora oggi ricostruibili attraverso le date incise sui muri esterni dell'antica chiesa.

                                                    

schizzo del busto marmoreo di Eleonora di Aragona

Nel 1784, l'abbazia fu soppressa per ordine del re Ferdinando III di Borbone e i suoi monaci furono inviati in altri monasteri di Palermo. A partire dal 1794 essa tornò ad essere retta di nuovo da monaci, quelli dell'ordine Agostiniano, con i quali tornò all'antico splendore. Nel 1866 il decreto sull'abolizione dei beni ecclesiastici determinò la sua completa scomparsa.

Allo stato attuale, parte di essa è proprietà della Curia di Monreale e parte della famiglia del Barone Inglese, discendente dalla famiglia Ferrantelli, che l'acquistò nel 1866. Un tempo bellissima basilica, ritiro per monaci di diversi ordini: Benedettini, Olivetani, Agostiniani, sede di ambulatorio per malati e di una farmacia, il monastero di S. Maria del Bosco di Calatamauro oggi è in rovina.

Dell'antica costruzione rimangono due chiostri interni, il campanile e la facciata della chiesa di stile classicheggiante. Delle opere d'arte che un tempo la basilica vantava, rimangono solo una effigie in maiolica invetriata attribuita allo scultore quattrocentesco Luca Della Robbia e il busto di Eleonora d'Aragona, nipote di re Ferdinando III d'Aragona e grande benefattrice del monastero. Esso sormontava la sua tomba nella chiesa del monastero. Il busto, attribuito a Francesco Laurana, assieme alla maiolica di Luca Della Robbia, si trova oggi nel museo regionale della Sicilia a Palazzo Abatellis, in Palermo. I tremila volumi di cui la biblioteca del monastero era dotata si trovano invece nei locali del comune di Contessa Entellina.

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