IL TRE MAGGIO

 

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Questa tradizione, viva  dai primi anni del Novecento, coinvolge ancora oggi la comunità di Bisacquino fin dalle prime ore del mattino. Le vie del paese sono animate dalla banda musicale e da gruppi di fedeli che al suono delle campane si recano  a preparare i Santi per la processione, mentre i ragazzi raccolgono gli oboli  bussando alle porte di casa. Nel primo pomeriggio inizia la preparazione della processione. Trentatré statue di Santi - addobbate con fiori, luci e nastri - vengono portate a spalla dalle varie chiese di appartenenza fino alla Matrice, alcune precedute dalla rispettiva confraternita con relativo gonfalone. All'ora stabilita il sacerdote officiante invita i Santi, secondo un ordine stabilito, a disporsi in fila. Prima di immettersi nella lunga sfilata per le vie del paese, preceduti da S. Michele, essi vengono fatti inchinare davanti alla "Vara", un baldacchino ligneo del Settecento, intarsiato e dorato,  sotto il quale si trova una statua del Crocifisso. La processione si conclude in piazza, dove viene officiata, davanti alla Chiesa Madre, una messa solenne; i fuochi di artificio, a mezzanotte, chiudono la giornata di festa. In passato c'erano innumerevoli botteghe artigianali e moltissimi adolescenti le frequentavano come apprendisti. Questi ultimi, la mattina del "Tre Maggio" si recavano in casa del proprio "mastru" (artigiano) e lo salutavano dicendo " ssabbenedica" (mi benedica), al che venivano gratificati con qualche spicciolo. Analogamente si andava da nonni e zii per ricevere il "tir-di-maiu".

 

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