Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 1888-1970)

L'impietrito e il velluto (capodanno 1970)


Ho scoperto le barche che molleggiano
Sole, e le osservo non so dove, solo.

Non accadrà le accosti anima viva.

Impalbabile dito di macigno
Ne mostra di nascosto al sorteggiato
Gli scabri massi emersi dall'abisso
Che recano, dondolo del vuoto,
Verso l'alambiccare
Del vecchissimo ossesso
La eco di strazio dello spento flutto
Durato appena un attimo
Sparito con le sue sinistre barche.

Mentre si avvicendavano
L'uno sull'altro addosso
I branchi annichiliti
Dei cavalloni del nitrire ignari,

Il velluto croato
Dello sguardo di Dunjia,
Che sa come arretrarla di millenni,
Come assentarla, pietra
Dopo l'aggirarsi solito
Da uno smarrirsi all'altro,
Zingara in tenda di Asie,

Il velluto dello sguardo di Dunjia
Fulmineo torna presente pietà.

Ungaretti