Se Cristo, domani,
batterà alla vostra porta,
Lo riconoscerete?
Sarà, come una volta, un uomo povero,
certamente un uomo solo.
Sarà senza dubbio un operaio,
forse un disoccupato,
e anche, se lo sciopero è giusto, uno scioperante.
Salirà scale su scale, senza mai finire.
Ma la vostra porta è così difficile da aprire.
"Non m'interessa" comincerete prima d'ascoltarlo.
E sbattere la porta il faccia
al povero che è il Signore.
Sarà forse un profugo,
uno dei quindici milioni di profughi
con un passaporto ONU,
uno di coloro che nessuno vuole,
e che vagano in questo deserto che è diventato il Mondo;
uno di colore che devono morire
"perchè dopo tutto non si sa da che parte
arrivino persone di quella risma...".
O meglio ancora, in America un nero,
un negro come dicono loro,
stanco di mendicare un buco negli alloggi di New York,
come una volta a Betlemme
la Vergine Nostra Signora...
Se Cristo, domani, batterà alla vostra porta,
Lo riconoscerete?

Raoul Follereau



COME NACQUE QUESTA PREGHIERA

Raoul Follereau è stato uno dei grandi testimoni del nostro tempo. Un giornalista  che non ebbe mai paura delle proprie convinzioni. Durante un viaggio in Africa conobbe la lebbra, e fece della lotta contro tale piaga, lo scopo della propria vita. Egli non solo voleva riuscire a debellare quella malattia ma voleva ridare dignità a "quei quindici milioni di esseri umani nel mondo che la nostra ignoranza, il nostro egoismo, la nostra vigliaccheria hanno fatto lebbrosi".

"Se Cristo domani" non è che una delle tante preghiere da lui scritte. Un anno lanciò un appello ai bimbi francesi: "Voi che a Natale sarete felici, nel dolce calore della casa, con papà e mamma che vi amano, sappiate che vi sono nel mondo migliaia di piccoli che, come voi, vorrebbero essere felici, ma che quel giorno non avranno nulla. Sono i piccoli lebbrosi. Ecco che vi propongo: la vigilia di Natale chiedete a papà e mamma il permesso di mettere tre scarpette nel camino. Due per voi, la terza per un piccolo lebbroso, perchè a Natale possa sorridere anche lui". L'iniziativa ebbe grande successo, la casa di Follereau era straripante di bigliettini, pacchi, scatoloni, contenevano medicine, ma anche giocattoli e dolcetti per i piccoli lebbrosi che non sono solo malati, ma prima di tutto bimbi. Follereau quel Natale lo trascorse lavorando, e solo alla mezzanotte riuscì a tornare a casa esausto, bisognoso di un po' di riposto... Ma ecco il campanello suonare ancora...

"Ho uno scatto di impazienza." Scrisse in seguito. "Mi alzo di malavoglia e vado ad aprire. C'è un ragazzetto pallido, con occhi grandi, che guardano... non so dove. Mi tende una lettera senza dire parole e scappa via. Dopo un attimo di sorpresa cerco di chiamarlo. Fatica inutile. Si è precipitato giù per le scale, è sparito nella strada. Apro la lettera. Ci sono venticinque franchi, e queste righe: 'Signore, per amor di Dio accetti da parte di un operaio, nel suo sesto anno di malattia, questa piccola somma, per non privarlo della gioia di aiutare i più infelici'. Sono tornato lentamente, con quel tesoro in mano, verso il mio tavolo sovraccarico di lettere. Non sarò mai più stanco, mai più. Non avrò più scatti d'impazienza, non andrò più di malavoglia ad aprire la porta. Perchè aprendola, rivedrei il ragazzetto pallido, con occhi grandi, che guardano... ora so dove. Il ragazzetto di Natale guardava dritto dentro di me, per insegnarmi di nuovo l'Amore di Gesù per i poveri".


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