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Bruno Panieri, in arte Bruno Panieri, nasce a Roma il 12 gennaio dell'anno 1962, dove condurrà la sua vita praticamente sino ad oggi.
Questo particolare influirà moltissimo tanto sul suo temperamento (che lo porta ad evitare qualunque tipo di sforzo fisico e qualsiasi dispendio di maggiori energie di quante ne occorrano per respirare), tanto sulla sua particolare sensibilità artistica.
Sin da bambino viene colto di frequente da raptus della creazione, con utilizzo di tutto ciò che gli capita sotto mano per produrre in ogni campo artistico (celebre è la sua opera infantile: cucchiaini all'interno di una pianola meccanica).
Ma è soprattutto contro la sua pigrizia che deve lottare più che con le muse ispiratrici. Per questo, giovinetto, desidera ardentemente una macchina che, con soltanto il movimento di una mano o al massimo di un braccio, gli possa consentire di espletare la sua vena creativa.
Ma, ahime!, la tecnica non è ancora arrivata a tanto: nel frattempo si laurea in giurisprudenza.
Un giorno, per caso, un amico gli mette tra le mani un Apple II in bianco e nero dotato di mouse: è, la rivoluzione. Non passa troppo tempo che si ritrova tra le mani il mouse di un Amiga 2000, con il quale crea le cyberopere esposte in questo spazio.
Bruno Panieri non ha mai avuto la velleità di ricercare la propria espressività stilistica attraverso l'apprendimento di particolari tecniche; in questo lo possiamo ricondurre certamente al filone naif.
Le sue opere al computer partono da una ricerca che conduce ad un lavoro la cui identità è inequivocabilmente legata allo strumento di produzione: la macchina. La sua realtà espressiva pesca le immagini da un mondo in parte reale, in parte surreale, dove l'intento maggiormente sentito è quello di rilevare la frammentarietà dell'esistenza che l'uomo si trova a dover condurre con il continuo dubbio della sua inutilità e nella quale gli elementi di maggiore consistenza si trovano in bilico tra l'assurdo e la follia: unici elementi che consentono di cogliere il valore effettivo delle cose, o meglio, il non valore di esse.
Così indaga sulla rigorosità della geometria, introducendovi le linee che conducono all'assurdo, rielabora il surrealismo magrittiano in chiave scanzonata, introduce elementi di post-futurismo in chiave essenzialmente umorostica.
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danzif
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edp (ebrezza del parabrezza)
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elogio della follia
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impressions
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mondo papero
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uomini in scatola
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tipe 2