Il ministro Berlinguer, in
unintervista al Giornale, ha dichiarato che nella scuola statale si deve fare
cultura e non catechesi e che, siccome oggi linsegnamento della religione cattolica
è un catechismo, bisogna intervenire modificando limpianto. Per far questo, però,
bisogna sostiene Berlinguer- rivedere il Concordato.
Sorprende che un ministro della Pubblica istruzione sembri non conoscere il contenuto
stesso di un accordo che regola i rapporti tra Stato e Chiesa.
Infatti, il Concordato sostiene proprio che linsegnamento della religione cattolica,
lungi dallessere una catechesi, deve essere impartito nel quadro delle finalità
della scuola.
Allart. 9.2 del Concordato, firmato il 18 febbraio 1984, il ministro può leggere:
"La Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo
conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo
italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola,
linsegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di
ogni ordine e grado".
Non dubitando dellintelligenza e della competenza del Ministro nascono due ipotesi
su tale dichiarazione e sul suo comportamento dellultimo periodo.
La prima ipotesi di ordine sostanziale riguarda tutta la politica del ministro; sembra di
essere di fronte a un ben preciso progetto educativo pur segnato da continue
contraddizioni e ripensamenti.
Il tentativo di ridurre la storia allo studio del solo Novecento, linnalzamento
dellobbligo semiabortito senza alcuna lettura reale della situazione occupazionale
ed educativa dei giovani, lattuazione della riforma della maturità che ha avuto
numerosi esempi documentati di stalinismo culturale, la sostanziale abolizione delle
scuole professionali, la riforma dei cicli scolastici che rischia di rovinare un modello
invidiato dagli altri paesi, la presa in giro in cui si è risolto il provvedimento per la
parità scolastica (500000 lire lanno a chiunque abbia meno di 30.000.000 di
reddito, insufficienti anche per lacquisto dei libri in una scuola privata): tutti
questi provvedimenti hanno un criterio comune.
Si cerca di costruire un sistema scolastico solidamente ancorato al monopolio statale,
dove uno stato accentratore e gestore unico della formazione delle nuove generazioni ne
azzera la tradizione e la storia, privando i giovani del riferimento e del confronto con
il patrimonio ideale che ha costruito la cultura del nostro paese e dellEuropa
intera. Togliere alla scuola la memoria è il fulcro dellazione di Berlinguer:
unoperazione culturale disastrosa in un momento in cui non esiste più per i giovani
una cultura alternativa, se non di mera evasione, di mera protesta, di mero stordimento
della coscienza.
Lattacco allinsegnamento della religione cattolica, cominciato abolendone
limportanza come credito formativo in vista degli esami di maturità è il simbolo
di questo tentativo di abolizione della memoria.
Se questo è lintendimento di fondo del ministro forse cè un secondo motivo
di ordine contingente che determina la sua azione. Il provvedimento sulla parità al
Senato è passato grazie allapporto determinante di quei cattolici che, anche senza
rendersene conto, nella prima Repubblica hanno contribuito alla costruzione di un sistema
statalista, burocratico, soffocante e che ancora oggi imperano in certi uffici scuola
senza alcuna vergogna.
Tuttavia, in controtendenza, al recente convegno di Liberal sulla scuola libera esponenti
della Confindustria, alti prelati, intellettuali cattolici e laici, hanno convenuto sulla
necessità di introduzione della libera scelta tra scuola pubblica e privata; hanno
suggerito lintroduzione di strumenti finanziari quali il credito dimposta e il
buono scuola; hanno sostenuto la necessita di una reale uguaglianza giuridica delle scuole
pubbliche e private.
Sta crescendo un fronte culturale di laici cattolici trasversale alle forze di maggioranza
e opposizione, questo nuovo strano schieramento chiede che la scuola ritorni come è nel
diritto naturale e nel dettato costituzionale in mano ai veri titolari
delleducazione, la famiglia e la società civile, e che lo Stato faccia un passo
indietro rispetto a una visione del suo ruolo ottocentesca antimoderna e antieuropea.
Il tentativo di ricostruire storici steccati utilizzando lora di religione vuole
essere una minaccia e una meschina opposizione a questa vera novità culturale.
(*) Presidente Compagnia delle Opere