Il castello, ampliato da
Antonio Piccolomini intorno alla metà del 1400, era custodito nel 1485 da un
certo Altobello. La torre quadrata, presente all'interno, è in posizione
anomala rispetto alla struttura dello stesso e, si presuppone, sia stata un
"mastio" di un più antico
recinto fortificato. Nella costruzione furono evidentemente sfruttati gli
appigli del terreno perciò esso presenta un andamento irregolare. L'edificio
residenziale ha la forma di una "L" con il lato maggiore rivolto sulla
piazza del paese. Questa, fu la parte maggiormente difesa dai costruttori perché
non aveva aperture, ed era protetta da un fossato. Con il restauro del 1924 fu
realizzato l'attuale ingresso e furono aperte le finestre per dare più luce ai
saloni. Sul lato opposto della piazza era situato il vecchio ed originale
ingresso. La struttura dell'antica porta principale e delle mura perimetrali, a
prima vista, danno subito l'idea delle difficoltà che i costruttori volevano
opporre ad eventuali nemici. Le vie di accesso erano protette da feritoie e
bertesche, attraverso le quali la nostra fantasia può immaginare che si
riversasse il famoso olio bollente. Protetto da un fossato e da un ponte
levatoio, sostituito poi con una scalinata in pietra, si trova l'accesso che
porta alla corte patronale, dove è possibile ammirare il pozzo e la bella
scalinata che consente l'accesso ai piani superiori. Nel muro che separa le due
corti vi è una vecchia iscrizione sepolcrale di epoca romana, essa fa
riferimento a Claudio e probabilmente alla Claudia Nova, strada a lui dedicata
che attraversava la valle del Tirino.
IL
castello e tutto il borgo erano abbracciati da una cinta muraria, l'accesso era
consentito da cinque porte: Porta Parete, Porta del Sacco, Porta del Lago, Porta
la Palma e Porta Castello detta anche Porta la Macchia.
Il
borgo ben resistette sia all'assedio portatovi da Fortebraccio da Montone nel
1423 che a quello di Pietro Navarro nel 1528 che guidava le truppe francesi
contro L'Aquila. Nell'ultimo restauro del complesso sono stati recuperati due
splendidi saloni divenuti oggi centro di attività sociali; sono utilizzati
anche per congressi, feste e manifestazioni culturali.
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