L'ascesa di Adolf Hitler

Negli anni della repubblica di Weimar (1919-1933), il sistema democratico subì i contraccolpi delle crisi internazionali e delle tensioni interne, accentuate dall'elevata disoccupazione e dal peso delle riparazioni imposte alla Germania dai paesi usciti vincitori dalla prima guerra mondiale. I contrasti finirono col premiare il partito nazionalsocialista che, alle elezioni del 1932, con 230 deputati eletti divenne il partito di maggioranza relativa. Dopo vari tentativi di formare un governo, nel 1933 il presidente Hindenburg nominò Hitler cancelliere del Reich.

Il nazismo, salito al potere, avviò un rapido processo di trasformazione totalitaria dello stato. Si allestirono campi di concentramento per rinchiudervi gli oppositori; quindi fu preso a pretesto l'episodio dell'incendio del Reichstag avvenuto il 27 febbraio 1933, per introdurre ulteriori misure liberticide. Fu ordinata la carcerazione dei dirigenti dei partiti democratici e la messa al bando dei comunisti e di tutti i partiti, compresi quelli di destra che erano stati fiancheggiatori di Hitler. A marzo Hitler esautorò il parlamento e assunse i pieni poteri, imponendo la dittatura personale, premessa per la totale identificazione tra stato e partito nazista.

Il corpo di guardia speciale, le SS, e la polizia segreta, la Gestapo, erano gli strumenti del totalitarismo, sancito nel 1934 quando Hitler proclamò la nascita del Terzo Reich. I nazisti imposero una politica culturale di stampo totalitario attraverso il controllo sia dei mezzi di comunicazione di massa sia della produzione intellettuale: Joseph Gëbbels, ministro della Propaganda, si impegnò a mettere al bando le voci del dissenso. Lo stato totalitario si cementò su una scelta etnica, compiuta in nome di una presunta "razza ariana", destinata alla supremazia su tutte le razze "inferiori", in particolare sull'"antirazza", quella ebraica. La politica razzista fu avviata nel 1935 con le leggi di Norimberga, che privarono gli ebrei dei diritti civili, premessa per le successive persecuzioni fisiche, culminate nella "soluzione finale".

In politica estera il Terzo Reich provvide a un generale riarmo della Germania, che comportava la revisione degli equilibri europei. Nel 1938 l'obiettivo tedesco di rivedere i confini in Europa passò dalla proclamazione alla realizzazione, prima con l'annessione dell'Austria, poi con l'occupazione del territorio dei Sudeti, una provincia a maggioranza tedesca della Cecoslovacchia. Era la premessa della seconda guerra mondiale, che scoppiò nel 1939 con l'attacco tedesco alla Polonia. Il Terzo Reich, strettamente legato alla dittatura nazista, ne condivise le sorti, raggiungendo l'apogeo nel 1942, quando controllò direttamente o indirettamente gran parte dell'Europa, entrando in crisi a fronte delle controffensive dei sovietici e degli anglo-americani e scomparendo nel 1945 con la sconfitta militare della Germania.