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Questa Comola, seppur meno
pericolosa della precedente, è certamente più
spettacolare perché crea una forte emozione trovandosi
davanti ad un enorme cratere che spacca letteralmente il
fianco della collina per circa 250 m. di diametro, con
una circonferenza di quasi 800 m. ed una profondità che
va dagli oltre 280 m., misurata al ciglio superiore, ai
circa 150 del ciglio inferiore.
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Le comole sono state esplorate dal
Gruppo Speleologìco del Matese.
Il Prof. Pietro Parezan giudicò la comola grande come
come "La dolina da crollo più vaste d'Italia".
Nel 1996, per il grande interesse florofaunistico, l'intera
zona è stata posta sotto protezione con vincolo del
Ministero dell'Ambiente.
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Il fondo è aspro e la
vegetazione è ridotta a muschio e licheni anche se non
manca di una pozza d'acqua, impossibile da raggiungere.
Sicché, ancor prima di scendere, una volta posizionati
nella parte inferiore, ci si trova davanti ad una parete
di oltre 130 m. di altezza.
A circa mezza costa, si trova traccia appena percettibile
di un sentiero che porta sul fondo dove si ha netta l'impressione
di scendere nelle viscere della terra.
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