Fu esule in
Liguria per sfuggire ad un mandato di cattura per la sua
foga rivoluzionaria, dopo aver patito oltre sei mesi di
carcere nella fortezza di Alessandria per connivenza
nella sommossa di Massa e Carrara. Nel 1860 non fu tra i
mille di Garibaldi che sbarcarono a Marsala, ma solo
perché Enrico Cosenz, ormai Generale, lo volle con sé
come Capitano nella seconda spedizione che stava
preparando. Combatté da eroe nella battaglia di Milazzo
dove lo stesso Cosenz si congratulò abbracciandolo e
promettendogli promozione e medaglia.
|
|
La visuale, infatti, è a 360° ed ogni lato riserva panorami vastissimi a cominciare dal massiccio del Matese, alle più profondi valli che si incuneano verso il Sannio, mentre il Volturno scorre praticamente ai suoi piedi verso Capua in una valle sinuosa che ospita paesi e città che hanno vissuto la più grande battaglia conclusiva del risorgimento italiano. Verso sud, nei giorni chiari, lo sguardo arriva fino al golfo di Napoli. |
Un volta costruito il grande muro di cinta, il luogo divenne anche sacro per la presenza di altari dedicati principalmente ad una Dea che nel corso dei millenni ha cambiato nome ma non la sua funzione, che è quella di proteggere i raccolti in generale e quello dei cereali in particolare abbondanti nella valle: Patana-Pistia, Kerres, Cerere, per finire allattuale protettrice, chiamata semplicemente Madonna del Castello alla quale fu dedicato un tempietto intorno all11 sec., la cui architettura orientaleggiante denuncia la sua antichità.
|
Poco più tardi, per difendersi dalle scorribande di guerrieri e predoni, gli abitanti dei "Fundus" si ritirarono all’interno della fortificazione costruendovi piccole abitazioni, delle quali sopravvivono pochi ruderi, dando vita a Morrone.Per questo e per altro il luogo è sempre stato sacro ai cittadini di Castel Morrone, ma il destino, quasi a rinverdirvi la sacralità, decretò che questo monte diventasse sacro anche a tutti gli italiani. |
Il giorno 29 lobbiettivo
fu raggiunto e fino al 30 i bersaglieri cercarono di
fortificarsi alla meglio. La storia ci propone dei numeri
che spesso si ripetono nel tempo quasi fossero, di per sé,
premonitori di grandi imprese: 300 furono gli spartani di
Leonida alle Termopili, 300 "giovani e forti" i
compagni di Pisacane nello sbarco di Sapri e praticamente
300 i garibaldini di Bronzetti al Castello di Morrone.
|
I Borbonici lentamente ascesero il monte in modo da precludere ai garibaldini ogni ritirata ed alle 11 iniziò il combattimento vero e proprio che si protrasse per quasi 5 ore fino a quando i borbonici non riuscirono a sfondare le ultime difese dei garibaldini, che, rimasti senza munizioni, si difendevano scagliando sassi sugli assalitori. |
|
Sulla scia di queste dichiarazioni, i giornali fecero a gara per entrare nel coro, giravano perfino cartoline memmorative della tomba di Bronzetti, ma dopo poco tutti se ne dimenticarono. Sopratutto le Istituzioni per le quali quei ragazzi avevano immolato la propria giovane esistenza.
|
PILADE BRONZETTI
DUCE
CONSACRAVA COL SANGUE
CASTEL MORRONE
RIMPROVERO AI VIVENTI
IN NOME
DELLIDEALE
PER CUI CADDE
LE SUE OSSA
CHIEDONO
TRENTO
Ora il monumento è ridotto così, e ancor più degradato è l'ambiente circostante.Per questo lanciamo un appello affinché il Castello di Morrone dopo essere stato definito "LE TERMOPILI D'ITALIA" perché ivi fu combattuto lo scontro decisivo della battaglia del Volturno e nella valle ai suoi piedi, il giorno 2 ottobre successivo, si spensero gli ultimi echi dei combattimenti per conseguire lunità della NAZIONE, diventi sacro a tutti gli Italiani proclamandolo "TEMPIO DELLUNITA DITALIA".
Dopo Castel Morrone rimase Gaeta, ma fu solo un episodio.
|
VIAGGIO NELLA STORIA | VIAGGIO NELLA MEMORIA RITROVATA | ||
VIAGGIO NEL MEDIOEVO | VIAGGIO NEL RISORGIMENTO ITALIANO |