Rocca di Piancastagnaio

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La rocca con alcuni resti di cortine e torri della cinta muraria. Il fronte principale della Rocca con sulla sinistra la porta di accesso al borgo.

Piancastagnaio sorge sulle pendici del Monte Amiata e si raggiunge seguendo la Via Cassia fino al bivio per Abbadia S.Salvatore/Vetta Amiata/Piancastagnaio.


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Fin dall'XI° secolo l'area della Toscana meridionale attorno al castello di Piancastagnaio fu oggetto della politica espansionistica della potente famiglia comitale degli Aldobrandeschi e tutto il territorio è ricco di testimonianze storiche legate al loro potentato. Come quasi sempre parlando dei possedimenti Aldobrandeschi anche Piancastagnaio fu conteso alla nobile famiglia dai monaci dell'Abbazia San Salvatore a partire dall'anno 1000, in seguito fu rivendicato dai Visconti di Campiglia e durante il XIII° secolo divenne oggetto di ulteriori dispute fra Siena e Orvieto. Gli orvietani ottennero il controllo della potente rocca nel 1303 mantenedolo poi per circa cinquanta anni. A questo punto entrarono nelle contese gli eredi degli Aldobrandeschi, gli Orsini di Pitigliano, stavolta per contrastare le mire della Repubblica Senese. Solo fra il 1415 e il 1430 Siena riuscì finalmente ad impossessarsi di Piancastagnaio, che fu annesso al Capitanato di Radicofani. Contemporaneamnete la rocca fu oggetto di ingenti lavori di ristrutturazione che la resero adatta ad essere la residenza del Capitano Senese. Nel 1600 l'insediamento divenne feudo granducale e infine, con le riforme Leopoldine, capoluogo dell'omonima comunità.

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Il fronte interno alle mura con il cassero.

Sorto sulle pendici del Monte Amiata il paese ha forma circolare, un tempo racchiuso da una cinta muraria fortificata intervallata da torri quadrate e quattro porte. Le mura sono state quasi completamente demolite, ad eccezione di pochi tratti e delle porte, ma nel vertice più alto dell'abitato sorge ancora oggi la possente Rocca Aldobrandesca. La costruzione ha forma quadrata ed è dotata di alte muraglie fortemente scarpate. Dal recinto si innalzano due torri, la più grande, sia come solidità che altezza, aveva funzioni di cassero, l'altra, posta nell'angolo opposto, difendeva la sottostante porta di accesso alla città. Tutto il complesso era dotato di apparato difensivo a sporgere su beccatelli e merlatura, ancora oggi quasi intatto. La Rocca è in ottime condizioni grazie ad un'attenta opera di restauro appena terminata.

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