Castello di Scarlino

La cinta muraria del borgo si collega all'angolo Nord-Est del castello.
La torre di Sud-Ovest in primo piano, alla sinistra il fronte rivolto al mare.

Il castello di Scarlino domina il borgo omonimo sito, ad un altitudine di 230 metri, in provincia di Grosseto. Dista circa sei chilometri dalla costa del Golfo di Follonica ed è facilmente raggiungibile seguendo la Via Aurelia sia proveniendo da Sud che da Nord.


N.B.: Attualmente il sito è oggetto di ricerche archeologiche a cura del 'Dipartimento di Archeleogia e Storia delle Arti' dell'Università di Siena - Clicca qui per visitare la homepage relativa, con foto, storia e mappa degli scavi.


L'importanza del paese di Scarlino e del suo Castello è insita nell'etimologia del suo nome: sebbene alcuni lo considerino derivato dal porto romano chiamato 'Porto Scabris' un tempo situato sulla vicina costa, sembra più probabile l'ipotesi che lo collega  al termine Longobardo 'Scherl' cioè 'Vedetta'. Infatti, grazie alla straordinaria posizione in cui sorge, dalla quale si domina tutta la sottostante pianura e larga parte della costa da Piombino a Punta Ala, il Castello ebbe nella storia più volte il compito di avvistare e comunicare l'arrivo di nemici alle città dell'interno.

Il fronte rivolto alla città con l'ingresso principale

La nascita del paese e la costruzione della fortificazione in una posizione elevata e difficile da raggiungere invece che nella pianura vicino al mare, più favorevole per i commerci e le comunicazioni, fu essenzialmente dovuta al fatto che, negli anni immediatamente successivi al crollo dell'Impero Romano e in concomitanza con le prime invasioni delle popolazioni nordiche, la stessa pianura era divenuta una immensa e malsana palude a causa dell'azione combinata delle correnti marine e dei detriti del fiume Pecora.

Le prime notizie di un insediamento fortificato a Scarlino risalgono al 973, ma è impossibile stabilire quale fosse all'epoca il suo aspetto. Più tardi la proprietà del castello passò ai Conti Alberti di Prato e Mangona e nel 1164  fu conquistato dai Pisani, da sempre interessati al controllo dell'area per scopi commerciali. In seguito, intorno al 1240,  Scarlino fu uno dei primi paesi della Maremma ad organizzarsi come libero comune. Nel 1399 la città entrò a far parte del principato di Piombino e vi restò fino al 1814.

L'aspetto  attuale  del  castello, risalente  al   dodicesimo  secolo,  è dovuto alla  nobile  famiglia   degli Aldobrandeschi di Sovana, che acquisirono  Scarlino  grazie   al  matrimonio  di  Ildebrandino Aldobrandeschi con una figlia del Conte Alberto Alberti.

Il castello ha una pianta irregolare a cinque lati ed era collegato alle difese cittadine da una muraglia, in parte scomparsa, che si congiunge alle difese del fronte principale all'altezza dell'angolo Nord-Ovest, il meno esposto della fortificazione.

L'ingresso al cortile interno, un tempo dotato di ponte levatoio.

Le difese esterne sono presenti solo sui due lati del castello più facilmente accessibili dalla città - Nord e Nord-Est - ed erano dotate di merlatura e protette da un fossato scavato nella roccia. Su questi due lati il cuore della fortificazione non era difeso da torri, ma susistono resti di beccatelli a testimonianza che le mura erano dotate di apparato difensivo a sporgere, quantomeno all'angolo Nord-Est. I rimanenti tre lati volti al mare sono dotati di cortine murarie più elevate e difesi in ogni angolo da una torre: quella Sud-Est quadrata e più alta (essendo l'unica con il fronte rivolto direttamente al mare fungeva da Torre d'Avvistamento) e quella Sud disposta a sperone per sfruttare al meglio la possibilità di un tiro fiancheggiante dalle feritoie. La torre di Sud-Ovest, sicuramente di origine posteriore al resto del castello, è invece rotonda e conserva i resti dei beccatelli su cui poggiava l'apparato difensivo per il tiro piombante.

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